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Venerdi, 26 aprile 2024 - Misteri dolorosi - San Marcellino ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:Il giovane ricco del Vangelo è indeciso sul daffare. Una delle mancanze più serie nella vita spirituale è proprio la incapacità di decidersi. Spaventato dalla delusione o dalla sofferenza, uno preferisce di non scegliere niente. Così rimane invaso da un senso di insoddisfazione e di tristezza. Allora bisogna reagire, bisogna accettare Dio nella propria vita e riconciliarsi con le proprie fragilità. A volte il demonio, che non vuole il tuo cambiamento, ti mette davanti le tue miserie per scoraggiarti e turbarti. Invece lo Spirito Santo illumina la tua miseria per scuoterti, per non rassegnarti all'infelicita', per salvarti da mediocrità. Certo, il cambiamento non dipende da te ma da Dio. A te è chiesto di desiderarlo e di volerlo, e Dio farà il resto.
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La Passione di Gesù dagli scritti della Beata Anna Caterina Emmerick



Quaresima

Quarta e quinta caduta di Gesù.

Le donne di Gerusalemme

«Il Signore gli farà ricadere addosso il sangi versato e lo ri pagherà del suo oltraggio» (Osea 12,15).

Vicino alla porta sud-ovest di Gerusalemme i carnefici spinsero brutalmente il Signore in un pantano.

Siccome Simone voleva passare al di fuori del pantano, la croce vacillò e Gesù cadde nel fango. Era la sua quarta caduta.

Il Cireneo riuscì appena a trattenere la croce. Il Signore cadde nel fango e udii la sua voce, flebile ma distinta, pronunciare queste parole:

«Ahimè, ahimè! Quanto ti ho amata, Gerusalemme! Volevo raccogliere i tuoi figlioletti, come la chioccia raccoglie i suoi piccoli sotto le ali, ma tu mi cacci crudelmente fuori dalle tue porte!».

I farisei, udendo queste parole, lo ingiuriarono:

«L'agitatore non è ancora soddisfatto, continua a straparlare!».

Allora i carnefici lo trascinarono fuori dal pantano e lo percossero.

Nauseato da queste crudeltà, Simone di Cirene esclamò:

«Se non smettete con le vostre infamie, getto via la croce, anche se mi ucciderete!».

Dalla porta, attraverso la quale era uscito il Signore, si snoda un sentiero angusto e roccioso che conduce sul monte Calvario.

All'inizio di questa viuzza era stato fissato un palo con un cartello che annunciava la condanna a morte di Gesù di Nazaret e dei due ladroni. Poco distante vidi un gruppo di povere donne che si lamentavano e piangevano. Non tutte erano di Gerusalemme: erano venute da Betlemme, da Ebron e dai luoghi vicini in occasione della Pasqua. Arrivato a quel posto, Gesù cadde in deliquio, ma non stramazzò a terra, perché Simone appoggiò la croce al suolo e lo sorresse. Fu la quinta caduta del Signore sotto la croce.

Nel vederlo in quello stato miserevole, le giovani e le donne si batterono il petto per il forte dolore.

Esse gli tesero dei sudai con i quali potesse asciugarsi il sangue e il sudore.

Gesù, rivolgendosi a loro, disse:

«Figlie di Gerusalemme, non piangete per me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli, perché verrà un tempo in cui si dirà: “Felici le sterili, i corpi che non hanno partorito e le mammelle che non hanno allattato!”. Allora si comincerà a dire alle montagne: “Piombateci addosso; e voi colline copriteci!”. Perché se questo avviene per il legno verde, che sarà di quello secco?».

Il Signore aggiunse altre parole piene di profondo significato, il cui senso era: le loro lacrime sarebbero state ricompensate e da questo momento avrebbero camminato per altre vie.

Ai piedi del Golgota la triste processione fece una breve sosta, mentre gli inservienti si avviarono sul monte. Essi portavano gli arnesi del supplizio ed erano seguiti da un centinaio dì soldati romani. Pilato, che aveva scortato a di stanza il corteo, rientrò in città con i suoi legionari.