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Domenica, 5 maggio 2024 - Misteri gloriosi - Beato Nunzio Sulprizio ( Letture di oggi )

San Francesco di Sales:Dio si compiace soprattutto dei suoi semplici, umili e caritatevoli.

LETTURE A CASO

Mt 3,1-17

1In quei giorni comparve Giovanni il Battista a predicare nel deserto della Giudea, 2dicendo: "Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!".

3Egli è colui che fu annunziato dal profeta Isaia quando disse:

Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!


4Giovanni portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano locuste e miele selvatico. 5Allora accorrevano a lui da Gerusalemme, da tutta la Giudea e dalla zona adiacente il Giordano; 6e, confessando i loro peccati, si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano.

7Vedendo però molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: "Razza di vipere! Chi vi ha suggerito di sottrarvi all'ira imminente? 8Fate dunque frutti degni di conversione, 9e non crediate di poter dire fra voi: Abbiamo Abramo per padre. Vi dico che Dio può far sorgere figli di Abramo da queste pietre. 10Già la scure è posta alla radice degli alberi: ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. 11Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più potente di me e io non son degno neanche di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito santo e fuoco. 12Egli ha in mano il ventilabro, pulirà la sua aia e raccoglierà il suo grano nel granaio, ma brucerà la pula con un fuoco inestinguibile".

13In quel tempo Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui. 14Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: "Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?". 15Ma Gesù gli disse: "Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia". Allora Giovanni acconsentì. 16Appena battezzato, Gesù uscì dall'acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui. 17Ed ecco una voce dal cielo che disse: "Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto".


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Mc 1,1-8: Raddrizzate le vie del Signore.

2 Tm 2,1-25

1Tu dunque, figlio mio, attingi sempre forza nella grazia che è in Cristo Gesù 2e le cose che hai udito da me in presenza di molti testimoni, trasmettile a persone fidate, le quali siano in grado di ammaestrare a loro volta anche altri.

3Insieme con me prendi anche tu la tua parte di sofferenze, come un buon soldato di Cristo Gesù. 4Nessuno però, quando presta servizio militare, s'intralcia nelle faccende della vita comune, se vuol piacere a colui che l'ha arruolato. 5Anche nelle gare atletiche, non riceve la corona se non chi ha lottato secondo le regole. 6L'agricoltore poi che si affatica, dev'essere il primo a cogliere i frutti della terra. 7Cerca di comprendere ciò che voglio dire; il Signore certamente ti darà intelligenza per ogni cosa.

8Ricordati che Gesù Cristo, della stirpe di Davide, è risuscitato dai morti, secondo il mio vangelo, 9a causa del quale io soffro fino a portare le catene come un malfattore; ma la parola di Dio non è incatenata! 10Perciò sopporto ogni cosa per gli eletti, perché anch'essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna. 11Certa è questa parola:

Se moriamo con lui, vivremo anche con lui;
12se con lui perseveriamo, con lui anche regneremo;
se lo rinneghiamo, anch'egli ci rinnegherà;
13se noi manchiamo di fede, egli però rimane fedele,
perché non può rinnegare se stesso.

14Richiama alla memoria queste cose, scongiurandoli davanti a Dio di evitare le vane discussioni, che non giovano a nulla, se non alla perdizione di chi le ascolta. 15Sfòrzati di presentarti davanti a Dio come un uomo degno di approvazione, un lavoratore che non ha di che vergognarsi, uno scrupoloso dispensatore della parola della verità. 16Evita le chiacchiere profane, perché esse tendono a far crescere sempre più nell'empietà; 17la parola di costoro infatti si propagherà come una cancrena. Fra questi ci sono Imenèo e Filèto, 18i quali hanno deviato dalla verità, sostenendo che la risurrezione è già avvenuta e così sconvolgono la fede di alcuni. 19Tuttavia il fondamento gettato da Dio sta saldo e porta questo sigillo: Il Signore conosce i suoi, e ancora: Si allontani dall'iniquità chiunque invoca il nome del Signore. 20In una casa grande però non vi sono soltanto vasi d'oro e d'argento, ma anche di legno e di coccio; alcuni sono destinati ad usi nobili, altri per usi più spregevoli. 21Chi si manterrà puro astenendosi da tali cose, sarà un vaso nobile, santificato, utile al padrone, pronto per ogni opera buona. 22Fuggi le passioni giovanili; cerca la giustizia, la fede, la carità, la pace, insieme a quelli che invocano il Signore con cuore puro. 23Evita inoltre le discussioni sciocche e non educative, sapendo che generano contese. 24Un servo del Signore non dev'essere litigioso, ma mite con tutti, atto a insegnare, paziente nelle offese subite, 25dolce nel riprendere gli oppositori, nella speranza che Dio voglia loro concedere di convertirsi, perché riconoscano la verità 26e ritornino in sé sfuggendo al laccio del diavolo, che li ha presi nella rete perché facessero la sua volontà.


Il lavoro dei monaci: Il mestiere esercitato da Paolo fu certamente onesto.

13. 14. A questo punto qualcuno potrebbe chiedere: Se l’Apostolo lavorava manualmente per procurarsi da vivere, qual era il mestiere che esercitava e come riusciva insieme a lavorare e a predicare il vangelo? Rispondo: Poni il caso che una risposta esauriente io non la sappia; resta sempre il fatto, indiscusso, dopo le affermazioni riportate sopra, che egli lavorava con le sue mani per trarne il sostentamento senza aver bisogno di ricorrere alla facoltà concessa dal Signore agli apostoli di vivere del vangelo che predicavano. Non si trova infatti affermato in un passo soltanto o di sfuggita, di modo che il suo pensiero possa essere svisato o falsato dall’abilità di qualsiasi dialettico, magari il più sottile. Che se gli argomenti forniti da una persona di così grande autorità qual era Paolo sono così forti e numerosi da ridurre in frantumi le obiezioni di qualunque avversario, a che pro chiedermi qual sorta di lavoro egli facesse o quando avesse il tempo per dedicarvisi? Una cosa soltanto io so, e cioè che non rubava né depredava, che non era un bandito né un auriga o un combattente contro le fiere nel circo, che non faceva il ciarlatano o il biscazziere. S’occupava invece in mestieri innocui e onesti e così produceva qualche articolo socialmente utile, come sono quelli degli artigiani, dei muratori, dei calzolai, dei contadini e di altri dello stesso genere. Non è infatti in contrasto col vero concetto di dignità ciò che disdegna l’alterigia di coloro che amano essere chiamati “ i dignitari “ ma non amano acquistarne le doti. L’Apostolo quindi non avrebbe rifuggito dal dedicarsi a qualche lavoro campestre o a qualche mestiere di artigiano. Non saprei infatti di chi avrebbe dovuto aver soggezione in questa materia colui che aveva detto: Non vogliate essere d’ammirazione né per i giudei né per i pagani né per alcuno nella Chiesa di Dio. Se uno dicesse: Per i giudei; ma anche i patriarchi erano pastori di greggi. Se: Per i greci, quelli cioè che noi chiamiamo pagani; ma anche certi filosofi da loro ritenuti in grande considerazione facevano i calzolai. Se: Per la Chiesa di Dio; fu un falegname quel giusto che Dio scelse a testimone della verginità di colei che da sposa e poi per sempre sarebbe rimasta illibata, colui – dico – cui era fidanzata la Vergine Maria, madre di Cristo. Qualunque mestiere fra quelli elencati più sopra è dunque buono, purché lo si adempia con fedeltà e senza frode. Poiché anche questa è una cosa da cui l’Apostolo mette in guardia, e cioè che nessuno abbia a sdrucciolare nel male per il bisogno di sostentarsi materialmente. Dice infatti: Chi prima era dedito al furto smetta ormai di rubare, si dedichi piuttosto a qualche onesto lavoro manuale, in modo d’avere mezzi per andare in soccorso dei bisognosi. Basti dunque sapere questo: che, nel lavoro manuale da lui esercitato, l’Apostolo spiegava un’attività moralmente buona.

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: L'OFFERTA DI CRISTO IN CROCE E LA DONAZIONE DI NOI STESSI

PAROLE DELL' AMATO
Come Io, con le braccia distese sulla Croce e con il Corpo nudo, ho liberamente offerto a Dio Padre me stesso per i tuoi peccati, cosicché nulla di Me rimanesse che non fosse trasformato interamente nel sacrificio della divina riconciliazione, Così tu pure devi volontariamente offrire te stesso a Me ogni giorno nella Messa, in oblazione pura e santa, con tutte le tue forze, con tutto il tuo slancio e con il maggiore raccoglimento possibile. Che cos'altro Io ti chiedo, se non che tu cerchi di rassegnarti interamente a Me? Qualunque cosa tu Mi offra, fuori di te stesso, non la curo, perché Io non cerco i tuoi doni, ma te stesso.

Come a te non basterebbe avere tutte le cose, se non hai Me, così neppure a Me potrebbe piacere qualunque cosa tu Mi offra, senza offrire te stesso. Offriti a Me e donati totalmente a Dio; allora, la tua oblazione sarà accetta. Ecco, Io mi sono offerto tutto al Padre, per te; ho dato in cibo perfino il mio Corpo ed il mio Sangue, per essere tutto tuo e perché tu rimanessi sempre mio. Ma, se tu rimarrai chiuso in te stesso e non ti offrirai volontariamente alla mia volontà, l'offerta non è piena e l'unione fra noi non sarà perfetta.

Perciò, l'offerta spontanea di te medesimo nelle mani di Dio deve precedere tutte le tue opere, se vuoi ottenere la vera libertà dello spirito e la mia grazia. Per questo motivo sono pochi quelli che raggiungono la luce e la libertà interiore, perché non sanno rinnegare del tutto se stessi. immutabile è la mia sentenza: "Se uno non avrà rinunciato a tutto, non potrà essere mio discepolo" (Lc 14,33). Se, dunque, tu desideri essere mio discepolo, offriti a Me con tutti i tuoi affetti.