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Sabato, 27 aprile 2024 - Misteri gaudiosi - Santa Zita ( Letture di oggi )

Madre Teresa di Calcutta:Il fatto che Dio ha posto una certa anima sul vo­stro cammino è segno che Dio vuole fare qualcosa per lei. Non è un caso... E stato pianificato da Dio. Dob­biamo sentirci, in coscienza, obbligati ad aiutare. Se un'anima desidera Dio, ha diritto che gli vengano of­ferti i mezzi per andare a Lui. Nessuno ha il diritto di ostacolarlo. Guardate la croce e capirete cosa significa anche una sola anima per Gesù.
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Santa Brigida di Svezia



Santa Brigida

LA CONDOTTA DELL’ANIMA - 1

Gesù diceva: «Imita la mia umiltà; perché io sono Re di gloria e Re degli angeli, sono stato rivestito di vec­chi stracci e legato nudo alla colonna. Ho udito ogni obbrobrio, ogni calunnia vomitata addosso a me. Prefe­risci la mia volontà alla tua, perché per tutta la sua vita Maria, mia Madre e tua Signora, non ha mai fatto altro che la mia volontà. Se la farai anche tu, il tuo cuore sarà nel mio e sarà infiammato dal mio amore; e così come ciò che è secco e arido prende fuoco facilmente, allo stesso modo la tua anima sarà colma di me ed io sarò in te, in modo che tutte le cose temporali ti risultino amare e qualsiasi voluttà carnale sia un veleno per te. Ti riposerai fra le braccia della mia divinità, che è to­talmente priva di ogni voluttà carnale, ma contiene gioia e diletto dello spirito; infatti l'anima colma di gioia inte­riore ed esteriore non pensa né desidera altro che la gioia che la fa vibrare. Perciò non amare nulla all'infuori di me; in questo modo avrai tutto quello che vorrai a profusione. Non sta forse scritto che l'olio della vedova non viene mai meno? E che nostro Signore ha dato la pioggia alla terra, secondo le parole del profeta? Ora, io sono il vero profeta. Se credi alle mie parole e le segui, in te l'olio, la gioia, l'esultanza non verranno mai meno». Libro I, 1

Gesù sposo dell'anima

«Ti ho scelta e presa in sposa per manifestarti i miei segreti, poiché questa è la mia volontà. Del resto mi ap­partieni di diritto, in quanto alla morte di tuo marito hai rassegnato la tua volontà nelle mie mani, visto che, an­che dopo la sua scomparsa, hai pensato e pregato di es­sere povera e hai voluto lasciare ogni cosa per amore mio. Per questo mi appartieni di diritto. Era necessario che, con un amore così grande, mi prendessi cura di te; così ti prendo in sposa e per il mio diletto, il diletto che Dio prova per un'anima casta. La sposa, dunque, deve essere pronta quando lo sposo desidera solennizzare le nozze, affinché ella sia ricca a sufficienza, ornata e puri­ficata dal peccato di Adamo; quante volte, caduta nel peccato, ti ho sorretto e sostenuto. La sposa, inoltre, de­ve portare sul petto le insegne e la livrea del suo sposo; questo significa che devi fare attenzione ai benefici di cui ti ho colmato, alle opere che ho compiuto per te, os­sia: con quanta nobiltà ti ho creato dandoti un corpo e un'anima; di quanta eminenza ti ho dotato dandoti la salute e i beni temporali; con quanta dolcezza ti ho gui­dato, quando sono morto per te e ti ho trasmesso la mia eredità, se desideri averla. La sposa, poi, deve fare la vo­lontà del suo sposo; qual è la mia volontà, se non il fatto che tu mi ami al di sopra di ogni cosa e non desideri al­tro che me? Ora, sposa mia, se non desideri altro che me e se di­sprezzi tutto per amore mio, non solo ti darò come dol­ce e preziosa ricompensa figli e genitori, ma anche ric­chezze e onori, non l'oro e l'argento, ma me stesso; io che sono Re di gloria, ti darò me stesso come Sposo e premio. Se provi vergogna nell'essere povera e disprezzata, pensa che io, tuo Dio, ti ho preceduto lungo questa strada; i miei servitori e i miei amici, infatti, mi hanno abbandonato sulla terra, poiché non ho cercato gli amici della terra, ma del cielo. Inoltre, se temi il peso della fatica e dell'infermità, pensa quanto è doloroso bruciare nel fuoco. Cosa ti meriteresti se avessi offeso qualcuno così come hai offeso me? Anche se ti amo con tutto il cuore, non vengo mai meno alla mia giustizia: poiché mi hai offeso in tutte le tue membra, in esse troverai soddi­sfazione. Tuttavia, data la buona volontà che dimostri e i tuoi propositi di fare ammenda, tramuto la mia giusti­zia in misericordia, rimettendo, in cambio di una picco­la espiazione, i supplizi più dolorosi. Accetta dunque con entusiasmo una piccola pena, cosicché, purificata, tu ottenga più velocemente una ri­compensa più grande; è più ragionevole, infatti, che la sposa soffra e lavori con lo sposo, affinché possa riposa­re con lui con maggiore fedeltà». Libro I, 2

Rimani umile

«Io sono il tuo Dio e il Signore che onori. Sono co­lui che con la sua potenza regge il cielo e la terra, e che non ha alcun sostegno né appoggio. Sono colui che, sot­to le specie del pane e del vino, vero Dio e vero uomo, viene immolato ogni giorno. Sono colui che ti ha scelto. Onora il Padre mio; amami; obbedisci al mio Spirito, rendi grande onore a mia Madre, tua Signora. Onora tutti i miei santi; mantieni la retta fede che ti insegnerà colui che ha provato di persona il conflitto della verità e della falsità e che ha vinto grazie al mio soccorso. Man­tieni vera la mia umiltà. Qual è la vera umiltà se non quella di manifestare ciò che si è, e lodare Dio per i be­ni che ci ha dato? Ora, se vuoi amarmi, ti attirerò a me con la carità, come la calamita attira il ferro; e ti racchiuderò nella forza del mio braccio, così potente che nessuno può stenderlo, così fermo che quando è disteso nessuno può piegarlo o curvarlo; ed è pure così dolce che supera ogni aroma e non può essere paragonato con i piaceri del mondo, perché li supera tutti». Libro I, 3

Le parole con cui la gloriosa Vergine Maria ha insegnato a Santa Brigida come vestirsi

«Io sono Maria, che ha generato il vero Dio e vero uomo, il Figlio di Dio. Sono la Regina degli angeli. Mio Figlio ti ama con tutto il cuore, e per questo ricambialo. Devi ornarti di abiti onesti, dunque ti mostrerò quali sono e come devono essere. Per prima cosa ti è stata data una camicia, poi hai ri­cevuto una tunica, delle scarpe, un mantello e un collare per il tuo petto; allo stesso modo spiritualmente devi avere la camicia della contrizione: così come la camicia è maggiormente a contatto con la carne, allo stesso modo la contrizione e la confessione sono la prima strada per andare verso Dio, la strada attraverso cui l'anima che gioiva del peccato viene purificata e la carne rivestita. Le scarpe sono i due affetti, ossia: la volontà di fare ammenda delle colpe commesse, e la volontà di compie­re il bene e astenersi dal male. La tua tunica è la speran­za, con cui aspiri a Dio: infatti così come la tunica ha due maniche, allo stesso modo la giustizia e la miseri­cordia sono contenute nella tua speranza, affinché tu possa sperare in Dio in modo da non trascurarne la giu­stizia. Inoltre pensa alla sua giustizia e al suo giudizio a tal punto di non dimenticarne la misericordia, perché non c’è giustizia senza misericordia, né misericordia senza giustizia. Il mantello è la fede: in effetti, così come il mantello copre tutto, allo stesso modo l'uomo, me­diante la fede, può capire e raggiungere ogni cosa. Que­sto mantello deve essere disseminato dei segni dell'amo­re del tuo caro sposo: come ti ha creato, riscattato, nu­trito e introdotto nel suo spirito, e aperto gli occhi dello spirito. Il collare è il pensiero della Passione, che deve essere costantemente sul tuo petto: il modo in cui mio Figlio è stato schernito, flagellato e coperto di sangue; il modo in cui è stato steso sulla croce con i nervi trapas­sati, e in cui tutto il suo corpo ha tremato nella morte a causa dell'immenso dolore che provava; e il modo in cui ha rimesso il suo spirito nelle mani del Padre. Che que­sto collare penda sempre sul tuo petto. Che la sua coro­na sia sulla tua testa; in altre parole, ama profondamen­te la castità; di conseguenza sii pudica e onesta; non pensare a nulla, non desiderare altro che il tuo Dio, il tuo Creatore: quando avrai lui, avrai tutto; e così ornata e adorna aspetterai l'arrivo del tuo caro Sposo». Libro I, 7

Come pregare

«Io sono il tuo Dio - vero Dio e vero uomo in una persona - che, messo in croce, è tutti i giorni nelle mani dei sacerdoti. Quando mi rivolgi una preghiera, finiscila sempre con queste parole: 'Sia fatta la tua volontà, e non la mia'. A volte desideri cose contrarie alla tua sal­vezza e per questo è necessario che tu sottometta la tua volontà alla mia, perché io so tutto e provvedo a ogni cosa ti sia utile. Certo, diversi uomini mi pregano, ma non con il giusto intento; per questo motivo non meri­tano di essere esauditi». Libro I, 14

Il modo in cui la sposa deve prepararsi alle nozze

La Santa Vergine parlava alla sposa, dicendo: «Spo­sa di mio Figlio, amalo perché egli ti ama; onora i santi, che sono alla sua presenza, perché essi sono simili a in­numerevoli stelle; il loro fulgore e il loro splendore non possono essere paragonati a nessuna luce temporale; perché così come la luce del mondo è diversa dalle te­nebre, allo stesso modo c'è molta più differenza fra la luce dei santi e la luce di questo mondo». Poi il Figlio della Vergine parlò alla sua sposa, di­cendo: «Mia sposa, devi avere quattro cose: essere pronta per le nozze della mia divinità, nelle quali non c’è nessuna volontà carnale, bensì un grande piacere spirituale, come è giusto che provi Dio per l'anima ca­sta, in modo che l'amore per i tuoi figli, i beni e i geni­tori non ti distolga dall'amore per me, evitando così che tu faccia la fine delle vergini stolte (Mt 25), che non era­no pronte quando nostro Signore volle invitarle alle nozze; perciò ne furono escluse. Poi devi credere alle mie parole, perché io sono la Verità, fonte di verità, dalla mia bocca non è mai uscito altro che la verità, e nelle mie parole c'è solo la verità; per questo a volte ciò che dico va inteso in senso spiri­tuale, altre volte va preso alla lettera; perciò le mie paro­le devono essere capite nel modo dovuto; e nessuno può accusarmi di menzogna. Devi inoltre essere ubbidiente... Obbedisci con umiltà e gioia a quelli cui devi obbedire; non fare ciò che ti sem­bra utile e ragionevole se è contrario all'ubbidienza. Infat­ti, conviene che tu rinunci per obbedienza alla tua vo­lontà, sebbene essa sia buona e segua la volontà di colui che comanda, se ciò che egli ti ordina non è contrario alla salvezza della tua anima o se non è irragionevole. Infine devi essere umile, perché sei unita da un ma­trimonio spirituale: per questo devi essere umile e pudi­ca all'arrivo del tuo sposo. Che il tuo servitore, ossia il tuo corpo, sia moderato. Sarai certamente fertile e fe­conda grazie al seme spirituale e sarai d'aiuto a più per­sone. Quando in un tronco secco viene inserito un inne­sto, il tronco fiorisce senza dare frutti; tu, invece, dovrai sia fiorire sia fruttificare attraverso la mia grazia che ti inebrierà, affinché l'intera corte celeste si rallegri del vi­no di dolcezza che ti devo dare. Non sfidare la mia bontà. Ti garantisco che, così come Zaccaria ed Elisa­betta hanno avvertito interiormente una gioia ineffabile quando venne loro promessa la nascita di un figlio, an­che tu gioirai intimamente delle grazie di cui voglio col­marti e gli altri gioiranno attraverso te». Libro I, 20

Come da un bene modesto l'uomo assurge a un bene perfetto

«Talvolta da un bene modesto deriva una grande ri­compensa», diceva il Figlio di Dio alla sposa. «Il dattero ha un profumo buonissimo e contiene un nocciolo: se lo si mette nella terra grassa, questo cresce e genera frutti e a poco a poco diventa un albero; ma se viene posto in un terreno sterile, si secca perché quella terra, troppo arida per fruttificare, si diletta e gode nel peccato e non diventa grassa nemmeno se viene gettato il seme delle virtù. Viceversa è ricca la terra dello spirito di colui che conosce il peccato e si pente di averlo commesso; se in essa viene seminato il nocciolo del dattero, ossia la seve­rità del mio giudizio e della mia potenza, nel suo spirito crescono tre radici. La prima radice sono quegli uomini che pensano di non poter far nulla senza il mio soccorso; dunque si ri­volgono a me in preghiera. La seconda sono quelli che iniziano con il fare una piccola elemosina in nome mio. La terza quelli che si disfano e si liberano dalle cose che li vincolano per servirmi, si dedicano al digiuno e ab­bandonano la loro volontà: questo è il tronco dell'albe­ro. In seguito, attirando a sé tutti i beni possibili, rendo­no possibile la crescita dei rami della carità; quando, in­fine, insegnano agli altri tutto quello che sanno, il frutto giunge a maturazione. Essi cercano il modo di compiere ciò con l'intento di aumentare il mio onore; per questo un frutto del genere mi è molto gradito. Così, dunque, da un bene modesto essi assurgono a un bene perfetto e compiuto. Inizialmente queste per­sone gettano le radici con devozione mediocre; poi, però, il corpo cresce mediante l'astinenza, i rami si mol­tiplicano con la carità e il frutto cresce grazie alla predi­cazione». Libro I, 43

La Passione di Cristo deve essere sempre presente nei nostri cuori

«Io sono il tuo Creatore e il Redentore delle anime; sono il Dio che ami sopra ogni cosa. Guarda e medita: le anime che ho riscattato con il mio sangue sono come le anime di quelli che ignorano Dio; queste ultime giac­ciono nell'orribile prigionia del diavolo che le affligge furiosamente in tutte le loro membra, come un torchio implacabile. Per questo, se assapori e conosci le mie piaghe nel tuo spirito, se in esso è sempre presente la mia flagellazione e se provi dolore per la reputazione di qualcuno, mostra ai tuoi poveri quanto mi ami, dichiara in pubblico le parole che ho pronunciato con la mia stessa bocca e annunciale di persona ai vertici della Chiesa. Certo, ti darò il mio Spirito. Ovunque ci sia dissenso fra due individui, se essi credono nel mio nome, potrai riunirli e riconciliarli mediante la virtù che ti è data. Inoltre, affinché le mie parole abbiano maggior rilievo, ne porterai la testimo­nianza al pontefice: gli uomini di Chiesa le gustano e ne gioiscono, perché le mie parole sono come il grasso che si fonde e si liquefa con facilità quanto più è caldo; ma quando è privo di calore, non fa presa e non pene­tra all'interno. Lo stesso succede con le mie parole, perché più l'uomo è infiammato dalla mia carità, più le medita e le divora e più assimila il grasso della mia dolcezza, della gioia celeste e di quella del mio amore e maggiore è l'ardore con cui si infiamma nel mio amore». Libro 1, 52

Dialogo e consigli di Gesù alla sua sposa

«Diverse persone si stupiscono perché parlo con te e non con gli altri che conducono un'esistenza migliore e mi hanno servito più a lungo di te. Io rispondo loro con un esempio. Un signore aveva diverse vigne, situate in più luo­ghi, il cui vino aveva l'odore e il gusto della terra di ogni vigna. Ora, dopo che l'uva fu pigiata e il vino fil­trato, il padrone della vigna bevve i vini di qualità me­diocre e inferiore, ma non quello migliore. Se qualcu­no dei presenti e degli aiutanti gli avesse chiesto il mo­tivo di ciò, egli avrebbe risposto che quest'ultimo tipo di vino era certamente di suo gradimento e gli pareva il più dolce, ma che il padrone della vigna non versa il vino migliore, né lo disprezza, ma lo conserva sino a quando non sia giunto il momento di fargli onore e di renderlo utile, dandone un po' a ciascuno. Io con te faccio lo stesso. Ho diversi amici la cui vita mi è più dolce del miele, più deliziosa del vino e più lu­minosa ai miei occhi che non il sole. Tuttavia mi è pia­ciuto eleggerti nel mio spirito, non perché tu fossi mi­gliore o al loro livello, o perché fossi più degna di loro quanto a meriti, ma perché io ho voluto così; infatti ren­do saggi gli stolti, giusti i peccatori; né l'averti fatto una grazia del genere significa che disprezzi gli altri, anzi li riservo per la mia utilità e il mio onore, come esigerà la mia giustizia. Per questo motivo umiliati in ogni cosa, e curati unicamente dei tuoi peccati. Ama tutti, anche co­loro che sembrano odiarti di più ed essere i tuoi detrat­tori principali, perché essi costituiscono l'occasione mi­gliore per guadagnarsi una corona. In particolare ti vie­to di fare tre cose, ti permetto di farne tre e ti consiglio di farne altrettante. Prima di tutto non devi desiderare altro che Dio e occorre che tu respinga ogni forma di superbia e di ar­roganza e che eviti sempre la lussuria della carne. Ti vie­to per prima cosa di amare le parole vuote e frivole; se­condariamente di cercare le superfluità del cibo e delle altre cose; e in terzo luogo di concederti alla superficia­lità del mondo e alle sue gioie. Viceversa ti permetto di fare tre cose: la prima, di dormire, con moderazione, per avere una buona complessione; la seconda, di bada­re con temperanza all'esercizio del corpo; la terza, di mangiare, con moderazione, per fortificare e sostentare il corpo stesso. Poi ti consiglio tre cose: lavorare nel digiuno e com­piere opere di bene, cui è promesso il Regno dei cieli; disporre nel modo dovuto di ogni cosa che rende onore e grazia a Dio; meditare senza sosta due cose nel tuo cuore: quello che ho fatto per te, soffrendo e morendo per amore tuo, poiché questo pensiero stimola l'amore per Dio; e pensare alla mia giustizia e al mio terribile giudizio, perché ciò stimola il timore. Infine, quello che ti comando e ordino, consiglio e permetto, è che tu mi obbedisca come sei tenuta a fare. Te lo comando, perché sono il tuo Dio; te lo ordino, perché sono il tuo Signore; te lo permetto, perché sono il tuo Sposo; te lo consiglio perché sono il tuo amico». Libro II, 16

La Saggezza Divina non sta nelle Scritture ma nel cuore e in un'esistenza retta

«Io che ti parlo sono il Creatore di tutte le cose e non sono stato creato da nessuno. Prima di me non c'era nulla, né ci sarà dopo di me. Senza di me non po­teva esistere niente, perché sono il Signore alla cui po­tenza non può resistere nessuno e dal quale dipendono qualsiasi potenza e qualsiasi dominio. Ti parlo come un uomo parla alla sua sposa. Mia sposa, dobbiamo avere tre case e in esse devono esserci il pane, una bevanda e della carne. Forse mi chiederai cosa intendo per pane: 'Non è il pane che si trova sull'altare?'. Certamente lo è, ma oc­corre pronunciare per bene le parole: 'Questo è il mio corpo'; non è pane, bensì il corpo che ho assunto nel ventre verginale di Maria, e che è stato crocifisso. E’ questo il pane che dobbiamo avere in casa e consiste in una volontà buona e sincera. Il pane corporale, se è puro, ha due effetti positivi: innanzitutto nutre e rafforza le vene, le arterie e i nervi; poi elimina la cancrena interna e la espelle, purificando l'uomo. Lo stesso succede con la volontà pura: conforta l'uomo, perché, se questi vuole solo quello che vuole Dio, non si tormenta e non si dà pena, ma cerca l'onore e la gloria del Padre; desidera con tutto il cuore lasciare le cose del mondo e stare con Dio. Tale volontà confor­ta l'uomo stimolandolo a compiere il bene e accrescen­do il suo amore per Dio, lo spinge a detestare il mondo, ne fortifica la pazienza e ne rafforza la speranza di otte­nere la gloria, tanto che egli tollera e sopporta con gioia ogni genere di cosa. Una buona volontà sradica e re­spinge ogni cancrena. Quale corruzione nuoce all'anima se non la superbia, la cupidigia e la lussuria? Quando la cancrena della superbia e di altri vizi coglie lo spirito dell'uomo, questi la scaccia se la ritiene vana, perché non è decente che l'uomo lodi se stesso per quello che riceve, mentre è giusto che lodi colui da cui riceve. La cupidigia è vana, in quanto tutto ciò che è della terra ci lascerà nel giorno della morte. Se si ha orrore della lus­suria e si desidera seguire la volontà di Dio, il cui pre­mio è senza fine e i cui beni non invecchiano mai, allora scompare la tentazione della superbia e della cupidigia e la volontà rimane nel bene. La bevanda da tenere nelle nostre case è quella della divina lungimiranza in ogni cosa che dobbiamo fare. Le bevande corporali hanno due effetti positivi: innanzitut­to permettono una buona digestione; infatti, chiunque si proponga e intenda compiere del bene - se esamina con attenzione, valutando quale onore ne ricaverà Dio, quale utilità il prossimo e quale vantaggio l'anima -, ve­drà che nelle sue azioni c'è un'utilità divina. Queste opere avranno uno sviluppo positivo, proprio come una buona digestione; se egli riscontra qualche sconsidera­tezza nel compimento delle proprie azioni, la scoprirà immediatamente; se vi trova qualcosa di iniquo, lo cor­reggerà subito e a quel punto il suo operato sarà retto, giusto, assennato e fonte di edificazione per gli uomini. Infatti colui le cui opere non sono state meditate in an­ticipo secondo i criteri divini, non cerca né l'utilità dell'anima, né l'onore di Dio; e benché inizialmente la sua opera abbia dei risultati felici, l'intento con cui l'ha compiuta sarà vano se alla fine egli non apporterà delle correzioni. Inoltre, le bevande dissetano: quale sete è peggiore del peccato? Se l'uomo pensa in anticipo alle conse­guenze dei peccati e alla miseria che comportano, alle ricompense di chi resiste a questa malvagia e inappaga­bile sete di vizi, allora la grazia divina estinguerà all'istante questa stessa sete; in lui si accenderà l'ardore della carità divina e dei desideri buoni; egli proverà la gioia di non aver ceduto al male che covava nello spiri­to, ed eviterà ciò che l'avrebbe fatto cadere se non fosse stato soccorso dalla meditazione e se essa non l'avesse reso più attento in futuro. Mia sposa, è questa la bevan­da che dobbiamo tenere in casa. In terzo luogo, nella nostra abitazione ci deve essere della carne da mangiare, perché essa svolge due funzio­ni: prima di tutto rende saporiti gli altri cibi ed è più adatta al corpo che non il pane da solo; poi fa buon san­gue, meglio del pane e del vino non accompagnati. Tale è l'effetto anche della carne spirituale. Ora, qual è que­sta carne se non la saggezza divina? Infatti, qualunque uomo di buona volontà desidera unicamente ciò che ap­partiene a Dio e la divina meditazione dei suoi misteri e non fa nulla se non reca maggiore onore a Dio stesso; persone come queste sono molto sagge. Potresti chiederti quale sia la saggezza divina; da una parte, infatti, ci sono molte persone semplici che cono­scono solo il Pater noster e ancora a stento; altre, invece sono molto sagge: sono forse queste ultime ad avere la saggezza divina? No, perché essa non sta propriamente nelle Scritture, ma nel cuore e in un'esistenza retta. ...Chi si abbandona il più possibile all'amore di Dio ha il cibo della saggezza - che rende più saporita la buona volontà - e medita in anticipo sulle proprie azio­ni: infatti quando l'uomo pensa alla morte e nella morte alla completa privazione di ogni cosa..., ritiene sia più ragionevole amare ciò che è eterno piuttosto che le cose periture. La saggezza divina, dunque, non sta esatta­mente nelle Scritture, ma nelle buone azioni... Perciò, mia sposa, raccogliamo e accumuliamo nei nostri granai queste tre cose: la buona volontà, la medi­tazione divina sulle azioni che vogliamo compiere e la saggezza di Dio, perché di queste tre cose dobbiamo gioire, sebbene io debba avvertire te e tutti i miei eletti che l'anima di ogni giusto è mia sposa, perché io sono il Creatore e il Redentore». Libro II, 25