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Sabato, 27 aprile 2024 - Misteri gaudiosi - Santa Zita ( Letture di oggi )

Santo Curato d'Ars (San Giovanni Maria Vianney):Ho pensato spesso che la vita di una povera domestica che non ha altra volontà se non quella dei suoi padroni, se ella sa mettere a profitto questa rinunzia, può essere tanto gradita a Dio quanto la vita di una religiosa che è sempre di fronte alla regola.
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Meditazioni sulla Passione



Dolorosi

SI PREPARA LA VITTIMA


Parola di Dio
"Giunti a un luogo detto Golgota, che significa luogo del cranio, gli diedero da bere vino mescolato con fiele; ma egli, assaggiatolo, non ne volle bere" (Mt 27,33-349).

"I soldati poi... presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d'un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca. Così si adempiva la Scrittura: Si sono divise tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte" (Gv 19,23-24).

Per la comprensione
- Gesù arriva al luogo dell'esecuzione, detto «Calvario», «Golgota», o «Cranio»: era un piccolo rialzo roccioso, appena fuori della città. Secondo alcuni Padri della Chiesa era detto cos? perché era il luogo dove era seppellito il primo uomo, Adamo, che il nuovo Adamo, Gesù, doveva riscattare con il suo sangue. Probabilmente il nome derivava dalla forma della semplice prominenza rocciosa, che aveva la vaga forma di un teschio umano.

- "Vino mescolato con fiele" o "mirra": era una specie di anestetico, un gesto umanitario, che pie donne preparavano a proprie spese e davano da bere ai condannati, perché si inebriassero e sentissero meno gli strazi della crocifissione.

- Prima dell'esecuzione Gesù viene spogliato delle sue vesti; secondo la Sindone, la spoliazione fu totale.

I soldati che eseguivano la condanna avevano diritto a dividersi tutto quello che apparteneva al condannato, comprese le sue vesti.

Rifletti
- A Gesù viene offerto vino mirrato, per attenuare il suo dolore; Egli lo assaggia per far capire che ha gradito il gesto di compassione, ma "assaggiatolo, non ne volle bere": vuole conservare piena lucidità, per soffrire tutta l'atrocità del suo martirio e bere fino in fondo il calice amaro. Non è un gesto stoico, ma la piena consapevolezza di quanto aveva già accettato nell'agonia dell'Orto. A Pietro, che voleva difenderlo con la spada, aveva detto: "non devo forse bere il calice che il Padre mi ha dato?" (Gv 18,11).

- I Santi hanno compreso questa sublime lezione del Maestro Divino e mai hanno rifiutato un momento della loro croce. Santa Teresa del Bambino Gesù, sul letto di morte, alla Superiora che le diceva che Gesù voleva prolungare un poco la sua agonia, rispondeva: "Ebbene, andiamo... andiamo: oh no, non vorrei soffrire meno! ". Era la risposta eroica dei Santi.

- Gesù prima di essere crocifisso viene denudato. È una nuova umiliazione, una spoliazione totale che Gesù accetta per nostro amore. È la «kenosi» più profonda, lo «svuotamento» di tutto, la povertà più assoluta. Ormai non resta a Gesù che la sola croce. Nello strappare le vesti incollate alle piaghe si aggiungono dolori a dolori. Si avvera pienamente la profezia di Isaia: "Dalla pianta dei piedi alla testa non c'è in esso una parte illesa, ma ferite e lividure e piaghe aperte, che non sono state ripulite, né fasciate, né curate con olio" (Is 1,6).

Confronta
- Gesù vuole accettare consapevolmente fino in fondo tutto il suo dolore. Devo pensare a Lui, quando sono nella prova, quando la croce mi sembra troppo pesante. Egli darà forza alla mia debolezza e mi aiuterà a bere con amore ogni calice amaro. Nelle prove fisiche e morali se rifletto che è Gesù a chiedermi di bere con Lui il calice del Padre avrò la forza di non ribellarmi, ma di accettare tutto con amore.

- Dopo la sua spoliazione, Gesù appare veramente "l'uomo dei dolori". Spogliato di tutto, è rivestito solo di confusione, di umiliazione e di piaghe. Ripara così le mie comodità, il mio attaccamento ai beni della terra, le mie delicatezze, l'eccessiva condiscendenza con cui tratto il mio corpo. Gesù ripara così anche le violenze morali e fisiche su tanti corpi innocenti, le profanazioni del corpo umano, che è tempio di Dio.

- Signore, per la tua Passione e la tua croce, dammi forza per vivere la mortificazione dei sensi e per spogliarmi di tutto ciò che mi allontana da Te.

Pensiero di san Paolo della Croce: "Le calamità che soffre sono preziose gioie che lo arricchiscono nello spirito. Ora è tempo di mostrare la sua fedeltà a Dio, attaccandosi tutto al sacro legno della vita, che è la croce di Gesù Cristo, e tenendosi ben stretto a questo sacro legno lei mai farà naufragio, ma andrà sicuro al porto della salvezza" (Cf. L. Il, 634).