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Sabato, 27 aprile 2024 - Misteri gaudiosi - Santa Zita ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:C'era una donna anziana che rimase vedova del suo adorato marito. Allora andò a vivere con il figlio, la nuora e la nipotina. Ogni giorno che passava, la sua salute peggiorava, le mani tremavano al punto che a volte cadeva il cibo dal piatto. Non sopportando più il disordine, un giorno il figlio e la nuora sistemarono un tavolo vicino all'angolo e fecero mangiare là la nonna, tutta sola. All'ora di pranzo, la nonnina li guardava coi occhi tristi, ma loro le rivolgevano la parola solo per rimproverarla quando le cadeva il cibo. Un pomeriggio la bambina era seduta sul pavimento a giocare col le costruzioni. "Che cosa stai costruendo?" - chiese il padre. "Sto costruendo un tavolino per te e per la mamma, così quando sarete vecchi potete mangiare all'angolo." I genitori rimasero scioccati, muti, poi scoppiarono a piangere. Si erano resi conto della loro crudeltà e del dolore arrecato alla nonna. Da quel giorno la nonna tornò a mangiare insieme a loro al grande tavolo. E se le cadeva qualche boccone, nessuno ci faceva più il caso. I genitori di questa storia non erano persone cattive. Avevano solo bisogno di una scintilla per accendere la compassione. I piccoli gesti d'amore e di compassione rendono la vita assai più ricca. Ogni giorno rifletti sul bene che puoi fare agli altri. Una piccola gentilezza, un elogio sincero, un saluto cordiale, un sorriso, un gesto d'affetto... sono vere benedizioni.
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Meditazioni sulla Passione



Dolorosi

PREGHIERA SACERDOTALE: OBLAZIONE E INTERCESSIONE


Parola di Dio
"Gesù, alzati gli occhi al cielo, disse: "Padre, è giunta l'ora, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te. Io ti ho glorificato sopra la terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare. Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Io prego per loro; non prego per il mondo... Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi... Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal maligno. Per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità. Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria. E l'amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro" (Gv 17).

Per la comprensione
- Gesù ha desiderato ardentemente di mangiare l'ultima cena con i suoi apostoli prima della sua Passione per aprire loro tutto il suo cuore (Cf. Lc 22,15) e per lasciare loro, come un padre, gli ultimi ricordi.

- "Il discepolo che Gesù amava" nei capitoli 13-16 del suo vangelo compendia gli ultimi insegnamenti di Gesù e nel capitolo 17 trasforma in preghiera quanto ha compendiato. È "la preghiera sacerdotale" che Gesù, sommo ed eterno sacerdote, rivolge al Padre prima di salire l'altare della croce.

Rifletti
- Il centro dell'ultima cena è l'Eucaristia: con essa inizia e viene perpetuata la Passione, come "memoriale della morte del Signore". Per capire il lungo discorso di Gesù nell'ultima cena e la preghiera sacerdotale bisogna tener presente questo grande dono d'amore.

- "È giunta l'ora". Si sta per compiere il piano di Dio: la gloria del Padre e la salvezza degli uomini. Gesù è venuto per quest'ora, ha fatto sempre riferimento a quest'ora; nessuno Gli ha potuto fare del male prima che giungesse la sua ora; ha atteso quasi con impazienza l'arrivo di quest'ora.

- "Padre, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te". È la gloria di essere innalzato sul trono della croce, la gloria che è frutto dell'umiliazione e della sofferenza, frutto dell'obbedienza al Padre fino alla morte di croce (Fil 2, 811). Gesù glorifica il Padre facendo la sua volontà e riportando a Lui l'uomo salvato, rappacificando la terra con il cielo.

- "Per loro consacro me stesso": Gesù è la vittima pura e santa che si offre al Padre per i fratelli peccatori; è l'eterno sacerdote che non offre olocausti di povere creature, ma offre se stesso.

- "Io prego per loro... e per tutti coloro che per la loro parola crederanno in me". Quanto è consolante pensare che Gesù ha pregato anche per me, perché la mia fede mai venga meno, perché non vada perduto, perché anch'io sia consacrato a Dio nella verità, perché possa essere con Lui per contemplare la sua gloria, perché sia strumento di unità.

- "Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal maligno". Il "mondo" è il regno del male; Gesù ripete 15 volte questa parola nella sua preghiera per mettercene in guardia. Ma colui che "ha vinto il mondo" prega e veglia perché anche i suoi discepoli ne siano vittoriosi.

- "Tutti siano una cosa sola". È l'anelito supremo di Gesù; essere "una cosa sola", "in noi" e "come noi": il miracolo dell'unità può avvenire solo in Dio, se si è uniti strettamente a Lui, a imitazione del mistero dell'Unità e Trinità di Dio. "Perché il mondo creda": l'amore è il distintivo dei cristiani, è il segno autentico della presenza di Cristo nella sua Chiesa.

Confronta
- Anch'io sono chiamato a glorificare il Padre con la mia vita: Lo glorifico facendo sempre la sua volontà, specialmente quando anche per me giunge l'ora della prova. Avrò allora la certezza che anch'io parteciperò alla gloria di Cristo.

- La mia missione di discepolo di Cristo è di essere sempre strumento di unità nella famiglia, nella Chiesa, nel mondo. Solo così Gesù mi riconosce per suo discepolo e sono per i fratelli uno strumento per incontrare Cristo. Se porto divisione sono strumento di satana.

Pensiero di san Paolo della Croce: "Continui l'accennato sacrificio nel fuoco della divina carità sin che la vittima sia tutta incenerita in tale fornace divina, poiché subito l'aura dello Spirito Santo innalza la vile cenere, la sparge e la fa perdere nell'abisso della divinità" (Cf. L.111, 173).