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Lunedi, 6 maggio 2024 - Misteri gaudiosi - San Pietro Nolasco ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:Quanto è grande la potenza della preghiera! Essa è come quella regina che in ogni momento ha libero accesso presso il Re, e può ottenere tutto ciò che vuole. Per pregare bene non è necessario dire delle belle frasi, bensì amare e fidarsi. Dove, nella preghiera, cadono le lacrime, fioriscono molte grazie. Per pregare puoi fare come i bimbi piccoli che non sanno parlare ma solamente balbettare, e ugualmente il padre li comprende. È la fiducia quella che conta. La preghiera è uno slancio del cuore, è uno sguardo d'amore. La preghiera dilata l'anima e ti avvicina a Dio.

LETTURE A CASO

Lc 3,1-38

1Nell'anno decimoquinto dell'impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell'Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell'Abilène, 2sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio scese su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. 3Ed egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, 4com'è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia:

Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate
i suoi sentieri!
5Ogni burrone sia riempito,
ogni monte e ogni colle sia abbassato;
i passi tortuosi siano diritti;
i luoghi impervi spianati.
6Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!

7Diceva dunque alle folle che andavano a farsi battezzare da lui: "Razza di vipere, chi vi ha insegnato a sfuggire all'ira imminente? 8Fate dunque opere degne della conversione e non cominciate a dire in voi stessi: Abbiamo Abramo per padre! Perché io vi dico che Dio può far nascere figli ad Abramo anche da queste pietre. 9Anzi, la scure è già posta alla radice degli alberi; ogni albero che non porta buon frutto, sarà tagliato e buttato nel fuoco".

10Le folle lo interrogavano: "Che cosa dobbiamo fare?". 11Rispondeva: "Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto". 12Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare, e gli chiesero: "Maestro, che dobbiamo fare?". 13Ed egli disse loro: "Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato". 14Lo interrogavano anche alcuni soldati: "E noi che dobbiamo fare?". Rispose: "Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno, contentatevi delle vostre paghe". 15Poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo, 16Giovanni rispose a tutti dicendo: "Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. 17Egli ha in mano il ventilabro per ripulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel granaio; ma la pula, la brucerà con fuoco inestinguibile".

18Con molte altre esortazioni annunziava al popolo la buona novella.

19Ma il tetrarca Erode, biasimato da lui a causa di Erodìade, moglie di suo fratello, e per tutte le scelleratezze che aveva commesso, 20aggiunse alle altre anche questa: fece rinchiudere Giovanni in prigione.

21Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì 22e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba, e vi fu una voce dal cielo: "Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto".

23Gesù quando incominciò il suo ministero aveva circa trent'anni ed era figlio, come si credeva, di Giuseppe, figlio di Eli, 24figlio di Mattàt, figlio di Levi, figlio di Melchi, figlio di Innài, figlio di Giuseppe, 25figlio di Mattatìa, figlio di Amos, figlio di Naum, figlio di Esli, figlio di Naggài, 26figlio di Maat, figlio di Mattatìa, figlio di Semèin, figlio di Iosek, figlio di Ioda, 27figlio di Ioanan, figlio di Resa, figlio di Zorobabèle, figlio di Salatiel, figlio di Neri, 28figlio di Melchi, figlio di Addi, figlio di Cosam, figlio di Elmadàm, figlio di Er, 29figlio di Gesù, figlio di Elièzer, figlio di Iorim, figlio di Mattàt, figlio di Levi, 30figlio di Simeone, figlio di Giuda, figlio di Giuseppe, figlio di Ionam, figlio di Eliacim, 31figlio di Melèa, figlio di Menna, figlio di Mattatà, figlio di Natàm, figlio di Davide, 32figlio di Iesse, figlio di Obed, figlio di Booz, figlio di Sala, figlio di Naàsson, 33figlio di Aminadàb, figlio di Admin, figlio di Arni, figlio di Esrom, figlio di Fares, figlio di Giuda, 34figlio di Giacobbe, figlio di Isacco, figlio di Abramo, figlio di Tare, figlio di Nacor, 35figlio di Seruk, figlio di Ragau, figlio di Falek, figlio di Eber, figlio di Sala, 36figlio di Cainam, figlio di Arfàcsad, figlio di Sem, figlio di Noè, figlio di Lamech, 37figlio di Matusalemme, figlio di Enoch, figlio di Iaret, figlio di Malleèl, figlio di Cainam, 38figlio di Enos, figlio di Set, figlio di Adamo, figlio di Dio.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Lc 10, 25-37: Chi è il mio prossimo?

At 24,1-27

1Cinque giorni dopo arrivò il sommo sacerdote Ananìa insieme con alcuni anziani e a un avvocato di nome Tertullo e si presentarono al governatore per accusare Paolo. 2Quando questi fu fatto venire, Tertullo cominciò l'accusa dicendo: 3"La lunga pace di cui godiamo grazie a te e le riforme che ci sono state in favore di questo popolo grazie alla tua provvidenza, le accogliamo in tutto e per tutto, eccellentissimo Felice, con profonda gratitudine. 4Ma per non trattenerti troppo a lungo, ti prego di darci ascolto brevemente nella tua benevolenza. 5Abbiamo scoperto che quest'uomo è una peste, fomenta continue rivolte tra tutti i Giudei che sono nel mondo ed è capo della setta dei Nazorei. 6Ha perfino tentato di profanare il tempio e noi l'abbiamo arrestato.7. 8Interrogandolo personalmente, potrai renderti conto da lui di tutte queste cose delle quali lo accusiamo". 9Si associarono nell'accusa anche i Giudei, affermando che i fatti stavano così.

10Quando il governatore fece cenno a Paolo di parlare, egli rispose: "So che da molti anni sei giudice di questo popolo e parlo in mia difesa con fiducia. 11Tu stesso puoi accertare che non sono più di dodici giorni da quando mi sono recato a Gerusalemme per il culto. 12Essi non mi hanno mai trovato nel tempio a discutere con qualcuno o a incitare il popolo alla sommossa, né nelle sinagoghe, né per la città 13e non possono provare nessuna delle cose delle quali ora mi accusano. 14Ammetto invece che adoro il Dio dei miei padri, secondo quella dottrina che essi chiamano setta, credendo in tutto ciò che è conforme alla Legge e sta scritto nei Profeti, 15nutrendo in Dio la speranza, condivisa pure da costoro, che ci sarà una risurrezione dei giusti e degli ingiusti. 16Per questo mi sforzo di conservare in ogni momento una coscienza irreprensibile davanti a Dio e davanti agli uomini. 17Ora, dopo molti anni, sono venuto a portare elemosine al mio popolo e per offrire sacrifici; 18in occasione di questi essi mi hanno trovato nel tempio dopo che avevo compiuto le purificazioni. Non c'era folla né tumulto. 19Furono dei Giudei della provincia d'Asia a trovarmi, e loro dovrebbero comparire qui davanti a te ad accusarmi, se hanno qualche cosa contro di me; 20oppure dicano i presenti stessi quale colpa han trovato in me quando sono comparso davanti al sinedrio, 21se non questa sola frase che gridai stando in mezzo a loro: A motivo della risurrezione dei morti io vengo giudicato oggi davanti a voi!".

22Allora Felice, che era assai bene informato circa la nuova dottrina, li rimandò dicendo: "Quando verrà il tribuno Lisia, esaminerò il vostro caso". 23E ordinò al centurione di tenere Paolo sotto custodia, concedendogli però una certa libertà e senza impedire a nessuno dei suoi amici di dargli assistenza.

24Dopo alcuni giorni Felice arrivò in compagnia della moglie Drusilla, che era giudea; fatto chiamare Paolo, lo ascoltava intorno alla fede in Cristo Gesù. 25Ma quando egli si mise a parlare di giustizia, di continenza e del giudizio futuro, Felice si spaventò e disse: "Per il momento puoi andare; ti farò chiamare di nuovo quando ne avrò il tempo". 26Sperava frattanto che Paolo gli avrebbe dato del denaro; per questo abbastanza spesso lo faceva chiamare e conversava con lui.

27Trascorsi due anni, Felice ebbe come successore Porcio Festo; ma Felice, volendo dimostrare benevolenza verso i Giudei, lasciò Paolo in prigione.


Papia di Gerapoli: X frammento: Frammento in Stefano Gobaro. La felicità nel regno dei cieli

Neppure Papia, vescovo di Gerapoli e martire, e Sant’Ireneo, vescovo di Lione, (Stefano approva), tra coloro che dicono che il regno dei cieli consiste nel godimento di alcuni cibi sensibili.

(Autore: Papia di Gerapoli)

L'imitazione di Cristo: SUBLIME DIGNITÀ DEL SACRAMENTO E DELLA CONDIZIONE SACERDOTALE

PAROLE DELL'AMATO
Anche se tu avessi la purezza degli Angeli e la santità di Giovanni Battista, non saresti degno di ricevere od anche soltanto di toccare questo Sacramento. Non è infatti, dovuto ai meriti degli uomini che si consacri e si amministri il Sacramento di Cristo e si possa prendere come cibo il pane degli Angeli. Sublime mistero e sublime dignità dei Sacerdoti, ai quali è stato concesso quello che non è stato concesso agli Angeli! Infatti, soltanto i Sacerdoti, regolarmente ordinati nella Chiesa, hanno la facoltà di celebrare e consacrare il Corpo di Cristo. Ministro di Dio è, sì, il Sacerdote, che si vale della parola di Dio per comando ed istituzione di Dio; ma, nel Sacramento l'autore principale e l'operatore invisibile è Dio, alla cui volontà tutto è sottoposto ed al cui comando tutto ubbidisce.

In questo eccelso Sacramento tu devi, dunque, credere più a Dio onnipotente che ai tuoi sensi o ad alcun segno visibile. E perciò, ti devi accingere all'azione sacrificale con timore e riverenza. Rifletti su te stesso, o Sacerdote di Dio, e considera bene di chi sei stato fatto ministro con l'imposizione delle mani del Vescovo. Ecco, sei stato fatto Sacerdote e consacrato per celebrare; guarda, ora, di offrire il Sacrificio a Dio al tempo conveniente, con fede e raccoglimento; guarda che la tua condotta sia irreprensibile.

Non hai, con questo, alleggerito il tuo carico; anzi, sei ormai legato con un più stretto vincolo di disciplina e sei tenuto ad una maggiore perfezione di santità. Il Sacerdote deve essere adorno di tutte le virtù e deve dare agli altri esempio di vita santa. Egli non tiene conversazione con le masse e secondo i modi comuni della gente, ma con gli Angeli, in Cielo, o con le persone sante, in terra. Il Sacerdote, rivestito dei sacri paramenti, fà le veci di Cristo, per poter supplicare e pregare con umiltà per sé e per tutto il popolo.

Egli porta sul petto e dietro le spalle il segno della Croce del Signore, per ricordarsi di continuo della Passione di Cristo. Davanti, sulla casula, porta la Croce, per osservare attentamente le orme di Cristo e per cercare di seguirle con fervore. Sul dorso, pure, è segnato con la Croce, perché sappia sopportare pazientemente, per amore di Dio, qualsiasi contrarietà che gli venga dagli altri.

Porta, davanti, la Croce, per piangere i peccati suoi; dietro, per piangere pietosamente anche le colpe commesse dagli altri e per sapere che è stato costituito mediatore fra Dio ed il peccatore; E perché non illanguidisca nella preghiera e nell'offerta del Santo Sacrificio, finché non meriti d'ottenere grazia e misericordia. Quando il Sacerdote celebra, dà onore a Dio, letizia agli Angeli, edificazione alla Chiesa, aiuto ai vivi, pace ai defunti, e rende se stesso partecipe di tutti i benefici celesti.