Madre Teresa di Calcutta
Il volto di Cristo
Gesù si è fatto il pane di vita per poter saziare la nostra fame di Dio, il nostro amore di Dio. E poi, per saziare la sua propria fame del nostro amore, si è fatto affamato, nudo, senzatetto, e ha detto: «Quando lo avete fatto al più piccolo dei miei fratelli, lo avete fatto a me». Noi siamo contemplative nel mondo perché tocchiamo Cristo ventiquattro ore al giorno. La nostra unione eucaristica con Cristo deve produrre questo frutto poiché Gesù ha detto: «Io sono la vite e voi i tralci» e noi portiamo frutto non sulla vi-te ma sul tralcio. Quale tremenda responsabilità per voi e per me, per tutti noi! il frutto dipende dall’unione del tralcio alla vite. È quindi necessario che la nostra unione con il Cristo sia reale, non immaginaria. E necessario che sia viva, convinta. E dobbiamo cominciare dalle nostre case. Se non amiamo la nostra famiglia e coloro che vivono accanto a noi, ci esponiamo in realtà a un grande inganno. Nessuno può amare da solo. La vostra vocazione è frutto di una scelta da parte di Cristo. Perché voi e non altri? Perché me e non altri? Non so, è un mistero. Il fatto di vivere insieme dovrebbe aiutarci ad approfondire il nostro amore per Gesù, la nostra conoscenza di Dio. Questa conoscenza ci porterà ad amarlo e l'amore ci porterà a servirlo.
Gesù ha detto: «Avevo fame, ero nudo, ero senzatetto». Dobbiamo occuparci anzitutto dei nostri bambini, delle nostre famiglie e poi degli altri. C'è molta, moltissima sofferenza nel mondo. Sofferenza per la fame, per la mancanza di casa, per ogni sorta di malattie. Ma io penso che la sofferenza più grande sia quella di essere soli, indesiderati, non amati, senza nessuno che si occupi di noi. Penso che la sofferenza più grande sia quella di aver dimenticato che cosa significa essere toccati in modo umano, essere amati, essere desiderati, essere circondati dalla propria gente. Penso che tutto questo possa trovarsi anche nelle famiglie ricche. Ed è per questo che non mi stanco di ripetere che dobbiamo esercitare la nostra missione di amore e di compassione anzitutto nelle nostre case. Per poterlo fare abbiamo bisogno di preghiera e di sacrificio. Qualche tempo fa, vennero a trovarci a Calcutta quaranta professori dagli Stati Uniti. Parlammo un po 'insieme e poi uno di loro mi chiese: «Ci dica qualcosa che possa aiutarci a cambiare la nostra vita». Dissi loro: «Sorridetevi a vicenda, prendete tempo gli uni per gli altri, fatevi scambievolmente piacere». Allora uno di loro mi chiese: «Lei è sposata?». Risposi: «Sì, e a volte faccio molta fatica a sorridere a Gesù». Penso che abbiano capito molto bene quello che intendevo dire. A volte Gesù può essere molto esigente.
Se offri alla gente un Cristo rotto, un Cristo zoppicante, storto e deforme - deformato da te - questo è tutto ciò che essi riceveranno. Se tu desideri che lo amino, prima devono conoscerlo. Perciò presenta un Cristo intero, prima alle Sorelle, poi alla gente delle periferie.
Mostro il Cristo pieno di zelo, di amore, di gioia e di splendore? Sono una testimonianza vera? O sono una luce opaca, una luce falsa, una lampada senza contatto, che non riceve la corrente e perciò non illumina? Risolvi con tutto il cuore di essere una luce risplendente. «Aiutami a diffondere la tua fragranza dovunque vada».
Fai che il povero, vedendoti, si senta attrattQ da Gesù. La miseria inasprisce molto i poveri, che parlano e agiscono senza rendersi conto di quello che dicono e che fanno. Ma si ricordano di Cristo quando ti vedono - anche se sono esasperati - perché tu glielo ricordi?
Portali a Dio e non attirarli mai e poi mai a te. Non li avvicini a Dio quando cerchi te stessa e le persone ti amano per te stessa e non perché tu ricordi loro il Cristo.
Fonte: http://www.preghiereagesuemaria.it
Gesù ha detto: «Avevo fame, ero nudo, ero senzatetto». Dobbiamo occuparci anzitutto dei nostri bambini, delle nostre famiglie e poi degli altri. C'è molta, moltissima sofferenza nel mondo. Sofferenza per la fame, per la mancanza di casa, per ogni sorta di malattie. Ma io penso che la sofferenza più grande sia quella di essere soli, indesiderati, non amati, senza nessuno che si occupi di noi. Penso che la sofferenza più grande sia quella di aver dimenticato che cosa significa essere toccati in modo umano, essere amati, essere desiderati, essere circondati dalla propria gente. Penso che tutto questo possa trovarsi anche nelle famiglie ricche. Ed è per questo che non mi stanco di ripetere che dobbiamo esercitare la nostra missione di amore e di compassione anzitutto nelle nostre case. Per poterlo fare abbiamo bisogno di preghiera e di sacrificio. Qualche tempo fa, vennero a trovarci a Calcutta quaranta professori dagli Stati Uniti. Parlammo un po 'insieme e poi uno di loro mi chiese: «Ci dica qualcosa che possa aiutarci a cambiare la nostra vita». Dissi loro: «Sorridetevi a vicenda, prendete tempo gli uni per gli altri, fatevi scambievolmente piacere». Allora uno di loro mi chiese: «Lei è sposata?». Risposi: «Sì, e a volte faccio molta fatica a sorridere a Gesù». Penso che abbiano capito molto bene quello che intendevo dire. A volte Gesù può essere molto esigente.
Se offri alla gente un Cristo rotto, un Cristo zoppicante, storto e deforme - deformato da te - questo è tutto ciò che essi riceveranno. Se tu desideri che lo amino, prima devono conoscerlo. Perciò presenta un Cristo intero, prima alle Sorelle, poi alla gente delle periferie.
Mostro il Cristo pieno di zelo, di amore, di gioia e di splendore? Sono una testimonianza vera? O sono una luce opaca, una luce falsa, una lampada senza contatto, che non riceve la corrente e perciò non illumina? Risolvi con tutto il cuore di essere una luce risplendente. «Aiutami a diffondere la tua fragranza dovunque vada».
Fai che il povero, vedendoti, si senta attrattQ da Gesù. La miseria inasprisce molto i poveri, che parlano e agiscono senza rendersi conto di quello che dicono e che fanno. Ma si ricordano di Cristo quando ti vedono - anche se sono esasperati - perché tu glielo ricordi?
Portali a Dio e non attirarli mai e poi mai a te. Non li avvicini a Dio quando cerchi te stessa e le persone ti amano per te stessa e non perché tu ricordi loro il Cristo.
Fonte: http://www.preghiereagesuemaria.it