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Venerdi, 3 maggio 2024 - Misteri dolorosi - Santi Filippo e Giacomo ( Letture di oggi )

Sant'Agostino:Dio ti ha promesso il perdono, ma il domani sei tu a promettertelo!
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Meditazioni per il tempo di Natale e Avvento

Gaudiosi

Erode



Mt 2,3 All'udire queste parole il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme.

I turbamenti degli uomini sono di varia natura, derivano da varie cause, ma sono tutti segno che un terremoto più o meno profondo sconquassa le fondamenta. Ogni uomo crede e vuole che le proprie fondamenta siano stabili, eterne. L'edificio della vita che vi ha costruito sopra deve arrivare intatto oltre la morte! Se si muovono le fondamenta tutto è in pericolo, tutto perde la sua sicurezza, bisogna iniziare daccapo. L'uomo vorrebbe evitare le fatiche interiori, desidera perciò che tutto rimanga saldo. Saldi e validi i desideri nutriti per tutta la vita e che lo hanno fatto faticare e sudare: desiderio di ricchezza, di un lavoro stabile, di una posizione sociale, di compiti onorati e invidiati, di una famiglia propria, di una casa. Queste fondamenta della vita le apprezza anche negli altri, anzi le vede come uniche anche per loro, e in base ad esse giudica ed elogia l'agire degli uomini. Così tutto procede nell'ordine, nella regola, nella normalità. Così la propria vita conserva valore agli occhi di tutti.

Erode stava tranquillo. La sua posizione di re normale, di re invidiato e di re rispettato, era sicura e ferma. Nessuno osava mettere in discussione la sua sicurezza, ed egli godeva di poter continuare senza pensieri il suo mestiere di re. Ciò che faceva era bene lo facesse: glielo dicevano tutti. Ma cos'è successo quel giorno? Un terremoto? Sì, un terremoto interiore di potenza inverosimile. Qualcuno, gente ignara e strana, gente contenta e seria, va a chiedere proprio a lui una notizia. Egli non la conosce, ma da essa sorge per lui un interrogativo. Un altro re? Dunque io chi sono? Forse qualcuno guarderà a lui invece che a me? Ameranno me meno di lui? Il terremoto si fa via via più tremendo. Scuote le fondamenta: allora ho sbagliato tutto? Quello che ho fatto non l'avrei dovuto fare? Forse che avrei dovuto tener conto che c'era un altro re? Non posso continuare a fare e vivere come finora? Devo tener conto di lui, dei suoi desideri e delle sue volontà? Il terremoto coinvolge tutti, tutti quelli che tenevano conto della sua vita. Anch'essi si sentono insicuri. Cosa sarà? Se colui che abbiamo servito non è sicuro né stabile, dovremo cambiare? Il terremoto è generale e generale il turbamento e l'incertezza. Questo succede perché essi non sanno. Né Erode né gli abitanti di Gerusalemme sanno che il re che è nato non porterà sul capo corone di gloria, non cercherà d'esser servito, non sostituirà nessuno. Egli sarà un re che porrà nuove fondamenta ai cuori degli uomini, alla vita e alla fatica di ciascuno e all'agire di tutti. Egli stesso sarà fondamento stabile ed eterno per ognuno e per la città. E' venuto per sradicare ciò che era piantato su terreno franoso e instabile e piantare in terra piana e ospitale. E' venuto per fare da roccia a chi vuoi costruire per sempre! E' venuto per aprire orizzonti infiniti a chi vede solo il giorno seguente. E' venuto per dare la gloria di Dio all’uomo, che sa cercare solo quella della terra.

Se Erode lo sapesse, il suo turbamento diverrebbe gioia irrefrenabile. Se la città lo credesse, diverrebbe festa continua. Ma l'uno e l'altra sono così attaccati al proprio passato, che non accettano altre garanzie per il proprio futuro. Tengono gli occhi rivolti all'indietro, e d'ora in avanti non vogliono che ciò che già possiedono. Hanno paura di una vita nuova, di nascere ad un nuovo sole.

Erode non è unico. Anch'io sono stato turbato.

Quando credevo d'esser sicuro e che nessuno potesse dirmi più nulla, e la mia vita si svolgeva come io ero convinto e volevo, allora qualcuno mi ha riferito di un altro re, diverso da me. Egli era re per sempre ed aveva anche lui dei desideri, una volontà, e qualche progetto sulla mia vita. E' stato un terremoto e rimase terremoto che turbava il mio intimo fino al giorno in cui ho detto al mio cuore: taci, perché è la Sua Voce che deve parlare. Egli conosce la storia, ha in mano le chiavi del futuro e a lui appartiene ogni cosa. Ogni vita è preziosa ai suoi occhi, e la mia regna di più quando serve a Lui.

Allora il terremoto cessò, il turbamento divenne pace profonda e mai più nulla ne agitò i fondali. Grazie al nuovo Re il mio presunto regno fondato solo sul mio cuore ha trovato stabilità nel servire a Lui. Ciò che credevo mio l'ho dato a Lui ed Egli a me ha dato del Suo.

Quel terremoto continua ad agitare la terra e molti cuori restano turbati. Ma quando consegnano al Re e cercano solo la Sua regalità su di sé, allora viene una pace nuova, mai goduta prima! Quando accettano che Lui guidi la vita, scoprono d'esser nati a vita nuova, ad un nuovo Sole. E questa vita e questo sole non saranno più raffreddati da alcuna nebbia che disorienta. La città che seguiva i miei desideri rimarrà ancora turbata finché, come me, non accetterà il nuovo Re. Allora sarà festa e gioia grande. La sto attendendo.

Autore: di Don Vigilio Covi

Fonte: www.preghiereagesuemaria.it