Santo Rosario on line

Domenica, 28 aprile 2024 - Misteri gloriosi - San Luigi Maria Grignion da Montfort ( Letture di oggi )

Madre Teresa di Calcutta:La conoscenza di sé è indispensabile nella confes­sione. Ecco perché i santi potevano dire di essere dei malvagi criminali. Guardavano Dio e poi guardavano se stessi... e vedevano la differenza. Di qui il motivo per cui non erano mai sorpresi quando qualcuno li accusava, anche falsamente. Conoscevano se stessi e conoscevano Dio. Ci offendiamo perché non conoscia­mo noi stessi e i nostri occhi non sono fissi soltanto su Dio; così, non abbiamo una vera conoscenza di Dio. Quando i santi si guardavano con quel senso di orro­re, intendevano realmente questo. Non fingevano.
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Maggio, mese di Maria - Meditazioni sulla Madre di Dio di Don Giuseppe Tomaselli



Maria



Diciottesimo giorno - LA PREGHIERA

Ave Maria.

Invocazione. - Maria, Madre di mi­sericordia, pregate per noi!

È dovere di ogni anima sollevare la mente ed il cuore a Dio, per adorarlo, per benedirlo e per ringraziarlo.

In questa valle di lacrime la preghie­ra è uno dei più grandi conforti che pos­siamo avere. Iddio ci esorta con insisten­za a pregare: « Domandate e vi sarà da­to » (S. Giovanni, XVI, 24). « Pregate, affinché non entriate in tentazione » (San Luca, XXII, 40). « Pregate senza interru­zione » (I Tessalonicesi, V, 17).

I Dottori di Santa Chiesa insegnano che la preghiera è un mezzo senza del quale non si possono ottenere gli aiuti per salvarsi. « Chi prega, si salva, chi non prega, si danna, anzi non è necessario che il demonio lo trascini all'inferno; lui stes­so ci va con i suoi piedi » (S. Alfonso).

Se quello che si domanda a Dio nella preghiera è utile all'anima, si ottiene; se non e utile, si otterrà qualche altra grazia, forse superiore a quella richiesta.

Perché la preghiera sia efficace, de­v'essere fatta per utilità dell'anima ed an­che con molta umiltà e grande fiducia; l'anima che si rivolge a Dio sia in stato di grazia, cioè distaccata dal peccato, parti­colarmente dall'odio e dall'impurità.

Molti non chiedono altro che, grazie temporali, mentre le più utili e quelle che Dio concede più volentieri sono le spirituali.

D'ordinario c'è una lacuna nella pre­ghiera; si sogliono chiedere solamente grazie. Si deve pregare anche per altri fini: per adorare la Divinità, per bene­ dirla, per ringraziarla, sia per noi che per coloro che trascurano di fare ciò. Affinché la preghiera sia più accetta a Dio, si presenti per le mani di Maria, la più degna al trono dell'Altissimo. Pre­ghiamo spesso la potente Regina e non resteremo confusi. Recitiamo sovente 1'A­ve Maria, prima e dopo del cibo e del la­voro, intraprendendo qualche affare d'im­portanza o mettendoci in viaggio. Matti­no, mezzogiorno e sera salutiamo la Ver­gine con l'Angelus Domini e non passi giorno senza offrire alla Madonna la re­cita del Rosario. È anche preghiera il canto devoto e Maria gradisce le lodi che si cantano in suo onore.

Oltre la preghiera vocale, c'è quel­la mentale, che si chiama meditazione, e consiste nel riflettere sulle grandi verità che Dio ci ha rivelate. La Madonna, co­me insegna il Vangelo, meditava nel suo cuore le parole che diceva Gesù; imitia­mola.

La meditazione non è solo un dovere di poche anime che tendono alla perfezione, ma è un dovere di tutti coloro che vogliono stare lontani dal peccato: « Ricordati dei tuoi novissimi e non pec­cherai in eterno! » (Eccl., VII,' 36).

Si pensi perciò che si ha da morire e lasciare tutto, che si andrà a marcire sotto la terra, che dovrà rendersi conto a Dio di tutto, anche delle parole e dei pensieri, e che ci attende un'altra vita.

In ossequio alla Madonna promettia­mo di fare ogni giorno un poco di medi­tazione; se non possiamo disporre di mol­to tempo, impieghiamoci almeno un po' di minuti. Scegliamo quel libro, che giu­dichiamo più utile all'anima nostra. Chi manca di libro, impari a meditare sul Crocifisso e sulla Vergine Addolorata.

Esempio
Un Sacerdote, a motivo del sacro Mi­nistero, visitò'una famiglia. Una vecchiet­ta, sugli ottant'anni, l'accolse rispettosa­mente e gli manifestò il desiderio di com­piere un'opera di beneficenza.

- Sono avanzata negli anni; non ho eredi; sono nubile; vorrei aiutare i giova­ni poveri, che si sentono chiamati al Sa­cerdozio. Sono contenta io ed anche mia sorella. Se permette, vado a chiamarla. -

La sorella, di novantuno anni, serena ed arzilla, con perfetta lucidità di mente, intrattenne il Sacerdote in lungo ed inte­ressante colloquio: - Reverendo, lei confessa?

- Tutti i giorni.

- Non tralasci mai di dire ai peni­tenti che facciano ogni giorno la medita­zione! Quando ero giovane, tutte le vol­te che mi presentavo al confessionale, il Sacerdote mi diceva: Hai fatta la me­ditazione? - E mi rimproverava se qual­che volta avveniva di ometterla.

- Un secolo fa, rispose il Sacerdote, s'insisteva sulla meditazione; ma oggi se si ottiene da tante anime che vadano a Messa la domenica, che non si diano ai divertimenti immorali, che non diano scandalo ... è già troppo! Prima c'era più meditazione e per conseguenza più rettitudine e più moralità; oggi c'è poca o nessuna meditazione e le anime van­no di male in peggio! -

Fioretto.
- Fare un po' di medita­zione, possibilmente sulla Passione di Gesù e sui dolori della Madonna.

Giaculatoria.
- Vi offro, Vergine San­ta, il mio passato, il mio presente ed il mio avvenire!