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Venerdi, 3 maggio 2024 - Misteri dolorosi - Santi Filippo e Giacomo ( Letture di oggi )

San Francesco di Sales:La pietà ha un oggetto solo : Dio; ma ha diverse maniere di servirLo, secondo le diversità delle condizioni. Così in ogni stato si può piacere a Dio.

LETTURE A CASO

Mt 19,1-30

1Terminati questi discorsi, Gesù partì dalla Galilea e andò nel territorio della Giudea, al di là del Giordano. 2E lo seguì molta folla e colà egli guarì i malati.

3Allora gli si avvicinarono alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: "È lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?". 4Ed egli rispose: "Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: 5Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? 6Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi". 7Gli obiettarono: "Perché allora Mosè ha ordinato di darle l'atto di ripudio e mandarla via?". 8Rispose loro Gesù: "Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così. 9Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un'altra commette adulterio".

10Gli dissero i discepoli: "Se questa è la condizione dell'uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi". 11Egli rispose loro: "Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso. 12Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca".

13Allora gli furono portati dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li sgridavano. 14Gesù però disse loro: "Lasciate che i bambini vengano a me, perché di questi è il regno dei cieli". 15E dopo avere imposto loro le mani, se ne partì.

16Ed ecco un tale gli si avvicinò e gli disse: "Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?". 17Egli rispose: "Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti". 18Ed egli chiese: "Quali?". Gesù rispose: "Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, 19onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso". 20Il giovane gli disse: "Ho sempre osservato tutte queste cose; che mi manca ancora?". 21Gli disse Gesù: "Se vuoi essere perfetto, va', vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi". 22Udito questo, il giovane se ne andò triste; poiché aveva molte ricchezze.

23Gesù allora disse ai suoi discepoli: "In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. 24Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli". 25A queste parole i discepoli rimasero costernati e chiesero: "Chi si potrà dunque salvare?". 26E Gesù, fissando su di loro lo sguardo, disse: "Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile".

27Allora Pietro prendendo la parola disse: "Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne otterremo?". 28E Gesù disse loro: "In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele. 29Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna.

30Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi".


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Mt 17,1-9: Il suo volto brillò come il sole.

Gd 1,1-25

1Giuda, servo di Gesù Cristo, fratello di Giacomo, agli eletti che vivono nell'amore di Dio Padre e sono stati preservati per Gesù Cristo: 2misericordia a voi e pace e carità in abbondanza.

3Carissimi, avevo un gran desiderio di scrivervi riguardo alla nostra salvezza, ma sono stato costretto a farlo per esortarvi a combattere per la fede, che fu trasmessa ai credenti una volta per tutte. 4Si sono infiltrati infatti tra voi alcuni individui - i quali sono già stati segnati da tempo per questa condanna - empi che trovano pretesto alla loro dissolutezza nella grazia del nostro Dio, rinnegando il nostro unico padrone e signore Gesù Cristo.

5Ora io voglio ricordare a voi, che già conoscete tutte queste cose, che il Signore dopo aver salvato il popolo dalla terra d'Egitto, fece perire in seguito quelli che non vollero credere, 6e che gli angeli che non conservarono la loro dignità ma lasciarono la propria dimora, egli li tiene in catene eterne, nelle tenebre, per il giudizio del gran giorno. 7Così Sòdoma e Gomorra e le città vicine, che si sono abbandonate all'impudicizia allo stesso modo e sono andate dietro a vizi contro natura, stanno come esempio subendo le pene di un fuoco eterno.

8Ugualmente, anche costoro, come sotto la spinta dei loro sogni, contaminano il proprio corpo, disprezzano il Signore e insultano gli esseri gloriosi. 9L'arcangelo Michele quando, in contesa con il diavolo, disputava per il corpo di Mosè, non osò accusarlo con parole offensive, ma disse: Ti condanni il Signore! 10Costoro invece bestemmiano tutto ciò che ignorano; tutto ciò che essi conoscono per mezzo dei sensi, come animali senza ragione, questo serve a loro rovina.

11Guai a loro! Perché si sono incamminati per la strada di Caino e, per sete di lucro, si sono impegolati nei traviamenti di Balaàm e sono periti nella ribellione di Kore. 12Sono la sozzura dei vostri banchetti sedendo insieme a mensa senza ritegno, pascendo se stessi; come nuvole senza pioggia portate via dai venti, o alberi di fine stagione senza frutto, due volte morti, sradicati; 13come onde selvagge del mare, che schiumano le loro brutture; come astri erranti, ai quali è riservata la caligine della tenebra in eterno.

14Profetò anche per loro Ènoch, settimo dopo Adamo, dicendo: "Ecco, il Signore è venuto con le sue miriadi di angeli per far il giudizio contro tutti, 15e per convincere tutti gli empi di tutte le opere di empietà che hanno commesso e di tutti gli insulti che peccatori empi hanno pronunziato contro di lui". 16Sono sobillatori pieni di acredine, che agiscono secondo le loro passioni; la loro bocca proferisce parole orgogliose e adùlano le persone per motivi interessati.

17Ma voi, o carissimi, ricordatevi delle cose che furono predette dagli apostoli del Signore nostro Gesù Cristo. 18Essi vi dicevano: "Alla fine dei tempi vi saranno impostori, che si comporteranno secondo le loro empie passioni". 19Tali sono quelli che provocano divisioni, gente materiale, privi dello Spirito.

20Ma voi, carissimi, costruite il vostro edificio spirituale sopra la vostra santissima fede, pregate mediante lo Spirito Santo, 21conservatevi nell'amore di Dio, attendendo la misericordia del Signore nostro Gesù Cristo per la vita eterna. 22Convincete quelli che sono vacillanti, 23altri salvateli strappandoli dal fuoco, di altri infine abbiate compassione con timore, guardandovi perfino dalla veste contaminata dalla loro carne.

24A colui che può preservarvi da ogni caduta e farvi comparire davanti alla sua gloria senza difetti e nella letizia, 25all'unico Dio, nostro salvatore, per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore, gloria, maestà, forza e potenza prima di ogni tempo, ora e sempre. Amen!


Lettera ai cristiani di Filadelfia: La pace della Chiesa di Antiochia di Siria

Per la vostra preghiera e la carità che avete in Gesù Cristo mi fu annunciato che la Chiesa di Antiochia di Siria è in pace. Bisogna che voi, come Chiesa di Dio, vi eleggiate un diacono per la missione di Dio: portare a quelli che sono raccolti i vostri rallegramenti e glorificare il nome. Beato in Gesù Cristo chi è ritenuto degno di tale servizio e voi ne avrete gloria. A voi che lo volete non sarà impossibile per il nome di Dio come anche le Chiese vicine mandarono i vescovi, oltre i presbiteri e i diaconi.

(Autore: Sant'Ignazio di Antiochia)

L'imitazione di Cristo: NON INVESTIGARE GLI ALTI MISTERI E GLI OCCULTI GIUDIZI DI DIO

PAROLE DEL SIGNORE
Figlio, guardati dal discutere delle questioni troppo profonde e degli occulti giudizi di Dio, quali, ad esempio: perché questi sembra così abbandonato e quello è assunto a così grande stato di grazia; ed ancora, perché questi è tanto tribolato e quello è tanto esaltato. Codeste cose vanno oltre i limiti d'ogni mente umana e non c'è alcun ragionamento o alcuna disquisizione che può penetrare nei giudizi di Dio. Quando, dunque, il Nemico ti insinua codesti pensieri o, anche, quando certi uomini con indiscreta curiosità te ne interrogano, rispondi con quel detto del Profeta: "Tu sei giusto, Signore, e retto nei tuoi giudizi" (Sal 118,137). con quest'altro: "I giudizi del Signore sono veri e santi in se stessi" (Sal 18,10).

I miei giudizi si devono venerare, non investigare, perché sono incomprensibili all'intelligenza umana. Neppure devi indagare e discutere sui meriti dei Santi: se uno sia più santo d'un altro o chi sia più grande nel Regno dei Cieli. Siffatte controversie generano spesso dispute e contese inutili ed alimentano la superbia e la vana gloria, da cui nascono, poi, invidie e discordie; e mentre uno si dichiara orgogliosamente a favore d'un Santo, un altro si sforza di dare la preferenza ad un altro Santo. Ma il voler conoscere ed indagare tali problemi non reca alcuna utilità e, anzi, ai Santi non è gradito, perché Io sono Dio non di discordia, ma di pace. E questa pace consiste nella vera umiltà, più che nella propria esaltazione. Alcuni per zelo di devozione sono portati ad amare questi o questi altri Santi con maggiore affetto: affetto più umano, però, che divino.

I Santi li ho fatti Io, tutti; Io ho donato loro la grazia; Io ho concesso loro la gloria. Io conosco i meriti di ciascuno; Io li ho prevenuti con le mie dolci benedizioni. Io conobbi i miei eletti prima di tutti i secoli; Io li scelsi dal mondo, e non essi scelsero Me. Io li chiamai con la grazia, li attirai con la misericordia; Io li condussi alla salvezza eterna attraverso varie tentazioni. Io infusi in loro mirabili consolazioni; Io diedi loro la perseveranza; Io coronai la loro pazienza. Io conosco chi tra essi è il primo e chi è l'ultimo, ma li abbraccio tutti con un amore che non si può misurare. Io devo essere lodato in tutti i miei Santi; Io devo essere benedetto sopra ogni cosa; Io devo essere onorato in ciascuno di loro, perché sono Io che li ho così gloriosamente esaltati e predestinati, senza alcun loro precedente merito.

Chi, dunque, disprezza uno dei miei più piccoli, non onora nemmeno il più grande, perché fui Io a fare il piccolo e il grande. Inoltre, chi sminuisce qualcuno dei Santi, sminuisce anche Me e tutti gli altri che sono nel Regno dei Cieli. Tutti sono una cosa sola per il vincolo dell'amore; uno è il loro sentimento, uno il loro volere; e tutti si amano in un unico vicendevole amore. Inoltre - cosa che è molto più eccelsa - amano Me più che se stessi ed i loro meriti. lnfatti, rapiti sopra di sé e tratti fuori, in alto, dal proprio amore, s'immergono totalmente nell'amore mio, godono di Me, trovano pace in Me.

Non c'è nulla che possa distoglierli o trarli al basso, perché, ripieni dell'eterna Verità, ardono nel fuoco d'un inestinguibile amore. Cessino, dunque, di discutere della condizione dei Santi gli uomini carnali e materiali, che non sanno amare altro che i propri piaceri. Essi tolgono ed aggiungono secondo la tendenza del loro animo, non secondo quanto piace all'eterna Verità. Molti non capiscono, specialmente quelli che, poco illuminati nello spirito, hanno imparato, solo di rado, ad amare qualcuno con perfetto amore spirituale.

Costoro, per impulso d'un affetto ancora naturale e d'un'amicizia ancora umana, sono fortemente attratti verso questo o quel Santo, e con l'immaginazione ritengono che le cose celesti siano regolate così, come sono regolate le relazioni tra gli uomini in terra. Ma c'è una distanza incomparabile fra ciò che pensano gli uomini imperfetti e ciò che vedono, per divina rivelazione, gli uomini illuminati. Guardati, dunque, figlio, dal trattare per curiosità queste cose, che vanno oltre la tua conoscenza; ma sforzati piuttosto e mira a poterti trovare, almeno come ultimo, nel Regno di Dio.

E, pur se uno sapesse chi sia più santo d'un altro o sia stimato più grande nel Regno dei Cieli, a che cosa gli gioverebbe questa conoscenza, se poi non traesse motivo per umiliarsi davanti a Me e si levasse a lodare ancora di più il mio nome? Chi riflette sulla gravità dei propri peccati, sulla pochezza delle proprie virtù e su quanto sia lontano dalla perfezione dei Santi, compie opera più accetta a Dio, che non colui che discute sulla loro maggiore o minore grandezza. È meglio implorare i Santi con devote preghiere e con lacrime, e supplicarli umilmente per avere la loro potente intercessione, che non scrutare con inutile indagine i segreti della loro condizione in Cielo.

Essi sono paghi, in sommo grado paghi. Oh! se gli uomini sapessero accontentarsi e frenare i loro inutili discorsi! Non si gloriano dei loro meriti, perché non attribuiscono nulla di ciò che è buono a se stessi, ma tutto attribuiscono a Me, che, nel mio infinito amore, ho loro donato ogni cosa. Sono così ripieni di divino amore e di sovrabbondante gaudio, che nulla manca loro di gloria e nulla può loro mancare di felicità. Tutti i Santi, quanto più sono in alto nella gloria, tanto più sono umili in se stessi, e perciò a Me più vicini e più cari. Perciò, trovi scritto che deponevano le loro corone davanti a Dio, prostrandosi con la faccia a terra dinnanzi all'Agnello "e adorando il Vivente nei secoli dei secoli" (Ap 5,14). Molti cercano di sapere chi sia maggiore nel Regno di Dio, mentre non sanno se saranno degni d'esservi annoverati tra i più piccoli.

Ed è già gran cosa essere il più piccolo in Cielo, dove tutti sono grandi, perché tutti "saranno chiamati figli di Dio" (Mt 5,9) e saranno figli di Dio. "Il minimo degli eletti varrà per mille" (Is 60,22), mentre il peccatore morirà a cent'anni. I discepoli, infatti, chiedendo chi sarebbe stato il più grande nel Regno dei Cieli, si sentirono rispondere così: "Se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel Regno dei Cieli" (Mt 18,3). "Perciò, chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel Regno dei Cieli" (Mt 18,4). Guai a coloro che disdegnano di abbassarsi spontaneamente al livello dei piccoli: la piccola porta del Regno dei Cieli non permetterà loro d'entrare. Guai anche ai ricchi, che hanno quaggiù le loro consolazioni! Mentre i poveri entreranno nel Regno dei Cieli, essi rimarranno fuori, urlando disperatamente. Godete voi, umili, ed esultate voi, poveri, perché vostro è il Regno di Dio, se camminate però nella Verità.