Santo Rosario on line

Domenica, 28 aprile 2024 - Misteri gloriosi - San Luigi Maria Grignion da Montfort ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:Siamo fatti cosi: riempiamo la nostra esistenza di cose materiali e di sicurezze. Ci riteniamo saggi se nella nostra vita nulla viene lasciato a caso. Abbiamo bisogno di programmare bene il nostro futuro. Ci premuniamo con cura per non incorrere in alcuna situazione di incertezza. Ma a volte entriamo in cortocircuito. A forza di riempirci di cose e di sicurezze terrene, non ci sentiamo più al sicuro. Tutto pare sfuggirci di mano e ci lascia insoddisfatti. Ed ecco che talvolta potrebbe tornarci utile dover affrontare l'imprevisto, il pericolo, il rischio, per essere ricondotti all'essenziale e a ciò che veramente vale. E mi viene in mente l'immagine dei naviganti che, affrontando la tempesta e rischiando di morire, pensano di salvarsi la vita: non esitano di buttare in mare tutte le ricchezze accumulate per farsi subito leggeri. In un attimo la prospettiva giusta viene ristabilita: nulla vale più della vita. Di fronte al bene supremo della vita, tutte le cose terrene risultano effimere e senza valore.
font

Vita di Santa Margherita Alacoque



Alacoque

Vita di Santa Margherita Alacoque - Parte 17



55. Nei primi venerdì del mese, il sacro Cuore le appa­re come un sole sfolgorante, come una fornace ardente
Quanto ho riferito sul dolore al costato, si rinnovava nei primi venerdì del mese nel seguente modo: il sacro Cuore mi appariva come un sole sfolgorante di luce vivissima, i cui raggi ardenti colpivano il mio cuore. Me lo sentivo ben presto infiammato da un fuoco tale, che mi pareva di ridurmi in cenere, ed era soprattutto in quel momento che il mio divino Maestro mi spiegava ciò che voleva da me e mi rive­lava i segreti di quell'amabile Cuore. Una volta, fra le altre, in cui il santo Sacramento era esposto, do­po essermi assorta in me stessa con uno straordina­rio raccoglimento di tutti i sensi e di tutte le facoltà, Gesù Cristo, il mio dolce Maestro, si presentò a me, sfolgorante di gloria con le sue cinque piaghe, scin­tillanti come cinque soli. Da questa sacra umanità uscivano ovunque fiamme, ma soprattutto dal suo adorabile petto, che pareva una fornace, e apertasi la fornace, mi veniva svelato il suo amoroso e amabile Cuore, che era la sorgente viva di quelle fiamme. Fu allora che mi rivelò le meraviglie inesplicabili del suo puro amore e fino a quale eccesso aveva spinto il suo amore per gli uomini, dai quali riceveva solo ingrati­tudine e indifferenza. «Ciò mi ferisce più di tutto quanto ho sofferto durante la mia passione», mi dis­se. «Se mi contraccambiassero con un po' d'amore, stimerei poco quanto ho fatto per loro, e vorrei, se fosse possibile, fare ancora di più. Invece, non han­no che freddezza e rigetto per tutte le mie premure che mirano a far loro del bene».

56. Dovrà supplire all'ingratitudine degli uomini
«Ma, almeno tu, dammi il piacere di supplire alle loro ingratitudini nella misura in cui ne sei in gra­do». Confessando la mia incapacità, mi rispose: « Tieni, ecco quanto ti serve per supplire a ciò che ti manca». E contemporaneamente il suo Cuore divi­no si apri e ne usci una fiamma così ardente, che credetti mi dovesse consumare. Ne fui interamente penetrata e non riuscivo più a sopportarla, al punto che gli chiesi di avere pietà della mia debolezza. «Sarò la tua forza», mi disse. «Non temere nulla, ma presta attenzione alla mia voce e a ciò che ti chiedo, affinché tu ti disponga al compimento dei miei disegni».

57. Si comunicherà il più spesso possibile e in particola­re i primi venerdì. Farà l'Ora Santa
«Innanzitutto, mi riceverai attraverso il santo Sacra­mento tutte le volte che l'obbedienza te lo vorrà permettere, nonostante ogni umiliazione e mortifica­zione che te ne potrà derivare e che dovrai ricevere come pegni del mio amore. Inoltre, ti dovrai comunicare tutti i primi venerdì del mese e, tutte le notti tra il giovedì e il venerdì, ti renderò partecipe di quella tristezza mortale che ho voluto provare nel giardino degli Ulivi. Quella tristezza ti porterà, senza che tu possa capirlo, a una specie di agonia più dura da sopportare che non la morte. E per accom­pagnarmi nell'umile preghiera che allora, in mezzo a tutte le angosce, rivolsi al Padre mio, ti leverai tra le undici e la mezzanotte e ti prosternerai per un ora con me, con la faccia a terra, sia per placare la colle­ra divina, chiedendo misericordia in nome di tutti i peccatori, sia per addolcire in qualche modo l'ama­rezza che provavo in seguito all'abbandono dei miei apostoli e che mi costrinse a rimproverarli perché non erano stati capaci di vegliare un'ora insieme a me. In quell'ora, tu farai quello che t'insegnerò. Ma ascolta, figlia mia, non credere con leggerezza a ogni spirito e non fidarti, perché Satana muore dalla voglia di infamarti. Quindi, non fare nulla senza l'approvazione di chi ti guida, in modo che, avendo dalla tua parte l'autorità dell'obbedienza, lui non ti possa ingannare. Infatti, non ha alcun potere su coloro che obbediscono».