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Sabato, 27 aprile 2024 - Misteri gaudiosi - Santa Zita ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:In questi giorni fermati spesso davanti al Crocifisso e fissa lo sguardo su Cristo. Contempla il Suo dolore e soprattutto contempla il Suo amore. Viviamo una vita così frenetica che la preghiera e il silenzio sono diventati quasi imbarazzanti. Molti dicono di non avere tempo di fermarsi un attimo per pregare. Sono gli stessi che non hanno tempo per assaporare la risata del loro bambino o la magia di un tramonto. Non hanno tempo né per gli altri né per sé stessi. Non dobbiamo permettere all'orologio di tenerci nascosto che ogni momento della giornata è un miracolo. Anche quando hai tanto da fare, torna a contemplare il Crocifisso. È la tua oasi nel deserto della vita, è il tuo rifugio silenzioso, è la tua isola di pace. E ben presto la tua vita sarà pervasa da un senso di serenità e di gratitudine.
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Meditazioni sulla Passione



Dolorosi

GESÙ DAVANTI A CAIFA: IL SILENZIO


Parola di Dio
"Allora condussero Gesù dal sommo sacerdote, e là si riunirono tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi... I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. Molti infatti attestavano il falso contro di lui e così le loro testimonianze non erano concordi. Ma alcuni si alzarono per testimoniare il falso contro di lui, dicendo: «Noi lo abbiamo udito mentre diceva: Io distruggerò questo tempio fatto da mani d'uomo e in tre giorni ne edificherò un altro non fatto da mani d'uomo». Ma nemmeno su questo punto la loro testimonianza era concorde. Allora il sommo sacerdote, levatosi in mezzo all'assemblea, interrogò Gesù dicendo: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: «Sei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto?». Gesù rispose: «Io lo sono! E vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra della Potenza e venire con le nubi del cielo». Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: «Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». Tutti sentenziarono che era reo di morte" (Mc 14,53-64).

Per la comprensione
- Anna "mandò Gesù legato a Caifa, sommo sacerdote" (Gv 18,24).

È il processo ufficiale davanti alla massima autorità religiosa, il Gran Sinedrio, presieduto dal sommo sacerdote Caifa. Probabilmente vi furono due sedute del Sinedrio: una notturna, non legale, perché la legge vietava cause capitali di notte e l'altra al mattino, che doveva solo ratificare la sentenza decisa nella seduta della notte.

- Nel Gran Sinedrio tutti erano contrari a Gesù: i capi, Caifa, i testimoni. Nicodemo e Giuseppe di Arimatea erano assenti. Il processo era solo una formalità, perché la condanna a morte era stata già decisa da tempo; per questo erano stati preparati molti falsi testimoni.

Rifletti
- Gesù, il giudice divino al quale il Padre ha affidato ogni giudizio, è davanti alle sue creature per essere giudicato e condannato. Molti Lo accusano falsamente e si contraddicono. Gesù risponde con il silenzio più assoluto: non si difende, non dice una parola. Tutti sono imbarazzati per questo comportamento inatteso. Mai hanno visto un accusato, in pericolo della condanna capitale, comportarsi in questo modo.

- Allora interviene direttamente Caifa e sollecita Gesù a parlare, a rispondere alle accuse, a discolparsi. Gesù risponde ancora una volta con il silenzio. Caifa allora interroga Gesù sul punto essenziale: "Ti scongiuro, per il Dio vivente, perché ci dica se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio" (Mt 26,63). Gesù, interrogato in nome di Dio, non può più tacere e per questo parla. Davanti all'assemblea più importante del paese, con la consapevolezza di attirarsi la condanna a morte, afferma apertamente che egli è il Figlio di Dio: "Io lo sono".

- Questa testimonianza era attesa come prova decisiva di colpevolezza; Caifa si straccia le vesti, come se avesse ascoltato la più grande bestemmia; tutti sentenziano che Gesù è degno di morte.

- Nel paradiso terrestre Dio aveva condannato l'orgoglio dell'uomo che si voleva fare "come Dio"; ora è l'uomo orgoglioso che condanna a morte il Figlio di Dio, perché afferma di essere Dio. Ma Gesù si riserva l'ultima parola: "Vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra della Potenza e venire sulle nubi del cielo". L'ultimo giudizio, quello definitivo, sarà il suo.

Confronta
- Medita sul silenzio di Gesù. Accusato falsamente, Gesù tace. "Maltrattato, si lasciò umiliare e non apri la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non apri la sua bocca" (Is 53,7). Tanti Santi hanno seguito l'esempio di Gesù fino all'eroismo. Impara anche tu a tacere e accettare per amore di Dio qualche umiliazione.

- Non voler giudicare il tuo Dio quando non comprendi il suo modo di agire. Anche tu dovrai comparire un giorno davanti al Giudice Divino; ma se Lo avrai riconosciuto e trattato come Padre, il suo sarà il giudizio d'amore e di salvezza di un Padre.

- Gesù è giudicato reo di morte, perché ha detto la verità. Impara a non mentire mai, a costo di qualunque sacrificio. Non giudicare e non condannare nessuno, se non vuoi essere giudicato e condannato.

Pensiero di san Paolo della Croce: "Ricordatevi che nelle sofferenze Gesù taceva, riceveva pugni, schiaffi, sferzate e taceva; Lo ingiuriavano e bestemmiavano, e taceva... O silenzio santo che è la chiave d'oro che custodisce il grande tesoro delle sante virtù! Ne abbia grande rispetto, lo pratichi molto. Nelle occasioni si capisce chi è fedele, cioè quando è turbata, contrastata, contraddetta, e quando le creature la inquietano, io non voglio altro da lei, figliola, se non che stia zitta" (Cf. L.111, 384).