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Domenica, 28 aprile 2024 - Misteri gloriosi - San Luigi Maria Grignion da Montfort ( Letture di oggi )

Sant'Antonio di Padova:I rimproveri e le correzioni non si devono fare se non raramente, quando sono assolutamente necessari, e solo nell'interesse di Dio, dopo però aver rimosso la trave dal proprio occhio.
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Madre Teresa di Calcutta



Madre Teresa

Il giudizio di Cristo

Nell'ora della nostra morte, Cristo ci giudicherà su quello che avremo fatto ai poveri, su quello che sa­remo stati per i poveri. «Avevo fame e voi non mi avete dato da mangiare». Ero affamato di amore, affamato di cibo, affamato di giustizia, affamato di dignità umana... e voi siete passati oltre. Ero nu­do, nudo di rispetto, nudo di giustizia, nudo del riconoscimento che anche lui è uno di noi, crea­to dalla stessa mano amorosa di Dio per amare ed essere amato. Ero senzatetto a causa della solitu­dine.

I malati costretti a letto, gli indesiderati, gli abban­donati, i lebbrosi, i ciechi, gli storpi dove sono? Li conosco? Conosco anzitutto i poveri che abitano nella mia stessa casa? So che forse nella mia stessa casa, nella mia stessa comunità, vi può esser qualcu­no che si sente tremendamente solo, indesiderato, handicappato? Lo so? Dove sono gli anziani, og­gi? Vengono parcheggiati nei ricoveri. Perché? Per­ché sono indesiderati, perché sono di peso. Ricordo che tempo addietro visitai una magnifica casa per anziani. Erano una quarantina e avevano assoluta­mente tutto. Ma tutti indistintamente avevano lo sguardo fisso sulla porta di entrata. Tutti indistintamente avevano un aria triste. Mi rivolsi alla suora che li curava e le chiesi: «Sorella, come mai questa gente non sorride? Perché guarda fissa verso la porta?». La suora dovette ammetterlo e rispose candidamente: «E così ogni giorno. Desiderano che qualcuno venga a trovàrli. Tengono lo sguardo fisso sulla porta e pensano: "Oggi forse mio figlio, forse mia figlia, forse qualcuno verrà a trovarmi ». Ecco la vera povertà! Ricordo che un giorno raccol­si una donna da un cassonetto della spazzatura. Stava morendo. La portai al convento. Continuava a ripetere sempre la stessa frase: «Mio figlio mi ha fatto questo». Non disse una sola volta: «Ho fa­me», «Sto morendo», «Soffro». Continuò a ripete­re: «Mio figlio mi ha fatto questo». Ho fatto molta fatica a farle dire prima di morire: «Perdono mio figlio». Questa è la vera povertà.

Fonte: http://www.preghiereagesuemaria.it