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Domenica, 28 aprile 2024 - Misteri gloriosi - San Luigi Maria Grignion da Montfort ( Letture di oggi )

Santa Faustina Kowalska:Cracovia, 20.10.1935. Con la guida di un angelo, venni condotta nell'inferno. È una voragine di indescrivibili tormenti. Quale che sia lo spazio che occupa, è vastissimo. Vi notai questi tormenti: il primo costituisce l'essenza stessa dell'inferno e consiste nella perdita di Dio. Il secondo, sono i continui rimorsi di coscienza. Il terzo, sta nel fatto che un simile destino non cambierà mai più. Il quarto, è il fuoco che tormenta l'anima senza consumarla: si tratta di una tortura atroce, perché quel fuoco è unicamente spirituale e viene acceso dall'ira di Dio. Il quinto tormento consiste nelle tenebre continue e nel fetore soffocante. Malgrado ciò, demoni ed anime dannate si scorgono reciprocamente e constatano tutto il male degli altri e quello proprio. Il sesto tormento è rappresentato dalla presenza continua di Satana. Il settimo è dato da una disperazione spaventosa, la quale scatena l'odio verso Dio e riempie tutto quello spazio di imprecazioni, di maledizioni e di bestemmie.
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Novembre, mese dei defunti - Meditazioni sul Purgatorio



Purgatorio

15 NOVEMBRE. LE PENE DELL'INFERNO E QUELLE DEL PURGATORIO

E ancora S. Caterina da Genova che ce ne parla: «Ciò che costituisce la colpa è la volontà perversa dell'uomo contro la volontà di Dio. Finché persiste la cattiva volontà di peccare, persiste anche la colpa. Poiché i dannati sono passati da questa vita con l'attaccamento al peccato, la loro colpa resta e non hanno più la possibilità del perdono divino, essendo entrati nell'eternità con quella volontà malvagia. Passando nell'eternità, l'anima si fissa nel bene o nel male, secondo le disposizioni dell'ultimo istante. E' scritto infatti: come ti troverò, così ti giudicherò. I dannati, poiché si sono trovati con la volontà di peccato al momento della morte, restano nella colpa eternamente e conseguentemente anche nella pena. Alle Anime del Purgatorio resta invece solo la pena da scontare, mentre la colpa è stata loro rimessa da Dio, col pentimento sincero. Tale pena è anche destinata a finire, via via che la scontano nel Purgatorio. Oh, miseria sopra ogni altra! e tanto più deplorevole in quanto non è compresa dalla cecità umana! La pena dei dannati nell'Inferno è infinita nella durata, ma non nella intensità (anche se sempre più dolorosa di ogni pena del Purgatorio...), poiché la dolce bontà dì Dio non lascia di far giungere anche là un raggio della sua misericordia. L'uomo, morto nel peccato mortale, meriterebbe una pena infinita, sia nella durata che nell'intensità: la misericordia di Dio l'ha voluta infinita solo nel tempo e non nella intensità, come meriterebbe per sè lo stato di peccato che è rifiuto ostinato a Dio. Oh, quanto è pericoloso il peccato commesso con malizia! Perché l'uomo difficilmente se ne pente. E, non pentendosi, rimane nella colpa e questo stato continua fino a quando egli non detesta sinceramente il peccato, rimanendo nella volontà di commetterlo!». Ci può essere per l'uomo stoltezza più grande che rimandare all'ultimo momento la cosa più importante della sua esistenza terrena: la salvezza dell'anima? Chi può capire, capisca!

Preghiamo per i nostri cari Morti.

Fonte: Preghiere a Gesù e Maria