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Sabato, 27 aprile 2024 - Misteri gaudiosi - Santa Zita ( Letture di oggi )

Santo Curato d'Ars (San Giovanni Maria Vianney):Non dite che non ne siete degni. E' vero: non ne siete degni, ma ne avete bisogno.
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Catechesi sulla confessione per il Tempo di Quaresima



Quaresima

I Precetti della Chiesa



Il primo Precetto è stato già esamina­to, quando vi ho interrogato sulla Messa festiva. Il quarto Precetto non vi riguar­da tanto, perché siete povero e non avete mezzi di aiutare la Chiesa. Il quinto a voi non interessa più, perché siete già sposa­to; mi fermo sul secondo e sul terzo.

ASTINENZA E DIGIUNO

- Avete mangiato carne nei giorni proibiti ed avete tralasciato il digiuno nei giorni prescritti?

- Queste cose non le ho mai capite.

- Ve le spiego io. Si tratta di dispo­sizioni che dà il Papa, Capo della Chiesa Cattolica.

Il venerdì non si mangia la carne, o il sanguinaccio o le interiora degli animali a sangue caldo. Però, si può supplire in quel giorno con qualche altra opera buona.

In Quaresima non si mangia la carne in tutti i venerdì e nel giorno delle Ceneri, cioé l'indomani di carnevale, che è pri­mo giorno di Quaresima.

Sino a quattordici anni compiuti non si è tenuti ad osservare questa legge eccle­siastica. Dopo i quattordici anni questo Precetto non ha limite di età.

Sono esenti gli ammalati e quelli che hanno qualche grave motivo. Ma in que­sto caso si consiglia supplire con qualche altra opera buona.

Il digiuno è prescritto due volte l'an­no: il giorno delle Ceneri ed il Venerdì Santo. E’ tenuto al digiuno chi ha compiu­ti i ventuno anni di età, sino ai cinquan­tanove anni compiuti. Ne sono dispensati gli ammalati, chi è troppo debole e chi ha lavori molto faticosi. A costoro si consi­glía supplire al digiuno con qualche altra opera buona.

Può digiunarsi così: a colazione è per­messo, a chi ne sentisse il bisogno, un leg­gerissimo cibo. Il caffè non rompe il di­giuno. A pranzo è permesso tutto, in quantità e qualità, tranne la carne. La cena sia molto moderata. Si può invertire il pranzo con la cena.

Come vedete, è facile fare queste pic­cole penitenze.

- Ora che lo so, starò attento. E poi, c'è mia moglie che sa tutte queste cose e sa ricordarmele.

- Avete abusato nel bere vino?

- Lei, Padre, tocca un tasto delicato! Per noi operai il vino è come il latte per i bambini! Non è colpa mia se bevo un po' troppo; è il bisogno. Del pane po­trei farne a meno; ma fare a meno del vino?!...

- Bevete tanto da ubriacarvi?

- Sino a questo punto, no!... Sto al­legro! Qualche volta agli amici sembro troppo allegro ed allora qualcuno mi prende a braccio e m'accompagna a casa.

Ma quando sono allegro, non faccio del male ad alcuno. Giunto a casa, mi corico e tutto finisce.

- Fate attenzione a quanto vi dico: Un po' di vino non è male il berlo; il trop­po è male. Quando arrivate a perdere la ragione a motivo del troppo vino e non siete più padrone di voi stesso, offendete gravemente il Signore.

- Starò più attento... e così spenderò meno denaro. Ah, che brutto vizio... lo vedo anch'io! Lei, Padre, mi compati­sca! Sa perché ho bevuto molto vino?... Perché ho avuta molta sete! Spero di es­sere più moderato.

- Ammiro e lodo la vostra buona vo­lontà... -

TERZO PRECETTO

- Su questo Precetto sorvolo. Già vi ho fatto le necessarie interrogazioni al principio della Confessione.

- A dire il vero, non ricordo che cosa ordini tale Precetto.

- Confessarsi almeno una volta l'anno e comunicarsi almeno a Pasqua.

- Già, questo me l'ha detto! Dunque, ogni anno dovrò confessarmi e comunicar­mi. Soltanto una volta l'anno... è vero?

- No, soltanto! Ma almeno! Almeno significa che è meglio ricevere spesso que­sti Sacramenti. Più si lava la faccia e più pulita rimane. Provate a stare un anno senza lavarvi!... Come diventerà il vo­stro viso?

- La pulizia è necessaria; la faccia non può stare lungo tempo senz'acqua. Quando ci si lava, si toglie la polvere ed il grasso e l'uomo respira meglio; anche quando la faccia è pulita, ci si lava per rinfrescarsi e si sta meglio in salute!

- Benissimo!... Quello che fate per il vostro viso, fatelo anche per l'anima. Quando vi confessate, pulite la vostra co­scienza, rinfrescate lo spirito, vi sentite meglio. Avete visto quanti peccati aveva­te nell'anima? Ho trovato la vostra co­scienza come una faccia che da molti an­ni non è lavata. Confessatevi spesso, dun­que, ad esempio, nelle feste principali del­l'anno, o nei Primi Venerdì del mese. E così potrete comunicarvi con frequenza. È così bello ricevere Gesù!

- Aggiungo anche questo che, come c'è il grave obbligo morale di ricevere Gesù nel tempo di Pasqua, c'è anche il grave obbligo di ricevere la Comunione come Viatico in fine di vita. La responsabilità è del malato e dei familiari.

- La vostra Confessione è finita. Sie­te stato sincero, oppure per vergogna avete nascosto qualche grave peccato? Se così fosse, mentre siete in tempo, ripara­te; se no la vostra Confessione diventa sacrilega, poiché Dio non vi perdonerà né il peccato nascosto né quelli confessati.

- Non credo che ci siano altre man­canze! Lei ha saputo tirarmeli tutti i pec­cati, come se avesse avuto le tenaglie.

- Ed allora disponetevi all'assolu­zione.

ASSOLUZIONE

- Pensate, mio caro, quante offese ave­te recate al Signore! Avete messo in Cro­ce Gesù e gli avete ferito il Cuore!... Ma Gesù è buono e vi perdona. Scenda il suo Sangue a lavare l'anima vostra e promettete di non peccare più. Baciate intanto questo piccolo Crocifisso. -

L'operaio è commosso... Guarda Ge­sù in Croce e lo bacia singhiozzando: Si­gnore, misericordia... perdonatemi! - Sembra il pubblicano del Vangelo. È dav­vero pentito.

Frattanto Padre Serafino dice la formu­la dell'assoluzione.

- Poiché voi non po­tete fare grandi penitenze, ascolterete una Messa durante la settimana e così ri­parerete in qualche modo le offese fatte a Dio! -

Antonio prende la mano di padre Sera­fino e la bacia ripetutamente; poi dice: Come sono contento!... Mai in vita mia ho provato tanta gioia nel cuore!... Sen­to l'animo leggero!... Credo che se mi pesassero, peserei di meno!... Che bel­lezza!... E come si spiega questo feno­meno?

- E’ la grazia di Dio, che è discesa in voi. Gesù vi ha lavato con il suo Sangue.

- Ma tutti coloro che si confessano provano tanta gioia?

- Soltanto coloro che si confessano bene, pentiti dei peccati e risoluti di non offendere più il Signore!

- Dato che è così, vorrò ritornare a confessarmi e dirò ai miei amici quello che ho provato! -

Antonio uscì dal convento dei France­scani a passi svelti; gli sembrava di esse­re rinato a nuova vita.

PRIMA VITTORIA

- Finalmente ti ho trovato! Sono sta­to a casa tua e non c'eri! Sono entrato nell'osteria e non ti ho visto!... Ma do­ve sei stato?... E dove vai a passo così svelto?

- Caro Nicolino, sono stato a confes­sarmi da Padre Serafino ed ora rientro in casa.

- A confessarti?... Tu?... Come tua moglie?... Ma va là, che ti perdo la stima!... Lascia confessare chi fa pec­cati... ma non confessarti tu, che sei il fiore dell'onestà!...

- Così la pensavo anch'io sino a qual­che ora fa. Ma dopo quello che mi ha det­to Padre Serafino, ho cambiato parere. Senti Nicolino, confessati anche tu e poi mi darai ragione.

- E Padre Serafino te ne ha dato de­naro?... Se mi desse del denaro, andrei a trovarlo anch'io... così pagherei all'oste il conticino arretrato. Ma mettiamo da par­te queste sciocchezze. Andiamo a bere un buon bicchiere!

- No, non vengo. Vado subito a casa. - Come?... Rinunzi al vino?... - E non solo questa sera, ma anche in seguito. Il vino lo vorrò bere soltanto a tavola ed in giusta misura.

- Ma sei diventato matto?...

- L'ho promesso a Dio ed a Padre Serafino e manterrò la parola.

- Ti sei messo coi Preti?... È fini­ta... Perderai tutti gli amici...

- Non me ne importa. Ho il cuore co­sì in festa, che non bado neppure all'ami­cizia... Ti saluto. - Così dicendo, Anto­nio si congedò da Nicolino.

CONCETTA E ANTONIO

- Bravo Antonio! Da quando sei usci­to da casa, non ho fatto altro che pregare! Ho accesa anche la lampada alla Madonna perché potessi confessarti bene! Hai rive­lato al Sacerdote tutti i peccati, oppure qualcuno l'hai dimenticato?

- Concetta, che cosa dici? Si vede che non conosci Padre Serafino! Ha avuto l'a­bilità di scovarmi tutti i peccati possibili e immaginabili! Tutti i peccati del mondo li conosce lui! .

- E ti ha lasciato contento?...

- Contentissimo!... Sto scoppiando dalla gioia!... Neppure ho voglia di man­giare!

- Bravo il mio marito! È segno che ti sei confessato bene davvero! Domani mattina andremo assieme in Parrocchia e riceveremo la Santa Comunione.

- E che cosa diranno le donne a ve­dermi comunicare?... Ne faranno mera­viglia!...

- Faranno a me le congratulazioni!... Saranno spiacenti che i loro uomini non facciano altrettanto.

- Concetta, tengo a dirti che questo giorno è il più bello della mia vita!... Mai ho avuto una simile gioia, neppure il giorno in cui ci sposammo.

- Ma quel giorno non ti confessasti pure?

- Sì, ma per modo di dire!... Fu una chiacchierata col Prete, tanto per avere il biglietto di Confessione, se no non pote­vo sposare. L'unica Confessione vera e sa­crosanta è stata quella di questa sera!... Ne ringrazio Dio! -

CONCLUSIONE

Quanti uomini... quanti giovanot­ti... quante donne... dovrebbero imi­tare quest'operaio!... Dicono costoro: « Non ho peccati ». Sono bugiardi! C'in­segna il Signore per mezzo di San Giovan­ni Apostolo: « Chi dice di non avere pec­cati, è bugiardo ed inganna se stesso ».

I peccati, e gravi, ci sono in tante ani­me; ma si finge di non vederli. È un po' duro mettere fuori dal cuore tante mise­rie morali ed è più duro ancora cambiar vita e tenere a freno le passioni. Questi ciechi volontari, che dicono di non avere peccati... hanno la coscienza d'ordinario più carica degli altri. Antonio, l'operaio onesto, è l'immagine di tali anime!

Fonte:L'ANIMA ONESTA AL CONFESSIONALE di DON GIUSEPPE TOMASELLI