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Mercoledi, 8 maggio 2024 - Misteri gloriosi - Madonna del Rosario di Pompei ( Letture di oggi )

Sant'Antonio di Padova:La predicazione dev'essere solida, vale a dire comprovata da abbondanza di buone opere; e deve presentare parole vere, non false, non ridicole, non frivole o lusinghiere, ma parole che muovano alla commozione e al pianto. La predicazione dev'essere retta e coerente, in modo che il predicatore non contraddica con le sue opere ciò che dice con la bocca. L'autorità della parola viene annullata, quando non è sorretta dalle opere.

LETTURE A CASO

Gv 4,1-54

1Quando il Signore venne a sapere che i farisei avevan sentito dire: Gesù fa più discepoli e battezza più di Giovanni 2- sebbene non fosse Gesù in persona che battezzava, ma i suoi discepoli -, 3lasciò la Giudea e si diresse di nuovo verso la Galilea. 4Doveva perciò attraversare la Samarìa. 5Giunse pertanto ad una città della Samarìa chiamata Sicàr, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: 6qui c'era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno. 7Arrivò intanto una donna di Samarìa ad attingere acqua. Le disse Gesù: "Dammi da bere". 8I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi. 9Ma la Samaritana gli disse: "Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?". I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani. 10Gesù le rispose: "Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu stesso gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva". 11Gli disse la donna: "Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest'acqua viva? 12Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?". 13Rispose Gesù: "Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; 14ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna". 15"Signore, gli disse la donna, dammi di quest'acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua". 16Le disse: "Va' a chiamare tuo marito e poi ritorna qui". 17Rispose la donna: "Non ho marito". Le disse Gesù: "Hai detto bene "non ho marito"; 18infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero". 19Gli replicò la donna: "Signore, vedo che tu sei un profeta. 20I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare". 21Gesù le dice: "Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre. 22Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. 23Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. 24Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità". 25Gli rispose la donna: "So che deve venire il Messia (cioè il Cristo): quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa". 26Le disse Gesù: "Sono io, che ti parlo".

27In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliarono che stesse a discorrere con una donna. Nessuno tuttavia gli disse: "Che desideri?", o: "Perché parli con lei?". 28La donna intanto lasciò la brocca, andò in città e disse alla gente: 29"Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Messia?". 30Uscirono allora dalla città e andavano da lui.

31Intanto i discepoli lo pregavano: "Rabbì, mangia". 32Ma egli rispose: "Ho da mangiare un cibo che voi non conoscete". 33E i discepoli si domandavano l'un l'altro: "Qualcuno forse gli ha portato da mangiare?". 34Gesù disse loro: "Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. 35Non dite voi: Ci sono ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: Levate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. 36E chi miete riceve salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché ne goda insieme chi semina e chi miete. 37Qui infatti si realizza il detto: uno semina e uno miete. 38Io vi ho mandati a mietere ciò che voi non avete lavorato; altri hanno lavorato e voi siete subentrati nel loro lavoro".

39Molti Samaritani di quella città credettero in lui per le parole della donna che dichiarava: "Mi ha detto tutto quello che ho fatto". 40E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregarono di fermarsi con loro ed egli vi rimase due giorni. 41Molti di più credettero per la sua parola 42e dicevano alla donna: "Non è più per la tua parola che noi crediamo; ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo".

43Trascorsi due giorni, partì di là per andare in Galilea. 44Ma Gesù stesso aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella sua patria. 45Quando però giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero con gioia, poiché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme durante la festa; anch'essi infatti erano andati alla festa.

46Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l'acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. 47Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e lo pregò di scendere a guarire suo figlio poiché stava per morire. 48Gesù gli disse: "Se non vedete segni e prodigi, voi non credete". 49Ma il funzionario del re insistette: "Signore, scendi prima che il mio bambino muoia". 50Gesù gli risponde: "Va', tuo figlio vive". Quell'uomo credette alla parola che gli aveva detto Gesù e si mise in cammino. 51Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i servi a dirgli: "Tuo figlio vive!". 52S'informò poi a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: "Ieri, un'ora dopo mezzogiorno la febbre lo ha lasciato". 53Il padre riconobbe che proprio in quell'ora Gesù gli aveva detto: "Tuo figlio vive" e credette lui con tutta la sua famiglia. 54Questo fu il secondo miracolo che Gesù fece tornando dalla Giudea in Galilea.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Mt 17, 1-9: Il suo volto brillò come il sole.

Eb 10,1-39

1Avendo infatti la legge solo un'ombra dei beni futuri e non la realtà stessa delle cose, non ha il potere di condurre alla perfezione, per mezzo di quei sacrifici che si offrono continuamente di anno in anno, coloro che si accostano a Dio. 2Altrimenti non si sarebbe forse cessato di offrirli, dal momento che i fedeli, purificati una volta per tutte, non avrebbero ormai più alcuna coscienza dei peccati? 3Invece per mezzo di quei sacrifici si rinnova di anno in anno il ricordo dei peccati, 4poiché è impossibile eliminare i peccati con il sangue di tori e di capri. 5Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice:

Tu non hai voluto né sacrificio né offerta,
un corpo invece mi hai preparato
.
6Non hai gradito
né olocausti né sacrifici per il peccato
.
7Allora ho detto: Ecco, io vengo
- poiché di me sta scritto nel rotolo del libro -
per fare, o Dio, la tua volontà
.

8Dopo aver detto prima non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato, cose tutte che vengono offerte secondo la legge, 9soggiunge: Ecco, io vengo a fare la tua volontà. Con ciò stesso egli abolisce il primo sacrificio per stabilirne uno nuovo. 10Ed è appunto per quella volontà che noi siamo stati santificati, per mezzo dell'offerta del corpo di Gesù Cristo, fatta una volta per sempre.

11Ogni sacerdote si presenta giorno per giorno a celebrare il culto e ad offrire molte volte gli stessi sacrifici che non possono mai eliminare i peccati. 12Egli al contrario, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati una volta per sempre si è assiso alla destra di Dio, 13aspettando ormai solo che i suoi nemici vengano posti sotto i suoi piedi. 14Poiché con un'unica oblazione egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati. 15Questo ce lo attesta anche lo Spirito Santo. Infatti, dopo aver detto:

16Questa è l'alleanza che io stipulerò con loro
dopo quei giorni, dice il Signore:
io porrò le mie leggi nei loro cuori
e le imprimerò nella loro mente
,

17dice:

E non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro iniquità.

18Ora, dove c'è il perdono di queste cose, non c'è più bisogno di offerta per il peccato.

19Avendo dunque, fratelli, piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù, 20per questa via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne; 21avendo noi un sacerdote grande sopra la casa di Dio, 22accostiamoci con cuore sincero nella pienezza della fede, con i cuori purificati da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura. 23Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è fedele colui che ha promesso.

24Cerchiamo anche di stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone, 25senza disertare le nostre riunioni, come alcuni hanno l'abitudine di fare, ma invece esortandoci a vicenda; tanto più che potete vedere come il giorno si avvicina.

26Infatti, se pecchiamo volontariamente dopo aver ricevuto la conoscenza della verità, non rimane più alcun sacrificio per i peccati, 27ma soltanto una terribile attesa del giudizio e la vampa di un fuoco che dovrà divorare i ribelli. 28Quando qualcuno ha violato la legge di Mosè, viene messo a morte senza pietà sulla parola di due o tre testimoni. 29Di quanto maggior castigo allora pensate che sarà ritenuto degno chi avrà calpestato il Figlio di Dio e ritenuto profano quel sangue dell'alleanza dal quale è stato un giorno santificato e avrà disprezzato lo Spirito della grazia? 30Conosciamo infatti colui che ha detto: A me la vendetta! Io darò la retribuzione! E ancora: Il Signore giudicherà il suo popolo. 31È terribile cadere nelle mani del Dio vivente!

32Richiamate alla memoria quei primi giorni nei quali, dopo essere stati illuminati, avete dovuto sopportare una grande e penosa lotta, 33ora esposti pubblicamente a insulti e tribolazioni, ora facendovi solidali con coloro che venivano trattati in questo modo. 34Infatti avete preso parte alle sofferenze dei carcerati e avete accettato con gioia di esser spogliati delle vostre sostanze, sapendo di possedere beni migliori e più duraturi. 35Non abbandonate dunque la vostra franchezza, alla quale è riservata una grande ricompensa. 36Avete solo bisogno di costanza, perché dopo aver fatto la volontà di Dio possiate raggiungere la promessa.

37Ancora un poco, infatti, un poco appena,
e colui che deve venire, verrà e non tarderà
.
38Il mio giusto vivrà mediante la fede;
ma se indietreggia, la mia anima non si compiace in lui
.

39Noi però non siamo di quelli che indietreggiano a loro perdizione, bensì uomini di fede per la salvezza della nostra anima.


La Città di Dio: Libro V - Visione irrazionalista e razionalista della storia: Nigidio Figulo e di falso oroscopo dei gemelli.

3. Inutilmente si adduce come esempio il celebre entimema sulla ruota del vasaio che, come narrano, fu formulato da Nigidio, turbato da questo problema e che per questo motivo fu detto appunto Figulo, cioè vasaio. Costui fece girare la ruota di un vasaio con quanta forza gli fu possibile. Mentre essa girava velocemente, la segnò due volte nella massima rapidità con inchiostro nell'intento di colpire il medesimo punto. Cessato il movimento, furono trovati i segni, che aveva impressi, notevolmente distanti nel perimetro della ruota. Allo stesso modo, disse Nigidio, nel rapido movimento del cielo, anche se i gemelli nascono uno dopo l'altro con la rapidità con cui io ho segnato due volte la ruota, nello spazio del cielo si ha una grandissima distanza. Da qui provengono, concluse, le varie dissimiglianze che si riscontrano nella vicenda umana dei gemelli. Questa raffigurazione è più fragile dei vasi che vengono formati dai giri della ruota. Poniamo infatti che nel cielo si abbia una distanza tanto grande che non può essere rappresentata dagli oroscopi, in modo che ad uno dei gemelli tocca in sorte l'eredità, all'altro no. Perché dunque gli astrologi osano predire agli altri che gemelli non sono, dopo avere scrutato il loro oroscopo, destini eguali che sono inclusi in quella distanza sconosciuta che non può essere rappresentata e avvertita nell'atto del loro nascere? Ma possono predire, dicono loro, destini eguali negli oroscopi dei non gemelli perché tali destini appartengono a estensioni di tempo più lunghe, mentre le piccole frazioni di tempo con cui i gemelli si distanziano nel loro nascere si assegnano alle cose trascurabili. E di simili cose abitualmente gli astrologi non vengono interpellati. Nessuno infatti va a consultarli sul tempo in cui siede o cammina oppure sul tempo e il cibo che mangia. Ma forse, io chiedo, si considerano trascurabili le cose quando si osservano molti fatti e molto diversi riguardanti la moralità, le attività e le vicende dei gemelli?

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: LA SANTA COMUNIONE NON VA TRASCURATA CON LEGGEREZZA

PAROLE DELL'AMATO
Devi tornare di frequente alla fonte della Grazia e della divina misericordia, alla fonte della bontà e d'ogni purezza, finché tu non riesca a guarire dalle tue passioni e dai tuoi vizi; finché tu non ottenga di diventare più forte e più vigilante contro tutte le tentazioni e gl'inganni del diavolo. Costui, il Nemico, conoscendo il frutto e l'efficacissimo rimedio insito nella santa Comunione, tenta in ogni modo ed in ogni occasione di allontanare da essa, per quanto può, fedeli e devoti, creando loro degli ostacoli. Così alcuni, quando si dispongono a prepararsi alla santa Comunione, sentono più forti assalti da parte di Satana.

Quello spirito del male, com'è scritto in Giobbe, viene, egli stesso, tra i figli di Dio per turbarli con l'abituale sua perfidia o per renderli troppo timorosi ed incerti, fino a che non abbia diminuito il loro fervore o non abbia strappato, combattendola, la loro fede, nell'intento ch'essi, per avventura, abbandonino del tutto la Comunione o vi s'accostino con tiepidezza. Non bisogna, però, dare alcun peso alle sue astuzie e suggestioni, turpi ed orrende quanto si voglia; anzi, occorre ritorcere contro il suo capo tutte le immaginazioni che vengono da lui. Quel miserabile dev'essere disprezzato e deriso, e non si deve tralasciare la santa Comunione, a motivo degli assalti che egli compie e delle agitazioni che suscita.

Spesso, anche, possono essere d'ostacolo alla Comunione un'esagerata preoccupazione di sentire la devozione e una certa inquietudine sull'obbligo di confessarsi. Tu regolati secondo il consiglio di persone assennate, mettendo da parte ansie e scrupoli, perché ostacolano la grazia di Dio e distruggono la devozione dell'anima. Non lasciare la santa Comunione per qualche piccolo turbamento o pena di coscienza; ma va' presto a confessarti e perdona di cuore agli altri tutte le offese che hai ricevute. Se poi hai offeso tu qualcuno, chiedi umilmente scusa, e Dio volentieri perdonerà a te. Che giova ritardare a lungo la Confessione o rimandare la Comunione? Purificati al più presto, sputa fuori il veleno, affrettati a prendere il rimedio, e ti sentirai meglio che se avessi differito a lungo tutto ciò.

Se oggi, per un futile motivo, rinunci, domani forse ce ne sarà un altro più grande, e così potresti sentirti ostacolato per lungo tempo a ricevere la Comunione, diventando più indegno di prima. Quanto più presto puoi, sbarazzati del peso di stanchezza e d'inerzia che gravano oggi sulla tua anima, Poiché a nulla serve rimanere a lungo in ansia, tirare avanti con l'animo turbato e stare lontano dai divini misteri, per ostacoli che si rinnovano ogni giorno. Anzi, nuoce moltissimo il procrastinare la Comunione, perché ciò porta, di solito, ad un grave stato di tiepidezza. Alcuni, tiepidi e leggeri come sono, colgono volentie pretesti - cosa, ahimè, ben dolorosa! - per ritardare la Confessione e desiderano, perciò, differire la santa Comunione, per non sentirsi obbligati ad una sorveglianza più severa di sé. Oh! quanto poco amore e quanto fiacca devozione hanno quelli che rimandano così facilmente la santa Comunione.

Quanto, invece, è felice e caro a Dio colui che vive in tal modo e custodisce la sua coscienza in tale limpidezza, da essere pronto e santamente disposto a comunicarsi anche ogni giorno, se gli fosse consentito e se lo potesse fare senza incorrere nella critica di singolarità! Se qualcuno se ne astiene, qualche volta, per umiltà o per un legittimo impedimento, merita lode per questo suo senso di rispettoso timore.Se, però, se ne astiene perché s'è insinuata in lui la tiepidezza, deve scuotersi e fare quanto gli è possibile: il Signore asseconderà il suo desiderio, in proporzione della buona volontà, alla quale Egli guarda in modo speciale.

Se, invece, uno è impedito da valide ragioni, avrà sempre la buona volontà e la devota intenzione di comunicarsi; e così, non rimarrà privo del frutto del Sacramento. Infatti, qualsiasi persona devota può, ogni giorno ed ogni ora, fare con profitto la Comunione spirituale con Cristo, senza che alcuno glielo impedisca. Del resto, in dati giorni e in tempi determinati, il fedele deve ricevere sacramentalmente, con affettuosa riverenza, il Corpo del suo Redentore, mirando a dare lode ed onore a Dio, più che chiedendo la sua consolazione. Quante volte, infatti, uno medita con devozione il mistero dell'Incarnazione di Cristo e la sua Passione e s'accende d'amore per Lui, altrettante misticamente si comunica ed invisibilmente si ristora.

Ma chi si prepara alla Comunione soltanto nell'occasione di qualche solennità o perché spinto dalla consuetudine, molto spesso sarà mal preparato. Beato chi, ogni volta che celebra o si comunica, offre se stesso a Dio in olocausto! Nel celebrare la santa Messa, non essere troppo lento o troppo frettoloso, ma attieniti al retto costume, comune a quelli con i quali vivi. Non devi cagionare fastidio e noia agli altri; devi, invece, seguire la via che t'hanno insegnata i Superiori, ed avere di mira più il servizio agli altri che non la tua personale devozione o il tuo sentimento.