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Sabato, 27 aprile 2024 - Misteri gaudiosi - Santa Zita ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:Dio trova mille vie per agire nei cuori delle persone, ma queste vie restano bloccate se uno non si apre alla grazia e non prega. La preghiera è la sorgente inesauribile di carità. Da una persona che prega ognuno può sperare di ricevere un po' di attenzione, un dono, qualcosa di buono. Una persona che non dà spazio alla preghiera difficilmente riesce a far spazio a un dolore, a una solitudine, a una ferita. Il dolore altrui trova posto solo in un cuore dove Dio occupa il primo posto. Se non si dà spazio alla preghiera, si restringe anche quello della carità. E subentra l'egoismo, l'indifferenza e durezza del cuore. Solo a chi prega Dio può estirpare il cuore di pietra e mettergli il cuore di carne.
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Le apparizioni della Madonna a Marienfried



MarienFried

II gruppo di Schònstatt

Il 29 settembre 1943, festa di S. Michele Arcangelo, il parroco Martin Humpf prese pos­sesso della parrocchia di Pfaffenhofen. Sua sorel­la Anna l'aiutava con il suo lavoro, non solo co­me donna di casa, ma anche come collaboratrice nella cura d'anime. Si occupava pure dei giovani.

Pfaffenhofen contava allora 1300 abitanti. Appena il parroco ebbe cominciato il suo lavoro pastorale, sua sorella Anna si occupò subi­to della gioventù femminile. Essa riunì alcune ra­gazze, che si radunavano di tanto in tanto in casa parrocchiale, chiamando questi incontri "l'ora di canto", per non entrare in conflitto con le leggi del Terzo Reich. A quei tempi era difficile edu­care religiosamente la gioventù, poichè il Regime Nazionalsocialista cercava di influenzare la gio­ventù contro la Chiesa.

Circa una ventina di persone, dai 15 ai 25 anni, si riunivano per "l'ora di canto", che segui­vano assiduamente. Certe volte, in primavera o di estate, si facevano anche dei giri in bicicletta. Anna Humpf sapeva entusiasmare e guidare le giovani. Esse andavano quindi volentieri a que­ste riunioni, poichè trovavano un ideale nell'i­struzione religiosa: MARIA!

La signorina Humpf era sempre stata un membro attivo nel movimento di Schónstatt. Es­so è un movimento di apostolato religioso, che cerca di educare le ragazze, proponendo loro Ma­ria come modello. Anna voleva dare loro un orientamento spi­rituale, e vi riuscì molto bene. Quest'ideale affa­scinò queste ragazze, formandole per tutta la vi­ta. Una di queste giovani era appunto Barbara Ruess.

Per poter fare un ritratto esatto di lei, con­forme alla realtà, io voglio riportare verbalmente ciò che Anna Humpf scrisse di quell'epoca: "Dapprima conoscevo Barbara solo perché la ve­devo alle sacre funzioni in Chiesa. Qualche volta si inginocchiava vicino a me, e fui subito colpita dal raccoglimento di questa giovane: quando pre­gava si capiva benissimo che la sua vita interiore era assai ricca. Faceva la Comunione quasi sem­pre, anche se a quei tempi non era molto in uso. Dapprincipio, Barbara non veniva all`ora di can­to", poichè era gravemente ammalata. Nel 1945 venne ai nostri incontri e collaborò a formare, con la sua maniera del tutto originale, una bella associazione.

Più tardi essa mi confidò che veniva all'as­sociazione femminile perchè io avevo sempre presentato la Madonna come l'ideale della donna e della ragazza.

Barbara aveva uno spirito molto critico e faceva molte riflessioni ed obiezioni su Schón­statt. Dal 25 novembre al 2 dicembre 1945 ci fu la settimana religiosa, tenuta nella nostra parroc­chia dal Padre Bezler di Schónstatt, che era l'as­sistente ecclesiastico della gioventù femminile di Schónstatt. Egli predicava ai mattino e alla sera, e teneva anche delle conferenze durante il gior­no per la gioventù femminile sul movimento di Schónstatt. Padre Bezler è conosciuto come un pensatore dalle idee chiare e profonde, che ha il dono di persuadere la gente con argomenti basati sul ragionamento e non sul sentimentalismo. E questo era proprio lo stile che piaceva a Barbara. Io notai, nel corso delle discussioni, che Barbara faceva tanta domande, e capivo che aveva ancora tarai dubbi nei riguardi di Schónstatt. Essa tutta­via cercava di esporli lealmente, discutendo con rispetto e dignità. Fra l'altro essa chiese se uno, che si fosse già consacrato prima totalmente alla Madonna, potesse rinnovare questa consacrazio­ne nel senso dell'atto di amore e donazione a Maria. Dopo la lucida spiegazione e risposta di P. Bezler essa rimase tranquilla e contenta e il 2 dicembre fece con grande consapevolezza la sua consacrazione con le sue compagne.