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Venerdi, 26 aprile 2024 - Misteri dolorosi - San Marcellino ( Letture di oggi )

Madre Teresa di Calcutta:Oggi, più che mai, abbiamo bisogno di pregare per conoscere la volontà di Dio, per avere l'amore che ci insegna ad accettare la volontà di Dio, per come fa­re la volontà di Dio.
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Meditazioni sulla Passione



Dolorosi

GESÙ DAVANTI A PILATO


Parola di Dio
"Allora condussero Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l'alba ed essi non vollero entrare nei pretorio per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua. Uscì dunque Pilato verso di loro e domandò: «Che accusa portate contro quest'uomo?». Gli risposero: «Se non fosse un malfattore, non te l'avremmo consegnato». Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra legge!». Gli risposero i Giudei: «A noi non è consentito mettere a morte nessuno». Così si adempivano le parole che Gesù aveva detto indicando di quale morte doveva morire... E detto questo uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo in lui nessuna colpa»" (Gv 18,28-38).

Per la comprensione
- Il Sinedrio ha condannato a morte Gesù, ma non ha più il potere di eseguire la sentenza che Roma si è riservata. Perciò i Giudei di buon mattino portano Gesù al tribunale di Pilato, perché ratifichi la sentenza di morte.

- Pilato certamente ha sentito parlare di Gesù, che per anni si è aggirato nei territori sottoposti alla sua autorità, senza mai turbare l'ordine pubblico, anzi ha comandato di dare a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio. Ma Pilato è un uomo debole e amante del potere; per non avere fastidi è pronto a qualsiasi compromesso.

Per cinque volte dichiara di non trovare in Gesù colpe degne di morte e poi finisce con il condannarlo a morte.

Rifletti
- Gesù viene condotto dal governatore romano, legato e in mezzo a una folla tumultuante. Dopo essere stato condannato dai capi del suo popolo, il Figlio di Dio viene giudicato da un giudice pagano, come aveva predetto. Il creatore del mondo è in balia delle sue creature.

- I Giudei non entrano nel pretorio di Pilato per non contaminarsi andando nella casa di un pagano, per poter mangiare la Pasqua imminente con la coscienza pulita; ma non esitano a chiedere la condanna a morte di un innocente: è il trionfo dell'ipocrisia condannata tante volte da Gesù; sono sepolcri imbiancati.

- "Così si adempivano le parole che Gesù aveva detto indicando di quale morte doveva morire" (Gv 18,32): se i Giudei avessero potuto eseguire la sentenza di morte contro Gesù avrebbero dovuto lapidarlo, secondo la loro legge; invece la legge romana prevedeva la crocifissione, come Gesù aveva predetto.

- I Giudei hanno condannato a morte Gesù, perché si è fatto Figlio di Dio; ma sanno che questo motivo non sarebbe sufficiente a Pilato per ratificare la sentenza di morte; per questo inventano motivazioni politiche: "Abbiamo trovato costui che sobillava il nostro popolo, impediva di dare tributi a Cesare e affermava di essere il Cristo re" (1.c 23,2). I Giudei rifiutano la regalità di Gesù e accettano quella dell'imperatore romano: pochi decenni dopo sperimenteranno che cosa significa rifiutare Dio e mettersi nelle mani degli uomini, quando l'esercito romano metterà Gerusalemme e il suo territorio a ferro e fuoco.

- Ma "Pilato sapeva che i sommi sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia" (Mc 15,10). Erano l'invidia e l'odio a muovere i capi dei Giudei: due vizi che accecano e portano le coscienze a tutte le ipocrisie, a tutti i compromessi. Un pericolo per tutti, anche per le persone più religiose e apparentemente più vicine a Dio, come lo erano i Giudei.

- "I sommi sacerdoti frattanto gli muovevano molte accuse. Pilato lo interrogò di nuovo: «Non rispondi nulla? Vedi di quante cose ti accusano!». Ma Gesù non rispose più nulla, sicché Pilato ne restò meravigliato" (Mc 15,35). Gesù tace di fronte alle accuse dei Giudei così palesemente false e rimette la sua causa nelle mani del Padre. Si lascia condannare ingiustamente, come avverrà anche per tanti suoi discepoli. Egli è il primo di una lunga serie di innocenti chiamati a percorrere lo stesso cammino: "Vi consegneranno ai sinedri, sarete percossi nelle sinagoghe, comparirete davanti a governatori e re a causa mia, per rendere testimonianza davanti a loro... Voi sarete odiati da tutti a causa del mio nome, ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato" (Mc 13, 9-13).

Confronta
- "Gesù non rispose più nulla". Quando parlare non serve alla verità, Gesù tace con tutti. È una regola d'oro da imitare. Non aver paura delle condanne degli uomini, ma solo della condanna di Dio.

- Vigila sul tuo cuore, sui tuoi sentimenti, sulle passioni, che cercano di insinuarsi nel tuo cuore, per portarti alla rovina.

Pensiero di san Paolo della Croce: "Sono in uno stato sempre più miserabile, combattuto dai demoni e dagli uomini, sferzato dal flagello delle malelingue, calunnie, ecc., oltre alle battaglie interiori. Quanto ho bisogno dell'assistenza di Dio e della preghiera!" (Cf. L.1, 170).