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Mercoledi, 8 maggio 2024 - Misteri gloriosi - Madonna del Rosario di Pompei ( Letture di oggi )

Sant'Agostino:Non vuoi lasciare il mondo, ma il mondo lascia te, anche se vuoi seguirlo ... La fatica passa, viene il riposo. Passano le false letizie, viene il bene che l'anima fedele ha desiderato, il bene verso il quale sospira con ardore ogni pellegrino in questo mondo. Viene la patria beata, la patria celeste, la patria popolata dagli angeli, la patria dove nessun cittadino muore, dove non può entrare alcun nemico, la patria dove per l'eternità Dio ti sarà amico e dove non temerai alcun avversario.

LETTURE A CASO

Mt 15,1-39

1In quel tempo vennero a Gesù da Gerusalemme alcuni farisei e alcuni scribi e gli dissero: 2"Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Poiché non si lavano le mani quando prendono cibo!". 3Ed egli rispose loro: "Perché voi trasgredite il comandamento di Dio in nome della vostra tradizione? 4Dio ha detto:

Onora il padre e la madre

e inoltre:

Chi maledice il padre e la madre sia messo a morte.

5Invece voi asserite: Chiunque dice al padre o alla madre: Ciò con cui ti dovrei aiutare è offerto a Dio, 6non è più tenuto a onorare suo padre o sua madre. Così avete annullato la parola di Dio in nome della vostra tradizione. 7Ipocriti! Bene ha profetato di voi Isaia, dicendo:

8Questo popolo mi onora con le labbra
ma il suo cuore è lontano da me.
9Invano essi mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini
".

10Poi riunita la folla disse: "Ascoltate e intendete! 11Non quello che entra nella bocca rende impuro l'uomo, ma quello che esce dalla bocca rende impuro l'uomo!".

12Allora i discepoli gli si accostarono per dirgli: "Sai che i farisei si sono scandalizzati nel sentire queste parole?". 13Ed egli rispose: "Ogni pianta che non è stata piantata dal mio Padre celeste sarà sradicata. 14Lasciateli! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!". 15Pietro allora gli disse: "Spiegaci questa parabola". 16Ed egli rispose: "Anche voi siete ancora senza intelletto? 17Non capite che tutto ciò che entra nella bocca, passa nel ventre e va a finire nella fogna? 18Invece ciò che esce dalla bocca proviene dal cuore. Questo rende immondo l'uomo. 19Dal cuore, infatti, provengono i propositi malvagi, gli omicidi, gli adultéri, le prostituzioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie. 20Queste sono le cose che rendono immondo l'uomo, ma il mangiare senza lavarsi le mani non rende immondo l'uomo".

21Partito di là, Gesù si diresse verso le parti di Tiro e Sidone. 22Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quelle regioni, si mise a gridare: "Pietà di me, Signore, figlio di Davide. Mia figlia è crudelmente tormentata da un demonio". 23Ma egli non le rivolse neppure una parola.

Allora i discepoli gli si accostarono implorando: "Esaudiscila, vedi come ci grida dietro". 24Ma egli rispose: "Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele". 25Ma quella venne e si prostrò dinanzi a lui dicendo: "Signore, aiutami!". 26Ed egli rispose: "Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini". 27"È vero, Signore, disse la donna, ma anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni". 28Allora Gesù le replicò: "Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri". E da quell'istante sua figlia fu guarita.

29Allontanatosi di là, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, si fermò là. 30Attorno a lui si radunò molta folla recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì. 31E la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi raddrizzati, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E glorificava il Dio di Israele.

32Allora Gesù chiamò a sé i discepoli e disse: "Sento compassione di questa folla: ormai da tre giorni mi vengono dietro e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non svengano lungo la strada". 33E i discepoli gli dissero: "Dove potremo noi trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?". 34Ma Gesù domandò: "Quanti pani avete?". Risposero: "Sette, e pochi pesciolini". 35Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, 36Gesù prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò, li dava ai discepoli, e i discepoli li distribuivano alla folla. 37Tutti mangiarono e furono saziati. Dei pezzi avanzati portarono via sette sporte piene. 38Quelli che avevano mangiato erano quattromila uomini, senza contare le donne e i bambini. 39Congedata la folla, Gesù salì sulla barca e andò nella regione di Magadàn.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Mc 9, 30-37: Il Figlio dell'uomo viene consegnato... Se uno vuole essere il primo, sia il servitore di tutti.

Gc 5,1-20

1E ora a voi, ricchi: piangete e gridate per le sciagure che vi sovrastano! 2Le vostre ricchezze sono imputridite, 3le vostre vesti sono state divorate dalle tarme; il vostro oro e il vostro argento sono consumati dalla ruggine, la loro ruggine si leverà a testimonianza contro di voi e divorerà le vostre carni come un fuoco. Avete accumulato tesori per gli ultimi giorni! 4Ecco, il salario da voi defraudato ai lavoratori che hanno mietuto le vostre terre grida; e le proteste dei mietitori sono giunte alle orecchie del Signore degli eserciti. 5Avete gozzovigliato sulla terra e vi siete saziati di piaceri, vi siete ingrassati per il giorno della strage. 6Avete condannato e ucciso il giusto ed egli non può opporre resistenza.

7Siate dunque pazienti, fratelli, fino alla venuta del Signore. Guardate l'agricoltore: egli aspetta pazientemente il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le piogge d'autunno e le piogge di primavera. 8Siate pazienti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina. 9Non lamentatevi, fratelli, gli uni degli altri, per non essere giudicati; ecco, il giudice è alle porte. 10Prendete, o fratelli, a modello di sopportazione e di pazienza i profeti che parlano nel nome del Signore. 11Ecco, noi chiamiamo beati quelli che hanno sopportato con pazienza. Avete udito parlare della pazienza di Giobbe e conoscete la sorte finale che gli riserbò il Signore, perché il Signore è ricco di misericordia e di compassione.

12Soprattutto, fratelli miei, non giurate, né per il cielo, né per la terra, né per qualsiasi altra cosa; ma il vostro "sì" sia sì, e il vostro "no" no, per non incorrere nella condanna.

13Chi tra voi è nel dolore, preghi; chi è nella gioia salmeggi. 14Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome del Signore. 15E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo rialzerà e se ha commesso peccati, gli saranno perdonati. 16Confessate perciò i vostri peccati gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri per essere guariti. Molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza. 17Elia era un uomo della nostra stessa natura: pregò intensamente che non piovesse e non piovve sulla terra per tre anni e sei mesi. 18Poi pregò di nuovo e il cielo diede la pioggia e la terra produsse il suo frutto. 19Fratelli miei, se uno di voi si allontana dalla verità e un altro ve lo riconduce, 20costui sappia che chi riconduce un peccatore dalla sua via di errore, salverà la sua anima dalla morte e coprirà una moltitudine di peccati.


La Città di Dio: Libro VI - Il politeismo e il problema della salvezza: Particolari mansioni degli dèi e la salvezza.

1. 2. D'altronde è impossibile sostenere l'affermazione che quegli dèi, di cui alcuni ne ho nominati nel quarto libro, ai quali singolarmente sono affidate particolari mansioni su cose minute, possano conferire ad alcuno la vita eterna. Uomini veramente colti e intelligenti si vantano, come se avessero reso un gran servizio, di avere informato su tali mansioni mediante un'opera, affinché si sapesse la ragione per cui si deve supplicare ciascun dio e che cosa a ciascuno si deve chiedere; altrimenti con una sconveniente irragionevolezza, quale si ha di solito nell'istrione, si chiederebbe l'acqua a Libero e il vino alle Linfe. Ma questi autori non vorranno certamente suggerire all'individuo che supplica gli dèi che quando chiederà il vino alle Linfe e quelle gli risponderanno: "Noi abbiamo l'acqua, il vino chiedilo a Libero", egli possa ragionevolmente ribattere: "Se non avete il vino, datemi almeno la vita eterna". Sarebbe il colmo dell'assurdità. Certamente esse sghignazzando, giacché abitualmente sono facili al riso, a meno che come demoni non vogliano ingannare, risponderanno all'orante: "O uomo, pensi proprio che sia in nostro potere avere la vita, quando sai bene che non abbiamo in potere neanche la vite?". È dunque segno di spudorata stupidità chiedere o attendere la vita eterna da simili dèi. Di loro si afferma appunto che proteggono particolari settori di questa vita travagliata nella sua brevità, posto che si diano cose competenti a darle sostegno e sicurezza. Ne consegue che se si chiede a un dio un bene che è sotto la specifica tutela di un altro, s'incorre in una sconvenienza e assurdità tali da sembrare molto simili alla buffonata di un istrione. E quando questo si fa da istrioni consapevoli, meritatamente sono accolti dal riso in teatro, ma quando si fa da sciocchi inconsapevoli, meritatamente sono accolti da scherno nel mondo. Dunque dai dotti è stato con diligenza scoperto e consegnato alla tradizione il bene per cui si deve invocare l'uno o l'altro dio o dea, per quanto attiene agli dèi introdotti dai vari stati, ad esempio, che cosa si deve chiedere a Libero, alle Linfe, a Vulcano e agli altri che in parte ho ricordato nel quarto libro e in parte ho ritenuto di tralasciare. Quindi se è un errore chiedere il vino a Cerere e il pane a Libero, l'acqua a Vulcano e il fuoco alle Linfe, ha il significato di un'enorme follia il chiedere a qualcuno di loro la vita eterna.

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: LA GRAZIA DELLA DEVOZIONE SI ACQUISTA CON L'UMILTA' E CON LA RINUNCIA A SE STESSO

PAROLE DELL'AMATO
Tu devi cercare la grazia della devozione con insistenza, chiederla con vivo desiderio, aspettarla con pazienza e con fiducia, riceverla con gratitudine, conservarla con umiltà, cooperare con essa con zelo, e rimetterti a Dio per il tempo e per il modo della celeste visita, fino a che essa venga. Tu devi, soprattutto, umiliarti, quando dentro di te senti poca o nessuna devozione, senza però abbatterti troppo e rattristarti eccessivamente. Spesso Dio dà in un istante ciò che, per lungo tempo, ha negato; talvolta, dà alla fine ciò che al principio della preghiera ha differito.

Se questa grazia fosse accordata sempre subito e fosse li pronta, conformemente al nostro desiderio, l'uomo, che è fragile, non saprebbe sostenerla. Perciò, la grazia della devozione bisogna attenderla con salda speranza e con umile pazienza. Tuttavia, devi dare la colpa a te e ai tuoi peccati, quando non ti è data o ti viene tolta senza che tu ne comprenda il motivo.

Qualche volta, è una piccola cosa quella che impedisce o nasconde la grazia, seppure piccolo, e non piuttosto grande, si possa chiamare ciò che ostacola un bene così eccelso. E se, piccolo o grande che sia, questo inciampo sarai riuscito ad allontanarlo e a superarlo del tutto, tu otterrai ciò che hai chiesto. Infatti, appena ti sarai dato a Dio con tutto il cuore, senza cercare questo o quello secondo il tuo capriccio o il tuo volere, ma ti sarai rimesso interamente a Lui, ti troverai unito a Lui e tranquillo, perché nulla avrà per te gusto e piacere tanto, quanto ciò che piace al volere divino.

Chiunque, pertanto, con cuore semplice avrà innalzato la sua intenzione a Dio e si sarà spogliato d'ogni affetto disordinato o dell'avversione per qualsiasi creatura, sarà nelle migliori condizioni di ricevere la grazia e sarà degno del dono della devozione. Infatti, il Signore versa la sua benedizione là, dove avrà trovato vasi vuoti.

E quanto più perfettamente uno rinuncia alle cose di quaggiù e più muore a se stesso con il disprezzo di sé, tanto più presto viene in lui la grazia, tanto più abbondantemente affluisce in lui e tanto più in alto ne solleva il cuore liberato da ogni cosa. Allora, egli vedrà e sarà nell'abbondanza "e sarò raggiante ed il suo cuore s'allargherà in Dio" (Is 60, 5), perché la mano di Dio è con lui, che si è rimesso totalmente e per sempre alla sua Volontà. "Ecco, così sarò benedetto l'uomo" (Sal 127, 4) che cerca Dio con tutto il suo cuore e non invano ha ricevuto la sua vita. Ricevendo la Santa Eucaristia, egli merita la grande grazia d'essere unito a Dio, perché non mira alla propria devozione ed alla propria consolazione, ed invece, di là d'ogni devozione e consolazione, mira alla gloria e all'onore di Dio.