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Domenica, 5 maggio 2024 - Misteri gloriosi - Beato Nunzio Sulprizio ( Letture di oggi )

San Giovanni Bosco:Coraggio, lavoriamo, lavoriamo sempre, perché lassù avremo un riposo eterno.

LETTURE A CASO

Lc 24,1-53

1Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato. 2Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro; 3ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. 4Mentre erano ancora incerte, ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgoranti. 5Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra, essi dissero loro: "Perché cercate tra i morti colui che è vivo? 6Non è qui, è risuscitato. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea, 7dicendo che bisognava che il Figlio dell'uomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il terzo giorno". 8Ed esse si ricordarono delle sue parole.

9E, tornate dal sepolcro, annunziarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. 10Erano Maria di Màgdala, Giovanna e Maria di Giacomo. Anche le altre che erano insieme lo raccontarono agli apostoli. 11Quelle parole parvero loro come un vaneggiamento e non credettero ad esse.

12Pietro tuttavia corse al sepolcro e chinatosi vide solo le bende. E tornò a casa pieno di stupore per l'accaduto.

13Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Èmmaus, 14e conversavano di tutto quello che era accaduto. 15Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. 16Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. 17Ed egli disse loro: "Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?". Si fermarono, col volto triste; 18uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: "Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?". 19Domandò: "Che cosa?". Gli risposero: "Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; 20come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l'hanno crocifisso. 21Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. 22Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro 23e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. 24Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l'hanno visto".

25Ed egli disse loro: "Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! 26Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?". 27E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. 28Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. 29Ma essi insistettero: "Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino". Egli entrò per rimanere con loro. 30Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. 31Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. 32Ed essi si dissero l'un l'altro: "Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?". 33E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, 34i quali dicevano: "Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone". 35Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

36Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!". 37Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma. 38Ma egli disse: "Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? 39Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho". 40Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. 41Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti, disse: "Avete qui qualche cosa da mangiare?". 42Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; 43egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.

44Poi disse: "Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi". 45Allora aprì loro la mente all'intelligenza delle Scritture e disse: 46"Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno 47e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni. 49E io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto".

50Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. 51Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo. 52Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia; 53e stavano sempre nel tempio lodando Dio.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Mt 10, 26-33: Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo.

At 21,1-40

1Appena ci fummo separati da loro, salpammo e per la via diretta giungemmo a Cos, il giorno seguente a Rodi e di qui a Pàtara. 2Trovata qui una nave che faceva la traversata per la Fenicia, vi salimmo e prendemmo il largo. 3Giunti in vista di Cipro, ce la lasciammo a sinistra e, continuando a navigare verso la Siria, giungemmo a Tiro, dove la nave doveva scaricare. 4Avendo ritrovati i discepoli, rimanemmo colà una settimana, ed essi, mossi dallo Spirito, dicevano a Paolo di non andare a Gerusalemme. 5Ma quando furon passati quei giorni, uscimmo e ci mettemmo in viaggio, accompagnati da tutti loro con le mogli e i figli sin fuori della città. Inginocchiati sulla spiaggia pregammo, poi ci salutammo a vicenda; 6noi salimmo sulla nave ed essi tornarono alle loro case. 7Terminata la navigazione, da Tiro approdammo a Tolemàide, dove andammo a salutare i fratelli e restammo un giorno con loro.

8Ripartiti il giorno seguente, giungemmo a Cesarèa; ed entrati nella casa dell'evangelista Filippo, che era uno dei Sette, sostammo presso di lui. 9Egli aveva quattro figlie nubili, che avevano il dono della profezia. 10Eravamo qui da alcuni giorni, quando giunse dalla Giudea un profeta di nome Àgabo. 11Egli venne da noi e, presa la cintura di Paolo, si legò i piedi e le mani e disse: "Questo dice lo Spirito Santo: l'uomo a cui appartiene questa cintura sarà legato così dai Giudei a Gerusalemme e verrà quindi consegnato nelle mani dei pagani". 12All'udir queste cose, noi e quelli del luogo pregammo Paolo di non andare più a Gerusalemme. 13Ma Paolo rispose: "Perché fate così, continuando a piangere e a spezzarmi il cuore? Io sono pronto non soltanto a esser legato, ma a morire a Gerusalemme per il nome del Signore Gesù". 14E poiché non si lasciava persuadere, smettemmo di insistere dicendo: "Sia fatta la volontà del Signore!".

15Dopo questi giorni, fatti i preparativi, salimmo verso Gerusalemme. 16Vennero con noi anche alcuni discepoli da Cesarèa, i quali ci condussero da un certo Mnasóne di Cipro, discepolo della prima ora, dal quale ricevemmo ospitalità.

17Arrivati a Gerusalemme, i fratelli ci accolsero festosamente. 18L'indomani Paolo fece visita a Giacomo insieme con noi: c'erano anche tutti gli anziani. 19Dopo aver rivolto loro il saluto, egli cominciò a esporre nei particolari quello che Dio aveva fatto tra i pagani per mezzo suo. 20Quand'ebbero ascoltato, essi davano gloria a Dio; quindi dissero a Paolo: "Tu vedi, o fratello, quante migliaia di Giudei sono venuti alla fede e tutti sono gelosamente attaccati alla legge. 21Ora hanno sentito dire di te che vai insegnando a tutti i Giudei sparsi tra i pagani che abbandonino Mosè, dicendo di non circoncidere più i loro figli e di non seguire più le nostre consuetudini. 22Che facciamo? Senza dubbio verranno a sapere che sei arrivato. 23Fa' dunque quanto ti diciamo: vi sono fra noi quattro uomini che hanno un voto da sciogliere. 24Prendili con te, compi la purificazione insieme con loro e paga tu la spesa per loro perché possano radersi il capo. Così tutti verranno a sapere che non c'è nulla di vero in ciò di cui sono stati informati, ma che invece anche tu ti comporti bene osservando la legge. 25Quanto ai pagani che sono venuti alla fede, noi abbiamo deciso ed abbiamo loro scritto che si astengano dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, da ogni animale soffocato e dalla impudicizia".

26Allora Paolo prese con sé quegli uomini e il giorno seguente, fatta insieme con loro la purificazione, entrò nel tempio per comunicare il compimento dei giorni della purificazione, quando sarebbe stata presentata l'offerta per ciascuno di loro.

27Stavano ormai per finire i sette giorni, quando i Giudei della provincia d'Asia, vistolo nel tempio, aizzarono tutta la folla e misero le mani su di lui gridando: 28"Uomini d'Israele, aiuto! Questo è l'uomo che va insegnando a tutti e dovunque contro il popolo, contro la legge e contro questo luogo; ora ha introdotto perfino dei Greci nel tempio e ha profanato il luogo santo!". 29Avevano infatti veduto poco prima Tròfimo di Èfeso in sua compagnia per la città, e pensavano che Paolo lo avesse fatto entrare nel tempio. 30Allora tutta la città fu in subbuglio e il popolo accorse da ogni parte. Impadronitisi di Paolo, lo trascinarono fuori del tempio e subito furono chiuse le porte. 31Stavano già cercando di ucciderlo, quando fu riferito al tribuno della coorte che tutta Gerusalemme era in rivolta. 32Immediatamente egli prese con sé dei soldati e dei centurioni e si precipitò verso i rivoltosi. Alla vista del tribuno e dei soldati, cessarono di percuotere Paolo. 33Allora il tribuno si avvicinò, lo arrestò e ordinò che fosse legato con due catene; intanto s'informava chi fosse e che cosa avesse fatto. 34Tra la folla però chi diceva una cosa, chi un'altra. Nell'impossibilità di accertare la realtà dei fatti a causa della confusione, ordinò di condurlo nella fortezza. 35Quando fu alla gradinata, dovette essere portato a spalla dai soldati a causa della violenza della folla. 36La massa della gente infatti veniva dietro, urlando: "A morte!".

37Sul punto di esser condotto nella fortezza, Paolo disse al tribuno: "Posso dirti una parola?". "Conosci il greco?, disse quello, 38Allora non sei quell'Egiziano che in questi ultimi tempi ha sobillato e condotto nel deserto i quattromila ribelli?". 39Rispose Paolo: "Io sono un Giudeo di Tarso di Cilicia, cittadino di una città non certo senza importanza. Ma ti prego, lascia che rivolga la parola a questa gente". 40Avendo egli acconsentito, Paolo, stando in piedi sui gradini, fece cenno con la mano al popolo e, fattosi un grande silenzio, rivolse loro la parola in ebraico dicendo:


La Città di Dio: Libro III - La storia di Roma in una visione critica: L'importazione di nuovi dèi non alleviano i mali.

12. Tuttavia Roma non si degnò di essere contenta dei molti culti religiosi che vi istituì Pompilio. Non aveva ancora il grandissimo tempio di Giove; fu re Tarquinio a costruire il Campidoglio. Esculapio venne da Epidauro a Roma allo scopo di esercitare, come medico espertissimo, la sua arte con gloria maggiore nella città più illustre. Venne da Pessinunte anche la madre degli dèi non saprei da quale stirpe; era indegno infatti che quando già suo figlio dominava sul colle capitolino, lei fosse ancora nascosta in una località poco conosciuta. Tuttavia se è madre di tutti gli dèi, non solo è venuta a Roma dopo alcuni suoi figli ma ne ha preceduti altri che l'avrebbero seguita. Mi fa un po' meraviglia che proprio lei abbia partorito Cinocefalo perché questi venne dall'Egitto molto più tardi. Se poi anche la dea Febbre è nata da lei, lo decida Esculapio, suo pronipote; ma da qualunque connubio sia nata, gli dèi stranieri non oseranno, penso, considerare oscura una dea cittadina romana. Dunque Roma fu posta sotto il patrocinio di tanti dèi. E chi potrebbe contarli? Indigeni e stranieri, celesti e terrestri, sotterranei e marini, delle fonti e dei fiumi e, come dice Varrone, legittimi e spuri, e di tutti i tipi di dèi maschi e femmine come negli animali. Roma dunque posta sotto la protezione di tanti dèi non avrebbe dovuto essere duramente colpita dalle grandi e orribili sventure, come quelle che fra tante citerò in seguito. Col fumo della sua grandezza come con un segnale aveva radunato troppi dèi a difesa. Istituendo e offrendo ad essi templi, altari, sacrifici e sacerdoti offendeva il sommo vero Dio a cui soltanto si devono questi onori debitamente compiuti. Ed era più felice finché visse con un numero minore di essi; ma quanto maggiore divenne, come una nave più grande che imbarca più marinai, pensò di dover procurarsene di più. Non si fidava, credo, che quei pochi con i quali aveva tenuto una condotta abbastanza onesta, se confrontata con una moralità più bassa, fossero sufficienti a soccorrere la sua grandezza. Dapprima infatti sotto gli stessi re, eccetto Numa Pompilio di cui ho parlato dianzi, vi fu il grande male della lotta dovuta alla discordia che indusse a far uccidere il fratello di Romolo.

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: NON SU TUTTI BISOGNA FARE AFFIDAMENTO. QUANTO SIA FACILE TRASCENDERE NEL PARLARE

PAROLE DEL DISCEPOLO
'Aiutami, Signore, ad uscire dalla tribolazione, perché s'attende invano la salvezza degli uomini" (Sal 59,13). Quanto spesso non ho trovato la fedeltà proprio là, dove avevo creduto di poterla avere! E quante altre volte, invece, l'ho trovata dove meno avevo pensato! Vana, dunque, è la speranza che si pone negli uomini: in Te solo, o Dio, è la salvezza dei giusti. Sii benedetto, Signore Dio mio, in tutte le cose che ci accadono! Noi siamo deboli ed incostanti; ci inganniamo presto e mutiamo nei sentimenti. Quale uomo sa guardarsi in tutto con tanta prudenza e circospezione, da non cadere talora in qualche inganno o incertezza?

Ma chi confida in Te, o Signore, e Ti cerca con semplicità di cuore, non è facile che cada. E se pure sarà incorso in qualche tribolazione, comunque ne sia rimasto oppresso, verrà da Te liberato o consolato, perché Tu non abbandoni chi spera in Te sino alla fine. È’ raro l'amico fedele che si mantenga tale in tutte quante le avversità dell'amico. Tu, invece, o Signore, Tu solo sei fedelissimo in ogni circostanza e, fuori di Te, non c'è altri che sia tale. Oh, quale profonda sapienza ebbe quell'anima santa che disse: "il mio spirito è saldo e radicato in Cristo!" (Sant'Agata). Se così fosse anche di me, non mi turberebbe tanto facilmente l'umano timore né m'abbatterebbero i colpi delle umane parole.

Chi può prevedere tutto, chi può premunirsi contro i mali futuri? Se, anche previsti, spesso ci addolorano, come non ci feriranno gravemente i mali imprevisti? Ma perché, infelice qual sono, non ho provveduto meglio a me? Perché, anche, mi sono affidato con tanta leggerezza ad altri? Siamo uomini, nient'altro che fragili uomini, anche se da molti siamo ritenuti e chiamati Angeli. A chi crederò, Signore, se non a Te? Tu sei la Verità, che non inganna e non può essere ingannata. Al contrario, "ogni uomo è inganno" (Sal 115,11), debole, instabile, facile a mutare, specialmente nelle parole; sicché, a stento, si può subito prestare fede a quello che, in apparenza, sembra vero. Quanto sapientemente Tu ci hai preavvisati che dobbiamo guardarci dagli uomini; che "i nemici dell'uomo saranno quelli della sua casa" (Mt 10,36) e che non dobbiamo credere, se alcuno ci dica: "Ecco, il Cristo è qui; ecco, è là!" (Mt 24,23; Mc 13,21).

Ho imparato a mie spese; ed almeno, ciò mi serva per una mia maggiore cautela, e non per mia maggiore stoltezza! Sii prudente - mi dice uno - sii prudente e tieni solo per te quello che ti dico. Eppure, mentre io taccio e credo che la cosa rimanga segreta, proprio lui, che m'aveva chiesto il silenzio, non riesce a tacere: improvvisamente tradisce me e sé, e se ne è già bell'e andato via. Da siffatto genere di fandonie e da codesti uomini sventati difendimi,o Signore; fa' ch'io non cada nelle loro mani e non commetta mai cose simili! Poni sulle mie labbra la parola sincera e leale ed allontana da me la parola astuta.Devo guardarmi in ogni modo da ciò che non vorrei dover patire da parte d'altri. Oh, come bello e quale fonte di pace saper tacere sul conto degli altri, non credere tutto alla leggera né essere facili a moltiplicare le parole su ciò che si è udito; Aprire solo a pochi il proprio animo, cercare sempre Te, che scruti i cuori, Né lasciarsi portare di qua e di là da ogni vento di parole, ma desiderare che tutto, dentro e fuori di noi, si compia secondo la tua volontà!

Oh, quali mezzi sicuri, per conservare la celeste Grazia, sono il rifuggire dalle umane apparenze, il non bramare quello che sembri procurare ammirazione all'esterno e l'inseguire invece, con tutta premura, ciò che procura emendazione di vita e fervore! Che danno arrecò a molti una virtù a tutti nota e prematuramente esaltata! E quanto giovò, invece, la Grazia conservata nel silenzio in questa fragile vita, della quale giustamente si dice che è tutta una tentazione ed una lotta!