Santo Rosario on line

Mercoledi, 1 maggio 2024 - Misteri gloriosi - San Giuseppe Lavoratore ( Letture di oggi )

Sant'Antonio di Padova:Chi non ha pazienza in mezzo alle tribolazioni non è oro, ma è ferro dorato; non ha la vera virtù, ma virtù apparente. Percosso, il ferro non manda un suono gradevole; così l'impaziente, percosso dai persecutori, si incollerisce e viene meno.
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Aprile, mese dedicato alla Vergine della Rivelazione
Santa Maria del Terzo Millennio alle Tre Fontane



Vergine Rivelazione

“AVE MARIA, FIGLIOLO.”

Ritorno alla mia abitazione. I bambini non hanno terminato di scendere le cale del seminterrato che, dimenticata la promessa gridano: “Mamma! Abbiamo visto la Bella Signora! Abbiamo visto la Bella Signora!”

Alle grida escono fuori, la portinaia con i bambini, che abitava dirimpetto noi, ed altre persone. Dico a Iolanda, che ci era venuta incontro allarmata, e ai bambini: “Entriamo in casa” e rivolgendomi agli altri: “Non è successo niente. Scusate.”

Entro, chiudo la porta. Iolanda, sorpresa, mi chiede: “Cosè questo profumo, che ti sento addosso’!!”

Rispondo: “Quello che dicono i bambini è vero” e racconto l’accaduto. Terminato il racconto mi metto in ginocchio davanti a Iolanda e dico: “Quanto male ti ho fatto! La Bella Signora mi spinge a chiederti perdono”

Iolanda, meravigliata, esclama: “Ma allora è vero! Quando mai ti saresti messo in ginocchio davanti a me! Ero sempre io ad inginocchiarmi per chiederti di non picchiarmi più. Vedi? Avevamo fatto la Comunione i primi venerdì del mese e il Signore ha mantenuto la Sua Promessa.” Dico di sì commosso. Lei chiama i bambini e ci abbracciamo in un abbraccio pieno d’amore e di calore, e realmente il nostro freddo appartamento diventa, per la prima volta, un vero focolare.

L’esorto a fare con me il Segno di Croce, che non facevamo più da anni, io dalla prima Comunione e lei da quando mi aveva seguito nell’apostasia, e in ginocchio preghiamo stiamo lì tutta la notte a parlare di quello che la Vergine cara aveva fatto per noi. Sento nel mio cuore di completare sul quaderno quello che avevo cominciato a scrivere alla Grotta. Risento la Vergine della Rivelazione che mi parla e io scrivo. E’ l’intero Messaggio datomi, dalla prima parola “Sono” fino all’ultima Amore. Sento nel mio cervello come un disco che ripete esattamente quello che ho sentito; se ho un dubbio su una parola, torna indietro e ripete. Mi rimangono particolarmente impressi i segni che mi ha dato per la conferma.

Io ho però dei dubbi... sono smarrito... Solo una cosa è certa: domani non andrò in piazza della Croce Rossa a parlar male di Maria Immacolata, Madre di Dio, Vergine Sempre Vergine, Assunta in Cielo.

I bambini, dopo tante emozioni, dormono tranquilli.

Incominciano i dolori e le sofferenze. Non vado alle riunioni dei “compagni” tenute a Santa Maria Maggiore da Ferruccio Parri del Partito d’Azione e degli avventisti.

Quanto ho sofferto! Giravo per le strade e per le piazze, entravo nelle Chiese... e appena vedevo un Sacerdote, che poco prima insultavo e deridevo, gli chiedevo umilmente: “Padre, vorrei parlarLe...” Ma la risposta che ricevevo non era quella che cercavo.

Tornavo alla Grotta anche di notte per vigilare che non venisse profanata, e pregavo; pregavo sempre col S. Rosario e piangevo. Supplicavo la Vergine cara di affrettarsi a darmi quel segno, senza il quale impazzivo. Lasciavo la Grotta rasserenato, ma la prova continuava.

La terza volta che vado alla Grotta, di sera, la trovo occupata da una coppia in atteggiamento peccaminoso. Mentre sto in disparte, pensando come scacciarla, mi sento leccare una mano. E’ una cagnetta di pelo rossiccio che mi fa le feste. “Vai!”, le ordino; e quella rapidissirna si lancia ringhiando contro la coppia che fugge via di corsa, spaventata.

Da quella sera, Lilla, la cagnetta, diventò l’attenta custode della Grotta e più nessuno entrò per profanarla. Questo mi è stato confermato anche da altre persone. Lei stava lì, attenta e tranquilla, giorno e notte, nei giorni freddi e nei caldi, vicina alle candele accese, incurante di qualche piccola scottatura che le poteva capitare. Poi seguendo l’istinto, divenne madre e un visitatore della Grotta, il cav. Carlo Rossi, la portò in casa sua. Ormai la Grotta aveva altri guardiani.

Intanto passano i giorni e non vado al lavoro. Sono in uno stato febbrile. I fratelli avventisti e i compagni comunisti vengono a casa a chiedere mie notizie; e si ripete la solita scena:

“Come mai non vieni’? E successo qualcosa’?

“Si. E aspetto che tutto si chiarisca.’

Mi danno del pazzo schizofrenico ed altro. I giorni passano senza che si realizzi il segno e io mi ammalo. Rileggo il messaggio che mi ricorda: “Devi cercare un Sacerdote che ti dirà: — Ave Maria, figliolo! e ti indicherà un altro Sacerdote con queste parole: “Quello fa al caso tuo “.

E’ necessario riprendere servizio e anche sul tram interrogo ogni Sacerdote che vedo:

“Padre, devo parlarLe.”

“Dimmi pure.”

“No, ci ho ripensato”, Alcuni di loro si offendono e avvengono battibecchi.

Disperato perché non avevo il “segno della certezza della mia Fede” volevo distruggere tutta la mia famiglia.

Iolanda si accosta dolce e calma e mi chiede:

“Perché non mi dici che cosa hai’? Ti vedo così triste, immusonito e strano, dimmi che cosa c’è’? “

“Iolanda, oggi è il 28 Aprile. Sono 16 giorni di tormento che ho a causa del mancato incontro col Sacerdote; non ne posso più”

“Hai chiesto anche in Parrocchia?”

“No,

“Perché non ci vai? Può darsi che proprio lì trovi il Sacerdote”.

“Va bene ci vado. Ma se non l’incontro e ritorno a casa triste, ebbene, vedi questo pugnale con il quale dovevo trafiggere il cuore del Papa? Bene! Se ritorno senza aver incontrato il Sacerdote uccido te, i bambini e me stesso. Basta! Ora mi sono stancato! Voglio farla finita!” Dopo aver messo il pugnale a sinistra della cintura, dico tutto nervoso:

“Preparati!”, e vado in Parrocchia. Alle 8.30 entro nella Chiesa di Ognissanti sulla via Appia Nuova, la mia Parrocchia tenuta dai Religiosi di don Orione. Mi fermo vicino ad un grande Crocefisso, che stava all’ingresso della Sacrestia (la sacrestia adesso non è più lì). Passano due Sacerdoti. Uno lo riconosco.

E’ quello che avevo fatto cadere giù per le scale, quando si era presentato a casa mia, sotto le feste di Pasqua per benedirla, come si usa. L’altro Sacerdote era il Parroco, don Risi. Mi giro per non farmi riconoscere e, rivolgendomi al Crocefisso, dico: “Se non l’incontro, Tu sarai il primo ad essere fatto a pezzi, come quello che ho gettato nel secchio dell’immondizia!”.

Detto questo, vedo uscire un Sacerdote, piccolo di statura, bruno di colorito, è don Albino Frosi che con cotta e stola si appresta a distribuire la Comunione.

Mi sento spinto verso di lui e gli dico, trattenendolo per le maniche della cotta:

“Padre, devo parlarLe”.

Si gira e risponde: “Ave Maria, figliolo, cosa vuoi?”

“Padre è questo che aspettavo da tanto tempo!” e gli spiego rapidamente, perché ha fretta, che ero stato protestante e che, per un fatto soprannaturale, volevo rientrare nella Chiesa. Non accenno alla seconda parte della conferma. “Bene! - mi dice - vedi quel Sacerdote in Sacrestia?”

“Si; perché?”

“Quello fa al caso tuo.”

Entro in Sacrestia e racconto tutto a quel Sacerdote, a don Gilberto Carniel, che poco tempo prima aveva convertito un altro protestante, e ritorno a casa.

Testi presi da varie fonti: Biografia di Cornacchiola, S.A.C.R.I.; La Bella Signora delle Tre Fontane di padre Angelo Tentori; La vita di Bruno Cornacchiola di Anna Maria Turi; ...

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