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Domenica, 28 aprile 2024 - Misteri gloriosi - San Luigi Maria Grignion da Montfort ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:La vera preghiera non è mai un azione di ritocco, di ripulitura: un po' più buono, più umile, più gentile, più generoso. Se, nella preghiera, ti abbandoni totalmente a Dio, allora devi accettare un'operazione di demolizione. Se lasci fare a Dio, dalla preghiera uscirai non abbellito o lucidato, ma totalmente nuovo, direi irriconoscibile. Perché Dio non è un estetista facciale o un semplice arredatore del tuo castello interiore, che tiene in mano lo stucco o la vernice: Dio ti aspetta con il fuoco in mano. E la Sua rifondazione non parte dalla facciata bensì dal cuore.

LETTURE A CASO

Mc 11,1-33

1Quando si avvicinarono a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, mandò due dei suoi discepoli 2e disse loro: "Andate nel villaggio che vi sta di fronte, e subito entrando in esso troverete un asinello legato, sul quale nessuno è mai salito. Scioglietelo e conducetelo. 3E se qualcuno vi dirà: Perché fate questo?, rispondete: Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito". 4Andarono e trovarono un asinello legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo sciolsero. 5E alcuni dei presenti però dissero loro: "Che cosa fate, sciogliendo questo asinello?". 6Ed essi risposero come aveva detto loro il Signore. E li lasciarono fare. 7Essi condussero l'asinello da Gesù, e vi gettarono sopra i loro mantelli, ed egli vi montò sopra. 8E molti stendevano i propri mantelli sulla strada e altri delle fronde, che avevano tagliate dai campi. 9Quelli poi che andavano innanzi, e quelli che venivano dietro gridavano:

Osanna!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
10Benedetto il regno che viene, del nostro padre Davide!
Osanna nel più alto dei cieli!

11Ed entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l'ora tarda, uscì con i Dodici diretto a Betània.

12La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, ebbe fame. 13E avendo visto di lontano un fico che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se mai vi trovasse qualche cosa; ma giuntovi sotto, non trovò altro che foglie. Non era infatti quella la stagione dei fichi. 14E gli disse: "Nessuno possa mai più mangiare i tuoi frutti". E i discepoli l'udirono.

15Andarono intanto a Gerusalemme. Ed entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e comperavano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe 16e non permetteva che si portassero cose attraverso il tempio. 17Ed insegnava loro dicendo: "Non sta forse scritto:

La mia casa sarà chiamata
casa di preghiera per tutte le genti?


Voi invece ne avete fatto una spelonca di ladri!".

18L'udirono i sommi sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutto il popolo era ammirato del suo insegnamento. 19Quando venne la sera uscirono dalla città.

20La mattina seguente, passando, videro il fico seccato fin dalle radici. 21Allora Pietro, ricordatosi, gli disse: "Maestro, guarda: il fico che hai maledetto si è seccato". 22Gesù allora disse loro: "Abbiate fede in Dio! 23In verità vi dico: chi dicesse a questo monte: Lèvati e gettati nel mare, senza dubitare in cuor suo ma credendo che quanto dice avverrà, ciò gli sarà accordato. 24Per questo vi dico: tutto quello che domandate nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato. 25Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi i vostri peccati". 26.

27Andarono di nuovo a Gerusalemme. E mentre egli si aggirava per il tempio, gli si avvicinarono i sommi sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero: 28"Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l'autorità di farlo?". 29Ma Gesù disse loro: "Vi farò anch'io una domanda e, se mi risponderete, vi dirò con quale potere lo faccio. 30Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi". 31Ed essi discutevano tra sé dicendo: "Se rispondiamo "dal cielo", dirà: Perché allora non gli avete creduto? 32Diciamo dunque "dagli uomini"?". Però temevano la folla, perché tutti consideravano Giovanni come un vero profeta. 33Allora diedero a Gesù questa risposta: "Non sappiamo". E Gesù disse loro: "Neanch'io vi dico con quale autorità faccio queste cose".


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Lc 13, 22-30 Verranno da oriente a occidente e siederanno a mensa nel regno di Dio.

2 Tm 4,1-22

1Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: 2annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina. 3Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, 4rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole. 5Tu però vigila attentamente, sappi sopportare le sofferenze, compi la tua opera di annunziatore del vangelo, adempi il tuo ministero.

6Quanto a me, il mio sangue sta per essere sparso in libagione ed è giunto il momento di sciogliere le vele. 7Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. 8Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione.

9Cerca di venire presto da me, 10perché Dema mi ha abbandonato avendo preferito il secolo presente ed è partito per Tessalonica; Crescente è andato in Galazia, Tito in Dalmazia. 11Solo Luca è con me. Prendi Marco e portalo con te, perché mi sarà utile per il ministero. 12Ho inviato Tìchico a Èfeso. 13Venendo, portami il mantello che ho lasciato a Tròade in casa di Carpo e anche i libri, soprattutto le pergamene. 14Alessandro, il ramaio, mi ha procurato molti mali. Il Signore gli renderà secondo le sue opere; 15guàrdatene anche tu, perché è stato un accanito avversario della nostra predicazione.

16Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato. Non se ne tenga conto contro di loro. 17Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché per mio mezzo si compisse la proclamazione del messaggio e potessero sentirlo tutti i Gentili: e così fui liberato dalla bocca del leone. 18Il Signore mi libererà da ogni male e mi salverà per il suo regno eterno; a lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen.

19Saluta Prisca e Aquila e la famiglia di Onesìforo. 20Eràsto è rimasto a Corinto; Tròfimo l'ho lasciato ammalato a Milèto. 21Affrettati a venire prima dell'inverno.

Ti salutano Eubùlo, Pudènte, Lino, Claudia e tutti i fratelli.

22Il Signore Gesù sia con il tuo spirito. La grazia sia con voi!


La Città di Dio: Libro V - Visione irrazionalista e razionalista della storia: La gloria e l'eroe pagano.

13. Per la qual cosa dopo la lunga durata degli illustri imperi dell'Oriente Dio volle che se ne formasse uno occidentale il quale, pur essendo posteriore nel tempo, fosse più illustre per l'estensione e la grandezza del dominio. Per punire la grave immoralità di molti popoli lo concesse di preferenza a individui che nella prospettiva dell'onore, della fama e della gloria provvidero alla patria, in cui aspiravano alla gloria stessa. Essi non dubitarono di anteporre la sua salvezza alla propria perché reprimevano il desiderio del guadagno e molti altri vizi per soddisfare questo solo vizio, cioè l'amore della fama. A proposito pensa più giustamente chi riconosce come vizio anche l'amore della fama. Il motivo non sfuggì neanche al poeta Orazio che dice: Se sei gonfio dell'amore alla fama, ci sono mezzi di purificazione che potranno rinnovarti; basta che leggi con animo schietto per tre volte un piccolo libro. E in un'ode così ha cantato per reprimere la brama sulla passione del potere: Dominerai su una estensione più vasta se domerai lo spirito avido che se unissi la Libia al territorio di Cadice e se fossero soggetti soltanto a te i Fenici e i Cartaginesi. Tuttavia coloro che non frenano le passioni più turpi con la fede religiosa mediante la partecipazione dello Spirito Santo e con l'amore della bellezza ideale, ma almeno col desiderio della fama e della gloria, non sono certamente santi ma meno disonesti. Anche Cicerone non ha potuto tacere sull'argomento nei citati libri Della repubblica, là dove parla della formazione del capo dello Stato. Afferma che egli deve essere nutrito di gloria e in seguito ricorda che i propri antenati per il desiderio della gloria compirono azioni degne di alta ammirazione. Quindi non solo non resistevano a questo vizio, anzi ritenevano di doverlo stimolare e accendere, perché pensavano che fosse utile per lo Stato. Ed anche nelle opere filosofiche Cicerone non passa sotto silenzio questa imperfezione, anzi ne parla apertamente. Trattando appunto degli studi filosofici che si devono seguire con lo scopo del vero bene e non per l'orgoglio della fama, espresse questa opinione che era quella di tutti: L'onore alimenta le arti e dalla gloria tutti sono stimolati alle varie attività e saranno sempre neglette quelle attività che sono disapprovate dall'opinione pubblica.

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: LA RIFLESSIONE SU SE STESSI

Non possiamo fare troppo affidamento su di noi stessi, perché spesso ci vengono a mancare la grazia e il discernimento. Poca luce è in noi e d'un tratto la perdiamo per la nostra trascuratezza. Spesso, poi, non ci accorgiamo d'essere interiormente tanto ciechi. Spesso facciamo il male e, ancora peggio, lo scusiamo. Talvolta ci muove la passione, e la crediamo zelo. Riprendiamo negli altri le piccole mancanze, e passiamo sopra le nostre, anche se gravi. Avvertiamo con grande prontezza e diamo grande peso a ciò che gli altri ci fanno sopportare, ma non avvertiamo quanto gli altri sopportano da parte nostra. Chi ponderasse bene e con giusta misura le proprie debolezze, non giudicherebbe con severità gli altri.

L’uomo interiore antepone la cura del suo spirito a tutte le altre; e chi ferma diligentemente l'attenzione su se stesso, facilmente tace degli altri. Tu non sarai mai uomo interiore o pio, se non tacerai degli altri e se non riserverai ogni attenzione a te stesso. Se sei tutt'intento a te e a Dio, poco ti disturberà quello che percepisci dal di fuori. E dove sei tu, quando non sei presente a te stesso? E quand'anche tu avessi percorso il mondo intero, che cosa avresti guadagnato, trascurando la tua anima?

Per avere pace ed armonia vera con te stesso, devi lasciare da parte tutto ed avere davanti agli occhi solo te. Farai, quindi, molto progresso, se sarai riuscito a mantenerti libero da ogni preoccupazione temporale. Regredirai molto, invece, se darai importanza a qualche cosa del mondo. Niente per te sia grande, niente eccelso, niente gradito, niente caro, se non solamente Dio o ciò che viene da Lui. Considera vana ogni forma di conforto che ti venga da una creatura. L'anima che ama Dio disprezza tutte le cose che stanno sotto di Lui. Soltanto Dio, eterno ed immenso, che tutto riempie di Sé, è il conforto dell'anima e la gioia vera del cuore.