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Sabato, 27 aprile 2024 - Misteri gaudiosi - Santa Zita ( Letture di oggi )

Sant'Antonio di Padova:La nostra anima è il giardino nel quale Cristo, come un giardiniere, mette a dimora i misteri della fede e poi la irriga quando le infonde la grazia della compunzione. Egli l'ha generata nei dolori della sua Passione.

LETTURE A CASO

Gv 6,1-70

1Dopo questi fatti, Gesù andò all'altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, 2e una grande folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi. 3Gesù salì sulla montagna e là si pose a sedere con i suoi discepoli. 4Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. 5Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: "Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?". 6Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva bene quello che stava per fare. 7Gli rispose Filippo: "Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perchéeacute; ognuno possa riceverne un pezzo". 8Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: 9"C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cos'è questo per tanta gente?". 10Rispose Gesù: "Fateli sedere". C'era molta erba in quel luogo. Si sedettero dunque ed erano circa cinquemila uomini. 11Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che si erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, finché ne vollero. 12E quando furono saziati, disse ai discepoli: "Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto". 13Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d'orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.

14Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, cominciò a dire: "Questi è davvero il profeta che deve venire nel mondo!". 15Ma Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sulla montagna, tutto solo.

16Venuta intanto la sera, i suoi discepoli scesero al mare 17e, saliti in una barca, si avviarono verso l'altra riva in direzione di Cafàrnao. Era ormai buio, e Gesù non era ancora venuto da loro. 18Il mare era agitato, perché soffiava un forte vento. 19Dopo aver remato circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. 20Ma egli disse loro: "Sono io, non temete". 21Allora vollero prenderlo sulla barca e rapidamente la barca toccò la riva alla quale erano diretti.

22Il giorno dopo, la folla, rimasta dall'altra parte del mare, notò che c'era una barca sola e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma soltanto i suoi discepoli erano partiti. 23Altre barche erano giunte nel frattempo da Tiberìade, presso il luogo dove avevano mangiato il pane dopo che il Signore aveva reso grazie. 24Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. 25Trovatolo di là dal mare, gli dissero: "Rabbì, quando sei venuto qua?".

26Gesù rispose: "In verità, in verità vi dico, voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. 27Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo". 28Gli dissero allora: "Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?". 29Gesù rispose: "Questa è l'opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato".

30Allora gli dissero: "Quale segno dunque tu fai perché vediamo e possiamo crederti? Quale opera compi? 31I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo". 32Rispose loro Gesù: "In verità, in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo, quello vero; 33il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo". 34Allora gli dissero: "Signore, dacci sempre questo pane". 35Gesù rispose: "Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete. 36Vi ho detto però che voi mi avete visto e non credete. 37Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò, 38perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. 39E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell'ultimo giorno. 40Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell'ultimo giorno".

41Intanto i Giudei mormoravano di lui perché aveva detto: "Io sono il pane disceso dal cielo". 42E dicevano: "Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui conosciamo il padre e la madre. Come può dunque dire: Sono disceso dal cielo?".

43Gesù rispose: "Non mormorate tra di voi. 44Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. 45Sta scritto nei profeti: E tutti saranno ammaestrati da Dio. Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me. 46Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. 47In verità, in verità vi dico: chi crede ha la vita eterna.

48Io sono il pane della vita. 49I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; 50questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. 51Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo".

52Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: "Come può costui darci la sua carne da mangiare?". 53Gesù disse: "In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. 54Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. 55Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. 56Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. 57Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. 58Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno".

59Queste cose disse Gesù, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao. 60Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: "Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?". 61Gesù, conoscendo dentro di sé che i suoi discepoli proprio di questo mormoravano, disse loro: "Questo vi scandalizza? 62E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima? 63È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita. 64Ma vi sono alcuni tra voi che non credono". Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. 65E continuò: "Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre mio".

66Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui.

67Disse allora Gesù ai Dodici: "Forse anche voi volete andarvene?". 68Gli rispose Simon Pietro: "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; 69noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio". 70Rispose Gesù: "Non ho forse scelto io voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!". Egli parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota: questi infatti stava per tradirlo, uno dei Dodici.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Lc 18, 9-14: Il pubblicano tornò a casa giustificato, a differenza del fariseo.

1 Cor 6,1-20

1V'è tra voi chi, avendo una questione con un altro, osa farsi giudicare dagli ingiusti anziché dai santi? 2O non sapete che i santi giudicheranno il mondo? E se è da voi che verrà giudicato il mondo, siete dunque indegni di giudizi di minima importanza? 3Non sapete che giudicheremo gli angeli? Quanto più le cose di questa vita!

4Se dunque avete liti per cose di questo mondo, voi prendete a giudici gente senza autorità nella Chiesa? 5Lo dico per vostra vergogna! Cosicché non vi sarebbe proprio nessuna persona saggia tra di voi che possa far da arbitro tra fratello e fratello? 6No, anzi, un fratello viene chiamato in giudizio dal fratello e per di più davanti a infedeli! 7E dire che è già per voi una sconfitta avere liti vicendevoli! Perché non subire piuttosto l'ingiustizia? Perché non lasciarvi piuttosto privare di ciò che vi appartiene? 8Siete voi invece che commettete ingiustizia e rubate, e ciò ai fratelli! 9O non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolàtri, né adùlteri, 10né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio.

11E tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio!

12"Tutto mi è lecito!". Ma non tutto giova. "Tutto mi è lecito!". Ma io non mi lascerò dominare da nulla. 13"I cibi sono per il ventre e il ventre per i cibi!". Ma Dio distruggerà questo e quelli; il corpo poi non è per l'impudicizia, ma per il Signore, e il Signore è per il corpo. 14Dio poi, che ha risuscitato il Signore, risusciterà anche noi con la sua potenza.

15Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Prenderò dunque le membra di Cristo e ne farò membra di una prostituta? Non sia mai! 16O non sapete voi che chi si unisce alla prostituta forma con essa un corpo solo? I due saranno, è detto, un corpo solo. 17Ma chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito. 18Fuggite la fornicazione! Qualsiasi peccato l'uomo commetta, è fuori del suo corpo; ma chi si dà alla fornicazione, pecca contro il proprio corpo. 19O non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi? 20Infatti siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo!


I Lettera ai Corinti: LI. LII. Confessare le colpe

LI, 1. Chiediamo che ci siano perdonate le mancanze e le azioni ispirate dall'avversario. Coloro che furono i capi della sedizione e dello scisma devono considerare la parte comune della speranza. 2. Quelli che vivono nel timore e nella carità vogliono incappare nelle ingiurie piuttosto essi stessi che il prossimo. Preferiscono subire il biasimo per la bella e giusta armonia trasmessaci. 3. E' meglio per l'uomo confessare le sue colpe che indurire il suo cuore, come si indurì il cuore dei rivoltosi contro il servitore di Dio, Mosè, e la loro condanna fu ben chiara; 4. poiché "discesero vivi nell'ade" e "la morte li pascolerà". 5. Il Faraone e il suo esercito e tutti i capi di Egitto, i carri e quelli che vi erano sopra, per questo motivo furono sommersi nel Mar Rosso e perirono. I loro cuori insensati si erano induriti, dopo i miracoli e i portenti avvenuti in Egitto, mediante il servo di Dio Mosè.

LII, 1. Fratelli, il Signore dell'universo non ha bisogno, non cerca nulla da nessuno tranne che si faccia a lui la confessione. 2. Dice, infatti, l'eletto David: "Mi confesserò al Signore e gli sarà accetto più di un giovenco che mette le corna e le unghie. Vedano i poveri e gioiscano". 3. E di nuovo dice: "Offri a Dio un sacrificio di lode e rivolgi all'Altissimo le tue preghiere; invocami nel giorno della tua afflizione e io ti libererò e tu mi glorificherai". 4. "Sacrificio gradito a Dio è uno spirito contrito".

(Autore: San Clemente Romano)

L'imitazione di Cristo: SUBLIME DIGNITÀ DEL SACRAMENTO E DELLA CONDIZIONE SACERDOTALE

PAROLE DELL'AMATO
Anche se tu avessi la purezza degli Angeli e la santità di Giovanni Battista, non saresti degno di ricevere od anche soltanto di toccare questo Sacramento. Non è infatti, dovuto ai meriti degli uomini che si consacri e si amministri il Sacramento di Cristo e si possa prendere come cibo il pane degli Angeli. Sublime mistero e sublime dignità dei Sacerdoti, ai quali è stato concesso quello che non è stato concesso agli Angeli! Infatti, soltanto i Sacerdoti, regolarmente ordinati nella Chiesa, hanno la facoltà di celebrare e consacrare il Corpo di Cristo. Ministro di Dio è, sì, il Sacerdote, che si vale della parola di Dio per comando ed istituzione di Dio; ma, nel Sacramento l'autore principale e l'operatore invisibile è Dio, alla cui volontà tutto è sottoposto ed al cui comando tutto ubbidisce.

In questo eccelso Sacramento tu devi, dunque, credere più a Dio onnipotente che ai tuoi sensi o ad alcun segno visibile. E perciò, ti devi accingere all'azione sacrificale con timore e riverenza. Rifletti su te stesso, o Sacerdote di Dio, e considera bene di chi sei stato fatto ministro con l'imposizione delle mani del Vescovo. Ecco, sei stato fatto Sacerdote e consacrato per celebrare; guarda, ora, di offrire il Sacrificio a Dio al tempo conveniente, con fede e raccoglimento; guarda che la tua condotta sia irreprensibile.

Non hai, con questo, alleggerito il tuo carico; anzi, sei ormai legato con un più stretto vincolo di disciplina e sei tenuto ad una maggiore perfezione di santità. Il Sacerdote deve essere adorno di tutte le virtù e deve dare agli altri esempio di vita santa. Egli non tiene conversazione con le masse e secondo i modi comuni della gente, ma con gli Angeli, in Cielo, o con le persone sante, in terra. Il Sacerdote, rivestito dei sacri paramenti, fà le veci di Cristo, per poter supplicare e pregare con umiltà per sé e per tutto il popolo.

Egli porta sul petto e dietro le spalle il segno della Croce del Signore, per ricordarsi di continuo della Passione di Cristo. Davanti, sulla casula, porta la Croce, per osservare attentamente le orme di Cristo e per cercare di seguirle con fervore. Sul dorso, pure, è segnato con la Croce, perché sappia sopportare pazientemente, per amore di Dio, qualsiasi contrarietà che gli venga dagli altri.

Porta, davanti, la Croce, per piangere i peccati suoi; dietro, per piangere pietosamente anche le colpe commesse dagli altri e per sapere che è stato costituito mediatore fra Dio ed il peccatore; E perché non illanguidisca nella preghiera e nell'offerta del Santo Sacrificio, finché non meriti d'ottenere grazia e misericordia. Quando il Sacerdote celebra, dà onore a Dio, letizia agli Angeli, edificazione alla Chiesa, aiuto ai vivi, pace ai defunti, e rende se stesso partecipe di tutti i benefici celesti.