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Venerdi, 3 maggio 2024 - Misteri dolorosi - Santi Filippo e Giacomo ( Letture di oggi )

Santa Faustina Kowalska:Gesù, per quanto tu tenga nascosta la tua bellezza, lo sguardo tuttavia della mia anima lacera il velo. Vedo i cori degli angeli tributarti un incessante onore e tutte le potenze celesti adorarti senza posa, mentre all'infinito ti proclamano: Santo, Santo, Santo! Chi potrà comprendere il tuo amore e la tua inscrutabile misericordia verso di noi, o amore eterno? O prigioniero d'amore, chiudo il mio povero cuore in questo tabernacolo per continuare ad adorarti giorno e notte. Non conosco ostacoli a tale adorazione e, per quanto potrò esserti fisicamente lontana, il mio cuore rimarrà sempre con te. O Gesù, desidero ardere come offerta e consumarmi davanti al trono del tuo nascondimento.

LETTURE A CASO

Lc 8,1-56

1In seguito egli se ne andava per le città e i villaggi, predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio. 2C'erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Màgdala, dalla quale erano usciti sette demòni, 3Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni.

4Poiché una gran folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, disse con una parabola: 5"Il seminatore uscì a seminare la sua semente. Mentre seminava, parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la divorarono. 6Un'altra parte cadde sulla pietra e appena germogliata inaridì per mancanza di umidità. 7Un'altra cadde in mezzo alle spine e le spine, cresciute insieme con essa, la soffocarono. 8Un'altra cadde sulla terra buona, germogliò e fruttò cento volte tanto". Detto questo, esclamò: "Chi ha orecchi per intendere, intenda!".

9I suoi discepoli lo interrogarono sul significato della parabola. 10Ed egli disse: "A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo in parabole, perché

vedendo non vedano
e udendo non intendano
.

11Il significato della parabola è questo: Il seme è la parola di Dio. 12I semi caduti lungo la strada sono coloro che l'hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la parola dai loro cuori, perché non credano e così siano salvati. 13Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, accolgono con gioia la parola, ma non hanno radice; credono per un certo tempo, ma nell'ora della tentazione vengono meno. 14Il seme caduto in mezzo alle spine sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano sopraffare dalle preoccupazioni, dalla ricchezza e dai piaceri della vita e non giungono a maturazione. 15Il seme caduto sulla terra buona sono coloro che, dopo aver ascoltato la parola con cuore buono e perfetto, la custodiscono e producono frutto con la loro perseveranza.

16Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la pone sotto un letto; la pone invece su un lampadario, perché chi entra veda la luce. 17Non c'è nulla di nascosto che non debba essere manifestato, nulla di segreto che non debba essere conosciuto e venire in piena luce. 18Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha sarà dato, ma a chi non ha sarà tolto anche ciò che crede di avere".

19Un giorno andarono a trovarlo la madre e i fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. 20Gli fu annunziato: "Tua madre e i tuoi fratelli sono qui fuori e desiderano vederti". 21Ma egli rispose: "Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica".

22Un giorno salì su una barca con i suoi discepoli e disse: "Passiamo all'altra riva del lago". Presero il largo. 23Ora, mentre navigavano, egli si addormentò. Un turbine di vento si abbatté sul lago, imbarcavano acqua ed erano in pericolo. 24Accostatisi a lui, lo svegliarono dicendo: "Maestro, maestro, siamo perduti!". E lui, destatosi, sgridò il vento e i flutti minacciosi; essi cessarono e si fece bonaccia. 25Allora disse loro: "Dov'è la vostra fede?". Essi intimoriti e meravigliati si dicevano l'un l'altro: "Chi è dunque costui che da' ordini ai venti e all'acqua e gli obbediscono?".

26Approdarono nella regione dei Gerasèni, che sta di fronte alla Galilea. 27Era appena sceso a terra, quando gli venne incontro un uomo della città posseduto dai demòni. Da molto tempo non portava vestiti, né abitava in casa, ma nei sepolcri. 28Alla vista di Gesù gli si gettò ai piedi urlando e disse a gran voce: "Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio Altissimo? Ti prego, non tormentarmi!". 29Gesù infatti stava ordinando allo spirito immondo di uscire da quell'uomo. Molte volte infatti s'era impossessato di lui; allora lo legavano con catene e lo custodivano in ceppi, ma egli spezzava i legami e veniva spinto dal demonio in luoghi deserti. 30Gesù gli domandò: "Qual è il tuo nome?". Rispose: "Legione", perché molti demòni erano entrati in lui. 31E lo supplicavano che non ordinasse loro di andarsene nell'abisso.

32Vi era là un numeroso branco di porci che pascolavano sul monte. Lo pregarono che concedesse loro di entrare nei porci; ed egli lo permise. 33I demòni uscirono dall'uomo ed entrarono nei porci e quel branco corse a gettarsi a precipizio dalla rupe nel lago e annegò. 34Quando videro ciò che era accaduto, i mandriani fuggirono e portarono la notizia nella città e nei villaggi. 35La gente uscì per vedere l'accaduto, arrivarono da Gesù e trovarono l'uomo dal quale erano usciti i demòni vestito e sano di mente, che sedeva ai piedi di Gesù; e furono presi da spavento. 36Quelli che erano stati spettatori riferirono come l'indemoniato era stato guarito. 37Allora tutta la popolazione del territorio dei Gerasèni gli chiese che si allontanasse da loro, perché avevano molta paura. Gesù, salito su una barca, tornò indietro. 38L'uomo dal quale erano usciti i demòni gli chiese di restare con lui, ma egli lo congedò dicendo: 39"Torna a casa tua e racconta quello che Dio ti ha fatto". L'uomo se ne andò, proclamando per tutta la città quello che Gesù gli aveva fatto.

40Al suo ritorno, Gesù fu accolto dalla folla, poiché tutti erano in attesa di lui. 41Ed ecco venne un uomo di nome Giàiro, che era capo della sinagoga: gettatosi ai piedi di Gesù, lo pregava di recarsi a casa sua, 42perché aveva un'unica figlia, di circa dodici anni, che stava per morire. Durante il cammino, le folle gli si accalcavano attorno. 43Una donna che soffriva di emorragia da dodici anni, e che nessuno era riuscito a guarire, 44gli si avvicinò alle spalle e gli toccò il lembo del mantello e subito il flusso di sangue si arrestò. 45Gesù disse: "Chi mi ha toccato?". Mentre tutti negavano, Pietro disse: "Maestro, la folla ti stringe da ogni parte e ti schiaccia". 46Ma Gesù disse: "Qualcuno mi ha toccato. Ho sentito che una forza è uscita da me". 47Allora la donna, vedendo che non poteva rimanere nascosta, si fece avanti tremando e, gettatasi ai suoi piedi, dichiarò davanti a tutto il popolo il motivo per cui l'aveva toccato, e come era stata subito guarita. 48Egli le disse: "Figlia, la tua fede ti ha salvata, va' in pace!".

49Stava ancora parlando quando venne uno della casa del capo della sinagoga a dirgli: "Tua figlia è morta, non disturbare più il maestro". 50Ma Gesù che aveva udito rispose: "Non temere, soltanto abbi fede e sarà salvata". 51Giunto alla casa, non lasciò entrare nessuno con sé, all'infuori di Pietro, Giovanni e Giacomo e il padre e la madre della fanciulla. 52Tutti piangevano e facevano il lamento su di lei. Gesù disse: "Non piangete, perché non è morta, ma dorme". 53Essi lo deridevano, sapendo che era morta, 54ma egli, prendendole la mano, disse ad alta voce: "Fanciulla, alzati!". 55Il suo spirito ritornò in lei ed ella si alzò all'istante. Egli ordinò di darle da mangiare. 56I genitori ne furono sbalorditi, ma egli raccomandò loro di non raccontare a nessuno ciò che era accaduto.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Mc 6, 7-13: Prese a mandarli.

1 Cor 9,1-27

1Non sono forse libero, io? Non sono un apostolo? Non ho veduto Gesù, Signore nostro? E non siete voi la mia opera nel Signore? 2Anche se per altri non sono apostolo, per voi almeno lo sono; voi siete il sigillo del mio apostolato nel Signore. 3Questa è la mia difesa contro quelli che mi accusano. 4Non abbiamo forse noi il diritto di mangiare e di bere? 5Non abbiamo il diritto di portare con noi una donna credente, come fanno anche gli altri apostoli e i fratelli del Signore e Cefa? 6Ovvero solo io e Bàrnaba non abbiamo il diritto di non lavorare?

7E chi mai presta servizio militare a proprie spese? Chi pianta una vigna senza mangiarne il frutto? O chi fa pascolare un gregge senza cibarsi del latte del gregge? 8Io non dico questo da un punto di vista umano; è la Legge che dice così. 9Sta scritto infatti nella legge di Mosè: Non metterai la museruola al bue che trebbia. Forse Dio si dà pensiero dei buoi? 10Oppure lo dice proprio per noi? Certamente fu scritto per noi. Poiché colui che ara deve arare nella speranza di avere la sua parte, come il trebbiatore trebbiare nella stessa speranza. 11Se noi abbiamo seminato in voi le cose spirituali, è forse gran cosa se raccoglieremo beni materiali? 12Se gli altri hanno tale diritto su di voi, non l'avremmo noi di più? Noi però non abbiamo voluto servirci di questo diritto, ma tutto sopportiamo per non recare intralcio al vangelo di Cristo. 13Non sapete che coloro che celebrano il culto traggono il vitto dal culto, e coloro che attendono all'altare hanno parte dell'altare? 14Così anche il Signore ha disposto che quelli che annunziano il vangelo vivano del vangelo.

15Ma io non mi sono avvalso di nessuno di questi diritti, né ve ne scrivo perché ci si regoli in tal modo con me; preferirei piuttosto morire. Nessuno mi toglierà questo vanto! 16Non è infatti per me un vanto predicare il vangelo; è un dovere per me: guai a me se non predicassi il vangelo! 17Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non lo faccio di mia iniziativa, è un incarico che mi è stato affidato. 18Quale è dunque la mia ricompensa? Quella di predicare gratuitamente il vangelo senza usare del diritto conferitomi dal vangelo.

19Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero: 20mi sono fatto Giudeo con i Giudei, per guadagnare i Giudei; con coloro che sono sotto la legge sono diventato come uno che &egregrave; sotto la legge, pur non essendo sotto la legge, allo scopo di guadagnare coloro che sono sotto la legge. 21Con coloro che non hanno legge sono diventato come uno che è senza legge, pur non essendo senza la legge di Dio, anzi essendo nella legge di Cristo, per guadagnare coloro che sono senza legge. 22Mi sono fatto debole con i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno. 23Tutto io faccio per il vangelo, per diventarne partecipe con loro.

24Non sapete che nelle corse allo stadio tutti corrono, ma uno solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo! 25Però ogni atleta è temperante in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona corruttibile, noi invece una incorruttibile. 26Io dunque corro, ma non come chi è senza mèta; faccio il pugilato, ma non come chi batte l'aria, 27anzi tratto duramente il mio corpo e lo trascino in schiavitù perché non succeda che dopo avere predicato agli altri, venga io stesso squalificato.


Il Pastore d'Erma - Le visioni: Quarta visione: Gettare le scorie come l'oro

XXIV (3), 1. La interrogai sui quattro colori che la bestia aveva sulla testa. Rispondendomi mi disse: "Sei ancora curioso di queste cose?". "Sì, signora, fammi conoscere che cosa esse sono". 2. "Ascolta, mi dice: il nero è questo mondo in cui abitate. 3. L'igneo-sanguigno, perché questo mondo deve dissolversi nel sangue e nel fuoco. 4. La parte aurea siete voi che fuggite questo mondo. Come l'oro si prova col fuoco e diventa prezioso, così siete provati anche voi che abitate tra quelli del mondo. Voi, dunque, rimanendo e bruciando, da essi sarete purificati. Come l'oro getta la scoria, così anche voi lasciando ogni tristezza e angustia, sarete purificati e adatti alla costruzione della torre. 5. La parte bianca è il mondo che viene, in cui abiteranno gli eletti di Dio. Immacolati e puri saranno gli eletti da Dio per la vita eterna. 6. Tu non lasciare di parlare agli orecchi dei fedeli. Avete l'immagine della grande prova che è imminente. Se volete non sarà nulla. Ricordatevi di ciò che è stato scritto". 7. Ciò detto, andò via e non vidi dove si dirigesse. Vi fu un fragore ed io mi voltai sgomento, credendo che ritornasse la bestia.

(Autore: Erma)

L'imitazione di Cristo: MEDITAZIONE DELLA MORTE

Ben presto sarà finita per te, quaggiù; considera, dunque, il tuo stato. Oggi l'uomo è, e domani non è più. E, tolto alla vista, ben presto si dilegua anche dalla memoria. O stoltezza e durezza del cuore umano, che pensa soltanto alle cose presenti e non sa prevedere quelle future! In ogni azione ed in ogni pensiero, tu dovresti comportarti così, come se dovessi morire oggi. Se avessi la coscienza tranquilla, non avresti tanta paura della morte. Meglio sarebbe guardarsi dai peccati, che cercare di sfuggire alla morte.

Se oggi non sei preparato, come lo sarai domani? Il domani è un giorno incerto; e che sai se ci sarà per te il domani? Che giova vivere a lungo, dal momento che ci emendiamo così poco? Ah! la lunga vita non sempre serve a renderci migliori; anzi, spesso aumenta le nostre colpe. Volesse il Cielo che fossimo vissuti bene in questo mondo anche un solo giorno! Molti contano gli anni della loro vita religiosa, ma il loro miglioramento nella vita spirituale è per lo più scarso.

Se fa spavento il morire, forse è più pericoloso il vivere a lungo. Beato colui che ha sempre davanti agli occhi l'ora della morte e che a morire si dispone ogni giorno! Se qualche volta hai visto un uomo morire, pensa che anche tu dovrai passare per la medesima via. Il mattino, fa' conto di non arrivare alla sera. Venuta la sera, non osare di riprometterti il mattino. Sii, dunque, sempre pronto, e vivi in maniera che la morte mai ti sorprenda impreparato. Molti muoiono repentinamente ed imprevedutamente. "Infatti, nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà" (Mt 24,44; Lc 12,40).

Quando quell'ultima ora sarà giunta, comincerai a dare un ben diverso giudizio di tutta la tua vita passata e ti pentirai amaramente d'essere stato tanto negligente e fiacco. Quanto è felice nella sua previdenza colui che si sforza d'essere ora, in vita, quale desidera essere trovato al momento della morte! E gli daranno una grande fiducia di morire bene: il totale disprezzo del mondo, l'ardente desiderio di progredire nelle virtù, l'amore per la disciplina, l'esercizio della penitenza, la prontezza nell'obbedienza, la rinuncia a se stesso e la sopportazione di qualsiasi avversità per amore di Cristo.

Finché sei sano, puoi compiere molte opere buone; ma se t'ammali, non so che cosa potrai fare. Pochi diventano migliori nell'infermità, allo stesso modo di quelli che raramente si santificano per i molti pellegrinaggi.

Non confidare negli amici e nei parenti e non rimandare all'avvenire la tua salvezza, perché gli uomini si dimenticheranno di te più presto che tu non creda.È meglio provvedere ora, tempestivamente, e farsi precedere da un po' di bene, che sperare nell'aiuto di suffragi da parte degli altri. Se non ti prendi cura, tu, ora di te stesso, chi si prenderà cura di te in avvenire? Tempo preziosissimo, perciò, è il presente: "Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza" (2 Cor 6,2). Ma, ahimè! tu non spendi in modo più utile questo tempo, con il quale potresti meritare la vita eterna.

Verrà il momento che tu desidererai d'avere un giorno solo, magari un'ora sola, per emendarti, e non so se l'avrai. Suvvia, andiamo, o mio caro! Da che grandi pericoli ti potresti liberare, da che immenso timore potresti strapparti, se tu, adesso, avessi sempre presente il pensiero e la previsione della morte! Cerca di vivere, ora, in modo che, in punto di morte, tu possa più gioire che temere. Impara, ora, a morire al mondo, perché, allora, tu cominci a vivere con Cristo.

Impara, ora, a disprezzare tutto, perché, allora, tu possa correre incontro a Cristo, liberamente. Castiga, ora, il tuo corpo con la penitenza, perché tu possa, allora, avere piena fiducia. Ah, stolto! Perché t'immagini di vivere ancora a lungo, mentre non hai la certezza, quaggiù, nemmeno d'un giorno? Quanti, così, si lasciarono ingannare e furono tolti di vita quando meno se l'aspettavano! Quante volte hai sentito dire che il tale è morto colpito da spada, un altro è annegato; quello, cadendo dall'alto, s'è spaccata la testa; questo, mentre mangiava, si è soffocato; un altro ancora ha cessato di vivere, mentre giocava! Altri è morto di fuoco, altri di ferro, altri di peste, altri per mano d'assassini. E così, la fine di tutti è la morte, e la vita degli uomini è un'ombra che passa via improvvisa. Chi si ricorderà di te dopo la morte? E chi pregherà per te? Fa', fa' ora, o mio carissimo, tutto il bene che puoi fare, perché non sai quando morirai; ignori pure che cosa t'aspetti dopo la morte. Finché hai tempo, accumulati ricchezze eterne. Non pensare ad altro che alla tua eterna salvezza, curati solo delle cose di Dio.

Fatti, ora, degli amici, con la devozione ai Santi di Dio e con l'imitazione delle loro opere, perché, quando avrai lasciato questa vita, essi t'accolgano negli eterni tabernacoli (Lc 16,9). Vivi sulla terra come pellegrino ed ospite, al quale nulla importano le cose terrene. Conserva il tuo cuore libero e rivolto in alto, a Dio, perché "non hai quaggiù stabile dimora" (Lc 16,9). Indirizza là le tue preghiere, i tuoi sospiri quotidiani, le tue lacrime, perché la tua anima meriti, dopo la morte, di passare felicemente al Signore. Amen.