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Mercoledi, 1 maggio 2024 - Misteri gloriosi - San Giuseppe Lavoratore ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:Ci sono cose nella vita che ti ricordano quanto sei debole. Il dolore è una di quelle. Il dolore, come un rude predicatore, ti costringe di fare i conti con te stesso. È una magra consolazione quella teoria del "c'è chi sta peggio di te", ed è profondamente sbagliata perché ognuno vive il dolore sulla propria pelle. Niente ti appartiene così tanto quanto il dolore. Ma più delle volte la sofferenza è la tua vera salvezza: quando è vissuta nella fede, con la grazia di Dio, essa ti fortifica e può valere tutta una vita, anche l'eternità. La fede non ti libera dalla sofferenza ma ti aiuta affinché l'angoscia non prenda il sopravvento; e ti ricorda che ciò che conta non è soggetto né al dolore né alla morte.

Commento al Vangelo della domenica di don Fabio Rosini

Vangelo Mc 10, 46-52: Rabbunì, che io veda di nuovo!

In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me! ».
Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va', la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.