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Venerdi, 26 aprile 2024 - Misteri dolorosi - San Marcellino ( Letture di oggi )

Santo Curato d'Ars (San Giovanni Maria Vianney):Un cristiano che è guidato dallo Spirito Santo non fa fatica a lasciare i beni di questo mondo per correre dietro ai beni del cielo. Sa fare la differenza.
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La Passione di Gesù dagli scritti della Beata Anna Caterina Emmerick



Quaresima

Maria santissima durante la flagellazione di Gesù

Durante il supplizio di Gesù la Vergine Maria rimase rapita in un'estasi dolorosa. Ella soffrì nello spirito le stesse pene provate dal suo divin Figlio: dalle sue labbra prorompevano dei gemiti sommessi e i suoi occhi erano arrossati dal molto pianto.

La Madonna giaceva svenuta tra le braccia della sorella maggiore, Maria Heli, che era già in età avanzata e aveva molta somiglianza con sua madre Anna. Maria di Cleofa, figlia di Maria Heli, stava appoggiata al braccio di sua madre. Le altre sante compagne di Maria santissima e di Gesù erano tutte presenti, velate e tremanti per il dolore e l'angoscia.

Le discepole si stringevano intorno alla santa Vergine, piangendo e fremendo come se stessero aspettando la pro pria condanna a morte. Maria santissima portava una lunga veste color cielo, sormontata da un lungo mantello di lana bianca e da un velo giallo pallido. Maria Maddalena appariva annientata dal dolore, con i capelli in disordine e gli occhi gonfi dal pianto.

Nello stesso momento in cui Gesù era caduto ai piedi della colonna, Claudia Procla aveva inviato alla Vergine un pacco di grandi teli di lino. Non so se la consorte di Pilato credesse nella liberazione del Signore o avesse avuto il presentimento della sua crocifissione; in qualsiasi caso quei teli sarebbero stati utili per fasciare il suo corpo piagato.

Quando riprese i sensi, Maria vide suo Figlio, con il corpo piagato e insanguinato, trascinato via dai carnefici. Gesù si asciugò il sangue dagli occhi con un lembo della veste per guardare la sua amatissima Madre. Ella tese le braccia verso di lui e seguì con strazio profondo le orme di sangue che lasciavano i suoi passi.

Allontanatasi la folla, la santa Vergine e Maria Maddalena si avvicinarono alla colonna e, protette dalle pie donne, asciugarono dal suolo il sangue del Signore con alcuni teli. Vidi alcuni discepoli di Gesù nel tempio: sui loro volti erano ritratte la tristezza e l'angoscia.

L'aspetto della Vergine Maria e di Maria Maddalena durante la passione del Signore

Vedo le guance della Madonna pallide e smunte, il naso di forma sottile e gli occhi arrossati dal gran piangere.

Indescrivibile è il suo aspetto sconvolto, eppure nulla vi è di scomposto o in disordine nel suo abbigliamento. L'ho vista errare in mezzo alla folla di Gerusalemme e poi nel la valle di Giosafat.

Dalla sua figura traspare la luce della santità, i suoi movimenti sono semplici, calmi e dignitosi; il suo contegno e il modo di guardare sono regali, tutto in lei è semplice, degno, puro e innocente. La sua veste azzurra è inumidita dal la rugiada notturna e dalle abbondanti lacrime, mentre lei appare pulita e bene ordinata. La sua indicibile bellezza, ineffabile e soprannaturale, esprime contemporaneamente casta purezza, semplicità e santità.

Maria Maddalena ha un aspetto diverso: è più alta e robusta, inoltre nella sua persona e negli atteggiamenti vedo qualcosa di più accentuato che in Maria. Le sue vesti sono in disordine e lacere, sporche di fango, i suoi capelli cadono sciolti sotto il velo umido ridotto in cenci. Il pentimento e la disperazione l'hanno sconvolta e sfigurata, non pensa ad altro che al suo Signore e ha l'aria d'una pazza. Molte persone di Magdala, che si trovano a Gerusalemme in occasione della Pasqua, l'insultano a causa della sua passata vita scandalosa e le gettano fango adosso. Ma lei è tanto assorta nel suo dolore che non bada a nulla.

Gesù oltraggiato e coronato di spine

«Andandogli davanti dicevano: “Salve, re dei Giudei!”, e gli davano schiaffi» (Giovanni 19,3).

Il lunedì dopo la quarta domenica di Quaresima, la pia suora cominciò nuovamente ad avere le visioni sulla passione di Gesù; fu afferrata da un accesso di febbre e da una sete ardente, tanto che la sua lingua era interamente inaridita.

L'estatica iniziò la narrazione senza ordine alcuno, con molta fatica e strazianti sofferenze; disse che le era impossibile narrare tutti i maltrattamenti subiti da Gesù durante l'incoronazione di spine. Suor Emmerick aveva chiesto a Dio la grazia di provare la stessa arsura del Salvatore (Clemens Brentano).

Pilato parlò ancora al popolo, che gli rispose elevando un solo grido:

«Condannalo a morte! Dovessimo noi pure morire tutti insieme! ».

E quando Gesù fu condotto all'incoronazione di spine i suoi nemici gridarono:

«A morte! A morte! ».

Questo grido fu ripetuto più volte da nuove masse di Giudei che, sobillati dai farisei, continuavano ad affluire nella piazza vicino al pretorio.

Il procuratore si ritirò per offrire incenso agli dèi e im partire ordini ai suoi soldati. Ci fu una breve pausa, i sacerdoti e i sinedriti, seduti sulle panche davanti alla terrazza del procuratore, si fecero portare dai loro servi qualcosa da mangiare.

Dopo aver asciugato le tracce del santo sangue di Gesù ai piedi della colonna e tutt'intorno, la santa Vergine e le pie donne lasciarono il foro ed entrarono in una casetta a ridosso di un muro; avevano con loro i teli di lino intrisi di sangue.

L'incoronazione di spine fu eseguita nel cortile del corpo di guardia, le cui porte erano aperte; nell'interno si trovavano una cinquantina di aguzzini, servi e furfanti, i qua li presero parte attiva ai martìri di Gesù.

La folla si accalcava da tutti i lati, finché l'edificio fu isolato dai soldati romani.

Gesù fu spogliato nuovamente e rivestito di un vecchio mantello militare color porpora, che gli arrivava fin sopra alle ginocchia. Il mantello si trovava in un angolo della stanza e con esso venivano coperti i criminali dopo la flagellazione.

Il Signore fu fatto sedere al centro del cortile, su un tronco di colonna ricoperto di cocci di vetro e di pietre.

Indicibile fu il tormento di quella incoronazione: intorno al capo di Gesù venne legato un serto intrecciato di tre rami spinosi, alto due palmi, le cui punte erano rivolte verso l'interno. Nel legare posteriormente la corona al santo capo, i carnefici gliela strinsero brutalmente per fare in mo o che le spine grosse un dito si conficcassero nella sua fronte e nella nuca. Poi gli infilarono una canna tra le mani legate, si posero in ginocchio davanti a lui e inscenarono l'incoronazione di un re da burla.

Non contenti gli strapparono di mano quella canna, che doveva figurare come scettro di comando, e iniziarono a percuotergliela sulla corona di spine, tanto che gli occhi del Salvatore furono inondati di sangue; al tempo stesso i malfattori lo schiaffeggiavano e gli rivolgevano volgarità di ogni tipo.

Non saprei ripetere tutti i violenti maltrattamenti che quei perfidi miserabili riuscivano a inventare per far soffrire il nostro povero Gesù. Nostro Signore era orribilmente sfigurato. Inoltre era tormentato dall'arsura e dalla febbre violenta, causata dalle sue numerose ferite. Tremava tutto e le sue carni erano dilaniate fino all'osso, la lingua era ritratta convulsamente e solo il santo sangue che gli colava dalla fronte rinfrescava la sua bocca riarsa.

I tormenti di Gesù, causati dall'infame incoronazione di spine, durarono circa mezz'ora. I numerosi soldati che circondavano il pretorio non avevano fatto altro che ridere e trarne godimento.