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Venerdi, 26 aprile 2024 - Misteri dolorosi - San Marcellino ( Letture di oggi )

Madre Teresa di Calcutta:Nelle nostre meditazioni dovremmo sempre chie­dere a Gesù: « Fammi divenire santo come lo è il tuo stesso cuore, mite e umile ». « Imparate da me », Egli insiste. Dobbiamo dirlo nello spirito con cui lo inten­deva Gesù. Ora lo conosciamo meglio attraverso le lezioni e le meditazioni sul Vangelo, ma lo abbiamo ca­pito nella sua umiltà? Ci ha affascinato la sua umil­tà? Ci attrae?
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Meditazioni per il tempo di Natale e Avvento

Gaudiosi

Sommi sacerdoti e scribi



Mt 2,4 Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo s'informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia.

Sono sommerso dai libri. Armadi, scaffali, soffitta pieni di libri. Libri antichi e riviste all'ultimo grido. Chi li ha scritti fa invidia. Altre volte fa pena. In ogni caso io faccio pena a me stesso. Ho passato dei periodi della vita, mesi ed anni, in cui mi conduceva la convinzione che il sapere, l'istruzione, la conoscenza di quanto era scritto su quelle pile di carta fosse vita e salvezza. Leggevo di giorno, leggevo di notte. Sottolineavo, consigliavo ad altri di leggere. Non erano lettura cattive, né frivole. Erano buone. Parlavano di Dio, della conoscenza che gli uomini hanno di lui o vogliono avere. Parlavano di Gesù, del suo insegnamento, della sua opera. Mi facevano conoscere sensi e significati espressi e presunti della Parola di Dio. Chi aveva scritto doveva aver avuto un grande amore per il Signore e per la Sua Parola. lo però leggevo per conoscere, per sapere, per diventare grande, per riempire la mia memoria di concetti e belle frasi sul mio Dio, per stare al passo con quelli che parlavano di Lui, per poter insegnare ad altri quanto con fatica ed entusiasmo mi dava occasione di apparire sapiente ed informato. L'amore per il Padre e l'obbedienza a Gesù non erano esclusi teoricamente, ma non trovavano tempo né spazio né decisioni per svilupparsi. Volevo prendere le informazioni su Dio cercando d'illudermi che questo fosse grande amore per Lui. Ma con Lui non perdevo tempo. Lo perdevo con le informazioni. Ora so che era perdere tempo e sprecare energie ed esser chiuso all'azione dello Spirito.

I sommi sacerdoti e gli scribi interrogati da Erode sfoggiano la loro erudizione. Essi sanno dove deve nascere il Messia. Lo sanno con precisione. Lo hanno scoperto nei libri dei profeti. Hanno usato memoria e intelligenza non comuni per individuare nei luoghi rotoli di pergamena queste notizie. Studiano e sanno. Sanno dare informazioni a chi le chiede. Sono a disposizione addirittura del re. Quale onore per loro poter spiegare al re la notizia, e convincerlo!, che il Messia sarebbe nato a Betlemme, un piccolo villaggio vicino, di poca importanza, se non per questo riferimento. Quale prestigio hanno presso la gente, essi, unici a sapere queste notizie. La gente le sa perché sono stati loro a comunicarlo. Ma essi le sanno perché le hanno lette! Agli occhi degli uomini sono molto fortunati. Forse anche il Signore gode che essi sappiano, che abbiano studiato con attenzione e impegno e diligenza in modo da saper quello che Egli ha fatto scrivere ai profeti. Ma il Signore, il Padre, ha un'altra attesa. Egli aveva dato quelle notizie tramite i suoi profeti perché il Suo Figlio, destinato a pascere il Suo popolo, fosse accolto, cercato, amato, ubbidito, ascoltato, adorato, esaltato. Dio aveva fatto sapere quanto utile e necessario perché l'uomo si lasciasse salvare da Lui tramite il Suo Messia. Il Padre s'attende dagli uomini un cuore pronto a adorare e glorificare il Suo Figlio, così com'era pronto il cuore dei Magi.

Essi, gli scribi e i sommi sacerdoti, si accontentano di sapere. Ad essi non manca nulla. Godono stima e reputazione, sono importanti. Tutti si inchinano al loro passaggio e fanno attenzione alle loro parole. Non serve null'altro alla loro vita. Quale salvezza possono ancora sperimentare? Se verrà il Messia, si piegherà anche lui davanti a loro: certamente terrà conto della loro sapienza, li lascerà continuare a studiare le Scritture, ad informare il popolo, ad esser cercati e riveriti. Non c'è bisogno di muoversi per cercarlo. Lasciano che si muovano gli altri, i pagani, i poveri, gli ignoranti. Essi non lo cercano, non lo adoperano. Quando verrà li consulterà ed essi saranno ancor più onorati!

La mia posizione davanti alle Scritture e davanti a Dio sarebbe ancora questa, se non fosse intervenuta la Sua misericordia. Egli mi ha permesso di scoprirmi peccatore, e ancora più peccatore di me stesso, tanto da battere spesso i miei record di peccato. E così, io, che sapevo tanto di Dio mi ritrovavo lontano dai suoi desideri. La mia conoscenza di Lui non m'aiutava a uscire, a salvarmi. Ho dovuto cercare il Suo amore. Ho dovuto presentarmi a Lui per lasciarmi amare e lasciarmi usare misericordia. Questo passo me Lo ha fatto conoscere ancora più, ma coi cuore, non coi libri. Conoscere Dio col cuore mi porta a perdere tempo con Lui, non più con ciò che gli uomini scoprono di Lui. Conoscere Dio coi cuore mi porta a cercare Gesù, in una grotta buia di Betlemme. Se gli altri non mi chiederanno più nulla di Dio, che importa? Le mie risposte più sapienti non valgono quella che essi già intuirebbero vedendomi inginocchiamo davanti alla culla di un Bambino, o davanti al sepolcro di un Risorto, o davanti ad un Pane spezzato per la fame degli uomini.

Ed io pure non chiederò più nulla di Dio se non a coloro che lo hanno amato e cercato coi cuore, e hanno accolto il Suo Figlio nato a Betlemme!

Non sono più le mie parole, quelle racimolate sui libri, che donano agli uomini speranza, ma il mio correre per prima da Lui, per vederlo per udirlo, per dargli il mio amore e la mia forza, per lasciarmi comandare dai suoi cenni. Egli attende con pazienza, anzi, non attende me: Egli attende solo lo sguardo del Padre. Non vado da Lui perché Egli abbia bisogno di me, ma perché, lontano da Lui, sarei sempre come l'acqua che non s'acquieta se non quando giunge al mare.

Autore: di Don Vigilio Covi

Fonte: www.preghiereagesuemaria.it