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Venerdi, 26 aprile 2024 - Misteri dolorosi - San Marcellino ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:Uno dei più grandi ostacoli nel cammino di fede è avanzare in modo frettoloso. Il vero modo di avanzare è pazientare e camminare a piccoli passi. La fretta crea inquietudine e confusione. La fede somiglia a quel sentiero di montagna che sembra sconnesso e senza uscita, ma poi incontri Qualcuno che ti dà la mano. Con il pretesto di arrivare quanto prima in cima, prendi la scorciatoia e poi ti trovi fuori strada dove il terreno è più incerto. Invece di avanzare, perdi tempo, ti stanchi e rischi di finire nel precipizio. Potrà succedere, e accadrà sicuramente, di cadere e di smarrirsi, ma bisogna quanto prima rientrare nella grazia di Dio, accogliere la Sua mano, e riprendere il cammino.
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Santa Brigida di Svezia



Santa Brigida

IL RITORNO ALLA GERUSALEMME CELESTE

Pochi giorni dopo il suo arrivo a Cipro, il 12 otto­bre, Brigida partecipò a Famagosta alla cerimonia di incoronazione a re di Cipro e Gerusalemme del figlio di Eleonora d'Aragona, Pietro II di Lusignano, detto Pietrino. I festeggiamenti furono funestati da un san­guinoso scontro fra i ciprioti e l'ambasceria di Geno­va, che si era offesa per la precedenza accordata ai ve­neziani. La contesa fu momentaneamente sedata, pe­rò le cose non finirono lì: un anno dopo i genovesi per vendicarsi tornarono a Cipro con una flotta e si impadronirono dell'isola. La regina Eleonora, con­trariamente a quanto Brigida le aveva consigliato, tor­nò in Aragona e il giovane re morì ad appena venti­sei anni senza lasciare eredi. L'isola visse alterne vi­cende, finché nel XVI secolo finì in mano ai turchi.

Dopo l'incoronazione del giovane re, Brigida ripartì con il suo seguito alla volta di Napoli. Il ritorno in Ita­lia riportò con prepotenza alla sua attenzione ciò di cui maggiormente si preoccupava, cioè la lontananza dei papi da Roma. Gregorio XI, eletto nel 1370, era infatti ancora ad Avignone e benché ancor prima del­la sua elezione si fosse espresso a favore del ritorno del papato a Roma, non si era ancora deciso a com­piere questo passo. Più volte l'aveva ammonito anche Caterina da Siena, ma inutilmente. A Napoli Brigida ebbe una visione in cui Cristo le disse:

«Presta attenzione, figlia mia, e sappi che questo pa­pa Gregorio è simile a un paralitico che non può muo­vere le mani per lavorare e le gambe per camminare; poiché come la malattia della paralisi deriva dal san­gue, da umori infetti e dal gelo, così la passione sfre­nata del suo sangue e il gelo dei suoi sentimenti per me trattengono questo papa ad Avignone. Tu però de­vi sapere che con l'aiuto delle preghiere di mia ma­dre egli comincia già a muovere mani e piedi per ve­nire a Roma, in esaudimento della mia volontà e in mio onore. Sappi quindi con assoluta certezza che questo papa verrà a Roma dove si avvierà sulla stra­da del bene, ma non vi farà molti progressi».

Rispose Brigida: «O mio Signore, la regina di Na­poli e molti altri mi dicono che è impossibile che que­sto papa venga a Roma, perché il re di Francia, i car­dinali e molte altre persone pongono ostacoli sulla sua via».

In effetti è storicamente dimostrato che il papa non aveva alcun desiderio di tornare in Italia, a causa del­le continue guerre e dell'incessante ostilità dei Vi­sconti. La risposta di Cristo alle osservazioni di Bri­gida fu questa: «Io voglio ricondurre il papa a Roma. A te però non è concesso di sapere se lo vedrai op­pure no».

Brigida non inviò questo messaggio al papa, ma at­traverso il vescovo Alfonso, che si recò appositamen­te ad Avignone, gliene fece pervenire un altro in cui scriveva tra le altre cose:

Vieni dunque a Roma, non esitare! E non venire con l'abituale sfarzo e lusso, ma con umiltà e caldo amore. E quando sarai arrivato a Roma, estirpa tutti i peccati dalla tua corte. Guardati dai consigli dei tuoi amici mondani e segui quelli spirituali dei miei ami­ci. Non esitare, vieni e comincia a rinnovare la mia Chiesa, che ha bisogno di essere riportata alla sua pri­mitiva, santa condizione... Figlio mio Gregorio, io ti sollecito ancora una volta, torna a me con umiltà e segui il consiglio del tuo Creatore e Padre.

Sempre attraverso il vescovo Alfonso, Brigida fece in seguito pervenire al papa anche un altro messag­gio del Signore:

Il papa deve prestare attenzione soltanto a me e ve­nire a Roma, anche se tutti gli sconsigliano di farlo e oppongono resistenza. Egli deve avere fiducia in me! Io l'aiuterò e nessuno dovrà prevalere su di lui. Poi­ché il papa esita a tornare a Roma per stabilire la pa­ce e rinnovare la mia Chiesa, io voglio che egli ven­ga il prossimo autunno e che sappia che nulla mi è più gradito del suo ritorno in Italia.

Come è noto, il papa non ubbidì e tornò a Roma solo quattro anni più tardi, nel 1377.

Nel corso del soggiorno a Napoli Brigida ebbe mo­do di rivedere in più occasioni la regina Giovanna, che la ospitò nella sua residenza di Aversa offrendo­le la possibilità di riprendersi un poco dai disagi del lungo viaggio in Terra Santa. Nonostante la burra­scosa relazione con suo figlio Karl, che Brigida non aveva certo potuto approvare, tra le due donne il dia­logo era sempre rimasto aperto e l'amicizia non era mai venuta meno. Giovanna nutriva per la santa un'ammirazione sconfinata, che dimostrò anche quando fu chiamata a testimoniare al processo di ca­nonizzazione.

Nel febbraio del 1373 Brigida era di nuovo a Ro­ma, stanca e ammalata, ma sempre coraggiosa e com­battiva. Per l'ultima volta Brigida visitò le chiese ro­mane dove tante volte aveva pregato. L'accompagna­vano in queste devote peregrinazioni la figlia Cateri­na, oppure il vescovo Alfonso o il confessore Petrus. La santa volle anche incontrare in quel periodo alcu­ni amici romani, tra cui Latino Orsini.

Ma stanchezza e debolezza ebbero il sopravvento e gradualmente Brigida smise di uscire dalla casa di Campo dei Fiori. Rimase nella sua stanza, dove veni­va celebrata anche la messa. Come apprendiamo dal­le Rivelazioni, i suoi ultimi giorni furono molto tor­mentati da dubbi e tentazioni di ogni genere. Ma la Vergine la rassicurò: «Se ti vengono alla mente pen­sieri impuri e non riesci a cacciarli, il tuo sforzo sarà comunque premiato poiché le tentazioni si presenta­no contro la tua volontà».

Sei giorni prima della morte, quando i medici pen­savano che si sarebbe ripresa, la Vergine le disse an­cora:

Cosa dicono i medici? Dicono forse che non mo­rirai? In verità, figlia mia, essi non comprendono co­s'è la morte. Muore infatti colui che si separa da Dio, insiste nel,peccato e non se ne libera attraverso la con­fessione. E morto anche colui che non crede in Dio e non ama il suo Creatore. Vive e non muore colui che teme Dio, si purifica dai suoi peccati attraverso frequenti confessioni e desidera raggiungere Dio. Da­to però che il Signore può rovesciare l'ordine della natura e mantenerti in vita, sappi che nei medicamenti non vi è salvezza né vita. Per questo non è necessario che tu ora ti affidi ai medici; infatti poco tempo ri­chiede poco nutrimento.

Il giorno successivo Brigida fu gratificata da una vi­sione di Gesù, che con volto sorridente le disse:

Io mi sono comportato con te come uno sposo che si nasconde alla sposa affinché ella più intensamente lo desideri. Così in questo tempo non ti ho visitato portandoti consolazione, poiché era il tempo della tua prova. Poiché tu però hai superato questa prova, vie­ni dunque e preparati poiché è venuto il tempo che si realizzi ciò che ti ho promesso: davanti al mio al­tare devi essere vestita e consacrata, e d'ora in avan­ti non sarai soltanto la mia sposa, ma anche monaca e madre a Vadstena. Sappi però che tu deporrai il tuo corpo qui a Roma, ma esso in seguito giungerà nel luogo che gli è stato preparato.

Poi Gesù le disse ancora: «Il quinto giorno all'alba, quando avrai ricevuto i sacramenti, chiama presso di te le persone, una dopo l'altra, e di' loro cosa do­vranno fare. Così attraverso di loro raggiungerai il tuo monastero e il tuo corpo riposerà a Vadstena»g.

Brigida si preparò a morire. Negli ultimi cinque giorni che le restavano fu totalmente raccolta in Dio. Al processo la figlia Caterina così testimoniò a que­sto proposito:

In quei cinque giorni la signora Brigida non volle assumere più alcun cibo terreno, soltanto un poco d'acqua per pulirsi la bocca. Non volle più che le si cambiasse la biancheria del letto e non volle più par­lare con nessuno, a meno che non fosse assolutamente necessario; neppure volle più udire parole di conso­lazione, in ricordo delle sofferenze di nostro Signor Gesù Cristo.

A mezzanotte del quinto giorno, l'ultimo della sua vita, Brigida fece chiamare i figli Caterina e Birger e i membri della sua famiglia spirituale (erano presenti tutti, meno il vescovo Alfonso che si trovava ancora ad Avignone) e parlò a ognuno. A Caterina disse: «Pa­zienza e silenzio!».

All'alba Petrus di Alvastra celebrò la messa e Brigi­da chiese di essere posta su quel duro tavolo di legno sul quale per tanti anni aveva scritto le divine rivela­zioni". Poi rivolse gli occhi al cielo, mormorò le pa­role che Gesù aveva pronunciato prima di morire: «Nelle tue mani, Signore, affido il mio spirito», ed esa­lò l'ultimo respiro".

Negli Atti del processo di canonizzazione si legge: La signora Brigida nella sua ultima volontà aveva disposto che dopo la sua morte il suo corpo fosse sep­pellito nel cimitero di San Lorenzo in Panisperna del­1'Urbe, e per evitare ogni superbia e inutile gloria ave­va chiesto che la sepoltura avvenisse di notte, per sfuggire il concorso delle genti e la moltitudine delle persone.

Questo desiderio non poté però essere realizzato perché la notizia della morte della santa si diffuse im­mediatamente in tutta la città e una gran folla di de­voti ed estimatori volle partecipare alle esequie, che si svolsero il 27 luglio. Roma, che non sempre era sta­ta accogliente con Brigida, le rivolse uno straordina­rio omaggio spontaneo. Come fa notare il senatore Giulio Andreotti nella relazione tenuta in occasione delle celebrazioni per il sesto centenario della cano­nizzazione della santa (Roma, 3-7 ottobre 1991), non sempre il rapporto di Brigida con Roma fu sere­no, non mancarono momenti in cui la sua passione morale indispettì il popolo per lo scomodo richiamo a una vita più severa. Le cronache però ci dicono che tutta Roma si commosse profondamente quando el­la morì, al punto che per il grande concorso popola­re per due giorni non fu possibile trasportare la sal­ma al convento delle clarisse, luogo della temporanea sepoltura.

Il corpo, composto in una bara di legno racchiusa a sua volta in un antico sarcofago romano di marmo, fu deposto con grandi onori nella chiesa prescelta. Tuttora in San Lorenzo in Panisperna si trova la cap­pella di Santa Brigida, di fronte a quella di Crispino e Crispiniano in cui si venera un antico crocifisso di legno davanti al quale la santa si soffermava spesso in preghiera e veniva rapita in estasi.

La permanenza del corpo di Brigida a Roma dove­va però essere solo temporanea: conformemente alla richiesta di Gesù, Brigida aveva chiesto ai figli, ai due Petrus e agli altri sacerdoti svedesi che facevano par­te del suo seguito di portare le sue spoglie a Vadste­na non appena fosse stato possibile. La partenza av­venne il 2 dicembre 1373, dopo il ritorno da Avi­gnone del vescovo Alfonso: la cassa contenente le re­liquie di Brigida fu caricata su un cavallo e il corteo di accompagnatori, anch'essi a cavallo, si avviò per la via Flaminia verso Montefalco, la città di santa Chia­ra. Qui ebbe luogo la seduta preliminare, voluta e presieduta dal vescovo di Spoleto, del processo di ca­nonizzazione. Furono raccolte le prime testimonian­ze scritte, in particolare la Vita dei due Petrus.

Da Montefalco il vescovo Alfonso tornò a Roma, mentre gli altri proseguirono per Ancona, passando per il passo del Furlo. Da Ancona una nave li portò a Trieste. Ci fu poi il lungo attraversamento dell'Austria e della Polonia fino a Danzica, dove i ghiacci impe­dirono a lungo la partenza.

Finalmente le condizioni del mare consentirono di salpare, così che il 29 giugno 1374 la nave che tra­sportava le reliquie della santa toccò la terra svede­se, accolta da una gran folla di devoti, tra cui Nils Hermansson, che era stato il precettore dei figli di Brigida e il suo primo insegnante di latino. Prima tap­pa svedese fu LinkEping, nel cui duomo il feretro del­la santa rimase esposto con grandi onori per alcuni giorni.

Il 4 luglio 1374, a poco meno di un anno di di­stanza dalla morte, le reliquie di Brigida arrivarono a Vadstena e furono provvisoriamente collocate in una cappella lignea sulle mura di cinta, in attesa che fos­se terminata la chiesa, a quel tempo in fase di costruzione. Durante tutto il viaggio la gente era accorsa nu­merosa a dare il benvenuto alla principessa svedese che tornava a casa.

Si realizzavano così le parole del Signore, che ave­va annunciato a Brigida che sarebbe stata monaca a Vadstena.