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Domenica, 5 maggio 2024 - Misteri gloriosi - Beato Nunzio Sulprizio ( Letture di oggi )

Madre Teresa di Calcutta:Una Sorella mi diceva che proprio due o tre setti­mane prima, a Bombay, lei ed alcune Sorelle avevano raccolto un uomo dalla strada e lo avevano portato a casa. Disponiamo di un luogo spazioso che ci è stato regalato e che noi abbiamo trasformato in una casa d'accoglienza degli incurabili. Quell'uomo venne por­37 tato là e le Sorelle si presero cura di lui. Lo amarono e lo trattarono con dignità. Subito si accorsero che la sua schiena non aveva più pelle né carne. Era intiera­mente mangiato. Dopo averlo lavato lo misero a letto e una Sorella mi disse che mai aveva veduto tanta gio­ia quanta ne aveva scorta sul volto di quell'uomo. Al­lora le domandai: « Cosa avete provato quando avete tolto i vermi dal suo corpo, ditemelo! ». Lei mi guardò e poi disse: « Mai avevo sentito la presenza di Cristo; non avevo mai creduto veramente alla parola di Gesù che dice: "Ero malato e voi questo l'avete fatto a me Ora la sua presenza era in quell'uomo e io la potevo vedere su quel viso ». Questo è un donò di Dio.

UFFICIO DELLE LETTURE
Domenica della 32° settimana del tempo ordinario (San Giosafat)


V. O Dio, vieni a salvarmi.
R. Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.

Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.

Inno
Gerusalemme nuova,
immagine di pace,
costruita per sempre
nell'amore del Padre.

Tu discendi dal cielo
come vergine sposa,
per congiungerti a Cristo
nelle nozze eterne.

Dentro le tue mura,
risplendenti di luce,
si radunano in festa
gli amici del Signore:

pietre vive e preziose,
scolpite dallo Spirito
con la croce e il martirio
per la città dei santi.

Sia onore al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo,
al Dio trino ed unico
nei secoli sia gloria. Amen.

I Antifona
Chi salirà il monte del Signore?
Chi starà nel suo luogo santo?

SALMO 23 Il Signore entra nel suo tempio
Le porte del cielo si sono aperte a Cristo Signore, quando salì al cielo (sant'Ireneo).

Del Signore è la terra e quanto contiene, *
l'universo e i suoi abitanti. 
E' lui che l'ha fondata sui mari, *
e sui fiumi l'ha stabilita. 

Chi salirà il monte del Signore, *
chi starà nel suo luogo santo? 

Chi ha mani innocenti e cuore puro, †
chi non pronunzia menzogna, *
chi non giura a danno del suo prossimo. 

Egli otterrà benedizione dal Signore, *
giustizia da Dio sua salvezza. 
Ecco la generazione che lo cerca, *
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe. 

Sollevate, porte, i vostri frontali, †
alzatevi, porte antiche, *
ed entri il re della gloria. 

Chi è questo re della gloria? †
Il Signore forte e potente, *
il Signore potente in battaglia. 

Sollevate, porte, i vostri frontali, †
alzatevi, porte antiche, *
ed entri il re della gloria. 

Chi è questo re della gloria? *
Il Signore degli eserciti è il re della gloria.

Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen.

I Antifona
Chi salirà il monte del Signore?
Chi starà nel suo luogo santo?

II Antifona
Popoli, benedite il nostro Dio:
è lui che salvò la nostra vita, alleluia.

SALMO 65, 1-12 (I) Inno di grazie in occasione del sacrificio
Sulla risurrezione del Signore e la conversione dei pagani (Esichio)

Acclamate a Dio da tutta la terra, †
cantate alla gloria del suo nome, *
date a lui splendida lode.

Dite a Dio: «Stupende sono le tue opere! *
Per la grandezza della tua potenza
a te si piegano i tuoi nemici.

A te si prostri tutta la terra, *
a te canti inni, canti al tuo nome».
Venite e vedete le opere di Dio, *
mirabile nel suo agire sugli uomini.

Egli cambiò il mare in terra ferma, †
passarono a piedi il fiume; *
per questo in lui esultiamo di gioia.

Con la sua forza domina in eterno, †
il suo occhio scruta le nazioni; *
i ribelli non rialzino la fronte.

Benedite, popoli, il nostro Dio, *
fate risuonare la sua lode;
è lui che salvò la nostra vita *
e non lasciò vacillare i nostri passi.

Dio, tu ci hai messi alla prova; *
ci hai passati al crogiuolo, come l'argento.
Ci hai fatti cadere in un agguato, *
hai messo un peso ai nostri fianchi.

Hai fatto cavalcare uomini sulle nostre teste; †
ci hai fatto passare per il fuoco e l'acqua, *
ma poi ci hai dato sollievo.

Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen.

II Antifona
Popoli, benedite il nostro Dio:
è lui che salvò la nostra vita, alleluia.

III Antifona
Ascoltate, voi che temete Dio,
quanto per me ha fatto il Signore, alleluia.

SALMO 65, 13-20 (II) Inno di grazie in occasione del sacrificio
Sulla risurrezione del Signore e la conversione dei pagani (Esichio).

Entrerò nella tua casa con olocausti, *
a te scioglierò i miei voti,
i voti pronunziati dalle mie labbra, *
promessi nel momento dell'angoscia.

Ti offrirò pingui olocausti con fragranza di montoni, *
immolerò a te buoi e capri.

Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio, *
e narrerò quanto per me ha fatto.

A lui ho rivolto il mio grido, *
la mia lingua cantò la sua lode.
Se nel mio cuore avessi cercato il male, *
il Signore non mi avrebbe ascoltato.

Ma Dio ha ascoltato, *
si è fatto attento alla voce della mia preghiera.
Sia benedetto Dio: non ha respinto la mia preghiera, *
non mi ha negato la sua misericordia.

Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen.

III Antifona
Ascoltate, voi che temete Dio,
quanto per me ha fatto il Signore, alleluia.

Versetto
V. Viva ed efficace è la parola di Dio,
R. più penetrante che una spada a due tagli.

Prima Lettura

Dal libro del profeta Daniele 1, 1-21
La fedeltà dei giovani Israeliti nel palazzo del re di Babilonia

L'anno terzo del regno di Ioiakìm re di Giuda, Nabucodònosor re di Babilonia marciò su Gerusalemme e la cinse d'assedio. Il Signore mise Ioiakìm re di Giuda nelle sue mani, insieme con una parte degli arredi del tempio di Dio, ed egli li trasportò in Sennaàr e depositò gli arredi nel tesoro del tempio del suo dio.
Il re ordinò ad Asfenàz, capo dei suoi funzionari di corte, di condurgli giovani israeliti di stirpe reale o di famiglia nobile, senza difetti, di bell'aspetto, dotati di ogni scienza, educati, intelligenti e tali da poter stare nella reggia, per essere istruiti nella scrittura e nella lingua dei Caldei.
Il re assegnò loro una razione giornaliera di vivande e di vino della sua tavola; dovevano esser educati per tre anni, al termine dei quali sarebbero entrati al servizio del re. Fra di loro vi erano alcuni Giudei: Daniele, Anania, Misaele e Azaria; però il capo dei funzionari di corte chiamò Daniele Baltazzàr; Anania Sadràch; Misaele Mesàch e Azaria Abdènego.
Ma Daniele decise in cuor suo di non contaminarsi con le vivande del re e con il vino dei suoi banchetti e chiese al capo dei funzionari di non farlo contaminare.
Dio fece sì che Daniele incontrasse la benevolenza e la simpatia del capo dei funzionari.
Però egli disse a Daniele: «Io temo che il re mio Signore, che ha stabilito quello che dovete mangiare e bere, trovi le vostre facce più magre di quelle degli altri giovani della vostra età e io così mi renda colpevole davanti al re». Ma Daniele disse al custode, al quale il capo dei funzionari aveva affidato Daniele, Anania, Misaele e Azaria: «Mettici alla prova per dieci giorni, dandoci da mangiare legumi e da bere acqua, poi si confrontino, alla tua presenza, le nostre facce con quelle dei giovani che mangiano le vivande del re; quindi deciderai di fare con noi tuoi servi come avrai constatato». Egli acconsentì e fece la prova per dieci giorni; terminati questi, si vide che le loro facce erano più belle e più floride di quelle di tutti gli altri giovani che mangiavano le vivande del re. D'allora in poi il sovrintendente fece togliere l'assegnazione delle vivande e del vino e diede loro soltanto legumi.
Dio concesse a questi quattro giovani di conoscere e comprendere ogni scrittura e ogni sapienza e rese Daniele interprete di visioni e di sogni.
Terminato il tempo stabilito dal re entro il quale i giovani dovevano essergli presentati, il capo dei funzionari li portò a Nabucodònosor. Il re parlò con loro, ma fra tutti non si trovò nessuno pari a Daniele, Anania, Misaele e Azaria, i quali rimasero al servizio del re; in qualunque affare di sapienza e intelligenza su cui il re li interrogasse, li trovò dieci volte superiori a tutti i maghi e astrologi che c'erano in tutto il suo regno. Così Daniele vi rimase fino al primo anno del re Ciro.
 
  Responsorio Prima Lettura Cfr. Dn 1, 17. 20
R. Il Signore concesse a questi giovani intelligenza e sapienza; * Dio confermò il loro cuore con il dono del suo spirito.
V. In qualunque affare di sapienza e di intelligenza su cui il re li interrogasse, li trovò preparati.
R. Dio confermò il loro cuore con il dono del suo spirito.

Seconda Lettura

Dall'enciclica «Ecclesiam Dei» di Pio XI, papa  (AAS 15 [1923] 573-582)
Versò il suo sangue per l'unità della Chiesa

La Chiesa di Dio, per ammirabile provvidenza, fu costituita in modo da riuscire nella pienezza dei tempi come un'immensa famiglia. Essa è destinata ad abbracciare l'universalità del genere umano e perciò, come sappiamo, fu resa divinamente manifesta per mezzo dell'unità ecumenica che è una delle sue note caratteristiche. Cristo, Signor nostro, non si appagò di affidare ai soli apostoli la missione che egli aveva ricevuto dal Padre, quando disse: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni» (Mt 28,18-19). Ma volle pure che il collegio apostolico fosse perfettamente uno, con doppio e strettissimo vincolo. Il primo è quello interiore della fede e della carità, che è stata riversata nei cuori per mezzo dello Spirito Santo (cfr. Rm 5,5). L'altro è quello esterno del governo di uno solo sopra tutti. A Pietro, infatti, fu affidato il primato sugli altri apostoli come a perpetuo principio e visibile fondamento di unità.
Ma perché tale unità e concordia si perpetuasse, Iddio, sommamente provvido, la volle consacrare, per così dire, col sigillo della santità e, insieme, del martirio. Un onore così grande è toccato appunto a san Giosafat, arcivescovo di Polock, di rito slavo orientale, che a buon diritto va riconosciuto come gloria e sostegno degli Slavi orientali. Nessuno diede al loro nome una rinomanza maggiore, o provvide meglio alla loro salute di questo loro pastore ed apostolo, specialmente per aver egli versato il proprio sangue per l'unità della santa Chiesa. C'è di più. Sentendosi mosso da ispirazione divina a ristabilire dappertutto la santa unità, comprese che molto avrebbe giovato a ciò il ritenere nell'unione con la Chiesa cattolica il rito orientale slavo e l'istituto monastico basiliano.
E parimenti, avendo anzitutto a cuore l'unione dei suoi concittadini con la cattedra di Pietro, cercava da ogni parte argomenti efficaci a promuoverla e a consolidarla, principalmente studiando quei libri liturgici che gli Orientali, e i dissidenti stessi, sono soliti usare secondo le prescrizioni dei santi padri.
Premessa una così diligente preparazione, egli si accinse quindi a trattare, con forza e soavità insieme, la causa della restaurazione dell'unità, ottenendo frutti così copiosi da meritare dagli stessi avversari il titolo di «rapitore delle anime».

Responsorio Cfr. Gv 17,11.23.22
R. Disse Gesù: Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, * perché siano perfetti nell'unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato.
V. La gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro,
R. perché siano perfetti nell'unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato.


TE DEUM
Noi ti lodiamo, Dio *
ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre, *
tutta la terra ti adora.

A te cantano gli angeli *
e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo *
il Signore Dio dell'universo.

I cieli e la terra *
sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli *
e la candida schiera dei martiri;

le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; *
la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico Figlio, *
e lo Spirito Santo Paraclito.

O Cristo, re della gloria, *
eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre *
per la salvezza dell'uomo.

Vincitore della morte, *
hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. *
Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.

Soccorri i tuoi figli, Signore, *
che hai redento col tuo sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria *
nell'assemblea dei santi.

[*] Salva il tuo popolo, Signore, *
guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo, *
lodiamo il tuo nome per sempre.

Degnati oggi, Signore, *
di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la tua misericordia: *
in te abbiamo sperato.

Pietà di noi, Signore, *
pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza, *
non saremo confusi in eterno.

[*] Quest'ultima parte dell'inno si può omettere.

ORAZIONE
Suscita nella Chiesa, Signore, il tuo santo spirito, che mosse il vescovo san Giòsafat a dare la vita per il suo popolo, perché fortificati dallo stesso Spirito, non esitiamo a donare la nostra vita per i fratelli. Per il nostro Signore.

R. Amen.
Benediciamo il Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio.