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Venerdi, 26 aprile 2024 - Misteri dolorosi - San Marcellino ( Letture di oggi )

Sant'Agostino:La Chiesa assomiglia a Maria che partorì il Signore. Forse che santa Maria non partorì da vergine, e vergine rimase? Così anche la Chiesa partorisce ed è vergine. E se consideri bene, essa partorisce il Cristo, perché son membra di Cristo quelli che vengono battezzati ... E se partorisce membra di Cristo, essa è somigliantissima a Maria.

LETTURE A CASO

Mt 10,1-42

1Chiamati a sé i dodici discepoli, diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e d'infermità.

2I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea, suo fratello; Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, 3Filippo e Bartolomeo, Tommaso e Matteo il pubblicano, Giacomo di Alfeo e Taddeo, 4Simone il Cananeo e Giuda l'Iscariota, che poi lo tradì.

5Questi dodici Gesù li inviò dopo averli così istruiti:

"Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; 6rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele. 7E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino. 8Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. 9Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture, 10né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l'operaio ha diritto al suo nutrimento.

11In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza. 12Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. 13Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi. 14Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi. 15In verità vi dico, nel giorno del giudizio il paese di Sòdoma e Gomorra avrà una sorte più sopportabile di quella città.

16Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. 17Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai loro tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; 18e sarete condotti davanti ai governatori e ai re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. 19E quando vi consegneranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire, perché vi sarà suggerito in quel momento ciò che dovrete dire: 20non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.

21Il fratello darà a morte il fratello e il padre il figlio, e i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire. 22E sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi persevererà sino alla fine sarà salvato. 23Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un'altra; in verità vi dico: non avrete finito di percorrere le città di Israele, prima che venga il Figlio dell'uomo.

24Un discepolo non è da più del maestro, né un servo da più del suo padrone; 25è sufficiente per il discepolo essere come il suo maestro e per il servo come il suo padrone. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più i suoi familiari!

26Non li temete dunque, poiché non v'è nulla di nascosto che non debba essere svelato, e di segreto che non debba essere manifestato. 27Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio predicatelo sui tetti. 28E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna. 29Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia.

30Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; 31non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri!

32Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; 33chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli.

34Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada. 35Sono venuto infatti a separare

il figlio dal padre, la figlia dalla madre,
la nuora dalla suocera:
36e i nemici dell'uomo saranno quelli della sua casa.

37Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; 38chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. 39Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà.

40Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. 41Chi accoglie un profeta come profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto come giusto, avrà la ricompensa del giusto. 42E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa".


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Lc 17, 5-10: Se aveste fede!

Ef 4,1-32

1Vi esorto dunque io, il prigioniero nel Signore, a comportarvi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto, 2con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza, sopportandovi a vicenda con amore, 3cercando di conservare l'unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace. 4Un solo corpo, un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; 5un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. 6Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti.

7A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. 8Per questo sta scritto:

Ascendendo in cielo ha portato con sé prigionieri,
ha distribuito doni agli uomini
.

9Ma che significa la parola "ascese", se non che prima era disceso quaggiù sulla terra? 10Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per riempire tutte le cose.

11È lui che ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e maestri, 12per rendere idonei i fratelli a compiere il ministero, al fine di edificare il corpo di Cristo, 13finché arriviamo tutti all'unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo. 14Questo affinché non siamo più come fanciulli sballottati dalle onde e portati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, secondo l'inganno degli uomini, con quella loro astuzia che tende a trarre nell'errore. 15Al contrario, vivendo secondo la verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa verso di lui, che è il capo, Cristo, 16dal quale tutto il corpo, ben compaginato e connesso, mediante la collaborazione di ogni giuntura, secondo l'energia propria di ogni membro, riceve forza per crescere in modo da edificare se stesso nella carità.

17Vi dico dunque e vi scongiuro nel Signore: non comportatevi più come i pagani nella vanità della loro mente, 18accecati nei loro pensieri, estranei alla vita di Dio a causa dell'ignoranza che è in loro, e per la durezza del loro cuore. 19Diventati così insensibili, si sono abbandonati alla dissolutezza, commettendo ogni sorta di impurità con avidità insaziabile.

20Ma voi non così avete imparato a conoscere Cristo, 21se proprio gli avete dato ascolto e in lui siete stati istruiti, secondo la verità che è in Gesù, 22per la quale dovete deporre l'uomo vecchio con la condotta di prima, l'uomo che si corrompe dietro le passioni ingannatrici 23e dovete rinnovarvi nello spirito della vostra mente 24e rivestire l'uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera. 25Perciò, bando alla menzogna: dite ciascuno la verità al proprio prossimo; perché siamo membra gli uni degli altri. 26Nell'ira, non peccate; non tramonti il sole sopra la vostra ira, 27e non date occasione al diavolo. 28Chi è avvezzo a rubare non rubi più, anzi si dia da fare lavorando onestamente con le proprie mani, per farne parte a chi si trova in necessità. 29Nessuna parola cattiva esca più dalla vostra bocca; ma piuttosto, parole buone che possano servire per la necessaria edificazione, giovando a quelli che ascoltano. 30E non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio, col quale foste segnati per il giorno della redenzione.

31Scompaia da voi ogni asprezza, sdegno, ira, clamore e maldicenza con ogni sorta di malignità. 32Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo.


Lettera ai cristiani di Tralle : All'interno del santuario

VII,1. Guardatevi dunque da questi. Ciò sarà possibile non gonfiandovi e non separandovi da Dio Gesù Cristo, dal vescovo e dai precetti degli apostoli. 2. Chi è all'interno del santuario è puro; chi ne è lontano non è puro. Ciò significa che chiunque operi separatamente dal vescovo, dal presbitero e dai diaconi, non è puro nella coscienza.

(Autore: Sant'Ignazio di Antiochia)

L'imitazione di Cristo: MOLTI BENI CELESTI SONO CONCESSI A CHI SI COMUNICA DEVOTAMENTE

PAROLE DEL DISCEPOLO
O Signore Dio mio, vieni incontro al tuo servo con le benedizioni della tua dolcezza, perché io meriti d'accostarmi degnamente e devotamente al tuo magnifico Sacramento. Eccita il mio cuore verso di Te e liberami dal mio grave torpore. "Visitami con la tua grazia salutare" (Sal 105,4), perché io possa gustare in ispirito la tua dolcezza, che si nasconde tutta, come in una sorgente, in questo Sacramento. Apri anche i miei occhi, perché contemplino un così grande Mistero, e dammi forza di crederlo con fede immune da dubbi. Questa è, infatti, opera tua, non d'umana potenza; è tua sacra istituzione, non invenzione degli uomini.

Infatti, non si trova alcuno che, da se stesso, sia capace di comprendere pienamente questi misteri, che trascendono anche l'intuito degli Angeli. Che cosa, dunque, potrò io, indegno peccatore, terra e cenere, indagare e comprendere d'un segreto così profondo? O Signore, nella semplicità del mio cuore, con retta e sicura fede ed in obbedienza al tuo comando, m'accosto a Te con speranza e con riverenza, e credo veramente che Tu sei presente qui, nel Sacramento, Dio e uomo.

Tu vuoi, dunque, ch'io Ti riceva, che a Te m'unisca con vincolo di amore. Perciò, domando alla tua clemenza ed imploro il dono di questa grazia speciale: ch'io mi strugga tutto in Te e trabocchi d'amore, e non più mi curi di cercare alcun altro diletto profano. Infatti, questo altissimo ed augustissimo Sacramento è salvezza dell'anima e del corpo, medicina per ogni spirituale debolezza; per esso guariscono i miei vizi, sono frenate le mie passioni, sono vinte od attenuate le mie tentazioni; per esso viene infusa più copiosa la grazia, aumenta la virtù nascente, si consolida la fede, si fortifica la speranza, arde e si dilata l'amore. O mio Dio, che sostieni l'anima mia, che corrobori l'umana debolezza, che doni ogni interiore consolazione, Tu hai dispensato ed ancora spesso dispensi molte grazie in questo Sacramento ai tuoi cari che si comunicano devotamente.

Ad essi, infatti, Tu infondi abbondante conforto nelle diverse tribolazioni, dal profondo del loro abbattimento li risollevi alla speranza della tua protezione e, con una nuova grazia, li rianimi ed illumini interiormente. Cosicché, quelli che prima della Comunione si sentivano pieni di turbamento e privi d'amore, poi, ristorati dal cibo e dalla bevanda celeste, si trovano mutati in meglio. E per questo, appunto, Tu operi con tanta generosità sui tuoi eletti, perché veramente conoscano e provino con evidenza quanto sono deboli per se stessi e quanta bontà e grazia ricevano da Te. Da soli, sono freddi, duri e senza devozione; per tuo dono, invece, meritano di diventare fervorosi, zelanti e devoti. Chi, infatti, accostandosi umilmente alla fonte della soavità, non ne riporta anche solo un po' di dolcezza? O chi, stando vicino ad un grande fuoco, non ne risente un po' di calore? E Tu sei la fonte sempre piena, traboccante; Tu sei il fuoco che sempre arde e mai viene meno. Perciò, anche se non posso attingere alla pienezza della fonte né berne a sazietà, accosterò tuttavia le labbra all'orlo del vaso celeste, per sorbirne almeno qualche goccetta a refrigerio della mia sete, e per non rimanere del tutto inaridito.

E se non posso ancora essere tutto quanto spiritualmente celeste ed infuocato come i Cherubini e i Serafini, pure mi sforzerò d'insistere nella devozione e di predisporre il mio cuore a cogliere almeno una fiamma, sia pure piccola, del divino incendio, ricevendo con umiltà questo Sacramento di vita. A tutto quello, poi, che a me manca, o Gesù buono, Salvatore santissimo, supplisci Tu con la tua bontà e con la tua grazia; Tu, che Ti sei degnato di chiamare tutti a Te, dicendo: "Venite a Me, voi tutti, che siete affaticati ed oppressi, ed Io vi ristorerò" (Mt 11,28). Davvero, io m'affatico nel sudore del mio volto, ho il cuore trafitto dal dolore, sento il grave peso dei peccati, sono agitato dalle tentazioni, sono avviluppato e premuto da molte perverse passioni.

E non c'è chi m'aiuti, non c'è chi mi liberi e mi salvi, se non Tu, o Signore Dio, mio Salvatore; ma a Te raccomando me e le mie cose tutte, perché Tu mi custodisca e mi conduca alla vita eterna. Accoglimi a lode e gloria del tuo nome, Tu, che m'hai preparato in cibo e bevanda il tuo Corpo ed il tuo Sangue. O Signore Dio, salvezza mia, fa' che, frequentando il tuo mistero, aumenti l'ardore della mia devozione.