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Sabato, 27 aprile 2024 - Misteri gaudiosi - Santa Zita ( Letture di oggi )

San Pio da Pietrelcina:In quanto poi a ciò che mi dite di sentire quando fate la meditazione, sappiate che l'artificio è diabolico. Perciò state attenta e siate vigilante. Non tralasciate la meditazione giammai per questo, altrimenti persuadetevi che rimarrete sconfitta in seguito su tutta la linea.
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Meditazioni sulla Passione



Dolorosi

PARTECIPARE ALLA PASSIONE DI GESÙ


Parola di Dio
"Allora Gesù disse ai suoi discepoli: "Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà" (Mt 16,24-25).

"Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa" (Col 1,24).

Per la comprensione
- Il dolore è un grande mistero anche per chi ha fede. Quante volte ci chiediamo il perché di certe prove! Un castigo? Una fatalità? Una prova senza risposta?

- Siamo abituati ad ascoltare i proclami e le promesse di coloro che vogliono farsi strada e attirare gente dietro a sé: promettono benessere, un paradiso in terra e spesso danno solo delusioni. Gesù non vuole ingannare nessuno: "Siccome molta gente andava con lui" (1.c 14,25), Egli afferma che la sua strada è stretta, è tutta in salita; porta alla croce, ma assicura che il dolore si cambierà in gioia, la morte diventerà vita. Anzi addita una meta anche più alta: partecipando alla sua croce, partecipiamo con Lui alla salvezza del mondo.

Per questo prima di parlare delle nostre croci, parla della sua e ci assicura che partecipando alla sua croce, partecipiamo anche ai frutti della sua croce.

Rifletti
- Gesù che noi seguiamo è Colui che porta volontariamente la croce davanti a tutti. Per questo può dirci: "Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua" (Mt 16,24). Solo la croce ci fa veri discepoli di Gesù. Diceva san Paolo: "Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me", perché Egli "mi ha amato e ha dato se stesso per me" (Gal 2,20). I Santi quanto più crescevano nell'amore per Gesù tanto più crescevano nell'amore per la croce.

- La croce non è un castigo di Dio, è la difficoltà quotidiana dell'esistenza, del dovere, della limitatezza della natura umana; per questo ogni uomo è chiamato a portare la sua croce. La croce è sacrificio; senza sacrificio non si realizza nulla nella vita. I mass media possono presentarci una vita illusoria, fatta di sole rose: è un inganno che può portare alla disperazione.

- Il dolore non è "il male", è "un male", che Dio può trasformare in grazia, come ha fatto con il Figlio suo. Contemplando il Crocifisso possiamo capire il significato del dolore. Se fosse puro male il Padre mai lo avrebbe permesso nel suo Figlio. Per Gesù la croce è stata il trono della sua gloria e lo strumento della nostra salvezza: "Cristo... umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome" (Fil 2, 8-9).

- Gesù per salvare il mondo ha bisogno della nostra cooperazione. Egli è il Redentore, ma ha voluto ai piedi della croce Maria, come "corredentrice". Egli è la vittima offerta al Padre per la nostra salvezza; ma vuole accanto a sé altre vittime che completino "quello che manca ai suoi patimenti". Noi non possiamo aggiungere nulla al valore redentivo della Passione di Cristo; ma noi formiamo con Lui un "corpo mistico", siamo gli uni membri degli altri. Nella misura in cui cresciamo nell'amore e nella santità cooperiamo alla salvezza di tutto il corpo. Con l'accettazione amorosa della croce cooperiamo alla nostra salvezza e santificazione e alla salvezza dei fratelli. È il grande mistero della "comunione dei Santi".

- Oggi Cristo non può più soffrire nella sua carne, ma attende che io gli faccia dono delle mie sofferenze per unirle ai meriti della sua Passione e offrirle al Padre per la salvezza del mondo. Così la mia sofferenza diventa la sofferenza di Cristo e acquista un valore infinito, una fecondità universale.

Confronta
- Se vuoi capire e accettare umilmente le tue croci, cerca di approfondire la conoscenza e l'amore di Gesù Crocifisso: se contempli frequentemente Gesù Crocifisso, comprenderai che le tue croci sono poca cosa in confronto della sua. Offri continuamente al Padre le tue prove quotidiane, in unione con la Passione di Gesù per la salvezza dei fratelli. Unisciti continuamente ai Sacrifici Eucaristici di Gesù.

- Partecipa con amore alle prove e alle croci dei fratelli: è il modo più concreto e sincero di partecipare alla croce di Gesù.

Pensiero di san Paolo della Croce: "Quando si medita la Passione santissima di Gesù, vedendolo così dolorosamente colpito, dobbiamo saper leggervi l'amore e poi per amore stargli vicino adorandolo in tante sofferenze che faremo nostre" (P. 1, 161).