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Sabato, 27 aprile 2024 - Misteri gaudiosi - Santa Zita ( Letture di oggi )

Santa Faustina Kowalska:Attorno alla croce di Gesù vidi una schiera di anime crocifisse alla stessa sua maniera. Un'altra schiera d'anime che non erano inchiodate sulla croce, la stringevano però con tutta forza nelle loro mani. Una terza schiera portava una croce e se la trascinava dietro con scontento. Gesù mi spiegò: «Le anime che somigliano a me nella sofferenza saranno simili a me nella gloria; le altre che mi assomigliano di meno avranno una minore somiglianza con me nella mia gloria. Nella tua meditazione, rifletti su questa visione che hai avuto».
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Antiche meditazioni alla Madonna Addolorata



Addolorata

3. Angoscia di Maria nella perplessità di Giuseppe.



Rimase Maria presso Elisabetta quasi tre mesi, e se ne ritornò a casa sua. Questo spazio di tempo dalla concezione del Verbo divino fatto carne, bastava perchè in lei si conoscessero evidenti i segni della sua divina gravidanza. Infatti essendo Maria disposata a Giuseppe fu da lui constatato che ella era incinta, e subito l'animo del Giusto Patriarca, fedele osservatore della legge, si trovò in una perplessità angosciosa, in lotta fra se stesso con l'evidenza ed il dovere; la stima della santissima sposa, e l'obbligo di denunziarla come infedele. Restare con lei, e non credere ai propri occhi?... Ma non era questa una trasgressione della legge, un'offesa di Dio?... Far divorzio pubblicamente ed infamarla? Ma chi gli dava diritto a far questo con la castissima Maria? - Ma intanto la cosa era evidente, e sembrava parlare da sè. Quale risoluzione prendere? Pensò di prender quella che gli parve meno dannosa alla fama di Maria, e più consentanea alla sua coscienza di giusto: Voluit occulte-di. mittere eam; risolvette di abbandonarla occultamente. Questa risoluzione del santo Patriarca è la più fulgida testimonianza della purezza e santità di Maria; chè Giuseppe cela col silenzio un fatto di cui ignorava il mistero.

E Maria che di questa angoscia dell'amatissimo sposo certamente si avvide, quale e quanto dolore ne dovette provare! Ma perchè non rivelargli il mistero? E sarebbe creduta? Era un mistero che senza divina rivelazione non poteva conoscersi. Così faveva conosciuto e creduto Elisabetta ed ella stessa. Non rimaneva altro che supplicare Dio che si degnasse togliere le ansietà di Giuseppe, abbandonandosi intanto alle divine disposizioni. Così fece Maria, e Dio l'esaudì rivelando a Giuseppe il mistero per mezzo dell'Angelo.

Poni mente all'ansiosa situazione dei due santissimi Sposi, e non saprai che più ammirare, o la caritatevole, prudente, coscienziosa risoluzione di Giuseppe; o l'amara ma pur fiduciosa rassegnazione di Maria nelle mani di Dio, alla cura del quale rimette interamente se stessa ed il suo dilettissimo Sposo. Soffrono l'uno e l'altra indicibili pene nell'animo delicatissimo, piangono di nascosto l'una dall'altro, ma entrambi non cercano che l'adempimento del loro dovere verso Dio, e l'esercizio della mutua carità. Giuseppe vuol salvo l'onore di Maria; Maria prega da Dio a Giuseppe la tranquillità d'animo. Quante volte mi sono trovato anch'io in casi perplessi; in prove inaspettate; oggetto di sospetti che non credevo meritare!... Come mi sono portato? Mi sono lasciato dominare dal disgusto, e nel parossismo dell'impazienza, ho agito e parlato senza prudenza; senza riguardo ai miei doveri verso Dio; senza curarmi di tutelare l'onore degli altri?!..

O santissimi Sposi Maria e Giuseppe, quanto lontano mi sento dalla vostra carità, prudenza e rassegnazione! Deh venite in mio aiuto in tante circostanze, nelle quali la mia virtù non sa reggere alla prova. Impetratemi da Dio la forza necessaria per portarmi santamente nelle lotte morali della vita, sicchè non venga io meno al dovere, non offenda Dio, non manchi di carità verso il prossimo; e rimetta ogni mia causa nelle mani di Dio.

Mi guarderò dal dire o fare checchè sia nell'impeto della passione, e soprattutto dal voler difendere la mia causa col rendere al prossimo offesa per offesa. Non mi lasciar vincere dal male, ma vincere col bene il male.

ESEMPIO. L'angelica vergine S. Caterina da Siena, devotissima di Maria Madre di Dio, e studiosa d'imitarne le virtù, si era data senza risparmio alle opere di misericordia corporali, tra le quali avea messo singolare premura nell'assistere, accudire, lavare a nutrire una povera vecchia abbandonata da tutti ed affetta da morbo contagioso e ributtante. La santa, giovane Terziaria domenicana impiegava nella cura della povera inferma tutto il tempo che non dava alle sue opere di devozione, con affetto più che filiale; ma l'inferma, invece di esserle grata, la maltrattava ogni volta che dalla chiesa veniva da lei, borbottando delle sue devozioni, ed insinuando sospetti contro la sua onoratezza. La santa fanciulla si contentava di rispondere con amabil sorriso: “In verità vi dico che io sono vergine”. Nè mai l'abbandonò finchè non le ebbe reso l'ultimo officio curandone il cadavere.

PREGHIERA. O Vergine intemerata, Madre di Dio, Maria Ss.ma, che tra gli altri vostri dolori sopportaste con isquisita carità e fiducia in Dio la pungente prova di vedervi in sospetto presso la persona che più d'ogni altra amavate su questa terra; otteneteci dal Signore Iddio la grazia della quale abbiamo tanta necessità per sopportare simili prove; e non perdere la fiducia in Dio, nè impazientirci ed adirarci contro chi ci ha in sospetto, o ci calunnia, persuadendoci che ci giovano al bene, quelli che ci si oppongono nel male.

OSSEQUIO. Rinunziate a qualunque proposito di vendetta, per amor di Maria.

Fonte: www.preghiereagesuemaria.it