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Giovedi, 2 maggio 2024 - Misteri luminosi - Sant´ Atanasio ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:In un vecchio racconto si legge che un giorno Gesù incontrò un uomo assorto in meditazione e gli chiese: "Cosa stai facendo?" "Sono molto devoto a Dio e dedico il mio tempo a Lui" - rispose l'uomo "E chi si dedica a te, chi ti sostiene?" - chiese di nuovo Gesù "Mio fratello" - rispose l'uomo "Il tuo fratello è devoto a Dio più di te!" - disse Gesù È importante donare il tempo a Dio ma anche al prossimo. Donando il tuo tempo diventi buon Samaritano degli altri e di Gesù, che ha detto: "Tutto quello che avete fatto ai miei fratelli più piccoli, lo avete fatto a me!" Il tempo che doni agli altri non è mai sprecato; è un investimento che dà i suoi frutti in brevissimo tempo e ti rende persona speciale. Solo donandoci saremo in grado di costruire una società migliore.

LETTURE A CASO

Lc 13,1-35

1In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici. 2Prendendo la parola, Gesù rispose: "Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? 3No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. 4O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? 5No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo".

6Disse anche questa parabola: "Un tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. 7Allora disse al vignaiolo: Ecco, son tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché deve sfruttare il terreno? 8Ma quegli rispose: Padrone, lascialo ancora quest'anno finché io gli zappi attorno e vi metta il concime 9e vedremo se porterà frutto per l'avvenire; se no, lo taglierai".

10Una volta stava insegnando in una sinagoga il giorno di sabato. 11C'era là una donna che aveva da diciotto anni uno spirito che la teneva inferma; era curva e non poteva drizzarsi in nessun modo. 12Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: "Donna, sei libera dalla tua infermità", 13e le impose le mani. Subito quella si raddrizzò e glorificava Dio.

14Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, rivolgendosi alla folla disse: "Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi curare e non in giorno di sabato". 15Il Signore replicò: "Ipocriti, non scioglie forse, di sabato, ciascuno di voi il bue o l'asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? 16E questa figlia di Abramo, che satana ha tenuto legata diciott'anni, non doveva essere sciolta da questo legame in giorno di sabato?". 17Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute.

18Diceva dunque: "A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo rassomiglierò? 19È simile a un granellino di senapa, che un uomo ha preso e gettato nell'orto; poi è cresciuto e diventato un arbusto, e gli uccelli del cielo si sono posati tra i suoi rami".

20E ancora: "A che cosa rassomiglierò il regno di Dio? 21È simile al lievito che una donna ha preso e nascosto in tre staia di farina, finché sia tutta fermentata".

22Passava per città e villaggi, insegnando, mentre camminava verso Gerusalemme. 23Un tale gli chiese: "Signore, sono pochi quelli che si salvano?". Rispose: 24"Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno. 25Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici. Ma egli vi risponderà: Non vi conosco, non so di dove siete. 26Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze. 27Ma egli dichiarerà: Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti operatori d'iniquità! 28Là ci sarà pianto e stridore di denti quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio e voi cacciati fuori. 29Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. 30Ed ecco, ci sono alcuni tra gli ultimi che saranno primi e alcuni tra i primi che saranno ultimi".

31In quel momento si avvicinarono alcuni farisei a dirgli: "Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere". 32Egli rispose: "Andate a dire a quella volpe: Ecco, io scaccio i demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno avrò finito. 33Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io vada per la mia strada, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme.

34Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che sono mandati a te, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come una gallina la sua covata sotto le ali e voi non avete voluto! 35Ecco, la vostra casa vi viene lasciata deserta! Vi dico infatti che non mi vedrete più fino al tempo in cui direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!".


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Mc 9,2-10: Questi è il Figlio mio, l'amato

3 Gv 1,1-14

1Io, il presbitero, al carissimo Gaio, che amo nella verità. 2Carissimo, faccio voti che tutto vada bene e che tu sia in buona salute, come va bene per la tua anima.

3Molto infatti mi sono rallegrato quando sono giunti alcuni fratelli e hanno reso testimonianza che tu sei verace in quanto tu cammini nella verità. 4Non ho gioia più grande di questa, sapere che i miei figli camminano nella verità.

5Carissimo, tu ti comporti fedelmente in tutto ciò che fai in favore dei fratelli, benché forestieri. 6Essi hanno reso testimonianza della tua carità davanti alla Chiesa, e farai bene a provvederli nel viaggio in modo degno di Dio, 7perché sono partiti per amore del nome di Cristo, senza accettare nulla dai pagani. 8Noi dobbiamo perciò accogliere tali persone per cooperare alla diffusione della verità.

9Ho scritto qualche parola alla Chiesa ma Diòtrefe, che ambisce il primo posto tra loro, non ci vuole accogliere. 10Per questo, se verrò, gli rinfaccerò le cose che va facendo, sparlando contro di noi con voci maligne. Non contento di questo, non riceve personalmente i fratelli e impedisce di farlo a quelli che lo vorrebbero e li scaccia dalla Chiesa. 11Carissimo, non imitare il male, ma il bene. Chi fa il bene è da Dio; chi fa il male non ha veduto Dio.

12Quanto a Demetrio, tutti gli rendono testimonianza, anche la stessa verità; anche noi ne diamo testimonianza e tu sai che la nostra testimonianza è veritiera.

13Molte cose avrei da scriverti, ma non voglio farlo con inchiostro e penna. 14Spero però di vederti presto e parleremo a viva voce. 15La pace sia con te. Gli amici ti salutano. Saluta gli amici ad uno ad uno.


La Città di Dio: Libro I - Le sventure umane e la provvidenza: Violenza e obbedienza a Dio e alle leggi.

26. Ma, dicono, alcune sante donne nel tempo della persecuzione, per sfuggire a coloro che insidiavano la loro pudicizia si sono gettate nel fiume che travolgendole le uccise, con quell'atto morirono e il loro martirio è ricordato con grande venerazione nella Chiesa cattolica. Non oso giudicare arbitrariamente questi fatti. Non so se un'autorità divina, sulla base di testimonianze degne di fede 81, ha indotto la Chiesa a onorare così la loro memoria. Può anche essere che sia così. E se l'hanno fatto non perché umanamente ingannate ma perché ispirate, non per errore, ma per obbedienza? Di Sansone, ad esempio, non è lecito credere diversamente. Dio comanda e fa conoscere il suo comando senza possibilità di equivoco. E allora chi potrebbe reputare reato l'obbedienza, chi potrebbe chiamare in causa l'ossequio della pietà? Ma non per questo non commette delitto chi abbia deciso di sacrificare a Dio il proprio figlio con la giustificazione che Abramo l'avrebbe fatto meritandosi perfino lode. Anche il soldato, quando obbedendo all'autorità sotto la quale è legittimamente costituito, uccide un individuo, non è reo di omicidio in base a qualche legge della sua città. Anzi se non lo facesse, è reo di insubordinazione e di disprezzo all'autorità. Che se lo fa di propria arbitraria autorità, incorrerebbe nel reato di spargimento di sangue umano. Dunque per lo stesso motivo per cui è punito se lo ha fatto senza comando, sarà punito se non lo farà dopo il comando. Che se è così per comando di un'autorità, a più forte ragione lo è per comando di Dio. Chi dunque sa che non è lecito uccidersi, lo faccia pure se lo ha comandato uno di cui non è lecito trasgredire il comando. Accerti soltanto che il comando divino non manchi di autenticità. Noi ci rapportiamo alla coscienza mediante la parola, non possiamo arrogarci il giudizio dei pensieri nascosti. Nessuno sa ciò che avviene nell'uomo se non lo spirito dell'uomo che è in lui 82. Ma diciamo, affermiamo e dichiariamo in tutti i sensi che non ci si deve infliggere la morte volontaria col pretesto di sfuggire le sofferenze nel tempo perché si incorrerebbe in quelle eterne, o a causa del peccato di un altro perché si commette un proprio gravissimo peccato mentre l'altrui non contaminava, o a causa dei propri peccati passati giacché proprio per essi si ha maggior bisogno di questa vita allo scopo di riscattarli con la penitenza, o col pretesto del desiderio di una vita migliore che si spera dopo la morte perché la vita migliore non accoglie dopo la morte i responsabili della propria morte.

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: GLI AFFETTI DISORDINATI

Quando l'uomo appetisce disordinatamente qualche cosa, diventa inquieto dentro di sé. Il superbo e l'avaro non hanno mai pace; il povero e l'umile di spirito, invece, vivono in grande pace. L'uomo che non è ancora completamente morto a se stesso, non tarda ad essere tentato ed è vinto pur nelle cose piccole e spregevoli. Chi è debole nello spirito e, in certo modo, tuttora carnale ed incline alle cose sensibili, difficilmente riesce a svincolarsi del tutto dai desideri terreni. E, perciò, spesso sente tristezza, quando riesce a distogliersene; e facilmente si sdegna, se qualcuno gli si oppone. Se, poi, riesce ad ottenere ciò che bramava, è immediatamente oppresso dal rimorso della coscienza: il motivo è che ha assecondato la sua passione, la quale non giova affatto alla pace di cui è andato in cerca. Perciò, la vera pace del cuore si trova resistendo alle passioni, non già nel farsi schiavo d'esse. Non c'è, dunque, pace nel cuore dell'uomo carnale; non c'è nell'uomo dedito alle esteriorità, ma solo in quello fervente e spirituale.