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Sabato, 27 aprile 2024 - Misteri gaudiosi - Santa Zita ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:La vita: fiume che scorre, passaggio tra due notti, lampo tra due oscurità, faro che si accende e si spegne, movimento, caducità, fugacita'. Passare! Ecco la parola chiave. Per lungo tempo le nostre attese si incentrarono in un giorno d'oro. Doveva essere eterno, ma è già passato. Era la persona che occupava il primo posto nel nostro cuore. Un incidente mortale la spinse nell'abisso. Il dolore fu devastante. Passarono gli anni e anche il dolore passò nell'oblio. Più tardi arrivarono altri dispiaceri, anche peggiori. Per fortuna, o per sfortuna, il tempo passa e copre ogni cosa col manto di silenzio. La giovinezza è un fiore rigoglioso del mattino. Passa il tempo e nel pomeriggio è già un fiore appassito. Che cosa resta della vita? La Misericordia. La Misericordia è capace di qualsiasi metamorfosi: trasforma la morte in vita, il lamento in danza, il dolore in una festa. La caducità, la fugacita', la fragilità, la provviosorieta' come per magia sono volate via davanti al soffio miracoloso della Misericordia.
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Catechesi sulla confessione per il Tempo di Quaresima



Quaresima

PADRE SLAVKO: DELLA PREPARAZIONE ALLA CONFESSIONE



"Del resto le opere della carne sono ben note: fornicazioni, impurità, libertinaggio, idolatria, strego­nerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; circa queste cose vi preavviso, come già ho detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio". (Gal 5,19-21).

Chi si vuole confessare, deve prepararsi alla Confes­sione, o, in altre parole, esaminare la propria coscienza. L' esame di coscienza può essere fatto in diversi modi, ma lo scopo è sempre lo stesso: vedere e considerare la propria vita e le azioni compiute davanti a Dio alla luce della Divina Verità, secondo le parole di Gesù Cristo, riguardare la propria vita e i propri atti e riflettere su di essi.

È utile mettere qui in evidenza due possibilità: l'uomo può esaminare la propria coscienza riportando alla mente tutto quanto da lui compiuto e riferirlo. Ma può anche considerare la sua posizione davanti a Dio e cercare di vedere da dove viene il male.

Forse possiamo capire meglio quest'ultimo pensiero se per un attimo facciamo riferimento ad una relazione tipica nel campo della medicina: si dice che di frequente la medicina scolastica guardi solo i sintomi della malattia e proponga quindi il farmaco, ma esistono anche altri orientamenti. Uno di questi è la omeopatia, che non tiene tanto conto dei sintomi, ma piuttosto cerca di individuare le cause della malattia da cui provengono d'altra parte anche i sintomi. Ad esempio, si può avere mal di testa e far uso delle medicine adatte per combatterlo, ma il mal di testa può verificarsi per motivi specifici, a cominciare dalle forme di nevrosi, ecc.

Lo stesso avviene con la Confessione. Possiamo dire di essere stati inquieti, ma quel che conta è vedere da che cosa deriva la nostra inquietudine. Forse perché non tutto va per il verso giusto nel campo del lavoro, oppure perché siamo egoisti o orgogliosi e dunque ci adiriamo con gli altri se non si comportano come vogliamo noi.

Quindi, per buona preparazione alla confessione, bisogna esaminare maggiormente i presupposti che favoriscono il peccato, invece di enumerare i peccati isolatamente.

Qualcuno infatti potrà dire che non prega e se ne accusa, ma è probabile che il problema sia più radicale a livello di fede e di bisogno emotivo di Dio. Perciò, invece di accusarsi perché non prega, quell'uomo dovrebbe considerare attentamente il fatto che la sua fede si è indebolita ed egli non si cura più della vera crescita spirituale.

Solo quando si sarà esaminata la disposizione interiore, tutto diventerà più chiaro. E allora la vera domanda da porsi sarà sempre: "Sto facendo tutto in modo tale che dentro di me crescano l'amore, la fede, la speranza?" In conclusione: è pur vero che i peccati concreti costituiscono per noi la base di partenza per scrutare la nostra coscienza, ma lo scopo principale del nostro esaminarci a fondo è la continua rieducazione alla fede e all'amore. Noi non ci esaminiamo solo per trovare il peccato, ma anche per cercare le condizioni migliori per la nostra crescita come Cristiani.

La preparazione alla confessione si fa in riferimento ai Dieci Comandamenti. Essi ci aiutano a creare l'esatto rapporto tra noi e Dio, gli uomini, le cose e noi stessi. Gesù nel comandamento dell'amore a Dio e al prossimo ha fornito un criterio assoluto per esaminare la nostra posizione. Questo comandamento contiene in sé tutta la Legge ed i Profeti. Per Gesù è l'unico criterio per mezzo del quale riconoscere i suoi, premiare e rifiutare. Tramite il comandamento dell'Amore consideriamo con la maggiore chiarezza possibile la nostra posizione, possiamo scorgere con maggiore facilità le mancanze personali e quelle degli altri, ma anche scoprire il fine della nostra vita cristiana e come metterlo in pratica.

Fonte: Dammi il tuo cuore ferito di P. Slavko Barbaric