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Domenica, 5 maggio 2024 - Misteri gloriosi - Beato Nunzio Sulprizio ( Letture di oggi )

Santo Curato d'Ars (San Giovanni Maria Vianney):Oh, quanto è sapiente e vero cristiano colui che sa sopportare gli inconvenienti della sua posizione con calma e rassegnazione! E' questa la via della santità e della felicità, e il nostro titolo di gloria nei cieli, perché quaggiù, tutti gli uomini dal sovrano al pastore, dalla gloria del comando all'abnegazione della dipendenza che è tanto gloriosa dinanzi a Dio, tutti gli uomini soffrono in mille modi differenti, i ricchi come i poveri, i sapienti come gli ignoranti, i sani come gli ammalati, in una parola, tutti.

LETTURE A CASO

Lc 6,1-49

1Un giorno di sabato passava attraverso campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani. 2Alcuni farisei dissero: "Perché fate ciò che non è permesso di sabato?". 3Gesù rispose: "Allora non avete mai letto ciò che fece Davide, quando ebbe fame lui e i suoi compagni? 4Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell'offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non fosse lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?". 5E diceva loro: "Il Figlio dell'uomo è signore del sabato".

6Un altro sabato egli entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. Ora c'era là un uomo, che aveva la mano destra inaridita. 7Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva di sabato, allo scopo di trovare un capo di accusa contro di lui. 8Ma Gesù era a conoscenza dei loro pensieri e disse all'uomo che aveva la mano inaridita: "Alzati e mettiti nel mezzo!". L'uomo, alzatosi, si mise nel punto indicato. 9Poi Gesù disse loro: "Domando a voi: È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o perderla?". 10E volgendo tutt'intorno lo sguardo su di loro, disse all'uomo: "Stendi la mano!". Egli lo fece e la mano guarì. 11Ma essi furono pieni di rabbia e discutevano fra di loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.

12In quei giorni Gesù se ne andò sulla montagna a pregare e passò la notte in orazione. 13Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede il nome di apostoli: 14Simone, che chiamò anche Pietro, Andrea suo fratello, Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, 15Matteo, Tommaso, Giacomo d'Alfeo, Simone soprannominato Zelota, 16Giuda di Giacomo e Giuda Iscariota, che fu il traditore.

17Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C'era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, 18che erano venuti per ascoltarlo ed esser guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti immondi, venivano guariti. 19Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che sanava tutti.

20Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva:

"Beati voi poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
21Beati voi che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi che ora piangete,
perché riderete.

22Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo. 23Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti.

24Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già la vostra consolazione.
25Guai a voi che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi che ora ridete,
perché sarete afflitti e piangerete.
26Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi.
Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti.

27Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, 28benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. 29A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. 30Da' a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. 31Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. 32Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. 33E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. 34E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. 35Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo; perché egli è benevolo verso gl'ingrati e i malvagi.

36Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. 37Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; 38date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio".

39Disse loro anche una parabola: "Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutt'e due in una buca? 40Il discepolo non è da più del maestro; ma ognuno ben preparato sarà come il suo maestro. 41Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non t'accorgi della trave che è nel tuo? 42Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.

43Non c'è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni. 44Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo. 45L'uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore.

46Perché mi chiamate: Signore, Signore, e poi non fate ciò che dico? 47Chi viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: 48è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sopra la roccia. Venuta la piena, il fiume irruppe contro quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene. 49Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la rovina di quella casa fu grande".


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Lc 10, 25-37: Chi è il mio prossimo?

1 Pt 5,1-14

1Esorto gli anziani che sono tra voi, quale anziano come loro, testimone delle sofferenze di Cristo e partecipe della gloria che deve manifestarsi: 2pascete il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non per forza ma volentieri secondo Dio; non per vile interesse, ma di buon animo; 3non spadroneggiando sulle persone a voi affidate, ma facendovi modelli del gregge. 4E quando apparirà il pastore supremo, riceverete la corona della gloria che non appassisce.

5Ugualmente, voi, giovani, siate sottomessi agli anziani. Rivestitevi tutti di umiltà gli uni verso gli altri, perché

Dio resiste ai superbi,
ma dà grazia agli umili
.

6Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, perché vi esalti al tempo opportuno, 7gettando in lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi. 8Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare. 9Resistetegli saldi nella fede, sapendo che i vostri fratelli sparsi per il mondo subiscono le stesse sofferenze di voi.

10E il Dio di ogni grazia, il quale vi ha chiamati alla sua gloria eterna in Cristo, egli stesso vi ristabilirà, dopo una breve sofferenza vi confermerà e vi renderà forti e saldi. 11A lui la potenza nei secoli. Amen!

12Vi ho scritto, come io ritengo, brevemente per mezzo di Silvano, fratello fedele, per esortarvi e attestarvi che questa è la vera grazia di Dio. In essa state saldi! 13Vi saluta la comunità che è stata eletta come voi e dimora in Babilonia; e anche Marco, mio figlio. 14Salutatevi l'un l'altro con bacio di carità. Pace a voi tutti che siete in Cristo!


La Città di Dio: Libro IV - Imperialismo romano e politeismo: Le divinità come mani.

24. È opportuno esaminare le loro spiegazioni. Ma si deve proprio credere, domandano i pagani, che i nostri vecchi fossero stupidi al punto da non sapere che questi erano doni divini e non dèi? Sapevano che tali favori sono accordati soltanto dalla munificenza di un dio. Ma quando non avevano fra mano il nome degli dèi, denominavano gli dèi dal nome delle cose che, a loro giudizio, erano accordate dagli dèi stessi. Pertanto aggiungevano dei suffissi alle parole, come da bellum (guerra) Bellona e non Bello, dalle cune Cunina e non Cuna, da segetes (messi) Segezia e non Segete, dai pomi Pomona e non Pomo, dai bovi Bovona e non Bove. In certi casi sono stati denominati come le cose senza la flessione della parola, come Pecunia (ricchezza) è stata chiamata dea perché dà la ricchezza e non perché essa stessa sia stata considerata dea. E così Virtù perché dà la virtù, Onore perché dà l'onore, Concordia perché dà la concordia, Vittoria perché dà la vittoria. Allo stesso modo, dicono i pagani, nel concetto della dea Felicità non si volge l'attenzione a lei che viene data ma all'essere divino da cui è data la felicità.

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: QUANTO E' ECCELSA LA LIBERTÀ DELLO SPIRITO, FRUTTO DELL'UMILE PREGIERA PIU’ CHE DELLO STUDIO

PAROLE DEL DISCEPOLO
O Signore, questo è compito dell’uomo che tende alla perfezione: non distogliere mai lo spirito dalle cose celesti e passare quasi senz'affanno tra le molte, preoccupazioni; naturalmente, non per indolenza, ma per lo straordinario privilegio d'uno spirito libero, che non è attaccato ad alcuna cosa creata, contro l'ordine divino. Ti prego, o pietosissimo Dio mio: preservami dalle preoccupazioni di questa vita, perché non vi rimanga troppo impigliato; preservami dalle molte esigenze del corpo, perché non sia schiavo del piacere; preservami da tutte quante le cose che sono d'ostacolo all'anima, perché, affranto da queste difficoltà, non cada vinto nello spirito.

Non dico che Tu mi preservi solo da queste cose, alle quali la vanità del mondo ardentemente aspira, ma anche da queste miserie che, per effetto della maledizione comune dell'umanità, pesano, a castigo, sull'anima del tuo servo e la trattengono dall'entrare, quante volte vorrebbe, nella libertà dello spirito. O mio Dio, o dolcezza ineffabile, cambia per me in amarezza ogni piacere sensibile che mi distolga dall'amore per le cose eterne e che mi avvinca peccaminosamente a sé con il miraggio di qualche cosa che, solo momentaneamente, si mostra buona e dilettevole.

Non mi vincano, o Dio mio, non mi vincano la carne ed il sangue; non mi seducano il mondo e la sua gloria passeggera; non mi facciano cadere il diavolo e la sua astuzia. Dammi fortezza per resistere, pazienza per sopportare, costanza per perseverare. Dammi, in luogo di tutte le consolazioni del mondo, la soavissima unzione del tuo Spirito; in luogo dell'amore sensibile, infondi in me l'amore della tua gloria. Ecco: il cibo, le bevande, il vestiario e le altre cose utili a sostenere il corpo sono pesanti impacci per un' anima fervorosa. Concedimi che di siffatti sollievi io sappia usare con moderazione e non m'attacchi ad essi con eccessiva bramosia. Non si può abbandonare tutto, perché al fisico bisogna pur dare sostentamento; ma la santa legge proibisce di cercare le cose superflue e quelle che danno maggior piacere. Tra questi due estremi, Ti prego, Signore, mi regga la tua mano e mi guidi, perché io non cada in eccessi.