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Venerdi, 3 maggio 2024 - Misteri dolorosi - Santi Filippo e Giacomo ( Letture di oggi )

Santa Teresina di Lisieux:Dio ti trova degna di soffrire per suo amore ed è questa la più grande prova di tenerezza che ti possa dare, poiché è la sofferenza che ci rende simili a lui.

LETTURE A CASO

Lc 9,1-62

1Egli allora chiamò a sé i Dodici e diede loro potere e autorità su tutti i demòni e di curare le malattie. 2E li mandò ad annunziare il regno di Dio e a guarire gli infermi. 3Disse loro: "Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né bisaccia, né pane, né denaro, né due tuniche per ciascuno. 4In qualunque casa entriate, là rimanete e di là poi riprendete il cammino. 5Quanto a coloro che non vi accolgono, nell'uscire dalla loro città, scuotete la polvere dai vostri piedi, a testimonianza contro di essi". 6Allora essi partirono e giravano di villaggio in villaggio, annunziando dovunque la buona novella e operando guarigioni.

7Intanto il tetrarca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: "Giovanni è risuscitato dai morti", 8altri: "È apparso Elia", e altri ancora: "È risorto uno degli antichi profeti". 9Ma Erode diceva: "Giovanni l'ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire tali cose?". E cercava di vederlo.

10Al loro ritorno, gli apostoli raccontarono a Gesù tutto quello che avevano fatto. Allora li prese con sé e si ritirò verso una città chiamata Betsàida. 11Ma le folle lo seppero e lo seguirono. Egli le accolse e prese a parlar loro del regno di Dio e a guarire quanti avevan bisogno di cure. 12Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: "Congeda la folla, perché vada nei villaggi e nelle campagne dintorno per alloggiare e trovar cibo, poiché qui siamo in una zona deserta". 13Gesù disse loro: "Dategli voi stessi da mangiare". Ma essi risposero: "Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente". 14C'erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai discepoli: "Fateli sedere per gruppi di cinquanta". 15Così fecero e li invitarono a sedersi tutti quanti. 16Allora egli prese i cinque pani e i due pesci e, levati gli occhi al cielo, li benedisse, li spezzò e li diede ai discepoli perché lo distribuissero alla folla. 17Tutti mangiarono e si saziarono e delle parti loro avanzate furono portate via dodici ceste.

18Un giorno, mentre Gesù si trovava in un luogo appartato a pregare e i discepoli erano con lui, pose loro questa domanda: "Chi sono io secondo la gente?". 19Essi risposero: "Per alcuni Giovanni il Battista, per altri Elia, per altri uno degli antichi profeti che è risorto". 20Allora domandò: "Ma voi chi dite che io sia?". Pietro, prendendo la parola, rispose: "Il Cristo di Dio". 21Egli allora ordinò loro severamente di non riferirlo a nessuno.

22"Il Figlio dell'uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno".

23Poi, a tutti, diceva: "Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua.

24Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà. 25Che giova all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso?

26Chi si vergognerà di me e delle mie parole, di lui si vergognerà il Figlio dell'uomo, quando verrà nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi.

27In verità vi dico: vi sono alcuni qui presenti, che non morranno prima di aver visto il regno di Dio".

28Circa otto giorni dopo questi discorsi, prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. 29E, mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. 30Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia, 31apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme. 32Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; tuttavia restarono svegli e videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. 33Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: "Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia". Egli non sapeva quel che diceva. 34Mentre parlava così, venne una nube e li avvolse; all'entrare in quella nube, ebbero paura. 35E dalla nube uscì una voce, che diceva: "Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo". 36Appena la voce cessò, Gesù restò solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

37Il giorno seguente, quando furon discesi dal monte, una gran folla gli venne incontro. 38A un tratto dalla folla un uomo si mise a gridare: "Maestro, ti prego di volgere lo sguardo a mio figlio, perché è l'unico che ho. 39Ecco, uno spirito lo afferra e subito egli grida, lo scuote ed egli da' schiuma e solo a fatica se ne allontana lasciandolo sfinito. 40Ho pregato i tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti". 41Gesù rispose: "O generazione incredula e perversa, fino a quando sarò con voi e vi sopporterò? Conducimi qui tuo figlio". 42Mentre questi si avvicinava, il demonio lo gettò per terra agitandolo con convulsioni. Gesù minacciò lo spirito immondo, risanò il fanciullo e lo consegnò a suo padre. 43E tutti furono stupiti per la grandezza di Dio.

Mentre tutti erano sbalorditi per tutte le cose che faceva, disse ai suoi discepoli: 44"Mettetevi bene in mente queste parole: Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato in mano degli uomini". 45Ma essi non comprendevano questa frase; per loro restava così misteriosa che non ne comprendevano il senso e avevano paura a rivolgergli domande su tale argomento.

46Frattanto sorse una discussione tra loro, chi di essi fosse il più grande. 47Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un fanciullo, se lo mise vicino e disse: 48"Chi accoglie questo fanciullo nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Poiché chi è il più piccolo tra tutti voi, questi è grande".

49Giovanni prese la parola dicendo: "Maestro, abbiamo visto un tale che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non è con noi tra i tuoi seguaci". 50Ma Gesù gli rispose: "Non glielo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi".

51Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato tolto dal mondo, si diresse decisamente verso Gerusalemme 52e mandò avanti dei messaggeri. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per fare i preparativi per lui. 53Ma essi non vollero riceverlo, perché era diretto verso Gerusalemme. 54Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: "Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?". 55Ma Gesù si voltò e li rimproverò. 56E si avviarono verso un altro villaggio.

57Mentre andavano per la strada, un tale gli disse: "Ti seguirò dovunque tu vada". 58Gesù gli rispose: "Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo". 59A un altro disse: "Seguimi". E costui rispose: "Signore, concedimi di andare a seppellire prima mio padre". 60Gesù replicò: "Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu va' e annunzia il regno di Dio". 61Un altro disse: "Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa". 62Ma Gesù gli rispose: "Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio".


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Mt 11,25-30: Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.

1 Cor 1,1-30

1Paolo, chiamato ad essere apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio, e il fratello Sòstene, 2alla Chiesa di Dio che è in Corinto, a coloro che sono stati santificati in Cristo Gesù, chiamati ad essere santi insieme a tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo, Signore nostro e loro: 3grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo.

4Ringrazio continuamente il mio Dio per voi, a motivo della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù, 5perché in lui siete stati arricchiti di tutti i doni, quelli della parola e quelli della scienza. 6La testimonianza di Cristo si è infatti stabilita tra voi così saldamente, 7che nessun dono di grazia più vi manca, mentre aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo. 8Egli vi confermerà sino alla fine, irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo: 9fedele è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione del Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro!

10Vi esorto pertanto, fratelli, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, ad essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e d'intenti. 11Mi è stato segnalato infatti a vostro riguardo, fratelli, dalla gente di Cloe, che vi sono discordie tra voi. 12Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice: "Io sono di Paolo", "Io invece sono di Apollo", "E io di Cefa", "E io di Cristo!".

13Cristo è stato forse diviso? Forse Paolo è stato crocifisso per voi, o è nel nome di Paolo che siete stati battezzati? 14Ringrazio Dio di non aver battezzato nessuno di voi, se non Crispo e Gaio, 15perché nessuno possa dire che siete stati battezzati nel mio nome. 16Ho battezzato, è vero, anche la famiglia di Stefana, ma degli altri non so se abbia battezzato alcuno.

17Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare, ma a predicare il vangelo; non però con un discorso sapiente, perché non venga resa vana la croce di Cristo. 18La parola della croce infatti è stoltezza per quelli cha vanno in perdizione, ma per quelli che si salvano, per noi, è potenza di Dio. 19Sta scritto infatti:

Distruggerò la sapienza dei sapienti
e annullerò l'intelligenza degli intelligenti
.

20Dov'è il sapiente? Dov'è il dotto? Dove mai il sottile ragionatore di questo mondo? Non ha forse Dio dimostrato stolta la sapienza di questo mondo? 21Poiché, infatti, nel disegno sapiente di Dio il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio di salvare i credenti con la stoltezza della predicazione. 22E mentre i Giudei chiedono i miracoli e i Greci cercano la sapienza, 23noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani; 24ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio. 25Perché ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini.

26Considerate infatti la vostra chiamata, fratelli: non ci sono tra voi molti sapienti secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili. 27Ma Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, 28Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono, 29perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio. 30Ed è per lui che voi siete in Cristo Gesù, il quale per opera di Dio è diventato per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione, 31perché, come sta scritto:

Chi si vanta si vanti nel Signore.


La Città di Dio: Libro IV - Imperialismo romano e politeismo: Giove.

9. Lasciata dunque da parte o momentaneamente in disparte questa folla di dèi minori, devo esaminare l'incarico affidato agli dèi maggiori perché con esso Roma divenne tanto grande da dominare così a lungo tanti popoli. Naturalmente è opera di Giove. Dicono appunto che è il re di tutti gli dèi e dee. Lo indicano anche lo scettro e il Campidoglio sull'alto del colle. Affermano che, sebbene da un poeta, è stato detto di lui molto a proposito: Il tutto è pieno di Giove 12. Varrone ritiene che è adorato anche da coloro che adorano un solo Dio senza idolo ma che lo chiamano con un altro nome 13. E se è così, perché è stato trattato tanto male a Roma, come presso altri popoli, che gli è stato dato un idolo? Il fatto dispiace anche allo stesso Varrone al punto che, pur essendo controllato secondo la malvagia usanza della grande città, non esitò a dire e a scrivere che coloro i quali introdussero nei vari popoli l'uso degli idoli eliminarono il timore e aumentarono l'errore 14.

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: IL DESIDERIO DELLA VITA ETERNA; LA GRANDEZZA DEI BENI PROMESSI A QUELLI CHE LOTTANO

PAROLE DEL SIGNORE
Figlio, quando senti infonderti dall'alto il desiderio della felicità eterna ed aspiri ad uscire dalla dimora del corpo, per poter contemplare il mio splendore senza alternativa d'ombra, allarga il tuo cuore ed accogli con ogni desiderio questa santa ispirazione. Rendi grazie, quanto più t'è possibile, alla somma Bontà, che agisce con te con tanta benignità, che ti visita con indulgenza, che ardentemente ti eccita, che potentemente ti solleva, perché per il tuo proprio peso tu non abbia ad inclinare verso le cose della terra.

Questo desiderio, infatti, non è frutto del tuo pensiero o del tuo sforzo, ma soltanto della degnazione della grazia di Dio e del suo sguardo, allo scopo che tu progredisca nelle virtù ed in una più profonda umiltà, preparandoti alle future battaglie, stretto a Me con tutto l'affetto del cuore e desideroso di servirMi con fervente zelo. Figlio, spesso il fuoco arde, ma la fiamma non sale senza fumo. Allo stesso modo, in alcuni divampa il desiderio delle cose celesti, e tuttavia essi non sono liberi dalla tentazione degli affetti carnali.

Perciò, quello che chiedono a Dio con tanto desiderio, non lo compiono con perfetta rettitudine per la sua gloria. Così è spesso anche il tuo desiderio del Cielo, perché tu stesso vi hai immesso un fermento così poco confacente. Non è, infatti, puro e perfetto ciò che è inquinato dall'interesse proprio. Chiedi non ciò che piace e fa comodo a te, ma ciò che è accetto a Me e torna a mia gloria, perché, se giudichi bene, al tuo desiderio e ad ogni cosa desiderata tu devi anteporre le mie disposizioni e seguirle. Io conosco i tuoi desideri, ho ascoltato i tuoi gemiti frequenti.

Tu vorresti essere già nella libertà della gloria dei figli di Dio; già, la tua anima si diletta della dimora eterna e della patria celeste, che sono piene di gaudio; ma codesta ora non è ancora venuta; deve ancora passare altro tempo: tempo di lotta, tempo di fatica e di prova. Tu brami saziarti del Bene sommo, ma questo non puoi ottenerlo, ora. Sono Io il Bene sommo; aspettami - dice il Signore - finché venga il Regno di Dio. Tu devi essere ancora provato sulla terra ed esercitato in molte maniere. Di quando in quando, ti sarà dato qualche conforto, ma non te ne sarà concesso in abbondanza fino a saziarti. Sta' di buon animo, dunque, e sii forte tanto nell'agire quanto nel sopportare ciò che va contro la natura. Occorre che tu ti rivesta dell'uomo nuovo e che ti trasformi in un altro uomo.

Occorre che tu faccia spesso quello che non vorresti, e che rinunci a quello che vuoi. Quello che piace agli altri avrà successo; quello che piace a te non andrà innanzi. Si ascolterà quello che dicono gli altri; quello che dici tu sarà preso per un nulla. Altri chiederanno, e riceveranno; chiederai tu, e non otterrai nulla. Saranno grandi gli altri nella fama degli uomini; sul tuo conto non si farà parola. Ad altri verrà affidato questo o quell'incarico; tu non sarai giudicato utile a nulla. Perciò, la natura sentirà talvolta amarezza; e sarà già molto, se saprai sopportare in silenzio.

In questi ed in molti simili modi, il servo fedele del Signore suole essere messo a prova, come sappia rinnegare e vincere se stesso in tutto. È difficile che ci sia qualche occasione nella quale tu deva morire a te stesso tanto, come quando vedi e soffri ciò che è contrario al tuo volere; specialmente, poi, quando ti viene comandato di fare cose che a te sembrano non convenienti e meno utili. Siccome, poi, essendo alle dipendenze di chi comanda, non osi opporti all'autorità superiore, ti sembra duro camminare al cenno d'un altro e mettere da parte ogni tua volontà.

Ma pensa, figlio, al frutto di tutte queste sofferenze, alla loro rapida fine, al premio enormemente grande che ti attende, e non sentirai il peso di tali sofferenze, ma anzi proverai un vigorosissimo sollievo alla tua sofferenza. Infatti, invece di codesta tua scarsa volontà, alla quale tu ora spontaneamente rinunci, godrai per sempre in Cielo la pienezza della tua volontà. Lassù, invero, troverai tutto quello che vorrai, tutto quello che potrai desiderare.

Lassù, sarà a tua disposizione l'abbondanza d'ogni bene, senza timore di perderlo. Lassù, la tua volontà, in perfetta unione con la mia, non desidererà nulla che venga di fuori, nulla che sia esclusivamente tuo proprio. Lassù, nessuno ti si potrà opporre, nessuno si lamenterà di te, nessuno ti ostacolerà, nulla ti si opporrà; ma tutte le cose desiderate ti saranno, ad un tempo, davanti, e ristoreranno pienamente il tuo cuore, che ne sarà ricolmo fino a traboccare. Lassù, ti darò gloria per il disprezzo patito; ti darò un manto di lode per le tristezze sofferte; ti darò un eterno seggio regale per l'ultimo posto occupato in terra. Lassù, si vedrà il frutto dell'obbedienza; avrà gioia la fatica della penitenza; sarà coronata di gloria l'umile sottomissione.

Adesso, dunque, chinati umilmente sotto la mano di tutti, senza badare chi abbia detto o comandato alcunché. Ma dovrai avere grande cura di accettare tutto come un bene e d'eseguirlo con sincera volontà, chiunque t'abbia chiesto o suggerito qualche cosa, sia egli un Superiore od uno più giovane di te od uno pari a te. Cerchino pure gli altri questa o quella cosa; uno si glorii pure in una cosa, un altro in altra, e ricevano pure mille e mille volte elogi; quanto a te, non trovare la tua gioia o la tua gloria in questo od in quello, ma nel disprezzo di te stesso, nell'adempimento della sola mia Volontà e nella mia gloria. Questo tu devi desiderare: che in te sia sempre glorificato Dio, sia per la vita sia per la morte.