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Venerdi, 3 maggio 2024 - Misteri dolorosi - Santi Filippo e Giacomo ( Letture di oggi )

San Francesco di Sales:Bisogna stare preparati in ogni momento come se in quello dovessimo morire.
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La vita di Santa Maria Goretti



Santa Maria Goretti

L'APPARIZIONE DELLA MADONNA

Sono sorprendenti le analogie tra gli ultimi momenti di Maria e quelli di Gesù: le stesse parole, la stessa sete, il medesimo perdono. I presenti rimasero colpiti dalle numerose espressioni di amore di Maria per la Madonna. Tanto amore alla Vergine spinse il cappellano dell'ospedale, P. Martino Guijarro, a proporre alla piccola martire la sua iscrizione all'Associazione delle Figlie di Maria. A quella proposta ella aprì gli occhi e un sorriso sfiorò il suo viso angelico. Nella cameretta stessa erano presenti due suore e una pia contessa che l'assistevano; venne fatta la breve funzione della iscrizione e la benedizione della medaglia della Madonna. Il suo volto, sempre più di cielo, s'illuminò quando il cappellano, iscrivendola all'associazione le appese al collo la medaglia che lei non finiva poi di baciare. Suor Aurelia Pecchini, riferì che a un certo momento Maria vedeva la Madonna e chiedeva di essere posta più vicino a lei. Ma nessuno la vedeva. E lei meravigliata: «Possibile che non la vediate? È così bella!..., tutta luce!..., tutta fiori! Mettetemi vicino alla Madonna... io voglio stare più vicino alla Madonna».

Chi fu presente non ebbe nessun dubbio che la Madonna le fosse apparsa.

IL PERDONO DELL'ASSASSINO

Imitando Gesù, Maria perdonò il suo assassino. Pare che una prima volta l'avesse perdonato per suggerimento della mamma, nelle lunghe ore di attesa sul letto di famiglia, prima che venisse trasportata all'ospedale. La sorella Teresa affermò che la madre fu premurosa nell'inculcare alla figlia il pensiero del perdono e che Maria non ebbe nessuna esitazione, e disse che lo perdonava ben volentieri e che lo voleva con sé in Cielo.

Il perdono del suo assassino è il gesto più qualificante della sua santità. Fu il parroco Temistocle Signori a porre esplicitamente la domanda, infatti dopo aver detto qualche cosa di Gesù in croce, le chiese se anche lei era pronta a perdonare Alessandro per amore di Gesù. La risposta non si fece attendere, seppur con quel filo di voce che le rimaneva: «Sì per amore di Gesù gli perdono, e voglio che venga con me in Paradiso». La stessa mattina Alessandro con il treno venne condotto a Roma nel carcere Regina Coeli. Particolare significativo: il convoglio passò davanti all'ospedale Orsenigo mentre la Goretti lo stava perdonando. Accanto al perdono di Maria va ricordato anche quello della madre, la quale, appena fu pronunziata la sentenza di condanna per Alessandro, fu interpellata dal Presidente del Tribunale: «Signora Assunta Goretti, perdonate voi all'uccisore di vostra figlia?» «Per conto mio - rispose Assunta - sì, gli perdono di cuore, signor Presidente». Tra la folla si udì un brusìo confuso. Qualcuno disse: Io non gli perdonerei!». Ma la coraggiosa donna osservò: «E se neppure Gesù Cristo perdonasse a noi?».

Le condizioni di Marietta peggiorarono improvvisamente, perse più volte conoscenza. Poco prima che la fanciulla morisse, mamma Assunta chiese al medico se Alessandro riuscì comunque nel suo intento: «Non dubitare - rispose il medico - ella è come è nata».

L'Arciprete T. Signori ricorda: Nei momenti di delirio rievocava le circostanze della sanguinosa tragedia e fra le altre diceva le testuali parole: «Alessandro, che fai..., tu vai all'inferno...», espressioni che ella dovette dire nell'atto dell'esecrando delitto. Le sue ultime premure furono per i fratellini, la mamma, il babbo, quasi un testamento di amore per coloro che erano stati il suo mondo.

Chiamò anche la dolce Teresa in un'impossibile invocazione di aiuto, poi si abbandonò serenamente senza vita sul cuscino. Era il 6 luglio 1902, aveva 11 anni, 8 mesi e 21 giorni.

Il popolo intuì chiaramente: « E’ morta una martire, è morta una santa». Mamma Assunta ricorda che, dopo i primi tentativi di conforto, la gente passò addirittura alle congratulazioni per essere la mamma fortunata di una Santa.

I FUNERALI

Il giornale «Il Messaggero» di Roma, il 7 luglio fece conoscere a Roma e a tutta l'Italia l'eroismo di Maria. Ai funerali vi fu una grandissima partecipazione di persone, di associazioni, di autorità venute da Roma e anche di numerosissime personalità. L'arciprete Signori, che fu a capo di tutta quella grande manifestazione, terminò con questa bella invocazione: «... E tu, fanciulla eroica, insegna alle nostre fanciulle, e a tutte, come si lotta e si muore in difesa della purezza. Intercedi presso la Vergine Immacolata particolarmente per la nostra gioventù e per le Figlie di Maria, della cui schiera divenisti sorella nell'ultima ora! Tu, che tutti noi speriamo salutare un giorno anche qual loro seconda protettrice!». Egli nel redigere l'atto di morte nel Registro dei Defunti annotava che: «La fanciulla, timorata di Dio... trasportata all'ospedale Fatebenefratelli, si confessò, ricevette il S. Viatico e l'Olio degli Infermi dal cappellano Rev. P. Martino Guijarro. E perdonando il suo uccisore spirò nel bacio del Signore». di Don Giuseppe Rottoli