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Lunedi, 6 maggio 2024 - Misteri gaudiosi - San Pietro Nolasco ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:Ogni nuovo giorno ha molto da offrirti: i familiari che ti vogliono bene, i vicini che ti stimano, gli amici che ti sollevano il morale. Sì, a volte la vita è crudele, alcune stagioni porteranno le sventure e certi momenti saranno difficili. Ma nonostante tutto, in te prevale l'ottimismo e voglia di vivere. Riguardo a coloro che non ti sopportano, sappi che non sanno quello che fanno. Continua a perdonare e pregare per loro. Nutrire buoni sentimenti verso tutti è una grande dimostrazione d'amore e di forza spirituale. Non considerare le ricchezze, il potere, il prestigio come i valori superiori della vita, perché in fondo essi non rispondono a vere attese del tuo cuore. Sii umile e povero di cuore, perché la brama di accumulare le cose materiali rischia di soffocarti. Quando la massa cercherà di renderti simile a lei, resta fedele a te stesso e ai propri principi. Sii intraprendente e tutte le vette saranno alla tua portata. La vera gioia si raggiunge quando sei al servizio di un valore superiore.

LETTURE A CASO

Lc 5,1-39

1Un giorno, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret 2e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. 3Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca.

4Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: "Prendi il largo e calate le reti per la pesca". 5Simone rispose: "Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti". 6E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano. 7Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano. 8Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: "Signore, allontanati da me che sono un peccatore". 9Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; 10così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: "Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini". 11Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

12Un giorno Gesù si trovava in una città e un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si gettò ai piedi pregandolo: "Signore, se vuoi, puoi sanarmi". 13Ges&uugrave; stese la mano e lo toccò dicendo: "Lo voglio, sii risanato!". E subito la lebbra scomparve da lui. 14Gli ingiunse di non dirlo a nessuno: "Va', mostrati al sacerdote e fa' l'offerta per la tua purificazione, come ha ordinato Mosè, perché serva di testimonianza per essi". 15La sua fama si diffondeva ancor più; folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle loro infermità. 16Ma Gesù si ritirava in luoghi solitari a pregare.

17Un giorno sedeva insegnando. Sedevano là anche farisei e dottori della legge, venuti da ogni villaggio della Galilea, della Giudea e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. 18Ed ecco alcuni uomini, portando sopra un letto un paralitico, cercavano di farlo passare e metterlo davanti a lui. 19Non trovando da qual parte introdurlo a causa della folla, salirono sul tetto e lo calarono attraverso le tegole con il lettuccio davanti a Gesù, nel mezzo della stanza. 20Veduta la loro fede, disse: "Uomo, i tuoi peccati ti sono rimessi". 21Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere dicendo: "Chi è costui che pronuncia bestemmie? Chi può rimettere i peccati, se non Dio soltanto?". 22Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: "Che cosa andate ragionando nei vostri cuori? 23Che cosa è più facile, dire: Ti sono rimessi i tuoi peccati, o dire: Àlzati e cammina? 24Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati: io ti dico - esclamò rivolto al paralitico - alzati, prendi il tuo lettuccio e va' a casa tua". 25Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e si avviò verso casa glorificando Dio. 26Tutti rimasero stupiti e levavano lode a Dio; pieni di timore dicevano: "Oggi abbiamo visto cose prodigiose".

27Dopo ciò egli uscì e vide un pubblicano di nome Levi seduto al banco delle imposte, e gli disse: "Seguimi!". 28Egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.

29Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C'era una folla di pubblicani e d'altra gente seduta con loro a tavola. 30I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: "Perché mangiate e bevete con i pubblicani e i peccatori?". 31Gesù rispose: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; 32io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi".

33Allora gli dissero: "I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno orazioni; così pure i discepoli dei farisei; invece i tuoi mangiano e bevono!". 34Gesù rispose: "Potete far digiunare gli invitati a nozze, mentre lo sposo è con loro? 35Verranno però i giorni in cui lo sposo sarà strappato da loro; allora, in quei giorni, digiuneranno". 36Diceva loro anche una parabola: "Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per attaccarlo a un vestito vecchio; altrimenti egli strappa il nuovo, e la toppa presa dal nuovo non si adatta al vecchio. 37E nessuno mette vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spacca gli otri, si versa fuori e gli otri vanno perduti. 38Il vino nuovo bisogna metterlo in otri nuovi. 39Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: Il vecchio è buono!".


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Mt 22,34-40: Amerai il Signore tuo Dio, e il tuo prossimo come te stesso.

1 Tm 6,1-20

1Quelli che si trovano sotto il giogo della schiavitù, trattino con ogni rispetto i loro padroni, perché non vengano bestemmiati il nome di Dio e la dottrina. 2Quelli poi che hanno padroni credenti, non manchino loro di riguardo perché sono fratelli, ma li servano ancora meglio, proprio perché sono credenti e amati coloro che ricevono i loro servizi.

Questo devi insegnare e raccomandare.

3Se qualcuno insegna diversamente e non segue le sane parole del Signore nostro Gesù Cristo e la dottrina secondo la pietà, 4costui è accecato dall'orgoglio, non comprende nulla ed è preso dalla febbre di cavilli e di questioni oziose. Da ciò nascono le invidie, i litigi, le maldicenze, i sospetti cattivi, 5i conflitti di uomini corrotti nella mente e privi della verità, che considerano la pietà come fonte di guadagno.

6Certo, la pietà è un grande guadagno, congiunta però a moderazione! 7Infatti non abbiamo portato nulla in questo mondo e nulla possiamo portarne via. 8Quando dunque abbiamo di che mangiare e di che coprirci, contentiamoci di questo. 9Al contrario coloro che vogliono arricchire, cadono nella tentazione, nel laccio e in molte bramosie insensate e funeste, che fanno affogare gli uomini in rovina e perdizione. 10L'attaccamento al denaro infatti è la radice di tutti i mali; per il suo sfrenato desiderio alcuni hanno deviato dalla fede e si sono da se stessi tormentati con molti dolori.

11Ma tu, uomo di Dio, fuggi queste cose; tendi alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza. 12Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni.

13Al cospetto di Dio che dà vita a tutte le cose e di Gesù Cristo che ha dato la sua bella testimonianza davanti a Ponzio Pilato, 14ti scongiuro di conservare senza macchia e irreprensibile il comandamento, fino alla manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo,

15che al tempo stabilito sarà a noi rivelata
dal beato e unico sovrano,
il re dei regnanti e signore dei signori,
16il solo che possiede l'immortalità,
che abita una luce inaccessibile;
che nessuno fra gli uomini ha mai visto né può vedere.
A lui onore e potenza per sempre. Amen.

17Ai ricchi in questo mondo raccomanda di non essere orgogliosi, di non riporre la speranza sull'incertezza delle ricchezze, ma in Dio, che tutto ci dà con abbondanza perché ne possiamo godere; 18di fare del bene, di arricchirsi di opere buone, di essere pronti a dare, di essere generosi, 19mettendosi così da parte un buon capitale per il futuro, per acquistarsi la vita vera.

20O Timòteo, custodisci il deposito; evita le chiacchiere profane e le obiezioni della cosiddetta scienza, 21professando la quale taluni hanno deviato dalla fede.

La grazia sia con voi!


La Città di Dio: Libro V - Visione irrazionalista e razionalista della storia: oroscopo del concepimento e della nascita.

5. E i due fratelli che Ippocrate, osservando con la sua esperienza di medico la loro malattia, riconobbe come gemelli perché essa contemporaneamente si manifestava più grave o più leggera in entrambi, rimproverano apertamente gli astrologi che vogliono attribuire agli astri una condizione che derivava dalla complessione organica. Essi si ammalavano nel medesimo modo e tempo e non l'uno prima e l'altro dopo come erano nati, perché non era possibile che nascessero entrambi simultaneamente. E se non ebbe influsso a farli ammalare in tempi diversi il fatto che nacquero in tempi diversi, perché gli astrologi sostengono che per la diversità delle altre situazioni ha importanza il diverso tempo nel nascere? Per qual motivo, appunto perché nacquero in tempi diversi, poterono viaggiare, ammogliarsi e aver figli in tempi diversi e fare molte altre cose e non poterono per lo stesso motivo ammalarsi in tempi diversi? Se il diverso momento nella nascita ha mutato l'oroscopo e ha indotto diversità nelle altre situazioni, perché per le malattie è rimasta la condizione che il concepimento induceva con l'eguaglianza nel tempo? Ovvero se i destini della salute fisica sono nel concepimento, ma si afferma che quelli delle altre condizioni sono nella nascita, gli astrologi non dovrebbero, dopo avere scrutato gli oroscopi della nascita, parlare della salute, giacché non è possibile scrutare in essa l'ora del concepimento. Se poi predicono le malattie senza scrutare l'oroscopo del concepimento, dato che le malattie sono indicate dal periodo del nascere, in che modo potrebbero ad uno dei gemelli indicare dall'ora della nascita quando si ammalerà? Anche l'altro che non aveva il medesimo oroscopo della nascita dovrebbe anche lui necessariamente ammalarsi? E pongo altre domande. Se, dicono essi, la distanza di tempo nella nascita dei gemelli è grande, è indispensabile che si diano per loro diverse congiunzioni astrali a causa dell'oroscopo diverso e per questo diversi anche tutti i punti di riferimento 12. In essi si ha tanto influsso che anche i destini divengono diversi. Ma come è stato possibile questo, chiedo io, se è impossibile che il concepimento dei gemelli abbia tempi diversi. Se poi è stato possibile che per la nascita si avessero destini diversi dei due gemelli concepiti nella medesima frazione di tempo, perché non sarebbe possibile che per la vita e per la morte si abbiano destini diversi di due individui nati nella medesima frazione di tempo? Infatti se la medesima frazione di tempo, in cui entrambi i gemelli sono stati concepiti, non ha impedito che l'uno nascesse prima e l'altro dopo, perché se due diversi individui nascono nella medesima frazione di tempo, è un impedimento a che l'uno muoia prima e l'altro dopo? Se il concepimento che avviene in un solo istante consente che i gemelli abbiano nell'utero sorti diverse, perché la nascita verificatasi in un medesimo istante non consentirebbe a due individui diversi di avere sulla terra sorti diverse? Così sarebbero eliminati tutti i sofismi di questa arte o meglio impostura. Ma che discorso è questo, che i gemelli concepiti nel medesimo tempo, nel medesimo istante, sotto la medesima posizione del cielo, abbiano destini diversi che li portano a due diversi oroscopi, e al contrario sarebbe impossibile che individui nati nel medesimo istante di tempo e sotto una medesima posizione del cielo ma da madri diverse abbiano destini diversi che li portino a una diversa condizione della vita e della morte? Si vuol dire forse che gli individui nell'atto del concepimento non hanno ancora il destino, giacché non possono averlo se non nascono? E allora perché dicono che, se si conosce l'ora del concepimento, possono essere previste molte cose per più alta divinazione? Si racconta perfino in proposito che un sapiente scelse l'ora in cui unirsi alla moglie per avere un figlio meraviglioso. E alla fin fine in proposito si ha anche il responso che in merito ai due gemelli ammalati alla stessa maniera diede Posidonio, grande astrologo e filosofo, e cioè che il fenomeno si verificò perché erano nati e concepiti nel medesimo tempo. Ed aggiungeva il concepimento appunto perché non gli si obiettasse che necessariamente non erano potuti nascere nel medesimo tempo individui che era assolutamente accertato fossero stati concepiti nel medesimo tempo. Così poteva non attribuire il fatto che si erano ammalati nel medesimo modo e tempo alla medesima costituzione fisiologica ma assegnare alle congiunzioni astrali la simiglianza dello stato di salute. Se dunque nel concepimento si ha un così grande influsso ai sensi dell'eguaglianza dei destini, essi non sarebbero dovuti cambiare con la nascita. Se poi i destini dei gemelli sono diversi perché nascono in tempi diversi, perché non si dovrebbe piuttosto capire che erano già diversi perché nascessero in tempi diversi? Ma davvero che la volontà di chi vive non muta il destino della nascita, sebbene la successione nel nascere cambierebbe il destino del concepimento?

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: LA VERIT� PARLA DENTRO DI NOI SENZA STREPITO DI PAROLE

PAROLE DEL DISCEPOLO
”Parla, Signore, il tuo servo ti ascolta” (1Sam 3,10)."Io sono tuo servo, fammi comprendere e conoscerò i tuoi insegnamenti" (Sal 118,125). Piega il mio cuore alle parole della tua bocca; stillino come rugiada le tue parole. Dicevano una volta i figli d'Israele a Mosè: "Parla tu a noi, e noi ascolteremo; non ci parli il Signore, altrimenti moriremo" (Es 20,19). Ma non così, o Signore, non così io Ti prego; piuttosto, con il profeta Samuele, umilmente e fervorosamente Ti supplico: "Parla, o Signore; il tuo servo ti ascolta" (1 Sam 3,10). Non mi parli Mosè o qualche altro dei Profeti; parlami, invece, Tu, o Signore Iddio, che ispiri ed illumini tutti i Profeti; Tu solo, senza di loro, puoi ammaestrarmi perfettamente, mentre essi, senza di Te, non concluderanno nulla. Possono, sì, far risuonare parole, ma non comunicano lo Spirito.

S'esprimono magnificamente; ma se Tu taci, non infiammano il cuore. Il loro è un linguaggio letterale; ma sei Tu che sveli lo spirito del contenuto. Promulgano i tuoi Comandamenti; ma aiuti Tu ad osservarli. Additano la via; ma dài Tu la forza per camminare. Essi operano soltanto all'esterno; ma Tu educhi i cuori e li illumini. Essi irrigano la superficie; ma Tu doni la fecondità.

Essi gridano con le parole; ma Tu concedi la comprensione all'udito dell'anima. Non mi parli, dunque, Mosè; parlami Tu, Signore Dio mio, Verità eterna, perché io non abbia a morire e a rimanere senza frutto, se fossi ammaestrato solo esteriormente e non venissi infervorato interiormente. Che non mi sia di condanna la parola udita, ma non messa in pratica; conosciuta, ma non amata; creduta, ma non osservata. "Parla", dunque, "o Signore; il tuo servo ti ascolta" (1Sam 3,10): "Tu hai parole di vita eterna" (Gv 6,68). Parlami, per dare qualche consolazione all'anima mia e per emendare tutta la mia vita. Ed a Te siano lode, gloria e perpetuo onore.