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Venerdi, 3 maggio 2024 - Misteri dolorosi - Santi Filippo e Giacomo ( Letture di oggi )

San Francesco di Sales:Il Monte Calvario è il monte degli amanti: quell’amore che non prende la sua origine dalla Passione di Cristo è amore frivolo e pericoloso.

LETTURE A CASO

Lc 1,1-80

1Poiché molti han posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti successi tra di noi, 2come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni fin da principio e divennero ministri della parola, 3così ho deciso anch'io di fare ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi e di scriverne per te un resoconto ordinato, illustre Teòfilo, 4perché ti possa rendere conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.

5Al tempo di Erode, re della Giudea, c'era un sacerdote chiamato Zaccaria, della classe di Abìa, e aveva in moglie una discendente di Aronne chiamata Elisabetta. 6Erano giusti davanti a Dio, osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. 7Ma non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.

8Mentre Zaccaria officiava davanti al Signore nel turno della sua classe, 9secondo l'usanza del servizio sacerdotale, gli toccò in sorte di entrare nel tempio per fare l'offerta dell'incenso. 10Tutta l'assemblea del popolo pregava fuori nell'ora dell'incenso. 11Allora gli apparve un angelo del Signore, ritto alla destra dell'altare dell'incenso. 12Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. 13Ma l'angelo gli disse: "Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni. 14Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita, 15poiché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre 16e ricondurrà molti figli d'Israele al Signore loro Dio. 17Gli camminerà innanzi con lo spirito e la forza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto". 18Zaccaria disse all'angelo: "Come posso conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanzata negli anni". 19L'angelo gli rispose: "Io sono Gabriele che sto al cospetto di Dio e sono stato mandato a portarti questo lieto annunzio. 20Ed ecco, sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, le quali si adempiranno a loro tempo".

21Intanto il popolo stava in attesa di Zaccaria, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. 22Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto.

23Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. 24Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: 25"Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna tra gli uomini".

26Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: "Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te". 29A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. 30L'angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine".

34Allora Maria disse all'angelo: "Come è possibile? Non conosco uomo". 35Le rispose l'angelo: "Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. 36Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: 37nulla è impossibile a Dio". 38Allora Maria disse: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto". E l'angelo partì da lei.

39In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. 40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo 42ed esclamò a gran voce: "Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? 44Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. 45E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore".

46Allora Maria disse:

"L'anima mia magnifica il Signore
47e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
48perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
49Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente
e Santo è il suo nome:
50di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.

51Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri
del loro cuore;
52ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
53ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato a mani vuote i ricchi.

54Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,

55come aveva promesso ai nostri padri,
ad Abramo e alla
sua discendenza,
per sempre".

56Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

57Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. 58I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva esaltato in lei la sua misericordia, e si rallegravano con lei.

59All'ottavo giorno vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo col nome di suo padre, Zaccaria. 60Ma sua madre intervenne: "No, si chiamerà Giovanni". 61Le dissero: "Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome". 62Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. 63Egli chiese una tavoletta, e scrisse: "Giovanni è il suo nome". Tutti furono meravigliati. 64In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. 65Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. 66Coloro che le udivano, le serbavano in cuor loro: "Che sarà mai questo bambino?" si dicevano. Davvero la mano del Signore stava con lui.

67Zaccaria, suo padre, fu pieno di Spirito Santo, e profetò dicendo:

68"Benedetto il Signore Dio d'Israele,
perché ha visitato e redento il suo popolo,
69e ha suscitato per noi una salvezza potente
nella casa di Davide, suo servo,
70come aveva promesso
per bocca dei suoi santi profeti d'un tempo:
71salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
72Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza,
73del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
74di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, 75in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.
76E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo
perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,
77per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza
nella remissione dei suoi peccati,
78grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio,
per cui verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge
79per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre
e nell'ombra della morte
e dirigere i nostri passi sulla via della pace".

80Il fanciullo cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Mt 3,1-12: Convertitevi: il regno dei cieli è vicino!

Rm 8,1-39

1Non c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù. 2Poiché la legge dello Spirito che dà vita in Cristo Gesù ti ha liberato dalla legge del peccato e della morte. 3Infatti ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva impotente, Dio lo ha reso possibile: mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato e in vista del peccato, egli ha condannato il peccato nella carne, 4perché la giustizia della legge si adempisse in noi, che non camminiamo secondo la carne ma secondo lo Spirito.

5Quelli infatti che vivono secondo la carne, pensano alle cose della carne; quelli invece che vivono secondo lo Spirito, alle cose dello Spirito. 6Ma i desideri della carne portano alla morte, mentre i desideri dello Spirito portano alla vita e alla pace. 7Infatti i desideri della carne sono in rivolta contro Dio, perché non si sottomettono alla sua legge e neanche lo potrebbero. 8Quelli che vivono secondo la carne non possono piacere a Dio.

9Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. 10E se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto a causa del peccato, ma lo spirito è vita a causa della giustificazione. 11E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.

12Così dunque fratelli, noi siamo debitori, ma non verso la carne per vivere secondo la carne; 13poiché se vivete secondo la carne, voi morirete; se invece con l'aiuto dello Spirito voi fate morire le opere del corpo, vivrete.

14Tutti quelli infatti che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio. 15E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: "Abbà, Padre!". 16Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio. 17E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.

18Io ritengo, infatti, che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi.

19La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; 20essa infatti è stata sottomessa alla caducità - non per suo volere, ma per volere di colui che l'ha sottomessa - e nutre la speranza 21di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. 22Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; 23essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. 24Poiché nella speranza noi siamo stati salvati. Ora, ciò che si spera, se visto, non è più speranza; infatti, ciò che uno già vede, come potrebbe ancora sperarlo? 25Ma se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza.

26Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili; 27e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio.

28Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno. 29Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all'immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; 30quelli poi che ha predestinati li ha anche chiamati; quelli che ha chiamati li ha anche giustificati; quelli che ha giustificati li ha anche glorificati.

31Che diremo dunque in proposito? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? 32Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui? 33Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio giustifica. 34Chi condannerà? Cristo Gesù, che è morto, anzi, che è risuscitato, sta alla destra di Dio e intercede per noi? 35Chi ci separerà dunque dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? 36Proprio come sta scritto:

Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno,
siamo trattati come pecore da macello
.

37Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. 38Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, 39né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore.


Didache': Capitolo VIII

. I vostri digiuni, poi, non siano fatti contemporaneamente a quelli degli ipocriti; essi infatti digiunano il secondo e il quinto giorno della settimana, voi invece digiunate il quarto e il giorno della preparazione.

2. E neppure pregate come gli ipocriti, ma come comandò il Signore nel suo vangelo, così pregate:
Padre nostro che sei nel cielo,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi il nostro debito,
come anche noi lo rimettiamo ai nostri debitori,
e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male;
perché tua è la potenza e la gloria nei secoli.

3. Pregate così tre volte al giorno.

(Autore: anonimo)

L'imitazione di Cristo: LA VITA ETERNA E LE ANGUSTIE DELLA VITA PRESENTE

PAROLE DEL DISCEPOLO O dimora beatissima della città celeste! O giorno splendidissimo dell'eternità, che la notte non offusca, ma che la somma Verità perennemente irradia; o giorno sempre gioioso e sereno, che non muta mai il proprio stato! Oh, se quel giorno fosse già spuntato e tutte queste vicissitudini temporali avessero già avuto termine! Si, esso già rifulge splendido di luce perpetua per i Santi, ma soltanto da lontano e di riflesso per chi è ancora pellegrino sulla terra.

I cittadini del Cielo ben sanno quant'è gioiosa quella luce; i figli d'Eva, esuli, gemono per l'amarezza ed il peso della vita presente. I giorni di questo nostro tempo sono brevi e cattivi, pieni di dolori e d'angustie. Sono giorni, nei quali l'uomo è insozzato da molti peccati, irretito da molte passioni, oppresso da molte paure, schiacciato da molti affanni, distratto da molte curiosità, impigliato in molte vanità; È avvolto da molti errori, logorato da molte fatiche, appesantito da tentazioni, snervato da piaceri, afflitto dall'indigenza. Oh! quando avranno fine questi mali? Quando mi libererò dalla miserabile schiavitù dei vizi? Quando, o Signore, nei miei pensieri avrò unicamente Te? Quando sarò pienamente felice in Te? Quando sarò nella vera libertà, senz'alcun legame, senza alcun peso dello spirito e del corpo? Quando godrò della pace stabile, della pace imperturbabile e sicura, della pace interiore ed esteriore, della pace non minacciata sotto alcun aspetto? O Gesù buono, quando Ti vedrò faccia a faccia? Quando contemplerò la gloria del tuo Regno? Quando sarai per me tutto in tutte le cose? Oh! quando sarò con Te nel Regno tuo, che hai preparato dall'eternità per i tuoi diletti? Mi trovo qui abbandonato, povero ed esule, in una terra nemica, dove ogni giorno ci sono guerre e mali gravissimi.

Consola il mio esilio, lenisci il mio dolore, perché ogni mio desiderio sospira a Te. Infatti, qualunque cosa questo mondo mi offra come conforto, mi è, invece, di peso. Desidero godere dell'intima unione con Te, ma non riesco a raggiungerla. Bramo stare fisso ai beni celesti, ma quelli temporali e le passioni non mortificate mi riportano in basso. Con lo spirito voglio stare sopra tutte le cose terrene e, contro mia voglia, sono costretto dalla carne a soggiacervi. E cosi, uomo infelice, io lotto con me stesso e "sono diventato un peso per me stesso" (Gb 7,20), mentre lo spirito tende all'alto e la carne cerca il basso. Oh, quanto soffro dentro di me, quando con la mente medito le cose del Cielo e, improvvisamente, mentre prego, mi si presenta la folla delle cose carnali! Dio mio, "non stare lontano da me" (Sal 70,12) e "non respingere con ira il tuo servo" (Sal 26,9). "Fa' scoppiare i tuoi fulmini e disperdi questa folla; scocca le tue saette e siano scompigliate tutte le macchinazioni del nemico" (Sal 143,6).

Raccogli in Te i miei sentimenti; fa' ch'io dimentichi tutte le cose mondane; dammi la grazia di cacciare via subito e disprezzare le immagini suggestive dei vizi. Vieni in mio soccorso, o eterna Verità, perché nessuna vanità mi seduca. Vieni, o celeste soavità, e davanti al tuo volto fugga ogni cosa non pura. Ancora perdonami ed abbi indulgente misericordia ogni volta che nella preghiera penso ad altro fuorché a Te. In verità, confesso sinceramente d'essere, di solito, molto distratto. Tante volte non sono là, dove siedo con il corpo, ma piuttosto là, dove mi portano i pensieri. Sono là, dov'è il mio pensiero, ed il mio pensiero è spesso là, dov'è la cosa che amo.

Mi s'affaccia d'un tratto alla mente ciò che mi diletta per natura o mi piace per abitudine. Per questo, Tu, Verità, hai detto chiaramente: "Là, dov 'è il tuo tesoro, ivi è anche il tuo cuore" (Mt 6,21). Se amo il Cielo, penso volentieri alle cose del Cielo. Se amo il mondo, gioisco di ciò che piace al mondo e mi rattristo delle sue avversità. Se amo la carne, spesso vado fantasticando cose carnali. Se amo lo spirito, trovo diletto a pensare alle cose spirituali. Quali che siano le cose ch'io amo, di esse io parlo e sento parlare volentieri, e volentieri riporto con me a casa il loro ricordo.

Beato, invece, l'uomo che per amore tuo, o Signore, dice addio a tutto ciò ch'è stato creato; Chi reagisce alla natura e con fervore di spirito crocifigge le concupiscenze della carne, per poter offrire a Te con rasserenata coscienza una preghiera pura, ed essere degno di prendere parte ai cori celesti, dopo aver escluso, dentro e fuori di sé, tutte le cose terrene.