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Martedi, 7 maggio 2024 - Misteri dolorosi - Santa Flavia ( Letture di oggi )

Sant'Antonio di Padova:Oggi sono i poveri, i semplici, gli indotti, i rozzi e le vecchierelle che hanno sete della parola della vita, dell'acqua della sapienza salvatrice. Invece i cittadini di Babilonia che si ubriacano al calice d'oro della grande meretrice, i sapienti consiglieri del faraone, credete a me, costoro sono pieni di parole vuote.
Gesu

...e unificato il culto.


23. 4. Una volta collocata la dea Felicità in un tempio magnifico e posto in alto, i cittadini avrebbero saputo a chi chiedere aiuto per ogni buon auspicio. Così sarebbe stata abbandonata per spontaneo convincimento l'inutile moltitudine degli altri dèi e sarebbe stata adorata e supplicata la sola Felicità, di lei sola sarebbe stato frequentato il tempio da parte dei cittadini che volessero esser felici e poiché non vi è alcuno che non lo voglia, lei che era supplicata da tutti si sarebbe supplicata da se stessa. Infatti ogni uomo non vuol ricevere altro da un dio che la felicità o ciò che è proprio della felicità. Quindi se la felicità ha il potere di essere in un individuo, e lo ha se è una dea, è una grande sciocchezza chiederla a un altro dio, giacché la si può ottenere da lei stessa. Dovevano quindi onorare, anche con la magnificenza del tempio, questa dea sopra tutti gli altri. Infatti, come si legge nei loro libri, gli antichi adorarono un certo Sommano, al quale affidavano i fulmini notturni, più di Giove, al quale erano assegnati i fulmini diurni. Ma dopo che fu costruito su un'altura il magnifico tempio a Giove, a causa della bellezza dell'edificio vi confluì la moltitudine sicché si può difficilmente trovare chi ricorda di aver letto il nome di Sommano. In quanto a udirlo nominare non se ne parla più. Se poi la felicità non è una dea perché è vero che è un dono di Dio, si cerchi il vero Dio che la può dare e si lasci da parte la malefica folla di dèi falsi che è onorata dalla folla bugiarda degli uomini sciocchi. Infatti essa considera suoi dèi i doni di Dio e insulta con l'ostinazione di una volontà superba colui del quale sono doni. Così non può liberarsi dalla infelicità perché adora come dio la felicità e abbandona Dio datore della felicità, come non si può liberare dalla fame chi lecca un pane dipinto e non lo chiede alla persona che ha quello vero.