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Sabato, 27 aprile 2024 - Misteri gaudiosi - Santa Zita ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:Anche quando hai l'impressione di essere solo, che il Signore non ti stia vicino e non vegli su di te, Lui c'è. Anzi, Lui ti è più vicino proprio nella solitudine e nella tua notte. Le notti oscure dell'anima sono esperienze spirituali indispensabili se si vuole avanzare nel cammino di fede. Si manifestano nel momento opportuno per invitarti ad avere più fiducia in Dio; per aiutarti a credere che qualunque cosa accada è per il tuo bene; per invitarti a smettere di voler controllare tutto e abbandonarsi di più alla Sua volontà, la quale vuole condurti nella direzione migliore per te. Dove c'è l'abbandono totale in Dio e la fiducia incondizionata alla Sua provvidenza, la paura si trasforma in sicurezza, la sofferenza in pace e la solitudine in presenza amica.
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Meditazioni sulla Passione



Dolorosi

GESÙ OLTRAGGIATO


Parola di Dio
"Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: «Ha bestemmiato! Perché abbiamo ancora bisogno di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». E quelli risposero: «È reo di morte!». Allora gli sputarono in faccia e lo schiaffeggiarono; altri lo bastonavano, dicendo: «Indovina, Cristo! Chi è che ti ha percosso?» (Mt 26,65-68).

"Frattanto gli uomini che avevano in custodia Gesù lo schernivano e lo percuotevano, lo bendavano e gli dicevano: «Indovina: chi ti ha colpito?». E molti altri insulti dicevano contro di lui" (Lc 22,63-65).

Per la comprensione
- Insulti e offese volgari hanno accompagnato Gesù durante tutta la sua Passione, iniziando dallo schiaffo in casa di Anna. Pronunziata poi la sentenza di morte, si scatena contro il Signore tutto il furore dei suoi nemici: percosse, sputi, derisioni, bestemmie, un lurido straccio sugli occhi per prendersi gioco di Lui. Tutti partecipano a questa scena disgustosa; tutti hanno qualche conto in sospeso con l'odiato profeta. Iniziano i membri del Sinedrio; poi le guardie e i servi continuano per tutta la notte, in attesa del processo del mattino.

Rifletti
- La perfidia umana non tralascia nessun mezzo per umiliare e far soffrire il Figlio di Dio: "Gli sputarono in faccia, lo schiaffeggiarono, lo bastonavano" (Mc), "lo schernivano e lo percuotevano, lo bendavano e gli dicevano: «Indovina: chi ti ha colpito?». E molti altri insulti dicevano contro di lui" (Lc). Il profeta Isaia lo aveva predetto tanti secoli prima: "Ho presentato il dorso ai flagellatori, la guancia a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi" (Is 50,6).

- Peggiore dello schiaffo sono gli sputi, quelli veri! E Gesù è stato sottoposto anche a quest'altro infame e umiliante trattamento. Sputare in faccia a una persona è come volerla annientare, calpestarla come un verme. E Gesù, Verbo di Dio, in quella notte è stato trattato così dai suoi, dai capi, dai servi di guardia.

- Agli sputi aggiungono gli scherni, le umiliazioni, gli insulti più atroci e volgari. Gesù risponde solo con il silenzio e lo sguardo mesto, a volte pieno di lacrime, ma sempre mite e dolce. Davvero "maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come un agnello condotto al macello, come pecora muta, di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca" (Is 53,7).

- Il silenzio di Gesù umilia e infastidisce i nemici. Cercano un modo per fargli rompere quel silenzio e impedirgli quello sguardo. Gli velano la faccia con uno straccio e Lo percuotono, dicendo: "Indovina, o Cristo! Chi ti ha percosso?". Tante astuzie e tanta rabbia sono inutili; Gesù continua a tacere: né una parola di lamento, né di rimprovero, né di impazienza.

- Davvero nessuna creatura, anche la più vile, fu trattata con maggiore disprezzo del Creatore del mondo!

- Nota sant'Ambrogio: "La memoria di tante ignominie subite da Gesù Cristo dovrebbe spegnere tra i cristiani ogni scandalosa querela di preminenza, ogni pretesa di orgoglio, ogni desiderio di grandezza, ogni sforzo di comparire, ogni puntiglio di vanità. Fra i servi di un Dio così profondamente umiliato, una sola gara è lecita, una sola contesa è permessa: la contesa, la gara dell'umiltà".

Confronta
- Quante ingiuste umiliazioni e sofferenze ha subito Gesù per mio amore! E io che cosa faccio per Lui? Con le sue umiliazioni e il suo silenzio Gesù ripara la mia superbia, le mie ribellioni, le offese al mio prossimo.

- Gesù tace, quando avrebbe avuto tutte le ragioni e tutti i modi per parlare, per difendersi, per umiliare i suoi nemici. - Gesù mi insegna a saper tacere per amore, anche quando ho ragione; a saper parlare, quando è necessario, con umiltà e con pace.

- Ai nemici di Gesù dà fastidio il suo sguardo e per questo velano il suo volto. Solo il peccato vela il volto di Dio e impedisce di ammirarne la bellezza. Impara a fissare continuamente lo sguardo su Gesù Crocifisso; fuggi sempre il peccato che ti nasconde il volto di Gesù e lasciati illuminare e attirare dal suo volto divino. "Il tuo volto, Signore, io cerco; non nascondermi il tuo volto" (Sal 27).

Pensiero di san Paolo della Croce: "Sento che soffre e le pare di patire molto, se lei fosse molto innamorata di Dio, le parrebbe di patire poco e quel poco soffrire lo terrebbe sigillato e ben chiuso affinché non vada perso. Il dolce Gesù pativa e taceva. Ma Gesù taceva. Impari ed imiti le virtù di Gesù Cristo, in particolare la mansuetudine, l'ubbidienza e l'umiltà di cuore" (Cf. L.111, 48).