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Domenica, 28 aprile 2024 - Misteri gloriosi - San Luigi Maria Grignion da Montfort ( Letture di oggi )

Madre Teresa di Calcutta:Il saper pensare al prossimo è il fondamento di una grande santità. Se imparate quest'arte di saper essere sensibili, diverrete sempre più uguali a Cristo, poiché il suo cuore era mite ed Egli pensava sempre agli altri. Gesù « andava facendo il bene ». La Ma­donna alle nozze di Cana non fece altro che preoccu­parsi degli altri che si trovavano nel bisogno, metten­done al corrente Gesù. La sensibilità di Maria, di Gesù e di Giuseppe ai bisogni degli altri fu talmente grande che rese Nazaret la dimora del Dio Altissimo. Se anche noi avremo questo genere di sensibilità reci­proca, le nostre comunità diventeranno veramente la dimora del Dio Altissimo.
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Maggio, La Madonna di Ghiaie di Bonate



Maria Laus



La pausa

Mercoledì 24 maggio 1944

Adelaide dovette abituarsi a quella vita di « educanda ». Passava le sue giornate tra il gioco in cui si buttava con passione e le pratiche religiose, istruzione catechistica compresa, alla quale si rassegnava di malavoglia. Per invogliarla, la suora addetta entrava con lei in patteggiamenti e promesse, come quella volta in cui le promise un cioccolato. La bambina accettò ma volle prima il cioccolato e, quando arrivò all'ultimo pezzo, se ne scappò, obbligando la suora a rincorrerla.
Quelle suore tennero un accurata cronaca di quei giorni. Nella giornata di oggi scrissero: « Verso le 16 vennero a vederla don Cortesi e il signor Verri. Il primo scongiurò di non lasciare avvicinare la piccola a nessuno se non dietro telefonata o biglietto del vescovo ».

Va detto, tra parentesi, che don Cortesi non aveva alcuna autorità per questo. Inoltre lo stesso sacerdote pregò le suore che si astenessero dall'interrogare la bambina circa le sue visioni, limitandosi soltanto a registrare ciò che essa avrebbe comunicato spontaneamente. Altri consigli di don Cortesi furono che « la bambina fosse severamente educata alla virtù e alla sana pietà; che con ogni mezzo si allontanasse da lei la pericolosa convinzione, già emersa, di essere una privilegiata, una santa, una "cosa straordinaria", sottoponendola al regime di tutte le educande, senza benevolenze o concessioni singolari, senza corteggiamenti o distinzioni di sorta, e mostrando anche di disprezzare, come irrilevanti per la vita spirituale, le sue assente visioni; infine che le suore, deputate ad assisterla, annotassero in una cronaca, con accurata minuzia e fedeltà, le parole, gli atteggiamenti e il comportamento della bimba».
Ci sono tutti gli elementi di un'autentica « guardata a vista». Don Cortesi si intrattiene a lungo con Adelaide, che chiacchiera volentieri. Il sacerdote ha l'impressione che nel nuovo ambiente si mostri più serena, più intelligente e anche più furbetta rispetto alle Ghiaie. Quando i due accennano ad andarsene, scoppia la tempesta della sera precedente. Vuole andarsene con loro e non riescono a strapparsela di dosso.

Don Cortesi, nel suo racconto, a questo punto inserisce una frase terribile, sconcertante, incredibile, questa:
« Giacché da tutti si ritiene che ingannare una bambina innocente non costituisce reato, la ingannammo ». Noi abbiamo definito questo comportamento « vigliaccata di adulti ». Le dicono: « Beh, verrai con noi, se proprio vuoi. Io vado al telefono a chiamare la macchina. Tu intanto va a metterti le scarpette ».
Mentre la bambina trotterella felice su per le scale in cerca delle scarpette, i due se la svignano... Quando Adelaide si rese conto dell'inganno, cominciò a piangere, a strillare a perdifiato, a dimenarsi con forza selvaggia, a pestare i piedi, a rotolarsi per terra...
Non possiamo non schierarci dalla parte della piccola che manifesta, con tutta la forza di cui è capace, la sua reazione contro la crudeltà degli inganni di cui gli adulti sono capaci nei confronti dei bambini. Le buone intenzioni non possono scusare atteggiamenti del genere... ma per certi adulti « non è reato...».
A un certo punto la piccola si sentì bagnata e allora, avvilita per quel guaio infantile, dimenticò un po' il dolore del distacco e si lasciò condurre dalla suora a cambiarsi. Quella sera insistette perché la si portasse a recitare il rosario.
Nell'esame di coscienza si dolse del nuovo capriccio e propose risoluta: « Domani, quando andranno via don Cortesi e il signor Verri, non piangerò più». E fu fedele al proposito.

Di Padre Tentori. Fonte: www.preghiereagesuemaria.it