Il primo Precetto è stato già esaminato, quando vi ho interrogato sulla Messa festiva. Il quarto Precetto non vi riguarda tanto, perché siete povero e non avete mezzi di aiutare la Chiesa. Il quinto a voi non interessa più, perché siete già sposato; mi fermo sul secondo e sul terzo.
ASTINENZA E DIGIUNO
- Avete mangiato carne nei giorni proibiti ed avete tralasciato il digiuno nei giorni prescritti?
- Queste cose non le ho mai capite.
- Ve le spiego io. Si tratta di disposizioni che dà il Papa, Capo della Chiesa Cattolica.
Il venerdì non si mangia la carne, o il sanguinaccio o le interiora degli animali a sangue caldo. Però, si può supplire in quel giorno con qualche altra opera buona.
In Quaresima non si mangia la carne in tutti i venerdì e nel giorno delle Ceneri, cioé l'indomani di carnevale, che è primo giorno di Quaresima.
Sino a quattordici anni compiuti non si è tenuti ad osservare questa legge ecclesiastica. Dopo i quattordici anni questo Precetto non ha limite di età.
Sono esenti gli ammalati e quelli che hanno qualche grave motivo. Ma in questo caso si consiglia supplire con qualche altra opera buona.
Il digiuno è prescritto due volte l'anno: il giorno delle Ceneri ed il Venerdì Santo. E’ tenuto al digiuno chi ha compiuti i ventuno anni di età, sino ai cinquantanove anni compiuti. Ne sono dispensati gli ammalati, chi è troppo debole e chi ha lavori molto faticosi. A costoro si consiglía supplire al digiuno con qualche altra opera buona.
Può digiunarsi così: a colazione è permesso, a chi ne sentisse il bisogno, un leggerissimo cibo. Il caffè non rompe il digiuno. A pranzo è permesso tutto, in quantità e qualità, tranne la carne. La cena sia molto moderata. Si può invertire il pranzo con la cena.
Come vedete, è facile fare queste piccole penitenze.
- Ora che lo so, starò attento. E poi, c'è mia moglie che sa tutte queste cose e sa ricordarmele.
- Avete abusato nel bere vino?
- Lei, Padre, tocca un tasto delicato! Per noi operai il vino è come il latte per i bambini! Non è colpa mia se bevo un po' troppo; è il bisogno. Del pane potrei farne a meno; ma fare a meno del vino?!...
- Bevete tanto da ubriacarvi?
- Sino a questo punto, no!... Sto allegro! Qualche volta agli amici sembro troppo allegro ed allora qualcuno mi prende a braccio e m'accompagna a casa.
Ma quando sono allegro, non faccio del male ad alcuno. Giunto a casa, mi corico e tutto finisce.
- Fate attenzione a quanto vi dico: Un po' di vino non è male il berlo; il troppo è male. Quando arrivate a perdere la ragione a motivo del troppo vino e non siete più padrone di voi stesso, offendete gravemente il Signore.
- Starò più attento... e così spenderò meno denaro. Ah, che brutto vizio... lo vedo anch'io! Lei, Padre, mi compatisca! Sa perché ho bevuto molto vino?... Perché ho avuta molta sete! Spero di essere più moderato.
- Ammiro e lodo la vostra buona volontà... -
TERZO PRECETTO
- Su questo Precetto sorvolo. Già vi ho fatto le necessarie interrogazioni al principio della Confessione.
- A dire il vero, non ricordo che cosa ordini tale Precetto.
- Confessarsi almeno una volta l'anno e comunicarsi almeno a Pasqua.
- Già, questo me l'ha detto! Dunque, ogni anno dovrò confessarmi e comunicarmi. Soltanto una volta l'anno... è vero?
- No, soltanto! Ma almeno! Almeno significa che è meglio ricevere spesso questi Sacramenti. Più si lava la faccia e più pulita rimane. Provate a stare un anno senza lavarvi!... Come diventerà il vostro viso?
- La pulizia è necessaria; la faccia non può stare lungo tempo senz'acqua. Quando ci si lava, si toglie la polvere ed il grasso e l'uomo respira meglio; anche quando la faccia è pulita, ci si lava per rinfrescarsi e si sta meglio in salute!
- Benissimo!... Quello che fate per il vostro viso, fatelo anche per l'anima. Quando vi confessate, pulite la vostra coscienza, rinfrescate lo spirito, vi sentite meglio. Avete visto quanti peccati avevate nell'anima? Ho trovato la vostra coscienza come una faccia che da molti anni non è lavata. Confessatevi spesso, dunque, ad esempio, nelle feste principali dell'anno, o nei Primi Venerdì del mese. E così potrete comunicarvi con frequenza. È così bello ricevere Gesù!
- Aggiungo anche questo che, come c'è il grave obbligo morale di ricevere Gesù nel tempo di Pasqua, c'è anche il grave obbligo di ricevere la Comunione come Viatico in fine di vita. La responsabilità è del malato e dei familiari.
- La vostra Confessione è finita. Siete stato sincero, oppure per vergogna avete nascosto qualche grave peccato? Se così fosse, mentre siete in tempo, riparate; se no la vostra Confessione diventa sacrilega, poiché Dio non vi perdonerà né il peccato nascosto né quelli confessati.
- Non credo che ci siano altre mancanze! Lei ha saputo tirarmeli tutti i peccati, come se avesse avuto le tenaglie.
- Ed allora disponetevi all'assoluzione.
ASSOLUZIONE
- Pensate, mio caro, quante offese avete recate al Signore! Avete messo in Croce Gesù e gli avete ferito il Cuore!... Ma Gesù è buono e vi perdona. Scenda il suo Sangue a lavare l'anima vostra e promettete di non peccare più. Baciate intanto questo piccolo Crocifisso. -
L'operaio è commosso... Guarda Gesù in Croce e lo bacia singhiozzando: Signore, misericordia... perdonatemi! - Sembra il pubblicano del Vangelo. È davvero pentito.
Frattanto Padre Serafino dice la formula dell'assoluzione.
- Poiché voi non potete fare grandi penitenze, ascolterete una Messa durante la settimana e così riparerete in qualche modo le offese fatte a Dio! -
Antonio prende la mano di padre Serafino e la bacia ripetutamente; poi dice: Come sono contento!... Mai in vita mia ho provato tanta gioia nel cuore!... Sento l'animo leggero!... Credo che se mi pesassero, peserei di meno!... Che bellezza!... E come si spiega questo fenomeno?
- E’ la grazia di Dio, che è discesa in voi. Gesù vi ha lavato con il suo Sangue.
- Ma tutti coloro che si confessano provano tanta gioia?
- Soltanto coloro che si confessano bene, pentiti dei peccati e risoluti di non offendere più il Signore!
- Dato che è così, vorrò ritornare a confessarmi e dirò ai miei amici quello che ho provato! -
Antonio uscì dal convento dei Francescani a passi svelti; gli sembrava di essere rinato a nuova vita.
PRIMA VITTORIA
- Finalmente ti ho trovato! Sono stato a casa tua e non c'eri! Sono entrato nell'osteria e non ti ho visto!... Ma dove sei stato?... E dove vai a passo così svelto?
- Caro Nicolino, sono stato a confessarmi da Padre Serafino ed ora rientro in casa.
- A confessarti?... Tu?... Come tua moglie?... Ma va là, che ti perdo la stima!... Lascia confessare chi fa peccati... ma non confessarti tu, che sei il fiore dell'onestà!...
- Così la pensavo anch'io sino a qualche ora fa. Ma dopo quello che mi ha detto Padre Serafino, ho cambiato parere. Senti Nicolino, confessati anche tu e poi mi darai ragione.
- E Padre Serafino te ne ha dato denaro?... Se mi desse del denaro, andrei a trovarlo anch'io... così pagherei all'oste il conticino arretrato. Ma mettiamo da parte queste sciocchezze. Andiamo a bere un buon bicchiere!
- No, non vengo. Vado subito a casa. - Come?... Rinunzi al vino?... - E non solo questa sera, ma anche in seguito. Il vino lo vorrò bere soltanto a tavola ed in giusta misura.
- Ma sei diventato matto?...
- L'ho promesso a Dio ed a Padre Serafino e manterrò la parola.
- Ti sei messo coi Preti?... È finita... Perderai tutti gli amici...
- Non me ne importa. Ho il cuore così in festa, che non bado neppure all'amicizia... Ti saluto. - Così dicendo, Antonio si congedò da Nicolino.
CONCETTA E ANTONIO
- Bravo Antonio! Da quando sei uscito da casa, non ho fatto altro che pregare! Ho accesa anche la lampada alla Madonna perché potessi confessarti bene! Hai rivelato al Sacerdote tutti i peccati, oppure qualcuno l'hai dimenticato?
- Concetta, che cosa dici? Si vede che non conosci Padre Serafino! Ha avuto l'abilità di scovarmi tutti i peccati possibili e immaginabili! Tutti i peccati del mondo li conosce lui! .
- E ti ha lasciato contento?...
- Contentissimo!... Sto scoppiando dalla gioia!... Neppure ho voglia di mangiare!
- Bravo il mio marito! È segno che ti sei confessato bene davvero! Domani mattina andremo assieme in Parrocchia e riceveremo la Santa Comunione.
- E che cosa diranno le donne a vedermi comunicare?... Ne faranno meraviglia!...
- Faranno a me le congratulazioni!... Saranno spiacenti che i loro uomini non facciano altrettanto.
- Concetta, tengo a dirti che questo giorno è il più bello della mia vita!... Mai ho avuto una simile gioia, neppure il giorno in cui ci sposammo.
- Ma quel giorno non ti confessasti pure?
- Sì, ma per modo di dire!... Fu una chiacchierata col Prete, tanto per avere il biglietto di Confessione, se no non potevo sposare. L'unica Confessione vera e sacrosanta è stata quella di questa sera!... Ne ringrazio Dio! -
CONCLUSIONE
Quanti uomini... quanti giovanotti... quante donne... dovrebbero imitare quest'operaio!... Dicono costoro: « Non ho peccati ». Sono bugiardi! C'insegna il Signore per mezzo di San Giovanni Apostolo: « Chi dice di non avere peccati, è bugiardo ed inganna se stesso ».
I peccati, e gravi, ci sono in tante anime; ma si finge di non vederli. È un po' duro mettere fuori dal cuore tante miserie morali ed è più duro ancora cambiar vita e tenere a freno le passioni. Questi ciechi volontari, che dicono di non avere peccati... hanno la coscienza d'ordinario più carica degli altri. Antonio, l'operaio onesto, è l'immagine di tali anime!
Fonte:L'ANIMA ONESTA AL CONFESSIONALE di DON GIUSEPPE TOMASELLI