Santo Rosario on line

Mercoledi, 1 maggio 2024 - Misteri gloriosi - San Giuseppe Lavoratore ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:21 agosto 1979 è il giorno in cui Gesù fece irruzione nella mia vita. L'incontro con Cristo è una nascita. Verso mezzogiorno, all'inizio della Messa, dapprima mi colse una profonda tristezza, una sconosciuta nostalgia di Dio. Di Lui avevo sentito parlare fin da piccolo, ero sempre credente, senza particolari dubbi di fede. Ma il vero dilemma della mia esistenza era questo: finché non incontrerò Cristo vivo e risorto è come se Dio non esistesse. Quel giorno, durante la Messa, ha preso senso tutta la mia vita e la mia fede. Tutto avvenne essenzialmente tra il mio cuore insoddisfatto e l'evidenza della Sua presenza, che mi diceva: "Guarda che tu hai bisogno solo di me, solo io ti posso bastare. E io ci sono, sono qui, sono tutto per te; voglio riempire d'amore il tuo cuore fino a dilatarlo in una gioia che tu nemmeno puoi immaginare!" Quel giorno ho sperimentato il Fuoco d'amore. E dopo aver pianto tutte le lacrime di gioia e di purificazione, capii che la conversione permanente sarebbe stata la mia strada. Da quando ho gustato le Sue delizie, mi è stato impossibile allontanarmi da Lui. Certo, uno come me rinnegherà Cristo ancora mille volte, ma quel incontro decisivo rimarrà impresso come il giorno della mia nascita, il giorno del primo amore che non si può dimenticare. Rimane nella vita come un giudizio che chiama a una continua conversione; ma non un giudizio di condanna bensì di amore e di tenerezza. Quel giorno è nata una amicizia. E se è vero che solo di Gesù ho bisogno, allora non posso più staccarmi da Lui. Gesù, benedetta l'ora in cui hai posato su di me i Tuoi occhi misericordiosi. Fa che io non perda mai di vista la Tua dolce presenza.
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Aprile, mese dedicato alla Vergine della Rivelazione
Santa Maria del Terzo Millennio alle Tre Fontane



Vergine Rivelazione

La Pia Storia di Suor Raffaella Somma

Fra le tante Apparizione, che per Grazia di Dio ho ricevuto senza meritarle, quella del 30 Maggio 1947, mi ricorda tante cose.

E’ la quarta nel tempo, ma è molto importante.

La Vergine cara si è fatta vedere la prima volta il 12 Aprile 1947, la seconda il 6 Maggio e la terza il 23 Maggio, tutte nello stesso anno.

Io, pur avendo avuto conferma della realtà dell’Apparizione, sia per l’incontro predetto col Sacerdote “dell’Ave Maria, figliolo “, che per le altre apparizioni che seguirono, ero sempre sotto sopra nel mio spirito.

Si, avevo presente il fatto soprannaturale; ma non riuscivo a capire cosa potesse essere una cosa soprannaturale, cosa fosse una cosa celeste!

Ecco perché andavo spesso alla Grotta, dove era avvenuto il primo contatto con la Vergine Maria; e spesso passavo la notte li dentro. Dormivo per terra, sopra una palanca, per non stare a contatto con la terra umida, perché quando pioveva l‘acqua entrava nella Grotta.

Nella Grotta, sdraiato, imploravo la Vergine Santissima che mi venisse in aiuto, che mi illuminasse e mi guidasse nella via luminosa della Verità, nella quale mi sentivo smarrito.

Spesso piangevo dal dolore di non aver ancora capito il fatto soprannaturale, e mi rivolgevo con la mente alla Vergine cara, ricordando la prima volta che l’avevo vista con i bambini.

Il giorno 30 Maggio mi sento trascinato da una forza verso il luogo dell’Apparizione.

Terminato il lavoro, invece di tornare a casa, vado sulla Collina degli Eucalipti e mi metto davanti alla Grotta. Erano circa le 19.30 e incominciava a fare buio. Ero solo. Incomincio a pregare. Le lacrime uscivano abbondantemente e mi bagnavano le guance.

Chiedevo alla Vergine Santissima: “Madre cara, tu sai come sono testardo. Non riesco ancora a credere a questo fatto celeste.

Rassicurami ed aiutami. Compi qualche miracolo! Altrimenti diranno che sono diventato matto, e perderà anche il lavoro. Ho famiglia! Aiutami!”.

Improvvisamente, dall’angolo a sinistra di chi guarda la Grotta, la Vergine cara si presenta di nuovo.

E’ dolce. E’ Madre. Mi guarda. Non aveva il libretto, ma teneva le mani unite sul petto, come chi prega. L’abito era quello di sempre: manto verde, abito bianco e fascia rosa.

Continua a guardarmi e mi sorride e mi disse solamente queste testuali parole, che risuonano nella Grotta “Vai dalle mie care figliole, le Maestre Pie Filippini, e dì loro di pregare per l’incredulità del mondo e per gli increduli del rione”. Dette queste parole va via, lasciandomi solo ma impregnato di soave profumo.

Rassicurato dall’Apparizione come rimesso a nuovo nel mio spirito, alzo gli occhi al Cielo, inumiditi di lacrime, questa volta di gioiosa speranza. Lascio la rotta e scendo la ripida scarpata. Mi fermo alla fermata dell’autobus per tornare casa e penso: “Domani guarderà sull’elenco del telefono per sapere l’indirizzo di queste Suore”.

Passa un uomo, che non ho mai saputo chi fosse, e gli chiedo: “Mi scusi, a se qui ci sono delle Suore, chiamate Maestre Pie Filippini?”

“Sì, ci sono, fanno scuola e tengono anche i miei bambini”. Dove sono?”

“Là!”. E mi fa cenno con la mano indicandomi una casa, che ora hanno demolito, della quale conservo una foto di quei tempi. Guardo e vedo che ha un portoncino, proprio vicino alla fermata. Lascio passare l’autobus e suono alla porta. Attendo... niente. Suono ancora... niente.

Passa una donna col fazzolettone in testa. Vedendomi alle prese col campanello, si ferma e mi dice: “Se cerca le Suore, è inutile che suona, perché a quest’ora non aprono a nessuno”. Poi mi chiede: “Cos’è questo profumo?” Non le dico nulla.

Desisto. Salgo sull’autobus e tutti mi guardano, come se avessi qualcosa che l’attirasse. Penso: “è il profumo che ho ricevuto alla Grotta”.

A casa, racconto tutto a Iolanda, ancora occupata in cucina. Mi guarda ed annusa:

“Cos’è questo profumo?”

“E’ la Vergine che me l’ha lasciato addosso!”

Profumavo tutto: la giacca dell’uniforme di servizio, la camicia, la maglia, a pelle, i calzini, l’alito... Insomma sembrava che la Vergine mi avesse fatto un bagno in una vasca piena di profumo!

E’ bello, sì, ma quante sofferenze e quante pene!

Iolanda, ancora fuori di se per la notizia che sta per darmi, mi dice:

“Bruno, c’è un articolo sul giornale che parla del miracolo che avete ricevuto!”

Prendo il quotidiano. Era il Giornale d’Italia; edizione del pomeriggio e leggo l’articolo del giornalista Giulio Loccatelli datato 31 Maggio 1947, e diceva che un controllore dell’ATAC, con i suoi figli, aveva visto la Madonna e si chiedeva:” Se non avverrà qualche miracolo, chi crederà a questo Cornacchiola?”

Avevo un Messaggio da portare alle Maestre Pie Filippini, ma il tempo passava e io non ci pensavo più, l’avevo quasi dimenticato.

Don Sfoggia era diventato il mio Padre confessore e attendevamo che si fosse verificato quanto aveva detto la Vergine in un precedente messaggio e cioè che lui mi avrebbe accompagnato dal Santo Padre per consegnargli il Messaggio del 12aprile 1947.

Intanto i bambini venivano interrogati dalle Autorità Civili, la Polizia, e quelle religiose, il Vicariato.

Anch’io fui chiamato ed interrogato al Commissariato di Via Alba e da una commissione del Vicariato: Mons. Mattioli (ora defunto); Mons. Giaquinta, Vescovo di Tivoli (ora defunto); e Mons. Checchi, Parroco in Roma di San Lorenzo in Damaso.

Nel mese di Giugno, Don Sfoggia viene a trovarmi nel seminterrato di Via Modica, n°2, nostra abitazione; attualmente adibita a sala per le riunioni Catechistiche dell’Associazione Catechistica SACRI, voluta dalla Vergine Maria per l’insegnamento del Catechismo a tutti, adulti e bambini.

Don Sfoggia mi guarda e mi dice: “Hai forse chiesto ai Frati Trappisti se ti prendono i bambini?”

Rispondo: “No. Non so niente; perché?”

“I frati mi hanno detto di dirti di consegnare i bambini alle Suore Maestre Pie Filippini per farli custodire”.

Vedendo che facevo resistenza, Don Sfoggia aggiunge: “è un ordine delle Autorità: allontanare da te i figli che hanno avuto l’Apparizione, affinché non siano alimentati da te sui fatti accaduti”.

Rinuncio... prego la Vergine di illuminarmi sul da farsi.

Alcuni giorni dopo quell’incontro, che io chiamai “il grande rifiuto” Don Sfoggia ritorna con un altro signore.

“Bruno, ti presento lo scultore Signor Ponzi, che vuole riprodurre la statua della Vergine (Don Sfoggia e il Signor Ponzi dicevano “Madonna”) come tu e i bambini l’avete vista”.

“Bene, - dico, - cosa vuoi sapere?”

Il signor Ponzi, lo scultore, chiama uno alla volta i bambini e li interroga.

Poi chiama me e vuoi sapere, almeno in un qualche modo, come era il viso della,

Vergine, il colore dell’abbigliamento, del libretto, di che colore erano..le scarpe.’

Per farmi cadere in un tranello mi faceva domande su domande.

Terminato con me è di nuovo la volta dei bambini.

Sono i bambini che danno i dettagli.

Isola si mette una coperta sui capo, prende un libro e se lo mette sul petto, stringendolo con la destra e mettendo la sinistra sopra. I bambini, Carlo e Gianfranco, vedendola dicono: “Si, è la Bella Signora!”.

Ponzi mi domanda ancora qualcosa e fa degli schizzi su un foglio. Terminati i disegni, salutano e vanno via.

Prima della fine di giugno, Don Sfoggia torna sull’argomento; e questa volta, cedendo alla richiesta, mando Iolanda ad accompagnare i bambini dalle Suore “Maestre Pie Filippini”. Io non andai ad accompagnarli perché dovevo lavorare.

Dopo circa una settimana, ai primi di Luglio, vado a far visita ai bambini per vedere come stanno e se si comportano bene. Vado solo, lasciando Iolanda a casa a preparare la cena. Era di pomeriggio. Arrivo, mi accosto al portoncino, dove nel mese di Maggio avevo suonato invano il campanello. Lo suono con aria di sicurezza e attendo.

Viene una suorina magra, piccolina; è la Superiora della Casa. Mi chiede cosa voglio e chi sono.

“Desidera?”

Un poco impacciato rispondo: “Sa ... io sono Bruno Cornacchiola, quello che ha ricevuto la Grazia sulla Collina. . . “.

“Ah! Venga, venga dentro. . . si accomodi”.

Mi fa entrare in un’aula scolastica, dove ci sono i banchi per i piccoli dell’asilo.

Chiedo notizie sui bambini. Madre Anna Sisti, è il nome della Superiora, mi dice: “Ci scusi il disturbo, c’è una nostra consorella che vorrebbe parlare con lei, posso chiamarla?”

“La chiami. A proposito, “dico”, mi ricordo che nel mese di maggio, il giorno 30, per la precisione, la Vergine mi ha dato un Messaggio per voi Suore Maestre Pie Filippini”.

“Davvero?”

“Certo!”

“E cosa dice’?”

“La Vergine mi ha detto che dovete pregare per l’incredulità del mondo e per gli increduli del rione”.

“Sono contenta di sentirlo dire”.

La Madre Superiora va, ed io rimango in attesa nell’aula colma di piccoli banchi per i bambini. Madre Sisti torna con una Suora che si presenta: “Suor Raffaella Somma.”

“Si accomodi.” La Suora si mette seduta su uno dei piccoli banchi.

“Mi dica, Sorella.”

“Lei, forse, mi prenderà per una pazza, per una persona fuori di senno, ma io vorrei narrarle un sogno che ho fatto... se si può chiamare sogno, e lei deve dirmi se questo sogno risponde a verità. Le parole della Vergine, che è apparsa, sono queste? Questo è il sogno: mi trovo in una Chiesa tutta buia, e sento soltanto la voce di un predicatore, come di un oratore che tiene una conferenza. Non si vede, e incomincia: “La Vergine ha detto:- Sono Colei che sono nella Trinità divina, sono la Vergine della Rivelazione. Tu mi perseguiti. Ora basta. Rientra nell’Ovile Santo, Corte Celeste in terra...” e l’oratore mi spiega tutto il significato di quello che dice, parola per parola, particella per particella, i verbi “. La Suora termina chiedendomi se non sia un trucco satanico.

Rimango sorpreso perché sono le parole pronunziate dalla Vergine.

Rispondo : “Sì! Le parole sono proprio queste! Ci sono anche delle altre parole...”“Non mi interessano le altre. lo ho sentito queste parole.”

“Ma lei, ha scritto tutto? Può darsi che sia il demonio che vuoi mettere nel nostro cuore confusione spirituale. Bisogna vedere se sono cose di Dio.”

Suor Raffaella prende un piccolo libretto notes, con la copertina nera, se non erro, e mi dice :“legga” e aggiunge “Mi porteranno al manicomio. Al ritorno morirò di cancro e verrò sepolta nel cimitero dei Frati Trappisti.”

Appena inizio a leggere mi toglie il libretto dalle mani e mi dice: “Senta, prima che lo legga lei, non sarebbe bene che lo vedesse un Sacerdote, che lei conosce e stima per poter dire se queste cose sono di Dio o di satana?”

Prendo il libretto e vado nella Chiesa parrocchiale di Santa Maria ai Monti con il professore Alberto Allinay, che dopo l’Apparizione mi aveva passato la visita medico legale per controllare il mio stato psicofisico, e mi aveva fatto conoscere il Sacerdote Alberto Tommaselli della suddetta Parrocchia. Questi, letto il libretto, mi dice con la voce rotta dall’emozione: “Caro Bruno, rassicura la Suora: questo è un vero Messaggio celeste! Anzi, ti dico subito la nuova giaculatoria: “Virgo Revelationis - ora pro nobis.”

Ringrazio il Sacerdote e mi reco subito da Suor Raffaella Somma e le dico: “E’ una cosa del Cielo!” e riferisco tutto quello che avevo fatto e tutto quello che don Tommaselli mi aveva detto con tanta gioia e amore. A questo punto Suor Raffaella mi dice: “Può mandarmi un Sacerdote, al quale possa riferire tutto quello che non è scritto nel libretto, ma che tengo nella mia mente?”

“Certo, lo dirò al Padre, a don Sfoggia, che il 23 Maggio ha avuto la grazia di assistere ad un’Apparizione, mentre stava con me nella Grotta e pregava la Vergine cara con il santo Rosario.”

“Allora, caro Bruno, me lo mandi presto.”

“Va bene, Sorella, e speriamo che tutto vada a gloria di Dio e per onorare la Vergine, qui, dove è apparsa.”

Finalmente la vedo sorridente. Mi guarda serena e mi dice: “Questa è una delle tante prove. Attendiamo e preghiamo. Offriamo tutto per la conversione degli increduli del mondo e per l’incredulità del rione.”

Lo dico a Don Sfoggia che si reca subito dalla Suora.

Man mano che il tempo passava, Don Sfoggia mi raccontava tante belle cose interessanti.

Tra le altre cose, mi disse: “Bruno, è una cosa che farà sbalordire il mondo! La Suora ha avuto il privilegio di ricevere la spiegazione del misterioso Messaggio che la Santa Vergine ti ha dato il 12 aprile 1947! E in più la Vergine le ha fatto sapere cose importanti:

- Che i Bambini, che sono presso le Suore, li manderanno via. (ciò è avvenuto)

- Che la Suora sarà portata in una casa di cura per alienati mentali (è avvenuto)

- Che tornerà in comunità e si ammalerà di cancro (è avvenuto)

- Che morrà e sarà interrata nel cimitero dei Frati Trappisti (è avvenuto).

E tutto per confermare l’Apparizione della Vergine della Rivelazione alle Tre Fontane, avvenuta a te, il 12 aprile 1947; e la suora mi ha detto altre cose che scriverò e consegnerò ai miei superiori.”

Don Sfoggia non aggiunse altro e non volle dirmi più niente per non impressionarmi, perché erano cose che riguardavano me stesso.

Don Sfoggia riferisce tutto ai superiori e al Parroco Don Risi, che lo consigliano di andare alla Trappa e di parlare con il Padre Abate, riferendogli tutto quello che ha saputo. Era presente anche Padre Dettoni.

Il tempo è inesorabile passa svelto. Siamo nel 1948. Non ricordo le date precise, ma descrivo quello che ricordo in quei giorni.

Le Autorità ecclesiastiche hanno inviato una commissione di esperti, presi dal Santo Uffizio e dal Vicariato. Viene chiamata la Madre Generale delle Maestre Pie Filippini, la Superiora Maria Anna Sisti, e Madre Ninetta Jonata. Tutti vanno alla Trappa, dove il Padre Abate e il Superiore li accolgono. Mandano una persona, credo la Madre Anna Sisti a chiamare Suor Raffaella Somma, che si presenta davanti alla Commissione d’inchiesta per vagliare i fatti narrati da Don Sfoggia; che insisteva che i fatti fossero una cosa del Cielo, cioè soprannaturali. Come anche mi aveva detto Don Alberto Tommaselli e come io avevo riferito alla Suora e a Don Sfoggia.

Suor Raffaella arriva tutta tesa e si emoziona nel vedere tutta quella gente che l’aspettava.

Uno di loro le disse: “Bene, Sorella, vuole raccontarci i fatti come sono andati?”

(Queste notizie le ho raccolte da Suor Raffaella, da Don Sfoggia, da Madre Ninetta e dalla Superiora Madre Anna Sisti.)

Suor Raffaella narra il sogno e tutto il resto, punto per punto; poi dice:

“Ho scritto tutto nel mio libretto!”

“Si?! Allora ce lo consegni!”

Le Suora mette la mano nella tasca e diventa pallida. Non trova più il libretto! Cerca nella tasca, gira... rigira... niente!

Incomincia a tremare... trema ancora di più... farfuglia qualche parola incomprensibile ... Le tremano le labbra... e cade in terra, svenuta.

Presente c’era anche il direttore del manicomio, che aveva interrogato me e i miei bambini, a suo tempo.

La rialzano. Vedendo la Suora in quello stato la portano, con l’auto del Superiore della Trappa in una casa di cura per alienati mentali.

L’accompagnano anche un monsignore e la Madre Anna Sisti.

A tutti, per tranquillizzare i miei bambini, si diceva che la Suora era partita per una villeggiatura.

E pensare che questa era soltanto la prima parte di tutto quello che la Suora aveva riferito a Don Sfoggia; e a Don sfoggia aveva letto negli scritti di lei e mi aveva ripetuto.

Suor Raffaella Somma resta circa sei mesi in casa di cura; poi torna in Comunità con un certificato medico attestante che la Suora è sana di mente e di corpo e che non risulta nulla psichicamente e fisicamente a suo carico. Mi sembra che l’attestato dicesse proprio così; comunque si potrebbe farne ricerca.

Finalmente la vedo sorridere. Mi guarda e mi dice: “questa è una delle tante prove. Attendiamo e preghiamo. Offriamo tutto per la conversione degli increduli del mondo e l’incredulità del rione.”

Le suore tutte contente festeggiano il suo ritorno.

Frattanto i Padri Trappisti hanno scartato delle pianete logore e le hanno consegnate, insieme a delle pianete in buone condizioni ma con qualche difetto, a Suor Raffaella Somma, affinché accomodi queste con le parti meno logore di quelle.

Un giorno, vado con mia moglie a trovare i bambini, e vedo la Suora che toglieva dei ricami dorati da una pianeta. Mi guarda contenta e mi dice: “Quanto sarebbe bello fare, con questi ritagli, qualcosa di utile.”

Guardo e mi balena per la mente un’idea: vedo un disegno ben preciso: “Cara Sorella, le dico, è bene farci un bel disegno della perfezione divina, che racchiuda Maria e rappresenti la SS. Trinità.”

“Bene, fammi vedere con un disegno cosa bisogna fare. Al resto penso io...”

Faccio il disegno: due arpe, simili a due - C - con le parti convesse affrontate e leggermente distanziate escono da un triangolo equilatero con 1’ apice in alto, sormontato da una piccola croce latina. Il triangolo, che copre gran parte delle due arpe, ha all’interno la scritta: Dio è Amore. Tutto il disegno è inscritto in un cerchio. Fuori del cerchio, tre rose a sinistra e tre a destra.

Tutto corrisponde alla visione avuta, diciamo all’ispirazione.

Spiego alla Suora il significato del disegno: Maria è l’Armonia della Trinità Divina. Dio è Amore nella perfezione infinita.

Suor Raffaella Somma chiama lolanda e le dice: “Vieni anche tu. Non vorrei essere presuntuosa di fare il lavoro da sola. E’ meglio farlo in due per un ricordo a Bruno.” Così fanno.

Si mettono ai lavoro tutte e due dopo alcuni giorni, lo completano. Al centro di un pezzo di un vecchio camice liturgico viene riportato il disegno con ricami e perline. Ai lati due arabeschi floreali a motivo ornamentale estranei al disegno. In basso a sinistra il piccolo monogramma ricamato SRS (Suor Raffaella Somma), a destra C I ( Cornacchiola Iolanda).

La stoffa, incorniciata con vetro, è attualmente collocata all’ingresso della Cappellina in Casa Betania, sede dell’Associazione catechistica SACRI, che Suor Raffaella, senza conoscere, amava tanto, e per la quale mi dette dei consigli, come dovevo viverla e quante sofferenze avrei dovuto passare per farla nascere e crescere.

Alcuni giorni dopo ebbi con Suor Raffaella un altro incontro tutto particolare e spirituale. Ricevetti un insegnamento di forza e di Fede, unito nell’ubbidiente sottomissione alla volontà di Dio, “Bruno, mi disse, si avvicina il Natale. Ma io sento; che qui (e mi indica il petto) c’è qualche cosa che cammina e si forma. Quello che avverrà l’accetto con Amore, e mi dono per la Chiesa, per il Papa, per la Grotta della cara Madre, la Vergine della Rivelazione, come Lei ha detto e predetto, e per te”. Passa altro tempo. Lei soffre e offre per quella causa santa che è la Grotta dell’Apparizione. Frattanto mi era venuto l’ordine di riprendere i miei bambini.

Mi chiamano. E’ la Superiora Madre Anna Sisti che vuole parlarmi. Vado. Mi dice che Suor Raffaella è molto malata e non vuole andare in ospedale. Ha detto che vuole restare in Comunità. Non ha paura di morire, perché ha detto di conoscere anche il giorno che sarà portata nel Regno dei Cieli.

Accompagnato dalla Madre Superiora saliamo nella stanzetta di Suor Raffaella Somma.

La Suora mi guarda e dice. “Comportati sempre bene. lo tra poco tempo andrò dal Padre. Mi hanno visitato e hanno trovato che ho un cancro, in una fase ormai avanzata. Si sta avverando la seconda parte. Tu vedrai le seguenti. Sii forte. Pregherò per te e per la tua santificazione.”

Dico alla Madre: “Fatele una fotografia per ricordo.”

“Ci pensi lei, mi risponde. Porti un fotografo ma di nascosto, perché è meglio che non venga più qui, da noi “.

Il 19 febbraio 1949, prima che si alzasse il sole, mi presento con il fotografo, il Signor Filippini, che avevo conosciuto in Spagna. La Madre ci fa entrare di nascosto perché le Suore non volevano che io tornassi nella loro Comunità. Non ricordo l’ora. Ricordo che Suor Raffaella Somma, col vestito da religiosa, viene fatta sedere dietro un piccolo tavolo, con un cuscino per appoggiare la testa e un altro per appoggiare le mani e sorreggere così il corpo decadente.

Entriamo. Il fotografo già pronto scatta l’istantanea. La riprende sorridente che mi guarda.

Mi chiede: “Come stai?”

Pur essendo così malata, si preoccupa del mio stato! La saluto e vado via.

Stiamo uscendo dal portoncino quando sento alcune suore gridare piangendo : “E’ morta! Aveva l’età di Iolanda, quarant’anni!”.

Suor Raffaele Somma aveva detto e scritto:

1) che doveva essere ricoverata in manicomio, è avvenuto;

2) che i miei bambini sarebbero stati allontanati dalla Casa, è avvenuto;

3) che doveva ammalarsi di cancro e morire, è avvenuto;

4) che doveva essere sepolta nel Cimitero dei Padre Trappisti, dove è vietata la sepoltura di una donna, è avvenuto.

La Vergine cara ha dato direttamente un Messaggio a Suor Raffaella Somma.

Questo documento e gli altri scritti, chi li ha? Sono ben conservati per fare il bene? E’ difficile rispondere.

L’avversione delle Suore verso di me, a motivo di calunnie, cresce sempre più. In seguito soltanto Madre Ninetta Jonata venne a trovarmi in casa. Con lei parlammo di tante cose spirituali che la Madre Superiora aveva registrato sul “registratore a filo”.

Si attendono i funerali.

E’ un momento veramente drammatico. Io non posso avvicinarmi alla Casa delle Religiose, né partecipare ai funerali, perché mi è stato proibito di farmi vedere.

Credo che il giorno dopo la santa morte di Suor Raffaella Somma, il 19 febbraio, fu la data fissata per i funerali. Tutto è pronto.

Nascosto dietro un cespuglio, tra gli alberi della collina degli eucalipti, vedo i preparativi.

Mi vengono in mente tante cose, la semplicità di quell’Anima benedetta, volata in Cielo, e il suo coraggio nell’affrontare ogni cosa con animo generoso e pieno di Fede.

Suor Raffaella Somma si è offerta per la gloria di Dio, affinché venisse riconosciuta l’Apparizione alla Grotta delle tre Fontane dove la Vergine della Rivelazione ha detto tante cose per la Chiesa e per il mondo, che va in rovina.

Qui, se gli uomini avranno vera Fede, ritroveranno nella Chiesa la via perduta. Questa era Suor Raffaella Somma: una Suora senza pretese, sempre pronta, nella sua semplicità e umiltà a dare al prossimo un sorriso ed un aiuto.

I preparativi stanno per_terminare. Inizio il santo Rosario. Arriva il carro funebre. Fuori della Casa, le Maestre Pie Filippini attendono che la bara sia deposta nel carro.

Penso: “Ma, non avverrà il suo seppellimento nel Cimitero della Trappa?”

Il carro si appresta a partire, mentre le Suore salgono in macchina.

Improvvisamente si vede da lontano un’auto targata S C V (Stato Città dei Vaticano). Arriva, ne scende un Sacerdote ( che poi seppi essere un Monsignore, del quale non conosco l’identità) che consegna una lettera al Padre Abate. Questi, con la Superiora della Comunità delle Maestre Pie Filippini, leggono e parlano tra di loro. Un Padre parla con il personale addetto al carro funebre. Vedo il carro girare e entrare nella Trappa.

Che gioia! si è avverato il Messaggio!

Dopo, Madre Anna Sisti mi racconta che giunti all’arco, che segna l’ingresso alla Trappa, la cassa che conteneva il Corpo della Martire d’Amore Suor Raffaella viene preso e portato a Spalla dentro il Cimitero dei Padri Trappisti, e qui sepolta per ordine superiore della Santa Sede.

(Ripeto non conosco chi ha questi documenti, né dove vengono conservati)

Tutto si è avverato di quello che è stato scritto, detto e fatto, sempre nel nascondimento e sempre nel silenzio, in attesa che ogni cosa si fosse avverata senza interventi umani, ma soltanto per volontà di Dio e della Vergine della Rivelazione, che in molti cuori e cervelli ha portato una... rivoluzione.

Testi presi da varie fonti: Biografia di Cornacchiola, S.A.C.R.I.; La Bella Signora delle Tre Fontane di padre Angelo Tentori; La vita di Bruno Cornacchiola di Anna Maria Turi; ...

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