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Venerdi, 3 maggio 2024 - Misteri dolorosi - Santi Filippo e Giacomo ( Letture di oggi )

San Francesco di Sales:Dio ama gli spiriti semplici come i fanciulli, disponendoli a suo piacimento; non così gli spiriti arroganti e calcolatori.

LETTURE A CASO

Mt 3,1-17

1In quei giorni comparve Giovanni il Battista a predicare nel deserto della Giudea, 2dicendo: "Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!".

3Egli è colui che fu annunziato dal profeta Isaia quando disse:

Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!


4Giovanni portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano locuste e miele selvatico. 5Allora accorrevano a lui da Gerusalemme, da tutta la Giudea e dalla zona adiacente il Giordano; 6e, confessando i loro peccati, si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano.

7Vedendo però molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: "Razza di vipere! Chi vi ha suggerito di sottrarvi all'ira imminente? 8Fate dunque frutti degni di conversione, 9e non crediate di poter dire fra voi: Abbiamo Abramo per padre. Vi dico che Dio può far sorgere figli di Abramo da queste pietre. 10Già la scure è posta alla radice degli alberi: ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. 11Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più potente di me e io non son degno neanche di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito santo e fuoco. 12Egli ha in mano il ventilabro, pulirà la sua aia e raccoglierà il suo grano nel granaio, ma brucerà la pula con un fuoco inestinguibile".

13In quel tempo Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui. 14Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: "Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?". 15Ma Gesù gli disse: "Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia". Allora Giovanni acconsentì. 16Appena battezzato, Gesù uscì dall'acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui. 17Ed ecco una voce dal cielo che disse: "Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto".


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Gv 14, 23-29: Lo Spirito Santo vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

1 Pt 3,1-22

1Ugualmente voi, mogli, state sottomesse ai vostri mariti perché, anche se alcuni si rifiutano di credere alla parola, vengano dalla condotta delle mogli, senza bisogno di parole, conquistati 2considerando la vostra condotta casta e rispettosa. 3Il vostro ornamento non sia quello esteriore - capelli intrecciati, collane d'oro, sfoggio di vestiti -; 4cercate piuttosto di adornare l'interno del vostro cuore con un'anima incorruttibile piena di mitezza e di pace: ecco ciò che è prezioso davanti a Dio. 5Così una volta si ornavano le sante donne che speravano in Dio; esse stavano sottomesse ai loro mariti, 6come Sara che obbediva ad Abramo, chiamandolo signore. Di essa siete diventate figlie, se operate il bene e non vi lasciate sgomentare da alcuna minaccia.

7E ugualmente voi, mariti, trattate con riguardo le vostre mogli, perché il loro corpo è più debole, e rendete loro onore perché partecipano con voi della grazia della vita: così non saranno impedite le vostre preghiere.

8E finalmente siate tutti concordi, partecipi delle gioie e dei dolori degli altri, animati da affetto fraterno, misericordiosi, umili; 9non rendete male per male, né ingiuria per ingiuria, ma, al contrario, rispondete benedicendo; poiché a questo siete stati chiamati per avere in eredità la benedizione. 10Infatti:

Chi vuole amare la vita e vedere giorni felici,
trattenga la sua lingua dal male
e le sue labbra da parole d'inganno;
11eviti il male e faccia il bene,
cerchi la pace e la segua,
12perché gli occhi del Signore sono sopra i giusti
e le sue orecchie sono attente alle loro preghiere;
ma il volto del Signore è contro coloro che fanno il male
.

13E chi vi potrà fare del male, se sarete ferventi nel bene? 14E se anche doveste soffrire per la giustizia, beati voi! Non vi sgomentate per paura di loro, né vi turbate, 15ma adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto, 16con una retta coscienza, perché nel momento stesso in cui si parla male di voi rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo. 17È meglio infatti, se così vuole Dio, soffrire operando il bene che facendo il male.

18Anche Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nella carne, ma reso vivo nello spirito. 19E in spirito andò ad annunziare la salvezza anche agli spiriti che attendevano in prigione; 20essi avevano un tempo rifiutato di credere quando la magnanimità di Dio pazientava nei giorni di Noè, mentre si fabbricava l'arca, nella quale poche persone, otto in tutto, furono salvate per mezzo dell'acqua. 21Figura, questa, del battesimo, che ora salva voi; esso non è rimozione di sporcizia del corpo, ma invocazione di salvezza rivolta a Dio da parte di una buona coscienza, in virtù della risurrezione di Gesù Cristo, 22il quale è alla destra di Dio, dopo essere salito al cielo e aver ottenuto la sovranità sugli angeli, i Principati e le Potenze.


La Città di Dio: Libro I - Le sventure umane e la provvidenza: L'esempio di Attilio Regolo...

15. 1. Hanno tuttavia anche essi fra i loro uomini illustri un esempio insigne in relazione alla prigionia sopportata anche volontariamente per motivi religiosi. Marco Regolo, condottiero del popolo romano, fu prigioniero presso i Cartaginesi. Costoro stimavano più vantaggioso, che dai Romani fossero restituiti i propri prigionieri anziché tenere prigionieri i loro. Per conseguire l'intento mandarono a Roma con i propri ambasciatori proprio Regolo dopo averlo fatto giurare che sarebbe tornato a Cartagine se non avesse ottenuto ciò che volevano . Egli andò ma in senato sostenne la tesi contraria perché pensava che non c'era tornaconto per lo Stato romano scambiare i prigionieri. Dopo tale discorso dai concittadini non fu costretto a tornare dai nemici. Lo fece spontaneamente perché aveva giurato. Ed essi lo ammazzarono con un supplizio squisitamente atroce. Chiusolo in una stretta cassa di legno, in cui era costretto a stare in piedi, e piantati dei chiodi acuminati nella cassa perché non sì sorreggesse in alcuna parte senza sofferenze terribili, lo fecero morire anche privandolo del sonno. Giustamente dunque gli scrittori lodano una virtù superiore a una sorte tanto triste . Ed egli aveva giurato per gli dèi. Eppure i nostri accusatori ritengono che siano inflitte al genere umano queste calamità perché è stato proibito il loro culto. Ma se essi, che venivano onorati proprio per rendere prospera la vita, hanno voluto o permesso che fossero irrogate a Regolo che giurò il vero tali pene, che cosa più gravemente irati avrebbero fatto se avesse spergiurato? Ma piuttosto perché non dovrei risolvere io stesso il mio dilemma? Egli onorò gli dèi così da non rimanere in patria per fedeltà al giuramento e da non accettare neanche il dubbio di andare altrove e non tornare dai suoi spietati nemici. Se lo stimava vantaggioso per questa vita, dal fatto che ne conseguì una fine così orribile, senza dubbio sbagliava i suoi calcoli. Col suo esempio egli insegnò che gli dèi non aiutano affatto i propri cultori ai fini della felicità temporale, giacché egli fedele nel loro culto fu vinto e fatto prigioniero; e poiché non volle comportarsi diversamente da come aveva loro giurato, morì dopo esser stato torturato con un inaudito e veramente atroce genere di supplizio. Se poi il culto degli dèi procura come ricompensa la felicità dopo questa vita, perché insultano alla civiltà cristiana dicendo che a Roma è capitata quella sventura perché ha cessato di onorare i propri dèi? Anche onorandoli con grande zelo poteva avere la mala sorte che ebbe Regolo. Ma forse contro una verità tanto chiara si resiste con l'irragionevolezza di un accecamento che sbalordisce. Sosterrebbero appunto che tutta la città onorando gli dèi non poteva avere una triste sorte ma che un solo individuo lo poteva. Il potere degli dèi, cioè, sarebbe adatto a proteggere i molti anziché i singoli. Ma la moltitudine è composta di singoli.

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: QUANTO E' ECCELSA LA LIBERTÀ DELLO SPIRITO, FRUTTO DELL'UMILE PREGIERA PIU’ CHE DELLO STUDIO

PAROLE DEL DISCEPOLO
O Signore, questo è compito dell’uomo che tende alla perfezione: non distogliere mai lo spirito dalle cose celesti e passare quasi senz'affanno tra le molte, preoccupazioni; naturalmente, non per indolenza, ma per lo straordinario privilegio d'uno spirito libero, che non è attaccato ad alcuna cosa creata, contro l'ordine divino. Ti prego, o pietosissimo Dio mio: preservami dalle preoccupazioni di questa vita, perché non vi rimanga troppo impigliato; preservami dalle molte esigenze del corpo, perché non sia schiavo del piacere; preservami da tutte quante le cose che sono d'ostacolo all'anima, perché, affranto da queste difficoltà, non cada vinto nello spirito.

Non dico che Tu mi preservi solo da queste cose, alle quali la vanità del mondo ardentemente aspira, ma anche da queste miserie che, per effetto della maledizione comune dell'umanità, pesano, a castigo, sull'anima del tuo servo e la trattengono dall'entrare, quante volte vorrebbe, nella libertà dello spirito. O mio Dio, o dolcezza ineffabile, cambia per me in amarezza ogni piacere sensibile che mi distolga dall'amore per le cose eterne e che mi avvinca peccaminosamente a sé con il miraggio di qualche cosa che, solo momentaneamente, si mostra buona e dilettevole.

Non mi vincano, o Dio mio, non mi vincano la carne ed il sangue; non mi seducano il mondo e la sua gloria passeggera; non mi facciano cadere il diavolo e la sua astuzia. Dammi fortezza per resistere, pazienza per sopportare, costanza per perseverare. Dammi, in luogo di tutte le consolazioni del mondo, la soavissima unzione del tuo Spirito; in luogo dell'amore sensibile, infondi in me l'amore della tua gloria. Ecco: il cibo, le bevande, il vestiario e le altre cose utili a sostenere il corpo sono pesanti impacci per un' anima fervorosa. Concedimi che di siffatti sollievi io sappia usare con moderazione e non m'attacchi ad essi con eccessiva bramosia. Non si può abbandonare tutto, perché al fisico bisogna pur dare sostentamento; ma la santa legge proibisce di cercare le cose superflue e quelle che danno maggior piacere. Tra questi due estremi, Ti prego, Signore, mi regga la tua mano e mi guidi, perché io non cada in eccessi.