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Venerdi, 26 aprile 2024 - Misteri dolorosi - San Marcellino ( Letture di oggi )

San Francesco di Sales:Chi è veramente umile non può mai credere che gli si faccia torto in alcuna cosa.
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Biografia di Santa Clelia Barbieri



Santa Clelia Barbieri



La notte oscura

Non riferiremmo questo momento di crisi storica, se non vi fosse una diretta connessione con la soffe­renza intima di Clelia. È il tempo delle ansie e desola­zioni di spirito, da cui si riprende per visibile inter­vento di Dio. Queste prove diventano una tappa essenziale della sua assimilazione al Cristo crocifisso e risorto.

Leggendo la «Notte oscura» di S. Giovanni della Croce, si nota quasi una coincidenza letterale fra que­sto faticoso itinerario spirituale e la vicenda della ragazza delle Budrie. Il profondo travaglio di Clelia Barbieri deve interpretarsi come il riverbero sulla sua anima sensibilissima e sulla sua stessa resistenza fisica del dramma del popolo e dei suoi pastori. Figlia della Chiesa bolognese riceve in pieno petto questi colpi che danno un quadro di eccezionale sofferenza comu­nitaria.

Quando don Guidi tornò al paese, fu una festa. Campane a distesa e clamorosa dimostrazione popo­lare. Il curatino, così lo chiamavano, scese di car­rozza; e, indirizzandosi alla sua gente, disse in dia­letto: «Adess a son un galantom».

Queste parole, riferite da testi oculari, pur nel riserbo abituale di don Guidi, vibrano di dignitosa fie­rezza e rivelano dolorosi retroscena.

All'inizio del 1867, Clelia ha improvvise tachicar­die e sbocchi di sangue di chiara provenienza tbc: sono sintomi di un morbo che la minava fin dalla prima infanzia ed assume ora una forma galoppante. Nel corso di questa malattia, Orsola le toglie di dosso la catenella di ferro a maglie larghe e sottili, e il rita­glio di cuoio a forma di cuore con quattordici punte aguzze, che in certi tempi usava con l'obbedienza del confessore: un'ascesi rimasta sconosciuta agli intimi.

Questi oggetti erano puri strumenti di penitenza, oppure nel loro rude simbolismo esprimevano una più precisa intenzione? Il cuore a punte potrebbe colle­garsi con l'esperienza di S. Leonardo da Porto Maurizio, un santo molto popolare nel contado bolognese, il quale nei suoi «Proponimenti» scriveva: «Porterò ogni giorno e anche la notte una croce sul petto con sette punte... per avere un memoriale continuo, vicino al cuore, del Cuore addolorato della Santa Ver­gine Maria».

Dopo mesi di alternative, la malata rapidamente declina. Riceve il viatico; suonano l'agonia... Ma poi si ridesta e volgendosi alla mamma dice: «Perché piangete? State tranquilla. Questa volta il Signore non mi prende. Vuole qualche altra cosa da me».

Inchiesta Cornero

Rapidamente ristabilita Clelia cambia chiave e procede libera e serena, attraverso dure difficoltà, come una freccia nelle mani del guerriero. Deve attuare quel «qualcosa» che Dio vuole da lei e che si è delineato chiaramente al termine della grande prova. Ottiene un'adesione preziosa da una ragazza che abita dall'altra parte del Samoggia verso S. Maria in Strada, Orsola Donati, che sarà erede del suo progetto e del suo spirito. Don Guidi dà il benestare. Viene offerto un piede a terra per la nascente fondazione nella sede della scuola, rimasta libera per le dimissioni dell'an­ziano Geremia Neri.

Quando ormai il disegno sta per calarsi nella realtà e il nucleo giovanile - formato da Clelia, Orsola, Teodora, Violante - è sul punto di trasferirsi in quella che anche oggi è chiamata la casa del maestro, si scatena una reazione montante. Chiacchiere, insi­nuazioni, aperte opposizioni. I soliti zelanti tacciarono le ragazze di esaltate e vagabonde, e parole pesanti circolarono sul conto dell'uomo di Dio che aveva avallato l'iniziativa.

Qualcuno passò parola a Giuseppe Morisi, asse­sore anziano facente funzione di sindaco, uomo ser­vile, del quale lo storico di S. Giovanni in Persiceto, Giovanni Forni, dà un giudizio piuttosto severo.

Avviene che il Ritiro delle Budrie, progettato con estrema semplicità e linearità, un'opera di ispirazione evangelica al servizio delle famiglie più povere del paese, è preso di mira come un tentativo di ristabilire le Congregazioni religiose che si volevano soppri­mere.

In base al reclamo del Morisi, il prefetto Cornero, a norma dell'art. 7 delle leggi di soppressione, ordina un'inchiesta che è contenuta in un consistente fasci­colo dell'archivio di Stato, con lettere del questore Bolis, del sindaco Morisi, del consigliere Carta Mameli e, a tergo di ogni lettera, le diligenti annota­zioni del prefetto stesso. Don Guidi difensore dei poveri

Nell'aprile del 1868 l'affare, dopo 6 mesi circa, si sgonfia e vien dato il nulla-osta al sorgere della prima fondazione di Clelia e delle sue sorelle, allora deno­minate figlie di Maria o dell'Immacolata. Don Guidi torna a casa con il sospirato nulla-osta una sera di fine marzo 1868, e ne dà l'annuncio sventolando un fazzo­letto bianco dal finestrino della carrozza. Così, il 1 maggio 1868, si inaugura il Ritiro delle Budrie.

Dall'incidente clamoroso e sofferto possiamo dedurre tanti elementi sulla natura di questa iniziativa, sul suo carattere popolare, sulle linee di fondo. Abbiamo una misura autentica della statura spirituale di quelle ragazze e del visibile intervento di Dio, che si fa garante della fondazione, scudo e baluardo dei miti e umili di cuore. Dall'affare del 1867-68 balza in piena evidenza l'immagine di don Guidi che, posto in stato di accusa per il presunto «concentramento di monache», difende il nascente Ritiro con la tenacia dell'uomo d'azione e la prudenza del diplomatico. L'uomo che sale le scale dei potenti per salvaguardare il piccolo germoglio di bene sorto nella sua comunità parrocchiale, è mosso dallo Spirito di Dio, che lo riempie di forza e di sapienza: un autentico difensore e padre del Ritiro delle Budrie.

Nell'inchiesta della prefettura c'è quasi un'autenti­cazione della nuova esperienza. Dobbiamo ringra­ziare il Morisi, perché senza il suo reclamo saremmo privi di notizie da parte di una fonte certamente non sospetta; e non disporremmo di un testo che, pur nello stile burocratico, costituisce una vera e propria credenziale.