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Sabato, 27 aprile 2024 - Misteri gaudiosi - Santa Zita ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:Durante l'adorazione non hai bisogno di molte parole. Ti basta questa frase: "Gesù, Ti amo!" Siccome l'adorazione è una tensione tra la grandezza di Dio e la tua piccolezza, allora senti il bisogno di lanciare la tua preghiera come un dardo infuocato verso il cielo, riassumendo in questa frase tutta la sete del cuore. Ed è bello rimanere così, con tutta l'anima e con tutta la mente, dentro questa espressione, senza altri desideri se non quello di abbandonarsi totalmente a Dio. Nulla può essere più proficuo di questo amore, di questa preghiera ridotta a sole tre parole; nulla più utile per sé e per gli altri. Se nell'adozione raggiungi questa posizione, non hai che a continuare così, senza voltarsi e senza ripiegamenti su sé stessi, perché sai che tutto ciò che desidera il tuo cuore e tutto ciò che ti serve, è lì davanti a te in quel Pane.
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Meditazioni sulla Passione



Dolorosi

ECCO IL VOSTRO RE


Parola di Dio
"Da quel momento Pilato cercava di liberarlo; ma i Giudei gridarono: «Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque infatti si fa re si mette contro Cesare».

Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette nel tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà. Era la Preparazione della Pasqua, verso mezzogiorno.

Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!». Ma quelli gridarono: «Via, via, crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?». Risposero i sommi sacerdoti: «Non abbiamo altro re all'infuori di Cesare»" (Gv 19,12-15).

Per la comprensione
- Il dramma si avvia alla conclusione. Pilato, convinto dell'innocenza di Gesù, tenta le ultime carte per salvarlo. Ma anche i Giudei hanno riservato all'ultimo scontro la carta vincente: Gesù si è proclamato re, quindi è un nemico di Cesare; se Pilato Lo libera, non è più amico di Cesare.

- Pilato, di fronte alla minaccia di essere accusato come infedele a Cesare, crolla; siede in tribunale per emettere la sentenza. Ma prima per due volte proclama ironicamente che Gesù, ridotto a un rifiuto umano, è re dei Giudei.

Poi per tacitare la sua coscienza si lava le mani davanti a tutti proclamando la sua innocenza, mentre emette la sentenza di morte.

Rifletti
- "Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque infatti si fa re si mette contro Cesare". Gesù aveva proclamato solennemente che egli era re, ma che il suo regno non era di questo mondo. Pilato era convinto che da Gesù non poteva venire nessun pericolo per Cesare, ma di fronte all'alternativa di scegliere Cesare o la sua coscienza, sceglie Cesare.

- Gesù aveva detto: "Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio" (Mt 22,21). Ma aveva precisato: "Nessuno può servire a due padroni" (Mt 6,24). Il cristiano deve dare a Cesare quello che gli appartiene, ricordando però che al di sopra di ogni autorità umana c'è Dio. Tanti Martiri hanno affrontato il martirio per opera di Cesare, per rimanere fedeli a Dio. Non si può servire a due padroni messi alla pari; non si può essere amico di Cesare e amico di Dio.

- "Ecco il vostro re!". Nell'intenzione di Pilato è un'ironia. Nel piano di Dio è una proclamazione solenne, è un ultimo tentativo per illuminare quel popolo infedele. «Ecco il tuo re», dice anche a me il Padre, additandomi il Crocifisso: il Re dell'universo si è ridotto per me a uomo dei dolori, re di burla.

- "Non abbiamo altro re all'infuori di Cesare". È una scelta precisa. Un popolo fiero della sua indipendenza nella pianura di Sichem aveva proclamato: "Noi vogliamo servire il Signore, perché Egli è il nostro Dio" (Gs 24,18); a Gesù aveva detto con orgoglio: "Non siamo mai stati schiavi di nessuno" (Gv 8,34). Ora proclama che non vuole altro re all'infuori di Cesare. Passeranno pochi anni e sperimenterà quanto sarà pesante il giogo di Cesare.

- "Pilato si lavò le mani davanti alla folla: «Non sono responsabile, disse, di questo sangue»" (Mi 27,24). È il trionfo dell'ipocrisia. Pilato rimarrà per sempre il capo di tutti gli ipocriti che cercano di salvare solo l'apparenza, il giudizio degli uomini, non quello di Dio e della coscienza.

- "E tutto il popolo rispose: «II suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli»" (Mt 27, 25). Il Sangue di Gesù sarà versato "per la rovina e la risurrezione di molti" (Lc 2,34). 1 Giudei lo ricorderanno certamente quando, pochi anni dopo, la Palestina sarà invasa dall'esercito romano, Gerusalemme sarà distrutta e non si troveranno legni sufficienti per appendere i crocifissi. È tremendo mettersi contro Dio!

Confronta
- Chi è il signore della mia vita? Quante volte ho proposto di mettere Dio al primo posto e poi spesso ho messo al primo posto Cesare e i suoi valori; ho scelto di piacere al mondo e non a Dio, ho rinunciato ad essere amico di Dio, per essere amico del mondo! Non posso servire a due padroni. Davanti a Gesù che dà tutto per me devo essere pronto a rinunciare a tutto per Lui.

- Ecco il mio re: Gesù Crocifisso. Non voglio avere altro signore al di fuori di Lui, non voglio amare nessuno prima di Lui; da Lui voglio imparare ad amare tutti, ma "in lui, con lui, per lui".

Pensiero di san Paolo della Croce: "Sia grata a questo buon Dio che tanto l'ama, Lo serva fedelmente, non si vergogni d'essere serva del Sovrano Re della gloria. Si ponga sotto i piedi i rispetti umani" (L. III, 427).