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Sabato, 27 aprile 2024 - Misteri gaudiosi - Santa Zita ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:Arricchire davanti a Dio è possibile, ma esige un atteggiamento diverso: riconoscere che la propria felicità non dipende da quello che uno possiede, bensì dal dono di Dio. Signore, crea in me un cuore povero e libero per Te. Fammi conoscere il vero valore delle cose, strappa via false ricchezze. Fammi comprendere che la vita senza di Te è un pugno di affanni, è come un fuoco spento o una canna battuta dal vento. Fammi capire che vivere senza di Te è una vana agitazione, è come inseguire chimere. Accumulare i tesori inutili, riempire i granai? Ma per chi?
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Antiche meditazioni alla Madonna Addolorata



Addolorata

20. Angoscioso ritorno.



Quanto tempo la santa Famiglia dovesse mangiare l'amaro pane dell'esilio sulle rive del Nilo, non si può sapere con precisione. Non eccedette però che forse di poco la durata di un anno. Verso questo termine l'Angelo di Dio apparve di nuovo in sogno a Giuseppe, e gli disse: « Levati su, prendi il Fanciullo e la Madre sua e torna in terra d'Israele, chè sono morti coloro che volevano la vita del Fanciullo ». Giuseppe si levò, ed ubbidiente come sempre si pose all'ordine, e se ne venne nel paese d'Israele. Infatti Erode era morto di morte ignominiosa, ed aveva premesso ai suoi funerali tanti dei magnati della Giudea. L'Angelo non dice altro a Giuseppe, ed il prudentissimo Custode della divina Famiglia non fa che comunicare l'ordine del Cielo alla sua docilissima Sposa, e tutto è pronto per la partenza, anche il Fanciullo Gesù, che pur essendo il divino dispensatore di tutti questi avvenimenti, sembrava un fanciullo inconsapevole fidato alle disposizioni di Maria e di Giuseppe.

La partenza non ebbe altre difficoltà che quel po' di distacco che si prova anche dalle dimore provvisorie, quando si è cominciato ad adagiarvisi in qualche modo. Il viaggio era già conosciuto e riusciva un po' meno molesto che la prima volta, quando era una fuga per paesi sconosciuti; vià si sospirava l'arrivo a Betlemme, dove una casetta tranquilla li aspettava! Ma questa volta il Fanciullo Gesù non era più un bambino che si potesse recare sulle braccia da Maria o da Giuseppe senza esser troppo peso; nè era ancora un giovinetto che potesse sempre camminare da sè senza troppa fatica. Si vedeva con gli occhi che il Fanciullino soffriva nel camminare, e che i suoi piedini scalzi sentivano troppo i sassi, le spine e le arene del deserto. Quanto ne soffriva la tenera Madre! Con quanto suo conforto riusciva talora a recarselo in collo per risparmiargli la fatica! Ma troppo rare volte Gesù si lasciava prestare questo materno ufficio! E la divina Madre soffrire, sospirare, gemere, perchè nei patimenti di Gesù si sentiva straziare le viscere!

Ma non doveva essere questa la cura più affannosa di Maria in questo ritorno angoscioso. Si era già varcato il confine della Giudea, e in una delle tappe intese Giuseppe da persone che viaggiavano in senso contrario, come a Gerusalemme fosse giunto da Roma Archelao, il figlio di Erode, non degenere del padre per ferocia e scostumatezza, con pieni poteri di Etnarca, ossia principe della Giudea, e che tranne il nome, era ivi vero re. Giuseppe ne fu sgomento. Tornare in Betlemme, nella Giudea, dove regna costui? E non sarà egli peggiore del padre contro il Fanciullo divino affidato alle mie cure?... Che fare? Dove andare a far porto?

Era angosciato dalla incertezza: Maria gliela legge in volto, e ne ascolta poi la confidenza. Ma ecco il solito avviso a Giuseppe, che non vada a Betlemme, non si fermi in Giudea, si diriga a Nazaret, dove lo vuole la Provvidenza. Ed ecco di nuovo la sacra Famiglia nella romita casa di Nazaret, dove Gesù fanciullo, adolescente, giovane, per disposizione divina passerà i suoi anni, affinchè possa esser detto a ragione il fiore, il santo, il principe: Quoniam Nazaraeus vocabitur: Egli si chiamerà Nazareno! Le disposizioni di Dio sono mirabili, ma l'uomo che deve conformarsi ad esse, il più delle volte non le conosce, e perci9 anche nel seguire docilmente le divine ispirazioni soffre, si conturba e spesso piange. È il caso di Maria e di Giuseppe, che pur seguendo con amore e devozione le disposizioni del cielo, provano tutta l'amarezza che il seguire Dio cagiona nello stato presente alla creatura. Pensale da te, anima mia, queste angoscie di Maria e di Giuseppe, misura se puoi l'ubbidienza sincera e la generosità dell'animo loro. Non confondere la virtù

cristiana con la spavalderia dei superuomini, nè con la poltroneria dei quietisti. Se vogliamo tornare al paradiso dal quale fummo esiliati, è necessario seguire Dio con pazienza e docilità.

Vergine santissima, impetratemi dal Signore lume per intendere questa verità, e grazia per eseguirla costantemente.

Starò molto attento a seguire le divine ispirazioni; ma per non errare, mi regolerò sempre secondo i consigli del mio direttore spirituale.

ESEMPIO. Il grande Apostolo delle Indie S. Fran. cesco Saverio, dopo passati lunghi anni nella evangelizzazione delle Indie propriamente dette, e del Giappone, nel quale con istenti inauditi era riuscito a pe. netrare, si sentiva stimolato dall'interno ardore a recarsi anche in Cina, ove sperava di raccogliere larga messe di anime. Dopo tanto pregare ed adoperarsi riuscì ad imbarcarsi per quella volta, ma giunto nell'isola di Sanciano, si trovò tanto estenuato di forze, che ebbe il « responsum mortis: s'intese vicino a morte. Che fare? Rinunziare agli affogati desideri di apostolato, non pensar più al radioso meriggio della conversione di tante anime, rispondere alla chiamata del Padrone della messe, che poneva fine alla sua laboriosa giornata. Il magnanimo Santo non si smarrì, ma pronto rispose al Signore: Ecco che vengo, si faccia in me la tua volontà! Così si ama Gesù, così si lavora per la sua gloria!

PREGHIERA. O Dio, nelle cui mani sono tutti i momenti della nostra vita, illuminate la mia merite, infiammate il mio cuore, sicchè io comprenda, che è inutile per me recalcitrare come giovenco indomito al pungolo di voi divina Pastore; rendetemi docile e sottomesso a tutte le vostre disposizioni a mio riguardo, sicchè io mi santifichi, facendo sempre la divina volontà vostra. Concedetemi questa grazia per i meriti di Gesù Cristo Salvatore nostro, e per l'intercessione di Maria Addolorata, Così sia.

OSSEQUIO. Prestatevi docile ai consigli del direttore, specialmente negli esercizi di devozione.



Fonte: www.preghiereagesuemaria.it