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Venerdi, 26 aprile 2024 - Misteri dolorosi - San Marcellino ( Letture di oggi )

Madre Teresa di Calcutta:Questo completo abbandono di se stessi a Dio as­sicura a noi il suo costante aiuto, poiché, obbedendo, facciamo sempre la sua santissima volontà e ottenia­mo di conseguenza la liberazione dai dubbi, dalle an­sietà e dagli scrupoli.
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Meditazioni sulla Passione



Dolorosi

QUARTA PAROLA: DIO MIO, DIO MIO, PERCHÉ MI HAI ABBANDONATO?


Parola di Dio
"Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Eri, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». E subito uno di loro corse a prendere una spugna e, imbevutala di aceto, la fissò su una canna e così gli dava da bere. Gli altri dicevano: «Lascia, vediamo se viene Elia a salvarlo!»" (Mt 27,45-49).

«Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Tu sei lontano dalla mia salvezza»: sono le parole del mio lamento. Dio mio, invoco di giorno e non rispondi, grido di notte e non trovo riposo... In te hanno sperato i nostri padri, hanno sperato e tu li hai liberati; a te gridarono e furono salvati, sperando in te non rimasero delusi. Ma io sono verme, non uomo, infamia degli uomini, rifiuto del mio popolo. Mi scherniscono quelli che mi vedono, storcono le labbra, scuotono il capo: «Si è affidato al Signore, lui lo scampi; lo liberi, se è suo amico»" (Sal 22,29).

Per la comprensione
- "Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si.fece buio su tutta la terra". Mentre il Figlio di Dio agonizza sulla croce, la natura piange e partecipa in qualche modo al dolore del suo Creatore. Questo "buio" misterioso era un segno che qualcosa di straordinario stava accadendo sulla terra: l'Autore della vita stava morendo sulla croce per opera delle sue creature.

- La quarta parola è la più misteriosa delle parole pronunciate da Gesù sulla croce; è anche la più difficile da capire. Eretici e atei si appellarono ad essa per negare la divinità di Gesù: se Gesù era abbandonato da Dio, non poteva essere Figlio di Dio. Invece questo grido misterioso, nel momento della suprema agonia, ci svela i sentimenti intimi di Gesù in croce: mentre agonizza, Egli prega il Padre con il Salmo 22, che è il grido profondo, ma pieno di speranza, di un innocente perseguitato che sfoga con Dio tutta la sua amarezza, ma termina lodando Dio, "perché non gli ha nascosto il suo volto, ma al suo grido di aiuto, lo ha esaudito".

Rifletti
- "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?". Gesù è vero Dio e vero uomo; ha due nature perfette in una sola persona. Come Dio gode sempre della gioia piena della divinità, non può soffrire, non può essere abbandonato da Dio; invece come uomo può soffrire e morire.

- San Paolo afferma che Gesù, "pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini, apparso in forma umana, umiliò se stesso, facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce" (Fil 2, 6-s). Gesù, per essere in tutto simile a noi, "spogliò se stesso": è l'abbassamento, la "kenosi", per cui Gesù rinuncia alla gloria e alla gioia che avrebbe dovuto avere anche come uomo, per la sua unione con Dio, per riaverla poi come premio della sua "obbedienza fino alla morte di croce".

- "Gesù gridò a gran voce". Egli si è caricato dei peccati di tutto il mondo e per questo "Dio lo trattò da peccato in nostro favore" (2Cor 5,21). In un modo misterioso, nel momento della sua offerta di vittima al Padre, Gesù sperimenta la pena della perdita di Dio che i peccatori hanno meritato con i loro peccati. Egli fa questa terribile esperienza perché noi potessimo ritrovare la comunione con Dio e la salvezza.

- Gesù è cosciente della sua innocenza; ora invece sente il Padre lontano e quasi ostile. È la "notte dello spirito", è "la morte mistica", più dolorosa di mille morti. I Santi hanno sperimentato questo spaventoso martirio interiore, permesso da Dio per purificare le anime dalle scorie umane: il semplice timore di aver offeso Dio, la paura di poterlo perdere eternamente, è il martirio più grande per un'anima sensibile.

Confronta
- Avrò paura del peccato: è l'unico male che può farmi perdere Dio per sempre, può allontanarlo dal mio cuore e condannarmi alla perdizione. Rinnovo il mio atto di fede: Dio è un Padre che mai mi abbandona; solo io posso abbandonare Lui e allontanarmi da Lui per sempre.

- Accetterò con fede le prove della vita, i tempi di deserto, la notte dei sensi e dello spirito, ringraziando Dio che in questo modo mi purifica e mi prepara a poterlo contemplare senza veli nella gloria.

Pensiero di san Paolo della Croce: "Se lei non gusta questi frutti con sensibilità, è più felice e fortunato, poiché così assomiglia più al nostro Salvatore Divino che sulla croce esclamò al Padre: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» esprimendo in questo modo il suo nudo patire senza conforto. Beata quell'anima che sta crocifissa con Gesù Cristo senza saperlo e senza vederlo, perché priva d'ogni conforto sensibile!" (Cf. L. 111, 17).