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Lunedi, 6 maggio 2024 - Misteri gaudiosi - San Pietro Nolasco ( Letture di oggi )

San Giovanni Bosco:Se vuoi farti buono, pratica tre sole cose e tutto andrà bene. Quali sono queste tre cose. Eccole: allegria, studio pietà. É questo il grande programma, il quale praticando, tu potrai vivere felice, e fare molto bene all’anima.

LETTURE A CASO

Lc 8,1-56

1In seguito egli se ne andava per le città e i villaggi, predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio. 2C'erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Màgdala, dalla quale erano usciti sette demòni, 3Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni.

4Poiché una gran folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, disse con una parabola: 5"Il seminatore uscì a seminare la sua semente. Mentre seminava, parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la divorarono. 6Un'altra parte cadde sulla pietra e appena germogliata inaridì per mancanza di umidità. 7Un'altra cadde in mezzo alle spine e le spine, cresciute insieme con essa, la soffocarono. 8Un'altra cadde sulla terra buona, germogliò e fruttò cento volte tanto". Detto questo, esclamò: "Chi ha orecchi per intendere, intenda!".

9I suoi discepoli lo interrogarono sul significato della parabola. 10Ed egli disse: "A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo in parabole, perché

vedendo non vedano
e udendo non intendano
.

11Il significato della parabola è questo: Il seme è la parola di Dio. 12I semi caduti lungo la strada sono coloro che l'hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la parola dai loro cuori, perché non credano e così siano salvati. 13Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, accolgono con gioia la parola, ma non hanno radice; credono per un certo tempo, ma nell'ora della tentazione vengono meno. 14Il seme caduto in mezzo alle spine sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano sopraffare dalle preoccupazioni, dalla ricchezza e dai piaceri della vita e non giungono a maturazione. 15Il seme caduto sulla terra buona sono coloro che, dopo aver ascoltato la parola con cuore buono e perfetto, la custodiscono e producono frutto con la loro perseveranza.

16Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la pone sotto un letto; la pone invece su un lampadario, perché chi entra veda la luce. 17Non c'è nulla di nascosto che non debba essere manifestato, nulla di segreto che non debba essere conosciuto e venire in piena luce. 18Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha sarà dato, ma a chi non ha sarà tolto anche ciò che crede di avere".

19Un giorno andarono a trovarlo la madre e i fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. 20Gli fu annunziato: "Tua madre e i tuoi fratelli sono qui fuori e desiderano vederti". 21Ma egli rispose: "Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica".

22Un giorno salì su una barca con i suoi discepoli e disse: "Passiamo all'altra riva del lago". Presero il largo. 23Ora, mentre navigavano, egli si addormentò. Un turbine di vento si abbatté sul lago, imbarcavano acqua ed erano in pericolo. 24Accostatisi a lui, lo svegliarono dicendo: "Maestro, maestro, siamo perduti!". E lui, destatosi, sgridò il vento e i flutti minacciosi; essi cessarono e si fece bonaccia. 25Allora disse loro: "Dov'è la vostra fede?". Essi intimoriti e meravigliati si dicevano l'un l'altro: "Chi è dunque costui che da' ordini ai venti e all'acqua e gli obbediscono?".

26Approdarono nella regione dei Gerasèni, che sta di fronte alla Galilea. 27Era appena sceso a terra, quando gli venne incontro un uomo della città posseduto dai demòni. Da molto tempo non portava vestiti, né abitava in casa, ma nei sepolcri. 28Alla vista di Gesù gli si gettò ai piedi urlando e disse a gran voce: "Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio Altissimo? Ti prego, non tormentarmi!". 29Gesù infatti stava ordinando allo spirito immondo di uscire da quell'uomo. Molte volte infatti s'era impossessato di lui; allora lo legavano con catene e lo custodivano in ceppi, ma egli spezzava i legami e veniva spinto dal demonio in luoghi deserti. 30Gesù gli domandò: "Qual è il tuo nome?". Rispose: "Legione", perché molti demòni erano entrati in lui. 31E lo supplicavano che non ordinasse loro di andarsene nell'abisso.

32Vi era là un numeroso branco di porci che pascolavano sul monte. Lo pregarono che concedesse loro di entrare nei porci; ed egli lo permise. 33I demòni uscirono dall'uomo ed entrarono nei porci e quel branco corse a gettarsi a precipizio dalla rupe nel lago e annegò. 34Quando videro ciò che era accaduto, i mandriani fuggirono e portarono la notizia nella città e nei villaggi. 35La gente uscì per vedere l'accaduto, arrivarono da Gesù e trovarono l'uomo dal quale erano usciti i demòni vestito e sano di mente, che sedeva ai piedi di Gesù; e furono presi da spavento. 36Quelli che erano stati spettatori riferirono come l'indemoniato era stato guarito. 37Allora tutta la popolazione del territorio dei Gerasèni gli chiese che si allontanasse da loro, perché avevano molta paura. Gesù, salito su una barca, tornò indietro. 38L'uomo dal quale erano usciti i demòni gli chiese di restare con lui, ma egli lo congedò dicendo: 39"Torna a casa tua e racconta quello che Dio ti ha fatto". L'uomo se ne andò, proclamando per tutta la città quello che Gesù gli aveva fatto.

40Al suo ritorno, Gesù fu accolto dalla folla, poiché tutti erano in attesa di lui. 41Ed ecco venne un uomo di nome Giàiro, che era capo della sinagoga: gettatosi ai piedi di Gesù, lo pregava di recarsi a casa sua, 42perché aveva un'unica figlia, di circa dodici anni, che stava per morire. Durante il cammino, le folle gli si accalcavano attorno. 43Una donna che soffriva di emorragia da dodici anni, e che nessuno era riuscito a guarire, 44gli si avvicinò alle spalle e gli toccò il lembo del mantello e subito il flusso di sangue si arrestò. 45Gesù disse: "Chi mi ha toccato?". Mentre tutti negavano, Pietro disse: "Maestro, la folla ti stringe da ogni parte e ti schiaccia". 46Ma Gesù disse: "Qualcuno mi ha toccato. Ho sentito che una forza è uscita da me". 47Allora la donna, vedendo che non poteva rimanere nascosta, si fece avanti tremando e, gettatasi ai suoi piedi, dichiarò davanti a tutto il popolo il motivo per cui l'aveva toccato, e come era stata subito guarita. 48Egli le disse: "Figlia, la tua fede ti ha salvata, va' in pace!".

49Stava ancora parlando quando venne uno della casa del capo della sinagoga a dirgli: "Tua figlia è morta, non disturbare più il maestro". 50Ma Gesù che aveva udito rispose: "Non temere, soltanto abbi fede e sarà salvata". 51Giunto alla casa, non lasciò entrare nessuno con sé, all'infuori di Pietro, Giovanni e Giacomo e il padre e la madre della fanciulla. 52Tutti piangevano e facevano il lamento su di lei. Gesù disse: "Non piangete, perché non è morta, ma dorme". 53Essi lo deridevano, sapendo che era morta, 54ma egli, prendendole la mano, disse ad alta voce: "Fanciulla, alzati!". 55Il suo spirito ritornò in lei ed ella si alzò all'istante. Egli ordinò di darle da mangiare. 56I genitori ne furono sbalorditi, ma egli raccomandò loro di non raccontare a nessuno ciò che era accaduto.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Mc 12, 38-44 Questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri

3 Gv 1,1-14

1Io, il presbitero, al carissimo Gaio, che amo nella verità. 2Carissimo, faccio voti che tutto vada bene e che tu sia in buona salute, come va bene per la tua anima.

3Molto infatti mi sono rallegrato quando sono giunti alcuni fratelli e hanno reso testimonianza che tu sei verace in quanto tu cammini nella verità. 4Non ho gioia più grande di questa, sapere che i miei figli camminano nella verità.

5Carissimo, tu ti comporti fedelmente in tutto ciò che fai in favore dei fratelli, benché forestieri. 6Essi hanno reso testimonianza della tua carità davanti alla Chiesa, e farai bene a provvederli nel viaggio in modo degno di Dio, 7perché sono partiti per amore del nome di Cristo, senza accettare nulla dai pagani. 8Noi dobbiamo perciò accogliere tali persone per cooperare alla diffusione della verità.

9Ho scritto qualche parola alla Chiesa ma Diòtrefe, che ambisce il primo posto tra loro, non ci vuole accogliere. 10Per questo, se verrò, gli rinfaccerò le cose che va facendo, sparlando contro di noi con voci maligne. Non contento di questo, non riceve personalmente i fratelli e impedisce di farlo a quelli che lo vorrebbero e li scaccia dalla Chiesa. 11Carissimo, non imitare il male, ma il bene. Chi fa il bene è da Dio; chi fa il male non ha veduto Dio.

12Quanto a Demetrio, tutti gli rendono testimonianza, anche la stessa verità; anche noi ne diamo testimonianza e tu sai che la nostra testimonianza è veritiera.

13Molte cose avrei da scriverti, ma non voglio farlo con inchiostro e penna. 14Spero però di vederti presto e parleremo a viva voce. 15La pace sia con te. Gli amici ti salutano. Saluta gli amici ad uno ad uno.


La Città di Dio: Libro II - Immoralità del politeismo: ...non dipendono dai dèmoni ma da Dio.

23. 2. Dunque mentre la società andava in sfacelo a causa dell'immoralità, i loro dèi non fecero nulla per regolare o riformare i costumi perché non decadesse, anzi contribuirono a depravarli e guastarli per farla decadere. Non si fingano dunque persone dabbene come se si siano allontanati perché offesi dalla dissolutezza del popolo. Certamente erano presenti, si sono traditi, sono smascherati; non sono riusciti né ad aiutare col loro potere né a nascondersi nel silenzio. Tralascio che Mario fu raccomandato dai compassionevoli abitanti di Minturno alla dea Marica nel suo boschetto sacro perché gliele mandasse tutte buone. Ed egli che aveva perduto ogni speranza tornò incolume a Roma e guidò da crudele qual era un esercito crudele. I volenterosi possono leggere gli autori che hanno narrato quanto la sua vittoria fu disumana, incivile e più spietata di quella di un nemico. Ma, come ho detto, tralascio questi fatti e non attribuisco il successo efferato di Mario a non saprei quale Marica ma piuttosto a un'occulta provvidenza di Dio per chiudere la bocca dei nostri avversari e liberare dall'errore individui che non agiscono per passione ma riflettono saggiamente sulle cose. Infatti, sebbene i demoni abbiano un certo potere su questi fatti, ne hanno tanto quanto è loro concesso dal volere nascosto di Uno che tutto può. Non dobbiamo perciò sopravvalutare il successo terreno che spesso viene accordato a malvagi come Mario e non reputarlo un male perché osserviamo che in esso sono stati eccellenti anche molti individui religiosi, onesti e adoratori del vero Dio, nonostante l'opposizione dei demoni. Così non dobbiamo credere che i medesimi spiriti immondi si devono propiziare o temere in vista di beni o mali terreni. Anche essi, come gli uomini malvagi nel mondo, non hanno il potere di fare tutto ciò che vogliono, ma solamente quanto è consentito dalla disposizione di colui, di cui nessuno comprende pienamente i giudizi, nessuno giustamente li riprende.

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: L'AMORE ARDENTE E IL FERVIDO DESIDERIO DI RICEVERE CRISTO

PAROLE DEL DISCEPOLO
Desidero riceverTi, Signore, con grandissima devozione e con ardente amore, con tutto l'affetto ed il fervore del cuore, come Ti desiderarono nella Comunione tanti Santi e tanti devoti, che Ti furono sommamente cari per la santità della vita e per l'ardentissima pietà. O Dio mio, amore eterno, che sei tutto il mio Bene, la mia felicità senza fine, io bramo riceverTi con il più intenso desiderio e con il più profondo rispetto, quale poté mai avere e sentire alcuno dei Santi.E per quanto io sia indegno d'avere tutti quei sentimenti di devozione, tuttavia offro a Te tutto l'affetto del mio cuore, come se io solo avessi tutti quegli ardenti desideri che Ti sono tanto graditi.

Anzi, Ti porgo e Ti offro con somma venerazione e con intimo fervore tutto quello che un'anima devota può concepire e desiderare. Nulla voglio riservare per me, ma voglio immolare a Te me stesso ed ogni mia cosa, di mia libera e sommamente gioiosa volontà. O Signore Dio mio, Creatore e Redentore mio, io desidero riceverTi oggi con quell'affetto, con quella venerazione, con quell'omaggio di lode e d'onore, con quei sentimenti di riconoscenza, di nobiltà e d'amore, con quella fede, speranza e purezza, Con cui Ti desiderò e T'accolse la tua santissima Madre, la gloriosa Vergine Maria, quando, all'Angelo che le annunziava il mistero dell'Incarnazione, rispose con umiltà e devozione: "Ecco l'ancella del Signore; sia fatto a me secondo la tua parola" (Lc 1,38).

E come il beato tuo precursore Giovanni Battista, il più grande dei Santi, ancora chiuso nel seno materno, alla tua presenza sobbalzò di gioia nel gaudio dello Spirito Santo; E come, più tardi, vedendo Gesù camminare tra la gente, disse con grande umiltà e con slancio devoto: "l'amico dello sposo, che è presente e l'ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo" (Gv 3,29), Così, anch'io desidero essere acceso di quei nobili e santi desideri e darmi a Te con tutto il cuore.

Perciò, Ti presento e Ti offro i gaudi, gli ardenti affetti, le estasi, le illuminazioni soprannaturali e le visioni celestiali di tutti i cuori devoti; e Te li offro, per me e per tutti coloro che si raccomandano a me nelle preghiere, in unione con tutte le opere buone e le lodi che Ti furono e saranno tributate da ogni creatura in Cielo e in terra, perché Tu sia da tutti degnamente lodato e glorificato in eterno.

Accetta, o Signore Dio mio, i miei voti ed il mio desiderio di tributarTi lodi senza fine e benedizioni senza misura, che di diritto Ti sono dovute per l'immensità della tua ineffabile grandezza. Te le rendo ora e desidero renderTele ogni giorno ed ogni momento, e con calorosa preghiera invito e supplico tutti gli spiriti celesti e tutti i tuoi fedeli ad unirsi a me, per ringraziarTi e lodarTi. Ti diano lode tutti quanti i popoli, le tribù e le lingue e, con sommo giubilo e ardente devozione, esaltino il tuo nome santo e dolcissimo.

E tutti i Sacerdoti che celebrano con riverenza e pietà il tuo divino Sacramento e con piena fede lo ricevono, possano meritare di trovare grazia e misericordia presso di Te, e Ti preghino, supplichevoli, per me peccatore. E quando avranno raggiunto la sospirata devozione e la gioiosa unione con Te, e quando, ricolmi delle tue consolazioni e meravigliosamente ristorati, saranno partiti dalla sacra Mensa celeste, si degnino di ricordarsi di me poveretto.