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Venerdi, 3 maggio 2024 - Misteri dolorosi - Santi Filippo e Giacomo ( Letture di oggi )

Madre Teresa di Calcutta:Quando comunicate con il Cristo nell'intimo del vostro cuore dopo aver condiviso il Pane di vita, ricor­date cosa deve aver provato la Madonna quando lo Spirito Santo scese su di Lei ed Ella, che era piena di grazia, divenne piena del corpo di Cristo. Lo spirito in Lei era così forte che « subito si levò » per andare a servire.
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Meditazioni per il tempo di Natale e Avvento

Gaudiosi

Anna



Lc 2, 37 b: Serviva Dio notte e giorno con digiuni e preghiere.

Agli uomini piace comandare, non servire. 0, perlomeno, vogliono poter fare quel che pare. La libertà è ambita e cercata con ogni diligenza. Mi sono accorto però che anche la parola libertà può esser tradotta con l'altra, servire! Difatti noto che quando cerco libertà, è per poter servire me stesso! voglio servire le mie voglie, i miei progetti, talvolta addirittura le mie passioni. E chiamo questo servizio coi nome di libertà! Gli si adatterebbe meglio la parola schiavitù. E' una schiavitù che ubbidisce agli umori del momento e che si lascia trascinare dalle condizioni atmosferiche come pure dai giudizi degli altri uomini. Ha la parvenza di libertà, ma non porta i frutti della libertà vera del cuore, non porta a crescita delle doti personali, né a sviluppare le proprie capacità di amore, di bontà, di disponibilità, di generosità, di fedeltà, né a dare un'impronta originale alla propria vita.

Questo tipo di libertà che cerca di servire se stessi porta il cuore in preda a un'infinità di paure. Paura di non godere abbastanza, paura di esser da meno degli altri, paura del giudizio dei vicini, paura delle intenzioni degli uomini, paura d'ammalarsi, paura di non arrivare a fare, paura di perdere il posto, paura di non guadagnare abbastanza, paura di morire presto e paura di morire tardi... La libertà diventa schiavitù delle cose e schiavitù della persona!

Anna, donna anziana di ottantaquattro anni, non cercava la parola libertà. Ella era in armonia con la parola "servizio". Voleva servire. Le sue attenzioni erano rivolte a Dio, ai Suoi desideri, alla Sua Volontà, alla Sua gloria. Le sue reazioni e il suo sguardo verso gli uomini e le cose era improntato alla luce che veniva dalla Sua Presenza. Questa Presenza per lei era più importante della propria: è Lui che deve venire amato dagli uomini, è Lui che merita di esser ascoltato, è Lui che, pur non avendo bisogno di nulla, è degno di possedere tutto. E' la Sua Sapienza che regge con previdente amore tutte le cose e le porta alla loro perfezione con pazienza, ma con certezza. Anche Lui c'è ed è presente in un modo più stabile e continuo che non gli uomini e le cose. Per Anna la Presenza di Dio è divenuta luminosa tanto da non distinguere più il giorno dalla notte. Che ci sia il sole o che appaia la luna a solcare il cielo non cambia nulla nel cuore: là, nel fondo dell'anima, c'è una luce abbagliante che pervade tutto.

Anna serve Dio. Ha scoperto nel servizio di Dio una grandezza tale da non lasciarlo più né nella maturità né nella vecchiaia. Il servizio di Dio la rendeva libera dalle cose e dalle persone. Manifestava questa libertà e nello stesso tempo la continuava a ricevere tramite il digiuno e la preghiera. Il digiuno manifestava la sua libertà dalle cose, e da se stessa, dalle proprie voglie e addirittura dalle proprie esigenze: questo digiuno era il segno concreto della Presenza di Uno più grande della presenza del proprio corpo, degno di un'attenzione maggiore! La preghiera manifestava la sua libertà dalle persone.

Il rapporto con Dio è più decisivo di quello con le persone che stanno attorno, e occupa il cuore riempiendolo del Suo amore per tutti! Se Anna fosse stata preoccupata di servire se stessa, l'avrebbe tormentata il desiderio di aver rapporti diversificati coi dottori della legge che insegnavano nel tempio e con i visitatori e con coloro che chiedevano l'elemosina. La preghiera, questo rapporto d'amore esclusivo con Dio, la rendeva libera d'incontrare chicchessia, di cogliere da ciascuno i segni della Misericordia del Signore e di dare a tutti con libertà le ricchezze del suo cuore. Digiuno e preghiera sono per lei continua fonte di libertà. Ma non si preoccupa di essere libera: non vuole essere libera, vuole solo servire il Suo Dio!

Vedo e intuisco spesso nelle persone che m'incontrano un modo diverso di trattarmi. Semplicemente perché sono prete. Non c'è libertà nel loro cuore. La mia presenza Il costringe ad esser diversi. Noto anche in me questa forma di schiavitù. E la noto soprattutto quando sono vuoto di preghiera. La preghiera - quest'azione considerata perditempo dai più - mi dà libertà. La preghiera m'immerge in Dio e mi fa guardare agli uomini con amore, con quell'amore che mi distoglie dalle reazioni istintive che si hanno verso gli uomini, con quell'amore che mi fa vedere in essi l'essere amati dal Padre e non il loro compito e le dimensioni dei loro diplomi. Preghiera e digiuno, strumenti di libertà. Il digiuno non solo in senso stretto, ma come distacco reale dalle cose, come disponibilità a donare e lasciare ad altri quanto ritenuto mio, quanto ho faticato ad avere, questo digiuno è prezioso frutto e sorgente di libertà. Digiuno, quale abbandono delle esigenze del corpo e del cuore perché la Presenza di Gesù è più grande e più vera, è grande dono di libertà.

Digiuno e preghiera sono un servizio di Dio che arricchisce la vita dell'uomo. Mi sembra d'essere io a servirlo, ma in realtà è Lui che, attraverso queste mie azioni, serve la mia esistenza e la fa crescere a dimensioni d'eternità, fino ad arrivare ad accogliere la Presenza del Figlio!

Il Figlio, giunto nel mio cuore, mi dà sensazioni di parentela nuova, mi dà certezza di abitare già nella casa del Padre, dov’egli, giorno e notte, vive per me.

Autore: di Don Vigilio Covi

Fonte: www.preghiereagesuemaria.it